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11 marzo 2015 - 20 Adar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
"Moshè fece riunire l’intera adunanza dei figli d’Israele …" (Shemòt 35, 1). I Maestri ci insegnano che questa Parashà non inizia come molte altre con Vaidabbèr Moshè - e Moshè parlò, bensì inizia con: Vayakèl Moshè et kol adàt benè Israel. Moshè prima riunisce tutto il popolo e successivamente parla. In questa Parashà si legge che uomini e donne partecipano alla costruzione e preparazione dei materiali per il Mishkàn. Tra tutto il popolo la Torà cita due personaggi in particolare: Betzalèl della Tribù di Yehudà e Aholiàv della Tribù di Dan.
 
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David
Assael,
ricercatore
Solo pochi giorni fa ho sentito il deputato del M5S Alessandro Di Battista, padre fascista e un passato da terzomondista d’accatto, iniziare un discorso sull’Isis dalla guerra di Gaza dell’estate scorsa, come se la creazione di questa realtà sadica e criminale fosse dovuta alle politiche di Israele.
 
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L'Isis sfida Israele
L'Isis pubblica un altro video dell'orrore. Questa volta la vittima, come raccontano i quotidiani italiani (Corriere della Sera e Repubblica) è una presunta spia del Mossad Muhammad Musallam, 19 anni, di Gerusalemme Est. Ad uccidere Musallam con alcuni colpi di pistola, un bimbo di poco più di dieci anni, obbligato dai terroristi del Califfato a trasformarsi in boia. Nel video si vede la confessione estorta al giovane palestinese, che afferma di essere stato assoldato dai servizi segreti israeliani per spiare prima i palestinesi che lanciavano pietre a Gerusalemme e poi per infiltrarsi nelle fila dello Stato Islamico. “Oh ebrei! Presto i leoni del Califfato attaccheranno le vostre terre e le vostre roccaforti in Francia per liberare Gerusalemme!”, la minaccia di uno dei jihadisti che compare in video. “Nel linguaggio di Isis – scrive Maurizio Molinari su La Stampa - ciò significa rivolgersi ai palestinesi di Gerusalemme Est, a una settimana dal voto politico in Israele, chiedendogli di unirsi alla jihad contro 'gli ebrei'”. L'autore del folle appello, secondo le autorità francesi, potrebbe essere il cugino di Mohamed Merah, responsabile dell'attacco alla scuola ebraica di Tolosa nel 2012.

La gendarme e il jihadista complice di Coulibaly. Uno dei complici dell'attentatore del negozio casher di Parigi, Amédy Coulibaly, sarebbe legato a una donna, fermata dagli investigatori francesi: si tratta, riporta Repubblica, di una gendarme con un'onorata carriera alle spalle. La donna ha usato lo statuto di gendarme per incontrare in prigione Amar Ramdani, suo amante nonché considerato complice di Coulibaly. “Ha persino nascosto delle lettere nella biancheria mandata in carcere. In uno dei messaggi mandati al suo compagno, la donna parla di un viaggio a Charleroi, in Belgio, dove Coulibaly ha venduto una macchina e comprato le armi prima degli attacchi di gennaio”.
 
