David
Sciunnach,
rabbino
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"Moshè
fece riunire l’intera adunanza dei figli d’Israele …" (Shemòt 35, 1). I
Maestri ci insegnano che questa Parashà non inizia come molte altre con
Vaidabbèr Moshè - e Moshè parlò, bensì inizia con: Vayakèl Moshè et kol
adàt benè Israel. Moshè prima riunisce tutto il popolo e
successivamente parla. In questa Parashà si legge che uomini e donne
partecipano alla costruzione e preparazione dei materiali per il
Mishkàn. Tra tutto il popolo la Torà cita due personaggi in
particolare: Betzalèl della Tribù di Yehudà e Aholiàv della Tribù di
Dan.
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David
Assael,
ricercatore
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Solo
pochi giorni fa ho sentito il deputato del M5S Alessandro Di Battista,
padre fascista e un passato da terzomondista d’accatto, iniziare un
discorso sull’Isis dalla guerra di Gaza dell’estate scorsa, come se la
creazione di questa realtà sadica e criminale fosse dovuta alle
politiche di Israele.
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L'Isis sfida Israele |
L'Isis
pubblica un altro video dell'orrore. Questa volta la vittima, come
raccontano i quotidiani italiani (Corriere della Sera e Repubblica) è
una presunta spia del Mossad Muhammad Musallam, 19 anni, di Gerusalemme
Est. Ad uccidere Musallam con alcuni colpi di pistola, un bimbo di poco
più di dieci anni, obbligato dai terroristi del Califfato a
trasformarsi in boia. Nel video si vede la confessione estorta al
giovane palestinese, che afferma di essere stato assoldato dai servizi
segreti israeliani per spiare prima i palestinesi che lanciavano pietre
a Gerusalemme e poi per infiltrarsi nelle fila dello Stato Islamico.
“Oh ebrei! Presto i leoni del Califfato attaccheranno le vostre terre e
le vostre roccaforti in Francia per liberare Gerusalemme!”, la minaccia
di uno dei jihadisti che compare in video. “Nel linguaggio di Isis –
scrive Maurizio Molinari su La Stampa - ciò significa rivolgersi ai
palestinesi di Gerusalemme Est, a una settimana dal voto politico in
Israele, chiedendogli di unirsi alla jihad contro 'gli ebrei'”.
L'autore del folle appello, secondo le autorità francesi, potrebbe
essere il cugino di Mohamed Merah, responsabile dell'attacco alla
scuola ebraica di Tolosa nel 2012.
La gendarme e il jihadista complice di Coulibaly. Uno dei complici
dell'attentatore del negozio casher di Parigi, Amédy Coulibaly, sarebbe
legato a una donna, fermata dagli investigatori francesi: si tratta,
riporta Repubblica, di una gendarme con un'onorata carriera alle
spalle. La donna ha usato lo statuto di gendarme per incontrare in
prigione Amar Ramdani, suo amante nonché considerato complice di
Coulibaly. “Ha persino nascosto delle lettere nella biancheria mandata
in carcere. In uno dei messaggi mandati al suo compagno, la donna parla
di un viaggio a Charleroi, in Belgio, dove Coulibaly ha venduto una
macchina e comprato le armi prima degli attacchi di gennaio”.
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israele - verso le elezioni
Rivlin rivendica un ruolo
Se
dalle elezioni israeliane del 17 marzo non ci sarà un chiaro vincitore,
il presidente Reuven Rivlin cercherà di convincere i due più grandi
contendenti, il Likud e l'Unione sionista, a formare un governo di
unità nazionale. Almeno stando a quanto emerge dai quotidiani
israeliani. L'idea di Rivlin, in caso di sostanziale equilibrio
all'indomani del voto, sarebbe quella di portare i conservatori del
Likud guidati da Benjamin Netanyahu e la compagine che unisce il
partito laburista e i centristi di Hatnua, guidati rispettivamente da
Isaac Herzog e da Tzipi Livni, a collaborare almeno per varare una
nuova legge elettorale, che permetta di superare un sistema che produce
di fatto instabilità politica. Secondo quanto riporta Arutz 2, il
presidente Rivlin non vorrebbe far diventare Israele “come l'Italia”,
dove i governi cambiano di frequente.
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qui milano - comunità verso le elezioni
I candidati scoprono le carte
Il
22 marzo la Comunità ebraica di Milano andrà al voto e ieri gli
iscritti hanno potuto conoscere i volti e i programmi dei 25 candidati
in corsa. Nell'aula magna della scuola ebraica milanese sono state
infatti presentate le sei liste che concorrono per le elezioni del
prossimo Consiglio della Keillah: quella uninominale di Antonella
Musatti, già alla guida delle struttura assistenziali della Comunità
milanese; le due liste con nove candidati di Wellcommunity e
Lechaim/Ken guidate rispettivamente da Raffaele Besso, assessore al
Bilancio del Consiglio uscente, e da Milo Hasbani, Consigliere
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane; le liste di Community in
Action e Pro Israele per la Comunità (con 3 candidati la prima, due la
seconda) e Joe Chalom, che si presenta da solo. Punti cardine dei
diversi programmi, il risanamento economico della Comunità – segnata
dalle vicende legate alle ingenti somme sottratte dalle casse
comunitarie da dipendenti ora allontanati e su cui è in corso
un’indagine penale- e l'avvio di un progetto per il rilancio della
scuola ebraica ma si è parlato anche di sicurezza, di promozione della
cultura, di servizi sociali, di giovani. “Il mio auspicio è che, a
prescindere da chi sarà eletto, si lascino fuori dal prossimo Consiglio
le contrapposizioni ideologiche. Bisogna lavorare insieme per il bene
della Comunità”, l'appello lanciato all'assemblea e ai candidati dal
vicepresidente dell'UCEI Roberto Jarach. Una richiesta simile a quella
fatta in apertura dal presidente uscente Walker Meghnagi, che non si è
ricandidato.
