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Elia Richetti,
rabbino
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I
nostri Maestri rilevano che al momento di celebrare l’investitura dei
Kohanìm e dare avvio al culto sacrificale, il popolo portò più offerte
di quante ne abbia portate Aharòn, che pure era il più diretto
interessato. Il motivo che viene addotto dai Chachamìm è che – in
qualche modo – ciò rispondeva ad un desiderio del popolo di elevarsi
oltre il livello usuale, che pure era già elevato.
A questo punto, la Torah riferisce che Moshè dice al popolo le seguenti
parole: “Zè ha-davàr ashèr tziwwà Ha-Shèm ta‘assù, we-yerà’ alekhèm
kevòd Ha-Shèm”, “questo che ha comandato il Signore fatelo e Si
manifesterà a voi la Gloria del Signore”.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Il
giorno della Shoah – il Giorno della Memoria nella versione degli
ebrei, perché il 27 gennaio dovrebbe essere, anche se non sempre è, il
Giorno della Memoria nella versione dei non ebrei – rappresenta ogni
anno di più un vero dilemma.
Oggi il più giovane dei sopravvissuti deve avere 70 anni e quindi sono
rimasti pochissimi quelli che allora avevano più di 20 anni. Il ricordo
diretto della Shoah è rimasto dunque nelle menti e nei cuori di coloro
che allora erano infanti o bambini o giovinetti. Non esistono quasi più
sopravvissuti che già allora erano portatori di una vita adulta. Il
ricordo della Shoah come esperienza diretta e vissuta sta
inevitabilmente entrando nella fase terminale, dopo la quale resterá
solamente la Shoah come esperienza appresa e virtuale. D’altra parte il
rincorrersi delle diverse ricorrenze annuali – il 27 gennaio, quella di
oggi, e per gli ebrei italiani anche il 16 ottobre – rischia di
produrre un effetto di sazietà e di insofferenza.
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Milano, Besso e Hasbani chiamati alla presidenza
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Il
Consiglio della Comunità ebraica milanese ha eletto all’unanimità alla
presidenza i consiglieri Raffaele Besso e Milo Hasbani. La funzione di
presidente sarà quindi condivisa dai due capilista, rispettivamente di
WellCommunity e Ken/Lechaim. Vicepresidente e coordinatrice del
Consiglio sarà Antonella Musatti (a cui è anche affidato l’assessorato
alla Rsa e al Welfare). A loro tre in Giunta si affiancheranno Joyce
Bigio (nominata assessore al Bilancio e alla pianificazione e controllo
economico), Ilan Boni (Giovani), Davide Hazan (Scuola), Sara Modena
(Culto), Davide Romano (Cultura), Claudia Terracina (Personale e
organizzazione). Per sei assessorati sono stati individuati altrettanti
vice-assessori: Vanessa Alazrachi (Rsa e Welfare), Besso (Bilancio),
Albero Levi (Culto), Davide Nassimiha (Scuole), Margherita Sacerdoti
(Giovani), Gadi Schoenheit (Cultura con delega dei presidenti per il
Festival Jewish and the City).
Comunità perseguitate, l'appello del presidente UCEI. L’Osservatore
Romano, quotidiano della Santa Sede, sottolinea l’appello a difesa
delle comunità cristiane e musulmane perseguitate nel mondo lanciato
dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna a Palazzo Montecitorio. “Il mondo civile non può più rimanere
fermo, paralizzato dalle proprie divisioni, ma creare una grande
alleanza che protegga le vittime e sconfigga i barbari portatori e
predicatori di morte”, ha affermato il presidente UCEI.
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25 aprile, celebrazioni a montecitorio
Libertà, patrimonio da difendere
“Oggi,
voi partigiani, siete qui non come ospiti ma come padroni di casa. Oggi
il nostro pensiero commosso va a coloro, per lo più giovani e
giovanissimi, che sono stati uccisi, torturati, reclusi tra mille
sofferenze e umiliazioni”. Queste le parole con cui il presidente della
Camera Laura Boldrini ha dato oggi avvio alle celebrazioni per il
70esimo anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo
nell’aula di Palazzo Montecitorio.