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  davar
israele - verso le elezioni
Rivlin rivendica un ruolo 
Se dalle elezioni israeliane del 17 marzo non ci sarà un chiaro vincitore, il presidente Reuven Rivlin cercherà di convincere i due più grandi contendenti, il Likud e l'Unione sionista, a formare un governo di unità nazionale. Almeno stando a quanto emerge dai quotidiani israeliani. L'idea di Rivlin, in caso di sostanziale equilibrio all'indomani del voto, sarebbe quella di portare i conservatori del Likud guidati da Benjamin Netanyahu e la compagine che unisce il partito laburista e i centristi di Hatnua, guidati rispettivamente da Isaac Herzog e da Tzipi Livni, a collaborare almeno per varare una nuova legge elettorale, che permetta di superare un sistema che produce di fatto instabilità politica. Secondo quanto riporta Arutz 2, il presidente Rivlin non vorrebbe far diventare Israele “come l'Italia”, dove i governi cambiano di frequente.
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qui milano - comunità verso le elezioni
I candidati scoprono le carte
Il 22 marzo la Comunità ebraica di Milano andrà al voto e ieri gli iscritti hanno potuto conoscere i volti e i programmi dei 25 candidati in corsa. Nell'aula magna della scuola ebraica milanese sono state infatti presentate le sei liste che concorrono per le elezioni del prossimo Consiglio della Keillah: quella uninominale di Antonella Musatti, già alla guida delle struttura assistenziali della Comunità milanese; le due liste con nove candidati di Wellcommunity e Lechaim/Ken guidate rispettivamente da Raffaele Besso, assessore al Bilancio del Consiglio uscente, e da Milo Hasbani, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane; le liste di Community in Action e Pro Israele per la Comunità (con 3 candidati la prima, due la seconda) e Joe Chalom, che si presenta da solo. Punti cardine dei diversi programmi, il risanamento economico della Comunità – segnata dalle vicende legate alle ingenti somme sottratte dalle casse comunitarie da dipendenti ora allontanati e su cui è in corso un’indagine penale- e l'avvio di un progetto per il rilancio della scuola ebraica ma si è parlato anche di sicurezza, di promozione della cultura, di servizi sociali, di giovani. “Il mio auspicio è che, a prescindere da chi sarà eletto, si lascino fuori dal prossimo Consiglio le contrapposizioni ideologiche. Bisogna lavorare insieme per il bene della Comunità”, l'appello lanciato all'assemblea e ai candidati dal vicepresidente dell'UCEI Roberto Jarach. Una richiesta simile a quella fatta in apertura dal presidente uscente Walker Meghnagi, che non si è ricandidato.
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qui milano - l'asta in favore dell'iifca
[Se‐gni], arte per il dialogo
L'arte come strumento di conoscenza, come arma contro le intolleranze, come ponte tra due paesi che hanno un legame profondo, Italia e Israele. È il concetto che era stato espresso da Piergaetano Marchetti, presidente dell'IIFCA – Fondazione Italia e Israele per la Cultura e le Arti nel corso della presentazione della collezione d’arte [Sé-gni] curata da Giorgia Calò e protagonista questa sera a Milano dell'asta che si terrà al Teatro Franco Parenti. Una collezione costruita grazie alla collaborazione di trentasei artisti italiani e israeliani, noti al pubblico internazionale, che hanno donato le proprie opere d'arte (nell'immagine il quadro di Tsibi Geva), dando un importante contributo per sostenere l'impegno dell’IIFCA nella promozione della conoscenza reciproca, attraverso la cultura, tra Italia e Israele. A  [Sé-gni] si aggiunge il progetto  ExLibris di David Palterer, che vede il coinvolgimento di autori israeliani come A. B. Yehoshua e Amos Oz.
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comics & JEWS
Sam Simon (1955 - 2015)
I Simpsons, di cui è stato uno dei creatori, gli sono valsi numerosi Emmy Awards, il principale premio televisivo esistente, per il suo lavoro come autore, regista e produttore esecutivo della serie creata nel 1989. Nato a Los Angeles e cresciuto a Beverly Hills, Samuel Michael Simon, meglio conosciuto come Sam Simon, ha avuto Elvis Presley e Groucho Marx come vicini di casa. Aveva iniziato a disegnare già da ragazzino, per il giornale scolastico, ma non riuscì a entrare nell’Art Department di Stanford perché, come gli venne detto “Il posto serve per qualcuno di talento”.
