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12 Marzo 2015 - 21 Adar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Nel narrare le offerte che ogni ebreo ha portato per la costruzione ed il montaggio del Mishkàn, il Tabernacolo mobile, la Torà riferisce che “Weha-mela’khà hayethà dayyàm le-khol ha-mela’khà la-‘assòth othàh we-hothèr”, “il materiale era sufficiente per tutta l’opera per realizzarla, e ne avanzava”. In questa affermazione è nascosta una contraddizione: o il materiale era sufficiente, ossia nel quantitativo giusto, non poteva avanzarne; e viceversa, se avanzava, non poteva essere solo sufficiente.
Alcuni Maestri risolvono questa contraddizione facendo un’importante considerazione, che a mio avviso potrebbe essere applicata anche ai giorni nostri e nelle nostre Comunità, con riferimento al nostro rapporto con le istituzioni ebraiche.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Fra cinque giorni si vota in Israele e gli elettori sono esausti per le troppe elezioni. Per due volte in due anni il primo ministro Benjamin Netanyahu non è riuscito a far passare il Bilancio dello stato, e con lo scioglimento anticipato del parlamento ha gettato il paese nel caos. In Israele si alternano ormai un anno necessario allo scioglimento della Knesset e del governo, alle elezioni, alle consultazioni presidenziali, e alla ricostituzione di un governo, e un altro anno durante il quale si cerca di governare già con un occhio al prossimo scioglimento e alle prossime elezioni. La conseguenza principale è che da diversi anni in Israele non esiste un vero e proprio governo, e per circa la metà del tempo – in assenza di potere legislativo e esecutivo – abbiamo un singolo conduttore che governa il paese da solo a piacimento assecondato dalla sua corte.
La preoccupante mancanza di governabilità in Israele, che ricorda da vicino quella della prima repubblica italiana, è ritenuta da molti una conseguenza inevitabile della multiforme stratificazione demografica del Paese. Questa crea risultati elettorali prevedibili ma incontrollabili. Ma esiste anche un altro fattore importante che invece può essere controllato, ed è il metodo elettorale anacronistico che gli israeliani continuano con estremo masochismo a infliggere a se stessi.
 
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Expo, parla Libeskind:
"Ecco il mio progetto"
Tra i protagonisti dell’Expo, l’architetto di fama internazionale Daniel Libeskind – padre tra gli altri del Memoriale di Ground Zero e del Museo ebraico di Berlino – interviene oggi sul Corriere per raccontare i suoi progetti e il suo rapporto con la città di Milano. “Milano sta cambiando in fretta e vederla crescere, per me che la amo con gli occhi di uno straniero, credetemi è bellissimo” scrive Libeskind.

L’Isis perde Tikrit, riconquistata ieri dalle truppe irachene appoggiate dalle milizie sciite e dall’Iran. Il prossimo obiettivo sarà Mosul. Scrive Lorenzo Cremonesi (Corriere): “L’entrata in forze ieri mattina dell’esercito iracheno, assieme alle milizie sciite e ai corpi scelti dei pasdaran iraniani, nella città simbolo del vecchio partito Baathista di Saddam Hussein, la culla del mitico Saladino e patria delle tradizionali tribù sunnite, ha un significato molto chiaro per i nuovi vincitori e costituisce un monito per i vinti: l’offensiva è destinata a continuare”. Ancora scolpita nella menti di molti l’orrenda immagine del boia bambino al servizio del Califfato. Un’immagine su cui riflette oggi Adriano Sofri su Repubblica descrivendo “l’innocenza armata dei bambini terroristi”.
 
