Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

22  marzo 2015 - 2 Nissan 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
Mosè – dopo aver eretto il tabernacolo – aspetta all’esterno la chiamata di Dio. La capacità di autocontrollo, spiega in proposito rabbi Yerucham di Mir, è la qualità umana fondamentale su cui tutte le altre si basano. Ed ogni uomo dovrebbe lavorare su se stesso per raggiungerla.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Sete zero è uno degli slogan di oggi. Una cultura dell’acqua – suo consumo, sua distribuzione, un’educazione al suo uso corretto (che vuol dire prima di tutto lotta allo spreco) – allude a un ‘cambio di civiltà’.
Consideriamo quello che accade intorno a noi, attraverso la categoria di ‘scontro di civiltà’, ma le sfide dirimenti che si presentano tutte insieme (ambiente, disuguaglianze, grandi migrazioni…) davanti a noi pongono una domanda di ‘cambio di civiltà’. E di questo noi, tutti noi, dovremmo occuparci di più. Perché col futuro non si scherza.
 
 
 
"Insieme per la Libia"
Dopo scontri e rivendicazioni da parte dell’Isis, la situazione in Libia si fa ancora più tesa: Kahlifa Haftar, il generale post-gheddafiano e filo-egiziano che combatte da Tobruk, ha dato l’ordine di assaltare Tripoli e attaccare l’aeroporto e le caserme controllate dalla cosiddetta fazione “Alba della Libia” (guidata dai Fratelli musulmani), gruppo di ispirazione religiosa che, per rispondere, potrebbe allearsi nuovamente con lo Stato Islamico. Haftar, spiega Repubblica, ha come obiettivo quello di sabotare i negoziati di pace mediati dall’Onu per tentare di vincere militarmente. “Una mossa – continua il quotidiano – che potrebbe creare un pericolo in Italia: Haftar non sarà capace di conquistare Tripoli, si blinderà in Cirenaica, offrendo uno spazio di sicurezza all’Egitto, ma di fatto concentrerà i peggiori jihadisti in Tripolitania, proprio di fronte all’Italia”. Intannto ieri il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni e quello della Difesa Roberta Pinotti si sono incontrati con i loro omologhi francesi, dichiarandosi pronti a “lavorare per la Libia”.
 
Leggi

 
  davar
israele - verso la formazione del governo
Rivilin apre le consultazioni
La prima a presentarsi questa mattina davanti al presidente israeliano Reuven Rivlin per le consultazione per la creazione di una coalizione di governo è stata la delegazione del Likud: Yisrael Katz, Gilad Erdan, Yariv Levin, Zeev Elkin e Ofir Akunis hanno ovviamente proposto il proprio leader, Benjamin Netanyahu, come capo del prossimo governo.

Forte dei 30 seggi ottenuti alle elezioni dello scorso 17 marzo, Netanyahu è il candidato che ha tutte le carte in tavola per riunire attorno a sé una coalizione di maggioranza (61 i seggi necessari per ottenerla alla Knesset, il parlamento israeliano). La più plausibile è quella che lo vede alla guida di una compagine formata dal suo Likud, assieme a HaBait HaYehudì, Israel Beitenu, più i religiosi di Shas e Yahadut HaTorah; a sciogliere le riserve dovrà essere Moshe Kahlon, leader di Kulanu, i cui 10 seggi assicurerebbero la maggioranza all'attuale premier israeliano. L'idea iniziale di Rivlin, sconfessata dalle urne, era la creazione di un governo di unità nazionale composto da Likud e l'Unione Sionista del duo Isaac Herzog – Tzipi Lvini. A quanto riferiscono i quotidiani israeliani, Netanyahu, contrario a questa possibilità, avrebbe comunque sondato il terreno, ricevendo picche da Herzog che invece passato al contrattacco definendo razzista la campagna del leader del Likud: il riferimento è alla pioggia di critiche cadute su Netanyahu dopo la pubblicazione di un post sulla sua pagina Facebook in cui agitava come uno spauracchio il voto arabo (“gli arabi stanno votando in massa” affermava nel video, appellandosi ai suoi elettori perché facessero lo stesso).
A riguardo è intervenuto anche Rivlin oggi, che tra gli altri ha incontrato la lista araba unitaria. “Il prossimo governo è stato eletto a maggioranza di Israele, ma ma deve lavorare per tutti gli israeliani: ebrei, arabi, di destra e di sinistra”. 
Leggi

qui milano - comunità al voto
Consiglio, alle urne per il rinnovo
Giornata di elezioni per la Comunità ebraica di Milano. Si stanno svolgendo infatti nelle quattro sezioni designate (Guastalla, via Eupili e due in via Mayer) le votazioni per la nomina del prossimo Consiglio della Keillah milanese. Gli elettori avranno tempo fino alle 21 per recarsi a votare mentre i risultati delle elezioni, da cui risulterà la nomina dei 17 Consiglieri, saranno rese pubbliche domani sera.

