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16 Aprile 2015 - 27 Nissan 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
I nostri Maestri rilevano che al momento di celebrare l’investitura dei Kohanìm e dare avvio al culto sacrificale, il popolo portò più offerte di quante ne abbia portate Aharòn, che pure era il più diretto interessato. Il motivo che viene addotto dai Chachamìm è che – in qualche modo – ciò rispondeva ad un desiderio del popolo di elevarsi oltre il livello usuale, che pure era già elevato.
A questo punto, la Torah riferisce che Moshè dice al popolo le seguenti parole: “Zè ha-davàr ashèr tziwwà Ha-Shèm ta‘assù, we-yerà’ alekhèm kevòd Ha-Shèm”, “questo che ha comandato il Signore fatelo e Si manifesterà a voi la Gloria del Signore”.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Il giorno della Shoah – il Giorno della Memoria nella versione degli ebrei, perché il 27 gennaio dovrebbe essere, anche se non sempre è, il Giorno della Memoria nella versione dei non ebrei – rappresenta ogni anno di più un vero dilemma.
Oggi il più giovane dei sopravvissuti deve avere 70 anni e quindi sono rimasti pochissimi quelli che allora avevano più di 20 anni. Il ricordo diretto della Shoah è rimasto dunque nelle menti e nei cuori di coloro che allora erano infanti o bambini o giovinetti. Non esistono quasi più sopravvissuti che già allora erano portatori di una vita adulta. Il ricordo della Shoah come esperienza diretta e vissuta sta inevitabilmente entrando nella fase terminale, dopo la quale resterá solamente la Shoah come esperienza appresa e virtuale. D’altra parte il rincorrersi delle diverse ricorrenze annuali – il 27 gennaio, quella di oggi, e per gli ebrei italiani anche il 16 ottobre – rischia di produrre un effetto di sazietà e di insofferenza.
 
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Milano, Besso e Hasbani chiamati alla presidenza
Il Consiglio della Comunità ebraica milanese ha eletto all’unanimità alla presidenza i consiglieri Raffaele Besso e Milo Hasbani. La funzione di presidente sarà quindi condivisa dai due capilista, rispettivamente di WellCommunity e Ken/Lechaim. Vicepresidente e coordinatrice del Consiglio sarà Antonella Musatti (a cui è anche affidato l’assessorato alla Rsa e al Welfare). A loro tre in Giunta si affiancheranno Joyce Bigio (nominata assessore al Bilancio e alla pianificazione e controllo economico), Ilan Boni (Giovani), Davide Hazan (Scuola), Sara Modena (Culto), Davide Romano (Cultura), Claudia Terracina (Personale e organizzazione). Per sei assessorati sono stati individuati altrettanti vice-assessori: Vanessa Alazrachi (Rsa e Welfare), Besso (Bilancio), Albero Levi (Culto), Davide Nassimiha (Scuole), Margherita Sacerdoti (Giovani), Gadi Schoenheit (Cultura con delega dei presidenti per il Festival Jewish and the City).

Comunità perseguitate, l'appello del presidente UCEI. L’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, sottolinea l’appello a difesa delle comunità cristiane e musulmane perseguitate nel mondo lanciato dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna a Palazzo Montecitorio. “Il mondo civile non può più rimanere fermo, paralizzato dalle proprie divisioni, ma creare una grande alleanza che protegga le vittime e sconfigga i barbari portatori e predicatori di morte”, ha affermato il presidente UCEI.
 