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  davar
iSRAELE - verso le elezioni
Peres rompe il silenzio
Mentre i sondaggi danno in vantaggio di qualche seggio Isaac Herzog su Benjamin Netanyahu, al primo, leader dell’Unione Sionista, è arrivato il supporto dell’ex presidente di Israele Shimon Peres. Questa mattina infatti Peres ha dato pubblicamente il suo appoggio a Herzog, definendolo un leader affidabile, responsabile e pieno di dedizione nei confronti dei cittadini israeliani. “È normale che le persone avranno opinioni diverse e voteranno secondo la loro coscienza. Per quanto mi riguarda – ha concluso l’ex capo di Stato israeliano – io sostengo Isaac Herzog come primo ministro”. Nessun cenno da parte di Peres, a Tzipi Livni che insieme al leader laburista costituisce l’altra forza all’interno dell’Unione Sionista con il suo Hatnua, partito di centro.
(Nell'immagine Isaac Herzog e Shimon Peres)
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qui milano - teatro parenti
Italia e Israele insieme per l'arte
“Siamo soddisfattissimi, in primo luogo per la grande quantità di pubblico presente in sala, un risultato importante al di là di quello dell’asta, che ci riempie di gioia”. Questa la prima considerazione di Giorgia Calò, curatrice della mostra [Se-gni], esposta alla Galleria Riccardo Crespi di Milano e composta da opere d’arte donate da artisti italiani e israeliani, e ieri sera protagonista di un’asta al teatro Franco Parenti, per sostenere la causa della Fondazione Italia Israele per la cultura e le arti. Nata nel 2012 su iniziativa dei governi di Roma e Gerusalemme, la Fondazione si propone di costruire e rafforzare i legami tra i due paesi e di combattere pregiudizi e intolleranze.
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qui bologna
Libertà e diritti. Dopo Parigi
Libertà di satira, libertà di stampa, libertà religiosa. Argomenti complessi, importanti, che sono diventati di drammatica attualità nel corso degli ultimi mesi, con le libertà fondamentali minacciate e attentati mortali a Bruxelles, Parigi, Copenaghen. Queste le premesse da cui è scaturito il convegno “Blasfemia, diritti e libertà – Una discussione dopo le stragi di Parigi” organizzato dalla Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII di Bologna in collaborazione con Reset-DoC.
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j-ciak
Frammenti di "Suite francese"
Se avete amato il libro, il film potrebbe deludervi. Ma se del libro non sapete nulla, rischiate di restare ancora più delusi. La situazione (alla “Comma 22”) strapperebbe un sorriso a Irène Némirovsky, scrittrice acuta e di talento, personaggio controverso, penna pungente e spesso caustica. Dal suo “Suite francese” – che ritrae la Francia sotto l’occupazione nazista - è stato tratto un film dal medesimo titolo, diretto da Saul Dibb, da oggi nelle sale italiane. Ma sul grande schermo vedremo appena un frammento di quel romanzo immenso, ritrovato sessant’anni dopo dalle figlie fra le carte della madre, morta ad Auschwitz, e pubblicato con successo nel 2004.
Di quell’opera fluviale il cinema ci rimanda appena una storia d’amore. È l’estate del 1940. Lei è Lucille Angellier (Michelle Williams), che in attesa di notizie dal marito prigioniero di guerra deve vivere in una cittadina nei pressi di Parigi assieme a una suocera prepotente e meschina (Kristin Scott Thomas). Lui è il comandante tedesco Bruno Falk (Matthias Schoenaerts), che con i suoi uomini occupa la città e finisce per installarsi nella casa delle due donne. Dopo le iniziali reazioni di rifiuto, Lucille inizia a provare un sentimento nuovo per il raffinato ufficiale, con tutto ciò che questo finirà per provocare.


