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Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Con
la sua caratteristica ironia toscana e la sua forza carismatica il
rabbino Elio Toaff z.l ha saputo infondere fiducia e coraggio nelle
tante persone che lo hanno conosciuto usando sempre la forza del
sorriso. Anche aver lasciato questo mondo, proprio mentre fremevano i
preparativi per festeggiare il suo centenario, sembra quasi una
ulteriore ‘bischerata livornese’ con cui ci ha destabilizzato facendoci
riflettere, ancora una volta, su come dovremmo confrontarci con la
precarietà della vita che quasi sempre non è un programma
preconfezionato.
Il nostro Morenu se ne è andato di Rosh Chodesh Yiar, come il suo amato
Padre rav Alfredo Shabatay deceduto anche lui in un giorno di neomenia
(nel Capomese di Kislew).
In questa non casuale coincidenza non può sfuggirci neppure che il mese
di Yiar è molto caratterizzato dalla guarigione (Yiar è l’anagramma
delle parole “Io Sono l’Eterno che ti guarsice” Shemòt,15; 26), e rav
Elio Toaff z.l. si sentiva beneficiato dal fatto che Ha Shem lo avesse
risanato, tanto da aver voluto aggiungere il nome Refaèl (il Signore
che guarisce) al suo primo nome Eliahu.
I funerali di ieri sera sono stati molto evocativi, non solo perché
intrisi di quella tradizione kabalistica che rav Toaff z.l ci ha voluto
continuare a trasmettere attraverso le sue ultime volontà indicandoci
alcuni rituali insoliti e densi di significato, ma anche perché la sua
salma è stata calata nella fossa solo quando il buio della notte era
ormai fitto e, nella suggestiva e misteriosa atmosfera del cimitero di
Livorno, rifletteva solo la luce dello spicchio di una luna bianca.
È attraverso quella luna che, nella sua prima notte dopo il
Capomese mostrava il ricominciamento della sua progressiva crescita, ho
sentito forte il richiamo di rav Elio Toaff z.l a continuare a crescere
e a far crescere, come diceva spesso “senza mai abbassare la guardia…”.
Un saluto, quello con il nostro Maestro z.l, avvenuto nell’arco di un
tempo in cui la luna è morta e rinata come a dirci che mai la morte è
da considerarsi definitiva.
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Dario
Calimani,
anglista
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Ogni
anno, da un po’ di anni oramai, il 25 aprile è segnato dalle polemiche.
Qualcuno non voleva riconoscerlo come festa della liberazione perché
pensava che il fascismo fosse stato già, di per sé, la nostra
liberazione.
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L'ultimo saluto al rav |
Sono
numerosi i quotidiani che celebrano oggi la figura del rabbino capo
emerito ed ex rabbino capo di Roma Elio Toaff (1915-2015), scomparso
domenica pomeriggio pochi giorni prima del suo centesimo compleanno.
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rav elio toaff (1915-2015)
Livorno, l'ultimo abbraccio
“Un
aneddoto tra gli altri mi ha sempre commosso. E cioè il fatto che, mi è
stato raccontato, si facesse accompagnare a prendere il caffè sul
litorale di Ostia. Per vedere il mare, quel mare che in qualche modo
gli ricordava Livorno”.
La testimonianza di Vittorio Mosseri, presidente della Comunità ebraica
livornese, dà il segno dell'amore del rav Elio Toaff per la sua città
d'origine. Quella città che si riversa in massa, in piazza Benamozegh,
per l'ultimo saluto al Maestro prima della sepoltura. Quella città che
ne accoglie adesso le spoglie, su sua espressa richiesta, per riposare
al fianco della moglie Lia.
Istituzioni
e comuni cittadini, i tanti rabbini che sono stati suoi allievi. E
anche chi, come il presidente dell'Ari Giuseppe Momigliano, accorre per
rendere omaggio “a un grande ebreo italiano”. Da Torino a Milano, da
Trieste a Firenze, da Bologna a Padova, da Venezia a Napoli, i Maestri
delle diverse Comunità sostano davanti al feretro. Tra loro il rabbino
capo di Roma Riccardo Di Segni, che ha raccolto il suo testimone nel
2001 e che poche ore dopo, al cimitero, gli riserverà parole di
profonda ammirazione e amicizia.