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  davar
25 aprile, celebrazioni a montecitorio
Libertà, patrimonio da difendere
“Oggi, voi partigiani, siete qui non come ospiti ma come padroni di casa. Oggi il nostro pensiero commosso va a coloro, per lo più giovani e giovanissimi, che sono stati uccisi, torturati, reclusi tra mille sofferenze e umiliazioni”. Queste le parole con cui il presidente della Camera Laura Boldrini ha dato oggi avvio alle celebrazioni per il 70esimo anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo nell’aula di Palazzo Montecitorio.
Svoltasi alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, delle più alte cariche dello Stato e con ospite anche il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, la cerimonia ha visto avvicendarsi storici, politici, rappresentanti delle forze partigiane che diedero il proprio contributo per il ripristino della democrazia.
Ad intervenire anche il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha invitato a raccogliere il testimone di memorie e di valori che contraddistinsero quell’impresa: “Se vogliamo poter guardare negli occhi i reduci senza dover abbassare lo sguardo – le sue parole – dobbiamo amare e difendere le istituzioni. Unirci, farci forza a vicenda, recuperare quel sentimento di solidarietà e speranza che ha animato i partigiani”.
Si apprende intanto in queste ore che l’Anpi Roma ha deciso di annullare il tradizionale corteo del 25 aprile dopo le polemiche apertesi per la mancata partecipazione dell’Aned e della Brigata Ebraica, le cui insegne sono da anni oggetto di vergognose contestazioni. Un tema sollevato anche da 34 senatori del Partito democratico, che in un messaggio inviato al presidente dell’Unione Renzo Gattegna e al presidente dell’Anpi nazionale Carlo Smuraglia scrivono: “Facciamo appello all’Anpi e all’UCEI, ma anche a tutti i democratici e antifascisti, affinché i rappresentanti della Brigata ebraica e degli ex deportati siano in prima fila nelle celebrazioni del 25 Aprile. Questa è la risposta che tutti insieme dobbiamo dare a coloro che nel corso degli anni, e oggi con aggressività che sorprende e va combattuta, hanno contestato, ostacolato e offeso la presenza della Brigata ebraica e degli ex deportati nei cortei e nelle cerimonie della Liberazione. Chi si comporta in questo modo non ha nulla da spartire con il 25 Aprile, l’antifascismo, la democrazia. Nessuna motivazione può essere adotta, tanto meno accettata, a sostegno di slogan e condotte intolleranti e che puntano a trasformare l’unità e i valori dell’antifascismo in pratiche antidemocratiche. Ogni democratico e antifascista è chiamato a un impegno conseguente”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

CARTOONS ON THE BAY, ISRAELE PROTAGONISTA
Il segno della Memoria animata
Silenzio ed emozione all’apertura della diciottesima edizione di Cartoons on the Bay, il festival internazionale dell’animazione televisiva e del crossmediale che a Venezia, nella storica sede Rai di Palazzo Labia, raccoglie per alcuni giorni il meglio della produzione. Le prime immagini proiettate, infatti, sono state quelle di “Nyosha”, il pluripremiato cortometraggio di Liran Kapel e Yael Dekel, che in occasione di Yom haShoah ha colpito i presenti con la storia vera di una bambina che riesce a sopravvivere ai rastrellamenti e alla deportazione. Neppure dodici minuti in cui le autrici, grazie all’uso
sapiente di diverse tecniche dell’animazione sono riuscite a rendere il senso profondo dei sogni e della storia vera di Nomi Kapel, Nyosha, che è riuscita a sfuggire in maniera del tutto fortuita a un rastrellamento a Wengrow, in Polonia, unica della sua famiglia per poi emigrare in Israele nel 1947. E Israele è il paese protagonista di questa edizione del festival, così come israeliano è Hanan Kaminski, il vincitore del Pulcinella Award alla carriera. Oltre alla nutrita delegazione israeliana, alla mattinata hanno assistito il rabbino capo della Comunità ebraica di Venezia, rav Shalom Bahbout, insieme all’addetto culturale dell’ambasciata israeliana in Italia Eldad Golan.

a.t twitter @atrevesmoked

(Nell'immagine Liran Kapel, autrice del cortometraggio Nyosha, applaudita al Festival dell'animazione di Venezia)


 
QUI MILANo - inedita soluzione in consiglio
Per assicurare la governabilità
nasce la presidenza bicefala