Daniela Gross
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l'adei wizo nel nome di adelina della pergola
Premio letterario, scelti i finalisti
Annunciata la terna finalista del premio letterario Adei-Wizo intitolato alla memoria di Adelina Della Pergola. La giuria selezionatrice, riunitasi a Milano, ha segnalato le seguenti opere: Frédéric smarrito tra i suoni di Denis Lachaud (66thand2nd); Forse Esther di Katja Petrowskaja (Adelphi); Mi chiamavano piccolo fallimento di Gary Shteyngart (Guanda). I titoli saranno ora sottoposti al voto della giuria popolare, composta da oltre 250 lettrici, che tra questi designeranno chi sarà premiato in occasione della cerimonia conclusiva in programma ad ottobre a Roma.
Contestualmente la giuria selezionatrice ha anche indicato i due volumi che si contenderanno il Premio Ragazzi: La tentazione del rabbino Fix di Jacquot Grunewald (Giuntina) e Il braccialetto di Lia Levi (edizioni e/o). Una menzione speciale è stata inoltre assegnata ad Applausi a scena vuota di David Grossman (Mondadori).
PREMIO NAZIONALE PER LA TRADUZIONE 2015
Il ministero si inchina al Dibbuk
Istituito nel 2009, il programma di ricerca, didattica e attività di traduzione "Progetto Dibbuk" del Centro di Studi Ebraici dell’Università L'Orientale di Napoli si prefigge di promuovere la conoscenza del Dibbuk di S.A. An-skij (Vitebsk 1863 - Varsavia 1920) tramite l’analisi dei testi originali, delle prime traduzioni della pièce, delle sue metamorfosi testuali e nelle arti visive, soprattutto nel cinema e nel teatro.
A sottolineare l'impegno svolto in questi anni sotto la guida di Giancarlo Lacerenza, uno dei più significativi riconoscimenti attribuiti dal Ministero dei Beni e delle attività culturali: il prestigioso Premio Nazionale per la Traduzione, che sarà consegnato il 25 marzo prossimo presso la sala conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Ad essere premiata anche l'attivita della Carmel Publishing House di Gerusalemme per la traduzione integrale della Divina Commedia di Dante curata da Reuven Cohen e pubblicata nel 2014 in occasione dei 750 anni dalla nascita del sommo poeta fiorentino.
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QUI GERUSALEMME - SEMINARIO YE'UD
Meridione, una sfida aperta
Proseguono gli incontro di Ye’ud, il future leader training organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con la partecipazione della World Zionist Organization e al quale partecipano giovani ebrei italiani da Firenze, Trieste, Milano, Torino e Roma. Primo ospite di giornata è il rav Pierpaolo Pinhas Punturello, tra i protagonisti del risveglio d’interesse verso l’ebraismo nell’Italia meridionale. “L’ebraismo del Sud Italia è una risorsa e una delle grandi sfide di questi anni” introduce l’ospite il rav Roberto Della Rocca, direttore del dipartimento Educazione e Cultura UCEI.
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QUI TRIESTE - festival viktor ullmann
Le note della Memoria
Presentato il programma della seconda edizione del Festival Viktor Ullmann, che si aprirà il 18 marzo al Teatro Miela con una conferenza-concerto per le scuole. Tredici gli appuntamenti, dedicati alla musica concentrazionaria e a quella degenerata, nel corso dei quali verranno proposti brani da camera e per orchestra. Ci si ritroverà anche nella sinagoga triestina per un evento caratterizzato dalle musiche di Leonard Bernstein e Bruno Weiss (Bjélinski) e con la partecipazione del flautista di fama mondiale Roberto Fabbriciani.
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qui verona
Identità e culture in dialogo
Aula magna del tecnico Aldo Pasoli di Verona gremita di studenti in occasione dell’assemblea di istituto durante la quale il comitato studentesco ha organizzato un confronto sul valore della diversità invitando Bruno Carmi, presidente della Comunità ebraica di Verona; don Luca Merlo, responsabile per la diocesi del dialogo interreligioso; l’imam Mhonsen, esponente della comunità islamica cittadina
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pilpul
Setirot - Lech Lechà
La suggestione provata durante la cerimonia di riapertura dopo i lavori di restauro dell’antica sinagoga Scolanova di Trani. Le parole e i pensieri stimolanti ascoltati nei giorni della terza edizione di Lech Lechà dedicata quest’anno a Purìm. La commozione nel seguire la Meghillat Ester in un’atmosfera totalmente differente da quella a cui sono abituato. Una comunità ebraica rinata da soli dieci anni emoziona, appassiona trovarsi nel cuore di un ebraismo dal passato glorioso e dal presente tenace. Sensazioni profonde e importanti. Grazie a chi ha voluto tutto questo, un grazie sentito, non formale ai rabbanim Umberto Piperno e Scialom Bahbout e all’anima di Lech Lechà, Francesco Lotoro.
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Stefano Jesurum, giornalista
Time out - La scelta giusta
Le elezioni in Israele sono vicine ed è inutile ormai fare pronostici su chi vincerà. Nell’attesa di capire ci governerà lo Stato ebraico nei prossimi anni, noi ebrei della Diaspora potremmo iniziare un nuovo gioco: evitare di tifare come ultras per la vittoria di un partito o di un altro. Sebbene ragionevole sperare che prevalga una determinata linea, abbiamo già tanti problemi per cui non è necessario dividerci anche per una battaglia che non ci appartiene completamente. Per questo seguiamo con attenzione ciò che succederà, certi che i nostri fratelli in Israele sapranno fare la scelta più giusta.

Daniel Funaro
Humans of Israel - Joshua
“Mio padre è stato il segretario del movimento ‘Beitar’ quando vivevamo in Australia. All’epoca eravamo molto attivi nelle scuole ebraiche poichè era semplice far combaciare entrambe le attività, dati gli interessi comuni: l’esaltazione dell’identità ebraica e la realizzazione completa dell’ideale sionista. Settimana prossima vado alle urne per la prima volta, e penso che voterò Likud poiché Netanyahu rappresenta l’unica figura di riferimento che enfatizza incondizionatamente la sicurezza nazionale e l’importanza della forza militare. La sua storia e il suo carattere esprimono il coraggio e la sfacciataggine che simboleggiano il popolo ebraico. O, almeno, quello che io voglio che il popolo ebraico sia!".

Jonathan Misrachi
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