2 Aprile 2015 - 13 Nissan 5775 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Elia Richetti e di
Sergio Della Pergola. Nella sezione pilpul una riflessione di Stefano
Jesurum e Daniel Funaro.
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Federica Mogherini
@FedericaMog 1 Apr
Working hard to try to finalise a deal. A good deal. #IranTalks
Paolo Gentiloni
@PaoloGentiloni 1 Apr
Con re Abdullah II di #Giordania. Un paese chiave per la pace e contro il terrorismo
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#PE24BreakingNews |
Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
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L'Isis vede Damasco
Prosegue
l'avanzata dell'Isis, che conquista il campo profughi di Yarmuk, ad
appena otto chilometri dal centro di Damasco (i cui palazzi del potere
sono adesso sotto tiro). Yarmuk è anche un luogo simbolo della
sofferenza della popolazione siriana: controllato da forze ribelli, dal
2012 è assediato dalle forze governative. “Ci sono vittime che pare
assorbano in sé tutto il dolore e il peso del cosmo. Come a Yarmuk,
assediato da anni dall'esercito di Bashar, bastione ribelle e
palestinese, doppia colpa per il regime, che ha cercato di annientarlo
con le bombe e ucciderlo con la fame” scrive sulla Stampa Domenico
Quirico.
Terrore a Istanbul.
Ed è terrore anche ad Istanbul, dove proseguono gli attacchi a partiti
e istituzioni: ieri un uomo armato è entrato nella sede dell'Akp (il
partito di Erdogan), mentre una coppia di terroristi ha cercato di fare
irruzione nella questura centrale. La donna è stata uccisa, l'uomo
arrestato. Due gli allarmi bomba, inoltre, su altrettanti voli Turkish
Airlines. In entrambi i casi non è stato rinvenuto alcun ordigno, ma la
tensione resta altissima. “Gli eventi hanno contribuito ad alimentare
l’isteria collettiva. In questo momento, la Turchia, più che non essere
sicura, appare come una nazione molto fragile”, si legge su Avvenire.
Nucleare, Washington attacca l'Iran.
“Teheran non ha offerto impegni tangibili” e in caso di mancato accordo
il regime “potrebbe subire un aggravamento di sanzioni”. Così il
portavoce della Casa Bianca mentre sono in corso a Losanna i negoziati
sul nucleare iraniano. L'ultima sospensione dei lavori questa notte, in
prossimità dell'alba. “Sul fondo – scrive il Corriere – emerge
soprattutto il profondo divario culturale, scavato da quasi quattro
decenni di ostilità e reciproca demonizzazione tra i due principali
protagonisti, Stati Uniti e Iran, che nessuna chimica personale, come
quella creatasi tra i due ministri degli Esteri, John Kerry e Mohammad
Javad Zarif, può colmare in così breve tempo”. Il
ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni intanto dichiara: “Siamo
a favore di un buon accordo a Losanna ma ciò non significa sostenere le
posizioni iraniane. Non accetteremo un'intesa a qualunque costo” (La
Stampa)”.
La famiglia Taché al Quirinale.
“Il nostro Paese ha pagato, più volte, in un passato non troppo
lontano, il prezzo dell'odio e dell'intolleranza. Voglio ricordare un
solo nome: Stefano Taché, rimasto ucciso nel vile attacco terroristico
alla sinagoga di Roma nell'ottobre del 1982. Aveva solo due anni. Era
un nostro bambino, un bambino italiano”. Queste le parole con cui il
presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva voluto ricordare il
piccolo Stefano nel corso della solenne cerimonia di insediamento in
febbraio. Ieri pomeriggio l'incontro in Quirinale con i familiari e una
delegazione della Comunità ebraica romana. Il fratello di Stefano,
Gadiel Gaj Taché, “si è commosso leggendo una lettera di ringraziamento
a Mattarella per l'ospitalità e per aver ricordato Stefano” (Corriere).
Ratzinger, il Venerdì Santo e Auschwitz.
Alla vigilia del Venerdì Santo della Pasqua cristiana il Corriere
anticipa un testo del papa emerito Joseph Ratzinger che sarà pubblicato
in novembre nel secondo volume della sua opera omnia. Ratzinger
riflette sul “Venerdì Santo del 20esimo secolo”, con il volto dell'uomo
che – schernito, ricoperto di sputi, percosso dall'uomo stesso – “ci
guarda dalle camere a gas di Auschwitz, dai villaggi devastati dalla
guerra, dai volti dei bambini stremati nel Vietnam, dalle baraccopoli
in India, in Africa e in America Latina, dai campi di concentramento
del mondo comunista che Alexandr Solzhenitsyn ci ha messo davanti agli
occhi con impressionante vivezza”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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