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qui milano - l'asta in favore dell'iifca
[Se‐gni], arte per il dialogo
L'arte
come strumento di conoscenza, come arma contro le intolleranze, come
ponte tra due paesi che hanno un legame profondo, Italia e Israele. È
il concetto che era stato espresso da Piergaetano Marchetti, presidente
dell'IIFCA – Fondazione Italia e Israele per la Cultura e le Arti nel
corso della presentazione della collezione d’arte [Sé-gni] curata
da Giorgia Calò e protagonista questa sera a Milano
dell'asta che si terrà al Teatro Franco Parenti. Una collezione
costruita grazie alla collaborazione di trentasei artisti italiani e
israeliani, noti al pubblico internazionale, che hanno donato le
proprie opere d'arte (nell'immagine il quadro di Tsibi Geva), dando un
importante contributo per sostenere l'impegno dell’IIFCA nella
promozione della conoscenza reciproca, attraverso la cultura, tra
Italia e Israele. A [Sé-gni] si aggiunge il progetto
ExLibris di David Palterer, che vede il coinvolgimento di autori
israeliani come A. B. Yehoshua e Amos Oz. Leggi
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comics & JEWS
Sam Simon (1955 - 2015)
I
Simpsons, di cui è stato uno dei creatori, gli sono valsi numerosi Emmy
Awards, il principale premio televisivo esistente, per il suo lavoro
come autore, regista e produttore esecutivo della serie creata nel
1989. Nato a Los Angeles e cresciuto a Beverly Hills, Samuel Michael
Simon, meglio conosciuto come Sam Simon, ha avuto Elvis Presley e
Groucho Marx come vicini di casa. Aveva iniziato a disegnare già da
ragazzino, per il giornale scolastico, ma non riuscì a entrare nell’Art
Department di Stanford perché, come gli venne detto “Il posto serve per
qualcuno di talento”.
Iniziata nel 1988, la collaborazione con il produttore James Brooks e
l’autore Matt Groening ha portato Sam Simon – questo il nome con cui è
diventato famoso – a creare per la Fox la notissima sitcom animata,
parodia satirica della società e dello stile di vita statunitensi. Leggi
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Ticketless
- Le rane e il Cav |
Grazie
alla disponibilità del figlio Giuseppe (sono in stampa presso l’editore
Aska) ho potuto vedere in anteprima le lettere che tra il 1940 e il
1941 Carlo Alberto Viterbo invia dal confino in Urbisaglia (Macerata).
Si tratta di un unicum, questo carteggio, che, fra l’altro, chiarisce
una categoria storiografica sfuggente, quella dell’antifascismo
ebraico, su cui si è tornato a discutere qualche mese fa, rievocando
gli arresti torinesi degli anni Trenta Antifascisti ebrei vengono
detti indistintamente Leone Ginzburg, Vittorio Foa o Carlo Levi, ma per
poterli definire tale si dovrebbe disporre di documenti simili a quelli
che la corrispondenza di Viterbo confinato produce invece ad
abundantiam. Uno spaccato di vita ebraica autentica e una distinzione
netta rispetto ai laici, come si evince da una di queste lettere:
“Durante la settimana, per un’ora al giorno, leggo e spiego qualcosa
dal libro di preghiere e forse da domenica comincerò delle lezioni di
ebraico.
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Il discorso di Bibi |
Molto
è stato detto e scritto riguardo al discorso di Netanyahu al Congresso
degli Stati Uniti, e al danno che esso avrebbe recato alle relazioni
bilaterali tra America e Israele, per diversi motivi (l'ostacolo da
esso rappresentato alle scelte di Obama per il raggiungimento di un
accordo con l'Iran sul nucleare; l'inopportunità di una visita di
stato, e dell'utilizzazione di una grande ribalta internazionale, a
ridosso delle elezioni israeliane; l'impressione che il partito
repubblicano giochi la carta d'Israele in funzione di lotta politica
interna, in funzione antidemocratica, e che il premier d'Israele si
presti a questo gioco, mettendo così a rischio l'appoggio bipartisan
dell'America a Israele; l'inopportunità di una visita ufficiale non
concordata con il Presidente ecc.).
Francesco Lucrezi, storico
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Humans of Israel - Mark |
“Il
mio voto andrà alla formazione Machanè Zionì e a Isaac Herzog. Stavo
guidando una visita turistica al monte Herzl assieme ad un gruppo di
ragazzini delle scuole elementari. Camminavamo di fronte alle tombe
delle importanti personalità del sionismo all’interno del cimitero
militare: Jabotinski, Golda Meir, Levi Eshkol… Quando siamo capitati di
fronte alla tomba di Chaim Herzog, sesto presidente dello Stato
d’Israele mi accingevo a leggere le parole che aveva pronunciato il
figlio Isaac dopo la sua morte, caso volle che proprio lui stava
passando e visitando il cimitero! Ha parlato coi ragazzi aprendosi e
raccontando le sue sensazioni.
Jonathan Misrachi
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