Svoltasi alla presenza del presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, delle più alte cariche dello Stato e con ospite anche il
presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna,
la cerimonia ha visto avvicendarsi storici, politici, rappresentanti
delle forze partigiane che diedero il proprio contributo per il
ripristino della democrazia.
Ad intervenire anche il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha
invitato a raccogliere il testimone di memorie e di valori che
contraddistinsero quell’impresa: “Se vogliamo poter guardare negli
occhi i reduci senza dover abbassare lo sguardo – le sue parole –
dobbiamo amare e difendere le istituzioni. Unirci, farci forza a
vicenda, recuperare quel sentimento di solidarietà e speranza che ha
animato i partigiani”.
Si apprende intanto in queste ore che l’Anpi Roma ha deciso di
annullare il tradizionale corteo del 25 aprile dopo le polemiche
apertesi per la mancata partecipazione dell’Aned e della Brigata
Ebraica, le cui insegne sono da anni oggetto di vergognose
contestazioni. Un tema sollevato anche da 34 senatori del Partito
democratico, che in un messaggio inviato al presidente dell’Unione
Renzo Gattegna e al presidente dell’Anpi nazionale Carlo Smuraglia
scrivono: “Facciamo appello all’Anpi e all’UCEI, ma anche a tutti i
democratici e antifascisti, affinché i rappresentanti della Brigata
ebraica e degli ex deportati siano in prima fila nelle celebrazioni del
25 Aprile. Questa è la risposta che tutti insieme dobbiamo dare a
coloro che nel corso degli anni, e oggi con aggressività che sorprende
e va combattuta, hanno contestato, ostacolato e offeso la presenza
della Brigata ebraica e degli ex deportati nei cortei e nelle cerimonie
della Liberazione. Chi si comporta in questo modo non ha nulla da
spartire con il 25 Aprile, l’antifascismo, la democrazia. Nessuna
motivazione può essere adotta, tanto meno accettata, a sostegno di
slogan e condotte intolleranti e che puntano a trasformare l’unità e i
valori dell’antifascismo in pratiche antidemocratiche. Ogni democratico
e antifascista è chiamato a un impegno conseguente”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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CARTOONS ON THE BAY, ISRAELE PROTAGONISTA
Il segno della Memoria animata
Silenzio
ed emozione all’apertura della diciottesima edizione di Cartoons on the
Bay, il festival internazionale dell’animazione televisiva e del
crossmediale che a Venezia, nella storica sede Rai di Palazzo Labia,
raccoglie per alcuni giorni il meglio della produzione. Le prime
immagini proiettate, infatti, sono state quelle di “Nyosha”, il
pluripremiato cortometraggio di Liran Kapel e Yael Dekel, che in
occasione di Yom haShoah ha colpito i presenti con la storia vera di
una bambina che riesce a sopravvivere ai rastrellamenti e alla
deportazione. Neppure dodici minuti in cui le autrici, grazie all’uso
sapiente di diverse tecniche dell’animazione sono riuscite a rendere il
senso profondo dei sogni e della storia vera di Nomi Kapel, Nyosha, che
è riuscita a sfuggire in maniera del tutto fortuita a un rastrellamento
a Wengrow, in Polonia, unica della sua famiglia per poi emigrare in
Israele nel 1947. E Israele è il paese protagonista di questa edizione
del festival, così come israeliano è Hanan Kaminski, il vincitore del
Pulcinella Award alla carriera. Oltre alla nutrita delegazione
israeliana, alla mattinata hanno assistito il rabbino capo della
Comunità ebraica di Venezia, rav Shalom Bahbout, insieme all’addetto
culturale dell’ambasciata israeliana in Italia Eldad Golan.