A disposizione degli elettori, una scheda in cui poter esprimere fino a un massimo di nove preferenze, anche su nomi appartenenti a liste diverse. Quest'ultime sono sei, due con nove candidati (ovvero il numero massimo per ciascuna lista), due uninominali. A candidarsi da sola, Antonella Musatti, già alla guida delle struttura assistenziali della Comunità milanese. Nove i candidati di Wellcomunity (Davide Romano, Vanessa Alazraki, Ilan Boni, Abramo Galante, Daniele Leoni, Sara Modena, Davide Nassimiha, Daniele Schwarz), con capolista Raffaele Besso così come nove i nomi presentati da Lechaim/Ken (Daniele Misrachi, Claudia Terracina, Davide Hazan, Margherita Sacerdoti, Gadi Schoenheit, Alberto Levi, Bigio Joyce, Gabriele Tedeschi) guidati da Milo Hasbani, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Pro Israele per la Comunità è invece il nome della lista di cui fanno parte Claude Shammah e Miro Silvera. Tre i candidati all’interno della lista Community in Action: Marc Geoffrey Davis, Michele Boccia e Gabrielle Fellus. Da solo si presenta invece Joe Chalom.

la rassegna stampa di melamed
Il dibattito sulla "Buona scuola" 
Melamed è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo italiano che da tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Dalla scorsa settimana la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la selezione di questa settimana della rassegna stampa ‎di Melamed cliccare qui
.

"La ‘Buona scuola’ è stata finalmente varata e le critiche non sono tardate. Non sono diverse da quelle che hanno accompagnato ogni riforma degli ultimi 20 anni e, purtroppo, nessuna affronta le vere carenze”.
Così Roger Abravanel ha commentato, il 14 marzo, la riforma scolastica appena varata, concordando con quanto scritto da Ernesto Galli della Loggia sull’assenza di una “visione” di come migliorare la scuola italiana. Dall’opinione molto diffusa specialmente tra intellettuali e docenti universitari per cui servirebbe un ritorno al passato, a una scuola che insegni una cultura soprattutto umanistica per restituirle la sua (presunta) antica capacità di formazione culturale e morale del Paese a una scuola dei mestieri, magari quelli più “utili” al mondo del lavoro di oggi, mentre sindacati e studenti ripetono infine il mantra “più diritto allo studio”. Ma, sostiene Abravanel, serve innanzitutto accordarsi sulla domanda di fondo: a che serve la scuola del nuovo millennio? E continua: “I migliori sistemi educativi del mondo hanno da tempo dato una risposta: serve a formare le competenze del XXI secolo, cioè imparare a ragionare con la propria testa, avere spirito critico, risolvere problemi e impegnarsi a fondo, innovare e migliorare, comunicare e interagire, soprattutto in team”. Abilità che rappresentano una nuova dimensione del termine “cultura” e che oltre ad essere molto richieste dalle aziende sono utili anche per essere buoni cittadini, elettori, genitori, coniugi e anche risparmiatori.
Leggi

Dopo il terribile incendio di new york
L'Halakhah e la sicurezza
Divampato nella notte di venerdì, in pieno Shabbat, il drammatico incendio che ha colpito una famiglia ortodossa di Brooklyn strappando alla vita sette giovani in età compresa dai 5 ai 16 anni è stato causato da uno strumento frequentamente utilizzato per chi osserva il dovere di non tragredire le proibizioni del sabato: la plata, la piastra sulla quale si riscalda il cibo cucinato precedentemente, un mezzo utile per mangiare un piatto bollente senza dover trasgredire la norma di accendere il fuoco.
I tragici fatti newyorkesi portano così all’attenzione il tema della salvaguardia della vita umana, uno dei fondamenti dell’ebraismo. Anche gli ebrei più attenti alle leggi religiose si pongono l’interrogativo rispetto al fatto che ognuno dei diversi e complessi dettami dell’Halakhah, l’insieme delle normative che si fondano sulle 613 mitzvot (i doveri di un ebreo) e leggi talmudiche, debba essere rivalutato di fronte alla necessità di tutelare la vita umana.
Ma come prevedere che un oggetto del genere possa trasformarsi in uno strumento tanto pericoloso?
Uno studio israeliano ha rivelato ad esempio che l’uso della plata e del bollitore che mantiene l’acqua calda durante lo Shabbat aumentano significativamente il rischio di pericolosi incidenti domestici.
Poche ore dopo l’incendio, gli uomini del dipartimento dei vigli del fuoco sono passati casa per casa per consegnare un manuale sulla sicurezza e il fuoco dedicato agli ebrei osservanti.
Leggi

