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13 Marzo 2015 - 22 Adar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
La puntigliosa e precisa lista dei materiali impiegati per la costruzione del Miskan viene offerta da Moshè al popolo nel rendiconto della parashà di Pekudè. Perché il servo di Dio Moshè sente questo bisogno di precisione e trasparenza? Qualcuno sospetta del suo operato? Certo che no, ma sono state usate offerte pubbliche e pubblicamente vanno rendicontato: il popolo deve sapere l’uso dei suoi doni. È così ironico leggere questo brano biblico lo Shabbat prima delle elezioni politiche israeliane. Così ironico e così tanto ebraico.
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Come giustamente sottolineava Anna Foa in un post di qualche settimana fa, l'appello degli antropologi italiani per eliminare la parola razza dalla legislazione e dalla costituzione italiana andrebbe supportato con convinzione. Questa strada è già stata percorsa con successo in Francia nel 2013 e sostenere questa idea rappresenta un segno di civiltà necessario prima che urgente. Le parole, il loro significato, accompagnano la costruzione e la legittimazione di pratiche sociali e politiche impresentabili, e togliere questo concetto dalle leggi e dalla nostra Costituzione sarebbe un gesto di grande maturità civile. Naturalmente non potrà accadere che il crescente fenomeno del razzismo in Italia e in Europa venga turbato da una semplice riformulazione del dettato costituzionale. Sono ben più gravi e drammatiche le radici della tragica diffusione di espressioni e idee politiche che stupidamente immaginavamo sepolte. Ma il compito del legislatore è quello di indicare una strada di cambiamento, e dar seguito a questo appello con un effettivo provvedimento (magari votato da tutti, dico tutti quelli che non praticano il razzismo come palestra di demagogia politica) segnerebbe un avanzamento del nostro sistema democratico. Una sua maturazione.
 
Israele verso il voto
Pochi giorni e Israele andrà al voto. Gli ultimi sondaggi danno il centrosinistra guidato da Yitzhak Herzog e Tzipi Livni in forte ascesa, con tre o quattro seggi di vantaggio sul Likud di Benjamin Netanyahu. Proprio a favore dei primi è sceso in campo ieri l’ex presidente della Repubblica Shimon Peres, mentre la squadra del premier denuncia “un complotto internazionale” che sarebbe orchestrato ai danni di Bibi. Sulla Stampa un’analisi di Maurizio Molinari.
Dipinge intanto un quadro a tinte fosche Repubblica secondo cui “dopo cinque anni di paralisi del processo di pace nessuno parla del problema palestinese, né della sorte di Gerusalemme, né dei territori occupati, né si affronta sul serio il conflitto interno tra laici e religiosi”.
La Stampa ospita anche una riflessione dello scrittore Abraham Yehoshua sullo storico rapporto di amicizia tra Israele e Stati Uniti e sui vantaggi ma anche sugli svantaggi che questo comporterebbe. A originare la riflessione il recente discorso di Netanyahu al Congresso di Washington.
Sul Corriere una velenosa risposta di Sergio Romano a un lettore a proposito di antisemitismo, identificazione degli ebrei della Diaspora con Israele, erosione di consensi dello Stato ebraico nell’opinione pubblica.
 
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  davar
iSRAELe
Al voto con molte incognite
A prescindere da come andranno le imminenti elezioni in Israele (si vota il 17 marzo), una cosa è sicura, nessuno ne uscirà veramente vincitore. È vero che le proiezioni danno in vantaggio l'Unione sionista, la compagine che unisce la sinistra laburista ai centristi di Hatnua, ma 25 seggi sono ben lontani dai 61 necessari per avere la maggioranza alla Knesset e per formare una coalizione di governo. Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha già avvisato i contendenti: non affiderò necessariamente le chiavi di un governo alla formazione che otterrà più voti, ha sottolineato il presidente, ma a quella che riuscirà a presentare una maggioranza stabile. E la stabilità, complice un sistema elettorale che porta alla parcellizzazione del voto, non è la caratteristica degli ultimi governi israeliani. Negli ultimi vent'anni quasi ogni due anni gli israeliani sono tornati alle urne e il rischio, come sottolineava su queste pagine Sergio Della Pergola, demografo e autorevole analista della politica israeliana, è che il problema si riproponga anche questa volta.
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"ruach tovà", roma capitale per il 2015
Una giornata per la solidarietà
Nata in Israele nel 2007 su iniziativa di Shari Arison, il Ruach Tovà - "la giornata delle buone azioni" - è una realtà ormai per molte decine di paesi. Un modello che è stato possibile esportare grazie all'intraprendenza della sua istitutrice e che vede la città di Roma grande protagonista per il 2015 con 180 iniziative in programma nel weekend. A sancire l'impegno in favore del prossimo è l'impegno diretto dell'ambasciata israeliana a Roma i cui funzionari svolgono oggi un'azione di assistenza in alcune strutture della Comunità di Sant'Egidio. Sullo stesso fronte da registrare l'impegno della Comunità ebraica, che proprio in queste ore accoglie Shari Arison in visita per stimolare - in collaborazione con la Deputazione Ebraica - una raccolta di beni di prima necessità destinati ai meno abbienti.
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tel aviv, cambio della guardia in ambasciata
Il commiato di Simonetta