a.t twitter @atrevesmoked
(Nell'immagine Liran Kapel, autrice del cortometraggio Nyosha, applaudita al Festival dell'animazione di Venezia)
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QUI MILANo - inedita soluzione in consiglio Per assicurare la governabilità
nasce la presidenza bicefala
L'inedita
soluzione di una presidenza bicefala per governare la Comunità ebraica
di Milano. Raffaele Besso e Milo Hasbani sono i nuovi presidenti della
Keillah lombarda. Questa la decisione votata all'unanimità ieri sera
dal Consiglio comunitario milanese. A un mese dalle elezioni, che
avevano sancito un equilibrio tra le due anime della Comunità incarnate
dalle liste WellCommunity e Lechaim (ciascuna con otto Consiglieri
eletti), il nuovo Consiglio ha deciso di intraprendere la via della
coabitazione e dare un segnale di collaborazione a partire dal suo
vertice, la Presidenza. “Era l'unica via possibile per superare le
divisioni”, afferma Hasbani. Convincimento condiviso da Besso,
assessore al Bilancio del Consiglio precedente, dettosi “fiducioso per
il futuro” e ottimista per quella che definisce una “buona soluzione
che risponde ai desiderata dell'elettorato comunitario che vuole una
collaborazione tra le due liste con la figura di Antonella Musatti come
garante”. Sarà proprio Musatti, seconda in ordine di preferenze alle
elezioni dello scorso 22 marzo, a ricoprire la vicepresidenza e a
svolgere il ruolo di anello di congiunzione fra i sedici colleghi di
Consiglio, ricoprendo anche il ruolo di coordinatrice del direttivo
milanese nonché di assessore alla Casa di riposo di cui per dodici anni
è stata direttrice. E sempre all'insegna della condivisione di
responsabilità, anche gli assessorati sono stati divisi equamente tra
WellCommunity e Lechaim: Joyce Bigio è il nuovo assessore al Bilancio e
alla pianificazione e controllo economico, a Ilan Boni è stato affidato
l'assessorato ai Giovani, Davide Hazan alla Scuola, Sara Modena per il
Culto, Davide Romano alla Cultura mentre Claudia Terracina è
l'assessore al Personale e organizzazione. Leggi
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LO SCRITTORE SI RACCONTA A PAGINE EBRAICHE
Tra Oriente e Occidente,
con gli occhi di Yehoshua
“Nella
mia famiglia, io sono la quinta generazione in Israele. La mia
biografia è quindi molto diversa da quella tipica dei misrachim, gli
ebrei arrivati dai paesi arabi dopo la nascita dello stato. E tuttavia
la voce, la cultura, le sfumature sefardite nella miscela che è la
società israeliana, sono qualcosa che mi sta molto a cuore”. Vive a Tel
Aviv solo da un paio d’anni lo scrittore Abraham B. Yehoshua, dopo 43
anni vissuti a Haifa. Per l’incontro sceglie un centro commerciale,
affollato, colorato e pieno di confusione nei giorni di mezza festa di
Pesach. Non è esattamente la sua location ideale (“È comodo perché
abito qui vicino, e in zona non ci sono bei caffè” ammette), ma il
canyòn, come è chiamato in ebraico, rappresenta comunque uno squarcio
interessante di quella realtà cui lo scrittore nato nel 1936 a
Gerusalemme ha dedicato la vita e il fluire incessante di parole per
raccontare Israele come pochi altri. Raccontandosi a Pagine Ebraiche
Yehoshua parla di tante cose, dei suoi libri, delle aspirazioni
coltivate prima di scoprire la passione per la scrittura e dei libri di
altri che hanno contribuito a creare il suo modo di narrare. Prima di
tutto però in agenda è il suo imminente viaggio a Roma.