Iniziata nel 1988, la collaborazione con il produttore James Brooks e l’autore Matt Groening ha portato Sam Simon – questo il nome con cui è diventato famoso – a creare per la Fox la notissima sitcom animata, parodia satirica della società e dello stile di vita statunitensi.
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qui gerusalemme - SEMINARIO YE'UD
Israele, esperienze a confronto
Un giorno denso e ricco di incontri quello ieri con Ye'ud, il seminario sulla leadership organizzato dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con il contributo dalla World Zionist Organization.
I giovani partecipanti, giunti dalle diverse comunità  italiane a Gerusalemme, iniziano i lavori con la seconda sessione tenuta dallo psicologo Dan Wiesenfeld che attraverso giochi e sfide rafforza il team puntando sulle differenze di ognuno.
Il team, constata Wiesenfeld, nonostante i vincoli posti da determinate regole, dimostra di cavarsela egregiamente anche se più che sull'innovazione punta sul miglioramento di un'unica strategia d'azione. Poi ci si concentra sulla situazione dello Stato di Israele dal punto di vista della politica e dell'informazione.
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talent show
Manuel, avanti con il rock
“Feeling good”. Per Manuel Moscati non è solo uno stato d’animo ma anche la canzone con cui è approdato a una nuova fase dell’edizione albanese di X Factor, il popolare talent show per chi sa farsi apprezzare sul palcoscenico. E Manuel, puntata dopo puntata, sta entrando sempre più nel cuore del pubblico. Romano, 29 anni, una laurea in dietistica, raccoglie infatti consensi trasversali. In Albania, in Italia, all’interno della Comunità ebraica che lo ha visto crescere e che oggi lo sostiene compatta a distanza.
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pilpul
Ticketless - Le rane e il Cav
Grazie alla disponibilità del figlio Giuseppe (sono in stampa presso l’editore Aska) ho potuto vedere in anteprima le lettere che tra il 1940 e il 1941 Carlo Alberto Viterbo invia dal confino in Urbisaglia (Macerata). Si tratta di un unicum, questo carteggio, che, fra l’altro, chiarisce una categoria storiografica sfuggente, quella dell’antifascismo ebraico, su cui si è tornato a discutere qualche mese fa, rievocando gli arresti torinesi degli anni Trenta  Antifascisti ebrei vengono detti indistintamente Leone Ginzburg, Vittorio Foa o Carlo Levi, ma per poterli definire tale si dovrebbe disporre di documenti simili a quelli che la corrispondenza di Viterbo confinato produce invece ad abundantiam. Uno spaccato di vita ebraica autentica e una distinzione netta rispetto ai laici, come si evince da una di queste lettere: “Durante la settimana, per un’ora al giorno, leggo e spiego qualcosa dal libro di preghiere e forse da domenica comincerò delle lezioni di ebraico.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Il discorso di Bibi
Molto è stato detto e scritto riguardo al discorso di Netanyahu al Congresso degli Stati Uniti, e al danno che esso avrebbe recato alle relazioni bilaterali tra America e Israele, per diversi motivi (l'ostacolo da esso rappresentato alle scelte di Obama per il raggiungimento di un accordo con l'Iran sul nucleare; l'inopportunità di una visita di stato, e dell'utilizzazione di una grande ribalta internazionale, a ridosso delle elezioni israeliane; l'impressione che il partito repubblicano giochi la carta d'Israele in funzione di lotta politica interna, in funzione antidemocratica, e che il premier d'Israele si presti a questo gioco, mettendo così a rischio l'appoggio bipartisan dell'America a Israele; l'inopportunità di una visita ufficiale non concordata con il Presidente ecc.).

Francesco Lucrezi, storico
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Humans of Israel - Mark
“Il mio voto andrà alla formazione Machanè Zionì e a Isaac Herzog. Stavo guidando una visita turistica al monte Herzl assieme ad un gruppo di ragazzini delle scuole elementari. Camminavamo di fronte alle tombe delle importanti personalità del sionismo all’interno del cimitero militare: Jabotinski, Golda Meir, Levi Eshkol… Quando siamo capitati di fronte alla tomba di Chaim Herzog, sesto presidente dello Stato d’Israele mi accingevo a leggere le parole che aveva pronunciato il figlio Isaac dopo la sua morte, caso volle che proprio lui stava passando e visitando il cimitero! Ha parlato coi ragazzi aprendosi e raccontando le sue sensazioni.

Jonathan Misrachi

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