L'inedita soluzione di una presidenza bicefala per governare la Comunità ebraica di Milano. Raffaele Besso e Milo Hasbani sono i nuovi presidenti della Keillah lombarda. Questa la decisione votata all'unanimità ieri sera dal Consiglio comunitario milanese. A un mese dalle elezioni, che avevano sancito un equilibrio tra le due anime della Comunità incarnate dalle liste WellCommunity e Lechaim (ciascuna con otto Consiglieri eletti), il nuovo Consiglio ha deciso di intraprendere la via della coabitazione e dare un segnale di collaborazione a partire dal suo vertice, la Presidenza. “Era l'unica via possibile per superare le divisioni”, afferma Hasbani. Convincimento condiviso da Besso, assessore al Bilancio del Consiglio precedente, dettosi “fiducioso per il futuro” e ottimista per quella che definisce una “buona soluzione che risponde ai desiderata dell'elettorato comunitario che vuole una collaborazione tra le due liste con la figura di Antonella Musatti come garante”. Sarà proprio Musatti, seconda in ordine di preferenze alle elezioni dello scorso 22 marzo, a ricoprire la vicepresidenza e a svolgere il ruolo di anello di congiunzione fra i sedici colleghi di Consiglio, ricoprendo anche il ruolo di coordinatrice del direttivo milanese nonché di assessore alla Casa di riposo di cui per dodici anni è stata direttrice. E sempre all'insegna della condivisione di responsabilità, anche gli assessorati sono stati divisi equamente tra WellCommunity e Lechaim: Joyce Bigio è il nuovo assessore al Bilancio e alla pianificazione e controllo economico, a Ilan Boni è stato affidato l'assessorato ai Giovani, Davide Hazan alla Scuola, Sara Modena per il Culto, Davide Romano alla Cultura mentre Claudia Terracina è l'assessore al Personale e organizzazione.
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LO SCRITTORE SI RACCONTA A PAGINE EBRAICHE
Tra Oriente e Occidente,

con gli occhi di Yehoshua
“Nella mia famiglia, io sono la quinta generazione in Israele. La mia biografia è quindi molto diversa da quella tipica dei misrachim, gli ebrei arrivati dai paesi arabi dopo la nascita dello stato. E tuttavia la voce, la cultura, le sfumature sefardite nella miscela che è la società israeliana, sono qualcosa che mi sta molto a cuore”. Vive a Tel Aviv solo da un paio d’anni lo scrittore Abraham B. Yehoshua, dopo 43 anni vissuti a Haifa. Per l’incontro sceglie un centro commerciale, affollato, colorato e pieno di confusione nei giorni di mezza festa di Pesach. Non è esattamente la sua location ideale (“È comodo perché abito qui vicino, e in zona non ci sono bei caffè” ammette), ma il canyòn, come è chiamato in ebraico, rappresenta comunque uno squarcio interessante di quella realtà cui lo scrittore nato nel 1936 a Gerusalemme ha dedicato la vita e il fluire incessante di parole per raccontare Israele come pochi altri. Raccontandosi a Pagine Ebraiche Yehoshua parla di tante cose, dei suoi libri, delle aspirazioni coltivate prima di scoprire la passione per la scrittura e dei libri di altri che hanno contribuito a creare il suo modo di narrare. Prima di tutto però in agenda è il suo imminente viaggio a Roma.
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qui roma
La sirena di Yom HaShoah
Due minuti ininterrotti di stasi. Tutto fermo, nessun movimento, cordoglio e commozione mentre la sirena di Yom HaShoah risuonava nell’area del Portico d’Ottavia nel giorno in cui nel calendario ebraico (il 27 del mese di Nissan) si ricordano le vittime della persecuzione nazifascista. Appuntamento davanti all’ingresso della scuola ebraica, dove sono stati in molti a ritrovarsi.
La data del 27 del mese di Nissan è stata istituita nel 1953 dal primo ministro David Ben Gurion e dal presidente Yitzhak Ben-Zvi, e da allora ogni anno al mattino in Israele il paese intero si immobilizza al suono della sirena – gli studenti nelle scuole e i lavoratori negli uffici, i passanti sui marciapiedi e le macchine nelle strade – per dedicare un momento di solenne riflessione.
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cinema 
A Cannes, dai Coen a Moretti
Sono stati svelati questa mattina i titoli dei film dell’attesissima selezione ufficiale del prossimo Festival di Cannes, che si terrà tra il 13 e il 24 maggio. Per l’occasione è stato anche proiettato World Cinema dei fratelli Joel ed Ethan Coen, in onore dei due registi che presiederanno la giuria del Festival. Ma molti altri sono gli incontri e gli intrecci tra cinema ed ebraismo che caratterizzeranno questa edizione 2015.
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J-CIAK 
L'Israel Prize al violinista
È uno di quei film che accedono un tifo da stadio. Lo ami alla follia e ti commuovi fino alle lacrime. O scappi a gambe levate, arricciando il naso davanti a tanto “shtetl kitsch” (la definizione è di Philip Roth). Malgrado ciò, o forse proprio per questo, “Il violinista sul tetto” ha sette vite come i gatti. Non solo il musical è destinato a tornare in scena quest’autunno a Broadway, avviandosi a diventare uno degli spettacoli più longevi della storia. Ma il film, tratto dal musical, torna alla ribalta grazie all’Israel Prize alla carriera che fra una settimana sarà conferito a Chaim Topol, oggi 89enne, leggendario protagonista de “Il violinista sul tetto” (1971) nel ruolo di Tevje il lattivendolo.
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QUI ROMA
La Memoria. E il ritorno alla vita
Ritornare alla vita dopo la Shoah, riacquistare lentamente la libertà, trasmettere il ricordo, educare alla Memoria: questa la sfida che si propone il convegno “Dalla deportazione al ritorno. Famiglia, vita, società dopo la Shoah” che si è aperto stamattina al Centro Ebraico il Pitigliani di Roma.
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qui roma - l'adesione di beautiful israel
Due giornate per l'ambiente
Due giorni di eventi, nel polmone verde di Roma, per celebrare l’Earth Day 2015, la Giornata Mondiale della Terra, in programma mercoledì 22 aprile. L’appuntamento è per questo fine settimana a Villa Borghese con incontri, convegni e concerti declinati nel segno della sfida ambientale. Una sfida che è al cuore delle attività di The Council for Beautiful Israel Italia, associazione ecologista nata due anni fa con l’obiettivo di diffondere la missione della casa madre israeliana, fondata nel 1968 come emanazione del ministero dell’Ambiente, e di rafforzare il rapporto tra i due paesi. Per assolvere questo impegno, Beautiful Israel Italia sarà così protagonista anche alle giornate di Villa Borghese, cui ha concesso il proprio patrocinio.