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qui roma - l'adesione di beautiful israel
Due giornate per l'ambiente
Due
giorni di eventi, nel polmone verde di Roma, per celebrare l’Earth Day
2015, la Giornata Mondiale della Terra, in programma mercoledì 22
aprile. L’appuntamento è per questo fine settimana a Villa Borghese con
incontri, convegni e concerti declinati nel segno della sfida
ambientale. Una sfida che è al cuore delle attività di The Council for
Beautiful Israel Italia, associazione ecologista nata due anni fa con
l’obiettivo di diffondere la missione della casa madre israeliana,
fondata nel 1968 come emanazione del ministero dell’Ambiente, e di
rafforzare il rapporto tra i due paesi. Per assolvere questo impegno,
Beautiful Israel Italia sarà così protagonista anche alle giornate di
Villa Borghese, cui ha concesso il proprio patrocinio.
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Setirot
- Il ritorno della Brigata |
Un
sogno coltivato da molto tempo si sta davvero avverando, e tre giorni
fa – quando ho visto le prime bandiere della Brigata Ebraica che
abbiamo commissionato per la manifestazione del 25 aprile – confesso
che mi sono commosso. Chi come me, prendendo schiaffoni virtuali da
ogni parte, ha lavorato per anni e anni al riavvicinamento della
Sinistra alle ragioni di Israele (indipendentemente da quali forze
politiche israeliane ci fossero e ci siano più confacenti) non può che
gioire sapendo che la ‘nostra’ Festa della Liberazione sarà felicemente
celebrata in compagnia dell’ANPI, dell’ANED, di tutta la Milano
democratica e antifascista, che sfileremo insieme al PD, che saremo
numerosi e forti. Quella di quest’anno è una vera e propria svolta,
fortemente voluta dal PD milanese, dalla Brigata Ebraica e dalla
Sinistra per Israele. La speranza è che arrivino sotto le nostre
bandiere ebrei e non ebrei da ogni parte d’Italia. Una ventata di
speranza può farci solamente bene. Certo, ci saranno le contestazioni,
gli insulti, le ignoranti false becere idiozie di chi ha la mente
obnubilata dall’odio. Non ci fanno paura. Con linguaggio forse un po’
antico dico che ci fanno un baffo. Non risponderemo, non li degneremo
della nostra reazione irrazionale anche se motivata. Per noi, con noi,
risponderanno i cittadini, i democratici, gli antifascisti veri.
Stefano Jesurum, giornalista
Time out – Scegliere |
Mi
sono state poste diverse obiezioni in merito all’articolo sulla
partecipazione alla manifestazione del 25 aprile. Qualcuno rivendica
che il comportamento ufficiale delle comunità ebraiche sulla
partecipazione ad un evento di Shabbath possa essere diverso da quello
dei singoli.
Lo penso anche io, non credo che si possa, né si debba obbligare
qualcuno a rispettare nessun tipo di precetto. La domanda che pongo
però è diversa: perché come ebrei dovremmo ritenere più giusto essere
ad una sfilata di Shabbath piuttosto che in una sinagoga recitando un
Itzcor per i morti?
Daniel Funaro
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Voci ebraiche per gli armeni |
Sono
trascorsi esattamente 100 anni dal Metz Yeghérn, il Grande Male,
termine con cui gli armeni nominano il loro genocidio iniziato il 24
aprile del 1915. Esce ora in Italia per ricordarlo un libro inedito
“Pro Armenia. Voci ebraiche sul genocidio armeno” (ed Giuntina): è in
corso la Prima guerra mondiale e quattro autorevoli ebrei parlano del
massacro della popolazione armena. Quattro voci diverse legate tra loro
dalla solidarietà, dalla vicinanza e da qualcosa di ben più forte, da
un coinvolgimento emotivo che li investe come se vedessero nel massacro
armeno un segno premonitore di quanto potrebbe accadere a loro in futuro.
Tiziana Della Rocca
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