sorgente di vita
 I volti di Primo Levi
Un Primo Levi quasi sconosciuto, oltre la testimonianza e la riflessione sulla deportazione e su Auschwitz, in una mostra a Torino: il mestiere di chimico e quello dello scrittore, il partigiano e l’amante della montagna.
Un ritratto fatto di parole e immagini, libri, fotografie, oggetti e interviste alla scoperta dei tanti mondi di uno dei maggiori protagonisti della cultura italiana del ‘900 apre la puntata di Sorgente di vita di domenica 22 marzo.
“Suite francese”, il film uscito in questi giorni nelle sale dà lo spunto al servizio dedicato a Irene Nemirowsky, scrittrice di origine ucraina, famosa a Parigi negli anni ’30, deportata e uccisa ad Auschwitz.
La vita, le opere, il caso letterario del suo romanzo incompiuto e pubblicato dalla figlia nel 2004 in un approfondimento della francesista Daria Galateria.


p.d.s.
Leggi

pilpul
Raffigurazioni mutevoli/2
Parallelamente a ciò che già abbiamo raccontato, altri eventi iniziarono ad occupare la scena degli anni Sessanta, esprimendo una significatività che eccedeva la stessa sfera politica, all’interno della quale comunque essi si generano, per riversarsi ben presto sul comune sentire, ossia sull’opinione pubblica.
È il caso della cosiddetta ‘rivoluzione culturale’ che, a partire dalle università, si estese ai costumi e agli atteggiamenti di tutte le società occidentali. Ne parla diffusamente Peter Novick, nel suo argomentato «The Holocaust in American Life», laddove mette sagacemente in rilievo il ribaltamento di paradigma culturale che si verificò in quel tornante di tempo all’interno del discorso pubblico e, in immediato riflesso, anche in quello storiografico.
Qualcosa di destinato a lasciare un segno tangibile, una sensibilità che arriva fino a noi. Nella determinazione delle identità collettive, nazionali e sociali, si transitò infatti dall’egemonia delle figure del vincitore e dell’eroe per approdare, attraverso successivi passaggi, alla centralità dell’archetipo della vittima. Si trattò di un passaggio epocale, un mutamento i cui effetti perdurano a tutt’oggi.


Claudio Vercelli
Leggi

Nugae - Ammenicoli
“Amare l’effimero più dell’eterno, essere superficiali con stile: non significa perdere il senso delle cose essenziali, significa renderle più belle, aderire all’immanenza”.
In un placido Shabbat passato come figlia adottiva di una famiglia che offre a profusione pasticcini e dolcezza in altre mille forme per fortuna meno caloriche, il mensile del Sole 24 Ore IL entra in pompa magna nella vita di una ventenne di questi anni 2010 che si dedica con ardore alla ricerca di quella superficialità con stile che Annalena Benini spiega tanto bene qua sopra.
L’articolo da cui questa citazione è stata estrapolata ad arte per giustificare fiumi di vaneggiamenti fa parte di una meravigliosa sezione del giornale intitolata “L’egemonia del superfluo” (da me letto inizialmente come “superflùo” attirata dai colori più che dal contenuto della scritta, dimostrando di conoscere davvero il significato profondo della superficialità). Sottotitolo: “Quanto ci piace perdere tempo con Twitter e le serie tv, con la lettura di IL e l’arte contemporanea. La leggerezza è lo spirito del tempo e non è detto che ci allontani dalle cose essenziali”. In altre parole: le paillettes non ti impediscono di perseguire la velleità di sembrare un’intellettuale chic, quindi vai ragazza.


Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
Leggi





moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.