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  pilpul
Setirot - Il ritorno della Brigata
Un sogno coltivato da molto tempo si sta davvero avverando, e tre giorni fa – quando ho visto le prime bandiere della Brigata Ebraica che abbiamo commissionato per la manifestazione del 25 aprile – confesso che mi sono commosso. Chi come me, prendendo schiaffoni virtuali da ogni parte, ha lavorato per anni e anni al riavvicinamento della Sinistra alle ragioni di Israele (indipendentemente da quali forze politiche israeliane ci fossero e ci siano più confacenti) non può che gioire sapendo che la ‘nostra’ Festa della Liberazione sarà felicemente celebrata in compagnia dell’ANPI, dell’ANED, di tutta la Milano democratica e antifascista, che sfileremo insieme al PD, che saremo numerosi e forti. Quella di quest’anno è una vera e propria svolta, fortemente voluta dal PD milanese, dalla Brigata Ebraica e dalla Sinistra per Israele. La speranza è che arrivino sotto le nostre bandiere ebrei e non ebrei da ogni parte d’Italia. Una ventata di speranza può farci solamente bene. Certo, ci saranno le contestazioni, gli insulti, le ignoranti false becere idiozie di chi ha la mente obnubilata dall’odio. Non ci fanno paura. Con linguaggio forse un po’ antico dico che ci fanno un baffo. Non risponderemo, non li degneremo della nostra reazione irrazionale anche se motivata. Per noi, con noi, risponderanno i cittadini, i democratici, gli antifascisti veri.

Stefano Jesurum, giornalista

Time out – Scegliere
Mi sono state poste diverse obiezioni in merito all’articolo sulla partecipazione alla manifestazione del 25 aprile. Qualcuno rivendica che il comportamento ufficiale delle comunità ebraiche sulla partecipazione ad un evento di Shabbath possa essere diverso da quello dei singoli.
Lo penso anche io, non credo che si possa, né si debba obbligare qualcuno a rispettare nessun tipo di precetto. La domanda che pongo però è diversa: perché come ebrei dovremmo ritenere più giusto essere ad una sfilata di Shabbath piuttosto che in una sinagoga recitando un Itzcor per i morti?


Daniel Funaro
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Voci ebraiche per gli armeni
Sono trascorsi esattamente 100 anni dal Metz Yeghérn, il Grande Male, termine con cui gli armeni nominano il loro genocidio iniziato il 24 aprile del 1915. Esce ora in Italia per ricordarlo un libro inedito “Pro Armenia. Voci ebraiche sul genocidio armeno” (ed Giuntina): è in corso la Prima guerra mondiale e quattro autorevoli ebrei parlano del massacro della popolazione armena. Quattro voci diverse legate tra loro dalla solidarietà, dalla vicinanza e da qualcosa di ben più forte, da un coinvolgimento emotivo che li investe come se vedessero nel massacro armeno un segno premonitore di quanto potrebbe accadere a loro in futuro.

Tiziana Della Rocca
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