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21 aprile 2015- 2 Iyar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Con la sua caratteristica ironia toscana e la sua forza carismatica il rabbino Elio Toaff z.l ha saputo infondere fiducia e coraggio nelle tante persone che lo hanno conosciuto usando sempre la forza del sorriso. Anche aver lasciato questo mondo, proprio mentre fremevano i preparativi per festeggiare il suo centenario, sembra quasi una ulteriore ‘bischerata livornese’ con cui ci ha destabilizzato facendoci riflettere, ancora una volta, su come dovremmo confrontarci con la precarietà della vita che quasi sempre non è un programma preconfezionato.
Il nostro Morenu se ne è andato di Rosh Chodesh Yiar, come il suo amato Padre rav Alfredo Shabatay deceduto anche lui in un giorno di neomenia (nel Capomese di Kislew).
In questa non casuale coincidenza non può sfuggirci neppure che il mese di Yiar è molto caratterizzato dalla guarigione (Yiar è l’anagramma delle parole “Io Sono l’Eterno che ti guarsice” Shemòt,15; 26), e rav Elio Toaff z.l. si sentiva beneficiato dal fatto che Ha Shem lo avesse risanato, tanto da aver voluto aggiungere il nome Refaèl (il Signore che guarisce) al suo primo nome Eliahu.
I funerali di ieri sera sono stati molto evocativi, non solo perché intrisi di quella tradizione kabalistica che rav Toaff z.l ci ha voluto continuare a trasmettere attraverso le sue ultime volontà indicandoci alcuni rituali insoliti e densi di significato, ma anche perché la sua salma è stata calata nella fossa solo quando il buio della notte era ormai fitto e, nella suggestiva e misteriosa atmosfera del cimitero di Livorno, rifletteva solo la luce dello spicchio di una luna bianca. È  attraverso quella luna che, nella sua prima notte dopo il Capomese mostrava il ricominciamento della sua progressiva crescita, ho sentito forte il richiamo di rav Elio Toaff z.l a continuare a crescere e a far crescere, come diceva spesso “senza mai abbassare la guardia…”.
Un saluto, quello con il nostro Maestro z.l, avvenuto nell’arco di un tempo in cui la luna è morta e rinata come a dirci che mai la morte è da considerarsi definitiva.
 
Dario
Calimani,
anglista
Ogni anno, da un po’ di anni oramai, il 25 aprile è segnato dalle polemiche. Qualcuno non voleva riconoscerlo come festa della liberazione perché pensava che il fascismo fosse stato già, di per sé, la nostra liberazione.
 
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L'ultimo saluto al rav
Sono numerosi i quotidiani che celebrano oggi la figura del rabbino capo emerito ed ex rabbino capo di Roma Elio Toaff (1915-2015), scomparso domenica pomeriggio pochi giorni prima del suo centesimo compleanno.
 
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  davar
rav elio toaff (1915-2015)
Livorno, l'ultimo abbraccio
“Un aneddoto tra gli altri mi ha sempre commosso. E cioè il fatto che, mi è stato raccontato, si facesse accompagnare a prendere il caffè sul litorale di Ostia. Per vedere il mare, quel mare che in qualche modo gli ricordava Livorno”.

La testimonianza di Vittorio Mosseri, presidente della Comunità ebraica livornese, dà il segno dell'amore del rav Elio Toaff per la sua città d'origine. Quella città che si riversa in massa, in piazza Benamozegh, per l'ultimo saluto al Maestro prima della sepoltura. Quella città che ne accoglie adesso le spoglie, su sua espressa richiesta, per riposare al fianco della moglie Lia.
Istituzioni e comuni cittadini, i tanti rabbini che sono stati suoi allievi. E anche chi, come il presidente dell'Ari Giuseppe Momigliano, accorre per rendere omaggio “a un grande ebreo italiano”. Da Torino a Milano, da Trieste a Firenze, da Bologna a Padova, da Venezia a Napoli, i Maestri delle diverse Comunità sostano davanti al feretro. Tra loro il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, che ha raccolto il suo testimone nel 2001 e che poche ore dopo, al cimitero, gli riserverà parole di profonda ammirazione e amicizia.
Presenti anche Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica torinese, e una folta delegazione del Consiglio comunitario romano. “Aveva un eloquio semplice e schietto, senza peli sulla lingua, ma sempre rispettoso della dignità di tutti. È stato rabbino capo di Roma per 50 anni e ha sempre saputo essere un leader carismatico, capace di andare controcorrente e di trascinare su posizioni più avanzate tutti coloro che avevano imparato a fidarsi del suo istinto e del suo fiuto”, afferma il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
A tracciare l'inestimabile valore del suo magistero sono anche gli altri ospiti chiamati ad intervenire: dall'ambasciatore dello Stato d'Israele in Italia Naor Gilon al presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, dal sindaco Filippo Nogarin al vescovo Simone Giusti. "La presenza del governo testimonia la vicinanza alla Comunità ebraica e il riconoscimento simbolico del valore che Elio Toaff rappresenta per la storia del nostro paese sotto il profilo umano, sotto il profilo culturale e sotto il profilo del suo impegno politico” afferma il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini.
“Tutti i Toaff sono seppelliti a Livorno. Mio padre voleva tornare dai suoi avi” conclude la cerimonia figlio Ariel. E Yair Didi, rabbino capo, aggiunge: “Amava la gente. E la gente lo ha amato”.