Un flauto e le note del Valzer delle Candele, il tradizionale canto con cui nel mondo anglosassone si usa salutare chi parte. È un’autentica serenata quella che il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai dedica a Simonetta Della Seta, addetta culturale dell’Ambasciata italiana d’Israele, che lascia l’incarico dopo dieci anni. Ma la performance del sindaco-musicista è solo uno dei momenti clou della serata organizzata alla residenza dell’ambasciatore Francesco Maria Talò a Ramat Gan: a intervenire sono stati infatti alcuni tra i volti più noti e amati della cultura israeliana, dagli scrittori David Grossman e Abraham B. Yehoshua alla cantante Noa, che si è a sua volta esibita nel meglio delle sue canzoni napoletane (“E chi avrei potuto chiamare per trovare un aiuto quando ho deciso di dedicarmi a questo genere se non Simonetta?” ha sottolineato l’artista).

Rossella Tercatin
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qui gerusalemme - il seminario ye'ud
Israele: le elezioni, il futuro
“Le elezioni in Israele del prossimo 17 marzo sono complesse e rischiose”. Ad introdurre l’argomento più caldo del momento è il demografo Sergio Della Pergola che apre i lavori di una nuova giornata di Ye’ud, il seminario per formare i leader del futuro organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con il supporto della World Zionist Organization.
Della Pergola sottolinea infatti la specificità di Israele, uno dei venti paesi più sviluppati al mondo che pure cerca continuamente di “non retrocedere in serie B”.
QUI GENOVA
Il ritorno del Purim Show
Incentrata sul tema dell’umorismo ebraico, la seconda prova di Purim Show a cura del gruppo teatrale della Comunità ebraica di Genova (appuntamento al 29 marzo) si presenta come un nuovo momento di leggerezza e divertimento ma anche come un’occasione per offrire sostegno alle persone che versano in condizioni difficili di salute.
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firenze - presentato il libro di levis sullam
La Memoria. E i carneficiL
L’Istituto storico della Resistenza in Toscana, nella sua sede in via Carducci con vista sulla cupola della sinagoga, ha ospitato la presentazione di “I carnefici italiani, scene dal genocidio degli ebrei, 1943-1945”, l’ultimo e molto apprezzato lavoro di Simon Levis Sullam che vuole mettere in evidenza l’atteggiamento non certo passivo ma invece, e in particolare nel periodo della Repubblica di Salò, molto collaborativo tenuto da gran parte degli italiani riguardo alle persecuzioni dei “soggetti di razza ebraica”.


Lionella Viterbo
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pilpul
La forza della democrazia
Ho notato che quasi sempre chi critica Israele ignora o nega la vivacità del confronto politico al suo interno e l’esistenza di posizioni variegate in molti ambiti. Per questo quando discuto su Israele cerco sempre di far capire che gli israeliani non sono un’entità unica e non pensano tutti la stessa cosa. Perché Israele è un Paese democratico, non una sorta di dittatura militare o di teocrazia come i suoi detrattori tentano di far credere. Mi sorprende, dunque, che talvolta alcuni sembrino ritenere che una difesa efficace di Israele stia nella compattezza, nel parlare con una voce sola, appiattita sulle posizioni del governo israeliano in carica in quel momento.

Anna Segre, insegnante
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Genocidio culturale
Un “genocidio culturale”. Con queste parole l’Unesco ha condannato la devastazione del patrimonio culturale in territorio iracheno e siriano da parte dell’Is. Il museo archeologico di Mosul, la città assira di Nimrud, la città seleucide di Hatra, ma anche chiese nestoriane, moschee millenarie – come la moschea del profeta Yunus, sempre a Mosul –  mausolei e biblioteche. Esse sono purtroppo una piccola parte di quell’eredità che sta scomparendo definitivamente in quella che era la culla delle civiltà mesopotamiche, una ricchezza appartenente di diritto alle popolazioni locali e alla loro identità culturale, così come all’umanità intera.

Francesco Moises Bassano, studente
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Humans of Israel - Sofia
“Era nei salotti delle nostre case tutti i venerdì grazie alle sue trasmissioni televisive quando lavorava come giornalista. Dopodiché abbiamo cominciato a crederci, a supportarlo in tutte le occasioni, la sua ascesa in politica ha rappresentato una vera speranza per chi richiede certe priorità nel paese. Voto Lapid perché crede nel futuro, come dice il suo partito (Yesh atid = C’è un futuro). Perché sorride, pondera, e sarà sempre una forza politica con grande valore nel bilancio delle coalizioni di governo dopo le elezioni, anche se stavolta credo veramente che possa fare quel salto di qualità che lo renderà assolutamente l’ago della bilancia.”

Jonathan Misrachi
La mia scheda
Martedì prossimo voterò il partito Bait Hayehudi, lo faccio per vari motivi. Perché credo nei valori del sionismo religioso, che vuole costruire una patria per il popolo ebraico che sia fondata sui valori della Torà e vada dal Mediterraneo al Giordano.

Miky Steindler
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Il maiale è il nostro maestro
"Il maiale è il nostro maestro" è il libro di Valentina Sereni e Delfina Piu. Un testo ricco e sicuramente originale dedicato al problema della sofferenza e lo sfruttamento degli animali e la normativa ebraica, il cui titolo è tutto un programma.

Ilana Bahbout
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