Adam Smulevich

rav elio toaff (1915-2015)
"La sua fiducia, un onore"
Rav Elio Toaff ha lasciato segni indelebili nella mia vita, in quella degli ebrei romani e in tutto l'ebraismo italiano.Soprattutto nei giovani, ai quali ha sempre dedicato tempo e attenzioni.
Aveva una personalità di alto valore che incuteva rispetto e al tempo stesso ispirava simpatia.
Aveva un eloquio semplice e schietto, senza peli sulla lingua, ma sempre rispettoso della dignità di tutti. È stato rabbino capo di Roma per 50 anni e ha sempre saputo essere un leader carismatico, capace di andare controcorrente e di trascinare su posizioni più avanzate tutti coloro che avevano imparato a fidarsi del suo istinto e del suo fiuto.
Certamente, con lui, la Comunità di Roma e tutto l'ebraismo italiano si sono risollevate dopo la Shoah e hanno ritrovato il coraggio di confrontarsi con chiunque senza soggezione e senza timori.
Era infatti sostenitore di un ebraismo che fosse in grado di esprimere sempre e comunque i propri valori e che non si isolasse dal resto della società.

Un breve riferimento di carattere personale: con lui ho sostenuto il bar mitzvà, la maggiorità religiosa ebraica, ed è stato proprio il rav a celebrare il mio matrimonio.
Ne è nato un rapporto di stima e di fiducia tanto che, da allora, sono diventato una delle poche persone con le quali voleva ragionare quando doveva prendere decisioni complesse e delicate.
Da sempre ho percepito questa sua fiducia come un grande privilegio e un grande onore.

Grazie rav, per tutto quello che hai fatto. Sia benedetto il tuo ricordo.

Renzo Gattegna,

presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Rav elio toaff (1915-2015)
"Quei caffè guardando il mare"
Rav Elio Toaff, sia il suo ricordo di benedizione, un uomo che ha saputo caratterizzare la vita dell’intero ebraismo italiano.
Un uomo che ha reso e continua a rendere onore a Livorno, anche con questo suo ultimo atto di volontà che lo vuole sepolto al fianco della moglie, nella città in cui nacque e in cui germogliarono i primi semi di una carriera rabbinica destinata a lasciare il segno. La città dove aveva ottenuto, ultimo studente, la laurea rabbinica, presso la prestigiosa Scuola Rabbinica Livornese.
In queste ore di profonda commozione e cordoglio, in queste ore in cui vecchie e nuove testimonianze ci sfiorano, sentiamo tutta la città di Livorno vicina e partecipe al lutto. Il sindaco, le istituzioni, tanti comuni cittadini.
Pur non essendo stato rabbino a Livorno, rav Toaff ha sempre mantenuto saldo il proprio rapporto con le radici ed è stato per molti anni un punto di riferimento per tanti di noi.
Lo ricordo come uomo dalla spiccata sensibilità e umanità, oltre i prestigiosi incarichi che ha ricoperto in una vita che è stata lunga, intensa e proficua.
Un aneddoto tra gli altri mi ha sempre commosso. E cioè il fatto che – mi è stato raccontato – si facesse accompagnare a prendere il caffè sul litorale di Ostia. Per vedere il mare, quel mare che in qualche modo gli ricordava Livorno.
Grazie rav. Sei stato un esempio, una guida, la coscienza spirituale e morale dell’ebraismo italiano.
La tua lezione e il tuo sorriso non saranno dimenticati.

Vittorio Mosseri, presidente Comunità ebraica di Livorno

rav elio toaff (1915-2015)
Le sue parole a Pagine Ebraiche dai giornali, alla tv, alla rete

Il ruolo e la dimensione del rabbinato, le grandi sfide di un leader spirituale, i giorni bui e la rinascita, il rapporto con il padre, l’importanza di prendersi sul serio. Ma non troppo. 
Questi alcuni dei temi affrontati dal rav Elio Toaff nella sua ultima intervista, concessa al giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche in occasione del suo novantacinquesimo compleanno. 
L’intervista, firmata da Guido Vitale e pubblicata nel maggio del 2010, è stata rilanciata con
grande evidenza dai media nazionali e internazionali.
 Pubblicata integralmente dal Messaggero, è stata infatti raccontata da molti quotidiani: dalla Stampa alla Nazione, dal Fatto Quotidiano al Jerusalem Post, per arrivare al giornale della Santa Sede l’Osservatore Romano. 
Proprio quest’ultimo, con una scelta fortemente simbolica, ha reso omaggio alla memoria del rav Toaff pubblicando in prima pagina lo straordinario disegno realizzato in quella circostanza da Giorgio Albertini.
 Tra i tanti approfondimenti anche uno spazio di confronto che, nella giornata di ieri, ha visto ospite negli studi di Rainews il direttore Vitale.

(Nell'immagine in alto un ritratto del rav Toaff di Giorgio Albertini, in basso il direttore della redazione giornalistica dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale nella diretta Rai dedicata alla figura del grande rabbino italiano)

rav elio toaff (1915-2015)
Maestro e guida per tutti
La scomparsa di rav Elio Toaff, rabbino emerito di Roma, ha colpito l’Italia ebraica e non solo. Attestati di affetto e cordoglio sono arrivati da tutte le Comunità della penisola così come da realtà vicine al mondo ebraico. Da Milano a Napoli, da Venezia a Firenze, sono arrivati e continuano ad arrivare messaggi per ricordare una delle più grandi figure del Novecento italiano, punto di riferimento per l’ebraismo così come per l’intera società. “Con la scomparsa di rav Elio Toaff – ricorda il presidente della Comunità di Torino Dario Disegni – l’ebraismo italiano e l’intero Paese perdono una personalità straordinaria che nell’arco di quasi un secolo ha rappresentato un altissimo punto di riferimento civile e morale”.
“Per me è anche un grande dolore personale – continua Disegni – essendo stato legato a rav Toaff da un affetto filiale, derivante dalla stretta parentela con lui, figlio di Alice Jarach, sorella del mio nonno materno Cesare, caduto nella Prima Guerra Mondiale nel 1916. Il suo insegnamento, la sua saggezza, la sua profonda umanità, e anche la sua arguzia, tipicamente livornese, mi accompagneranno per tutta la vita”. Cordoglio anche da parte di realtà vicine al mondo ebraico, come ricordato anche ieri. Il moderatore della Tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini, ha inviato un messaggio al presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ricordando l’importanza della figura di rav Toaff. “Un riferimento spirituale, morale e civile per molti italiani che, nella sua saggezza morale e nella sua grande sapienza biblica, hanno trovato motivo di profonda ispirazione – scrive Bernardini – Tra di essi i valdesi e i metodisti italiani che in varie occasioni hanno avuto l’onore e la gioia di incontrare e confrontarsi con rav Toaff, testimone vivente di quel cammino parallelo tra le due minoranze religiose che in tante occasioni hanno avuto parte importante nelle vicende culturali, religiose e civili del nostro Paese”.

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qui roma
Le scritte della vergogna
Di stamattina la notizia di nuove oltraggiose scritte comparse nella capitale a firma del gruppo di estrema destra Militia, che ha offeso la memoria del rav Toaff e rivolto farneticanti minacce al presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici. Le scritte, comparse nei pressi del Colosseo e di via Gallia, sono state prontamente cancellate dopo la segnalazione di alcuni passanti.

israele
Comites, eletto il Consiglio
Eletto il nuovo Comitato degli Italiani all’Estero di Tel Aviv. Dodici i rappresentati che entrano a far parte del Comites, eletti all'interno della lista Maqs, l'unica presentatasi. Il maggior numero di preferenze è andato a Raphael Barki, poi in ordine Claudia Sonnino Amati, Angelica Calò Livne, Serena Temin Liuzzi, Alex Zarfati, Marina Finzi Norsi, Simone Botti, Paola Ester Conte Cantori, Giordana Anna Mosseri, Benedetta Berti Alberti, Ever Cohen, Saul Arik Bendaud. La riunione di insediamento del neoletto Com.It.Es. avrà luogo il 27 aprile.

qui venezia
Cultura a porte aperte
Primo incontro del progetto di introduzione all’ebraismo, in collaborazione con Coopculture, dedicato alle forze dell’ordine che da anni supportano la Comunità ebraica di Venezia sotto il profilo della sicurezza.

Michael Calimani .
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pilpul
In memoriam
“E volta nostra poppa nel mattino, / de’ remi facemmo ali al folle volo, / sempre acquistando dal lato mancino. / Tutte le stelle già de l’altro polo / vedea la notte, e ‘l nostro tanto basso, / che non surgëa fuor del marin suolo. / Cinque volte racceso e tante casso / lo lume era di sotto da la luna, / poi che ‘ntrati eravam ne l’alto passo, / quando n’apparve una montagna, bruna / per la distanza, e parvemi alta tanto / quanto veduta non avëa alcuna. / Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; / ché de la nova terra un turbo nacque / e percosse del legno il primo canto. / Tre volte il fé girar con tutte l’acque; / a la quarta levar la poppa in suso / e la prora ire in giù, com’ altrui piacque, / infin che ‘l mar fu sovra noi richiuso”. (Dante, Inferno XXVI).
In memoriam.


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas

Storie - L'eredità di rav Toaff
Sulla straordinaria figura di Elio Toaff, ex partigiano, rabbino, intellettuale, uomo del dialogo interreligioso, si è scritto, a giusta ragione, molto in queste ore. Voglio citare un episodio che ho riportato nel mio libro “Di pura razza italiana”, relativo al periodo successivo alle leggi razziste del 1938.

Mario Avagliano
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