Presenti
anche Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica torinese, e una
folta delegazione del Consiglio comunitario romano. “Aveva un eloquio
semplice e schietto, senza peli sulla lingua, ma sempre rispettoso
della dignità di tutti. È
stato rabbino capo di Roma per 50 anni e ha sempre saputo essere un
leader carismatico, capace di andare controcorrente e di trascinare su
posizioni più avanzate tutti coloro che avevano imparato a fidarsi del
suo istinto e del suo fiuto”, afferma il presidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
A
tracciare l'inestimabile valore del suo magistero sono anche gli altri
ospiti chiamati ad intervenire: dall'ambasciatore dello Stato d'Israele
in Italia Naor Gilon al presidente della Comunità ebraica romana
Riccardo Pacifici, dal sindaco Filippo Nogarin al vescovo Simone
Giusti. "La presenza del governo testimonia la vicinanza alla Comunità
ebraica e il riconoscimento simbolico del valore che Elio Toaff
rappresenta per la storia del nostro paese sotto il profilo umano,
sotto il profilo culturale e sotto il profilo del suo impegno politico”
afferma il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Stefania Giannini.
“Tutti
i Toaff sono seppelliti a Livorno. Mio padre voleva tornare dai suoi
avi” conclude la cerimonia figlio Ariel. E Yair Didi, rabbino capo,
aggiunge: “Amava la gente. E la gente lo ha amato”.
Adam Smulevich
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rav elio toaff (1915-2015) "La sua fiducia, un onore"
Rav
Elio Toaff ha lasciato segni indelebili nella mia vita, in quella degli
ebrei romani e in tutto l'ebraismo italiano.Soprattutto nei giovani, ai
quali ha sempre dedicato tempo e attenzioni.
Aveva una personalità di alto valore che incuteva rispetto e al tempo stesso ispirava simpatia.
Aveva un eloquio semplice e schietto, senza peli sulla lingua, ma
sempre rispettoso della dignità di tutti. È stato rabbino capo di Roma
per 50 anni e ha sempre saputo essere un leader carismatico, capace di
andare controcorrente e di trascinare su posizioni più avanzate tutti
coloro che avevano imparato a fidarsi del suo istinto e del suo fiuto.
Certamente, con lui, la Comunità di Roma e tutto l'ebraismo italiano si
sono risollevate dopo la Shoah e hanno ritrovato il coraggio di
confrontarsi con chiunque senza soggezione e senza timori.
Era infatti sostenitore di un ebraismo che fosse in grado di esprimere
sempre e comunque i propri valori e che non si isolasse dal resto della
società.
Un breve riferimento di carattere personale: con lui ho sostenuto il
bar mitzvà, la maggiorità religiosa ebraica, ed è stato proprio il rav
a celebrare il mio matrimonio.
Ne è nato un rapporto di stima e di fiducia tanto che, da allora, sono
diventato una delle poche persone con le quali voleva ragionare quando
doveva prendere decisioni complesse e delicate.
Da sempre ho percepito questa sua fiducia come un grande privilegio e un grande onore.
Grazie rav, per tutto quello che hai fatto. Sia benedetto il tuo ricordo.
Renzo Gattegna,
presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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Rav elio toaff (1915-2015)
"Quei caffè guardando il mare"
Rav Elio Toaff, sia il suo ricordo di benedizione, un uomo che ha saputo caratterizzare la vita dell’intero ebraismo italiano.
Un uomo che ha reso e continua a rendere onore a Livorno, anche con
questo suo ultimo atto di volontà che lo vuole sepolto al fianco della
moglie, nella città in cui nacque e in cui germogliarono i primi semi
di una carriera rabbinica destinata a lasciare il segno. La città dove
aveva ottenuto, ultimo studente, la laurea rabbinica, presso la
prestigiosa Scuola Rabbinica Livornese.
In queste ore di profonda commozione e cordoglio, in queste ore in cui
vecchie e nuove testimonianze ci sfiorano, sentiamo tutta la città di
Livorno vicina e partecipe al lutto. Il sindaco, le istituzioni, tanti
comuni cittadini.
Pur non essendo stato rabbino a Livorno, rav Toaff ha sempre mantenuto
saldo il proprio rapporto con le radici ed è stato per molti anni un
punto di riferimento per tanti di noi.
Lo ricordo come uomo dalla spiccata sensibilità e umanità, oltre i
prestigiosi incarichi che ha ricoperto in una vita che è stata lunga,
intensa e proficua.
Un aneddoto tra gli altri mi ha sempre commosso. E cioè il fatto che –
mi è stato raccontato – si facesse accompagnare a prendere il caffè sul
litorale di Ostia. Per vedere il mare, quel mare che in qualche modo
gli ricordava Livorno.
Grazie rav. Sei stato un esempio, una guida, la coscienza spirituale e morale dell’ebraismo italiano.
La tua lezione e il tuo sorriso non saranno dimenticati.
Vittorio Mosseri, presidente Comunità ebraica di Livorno
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rav elio toaff (1915-2015) Le sue parole a Pagine Ebraiche dai giornali, alla tv, alla rete
Il
ruolo e la dimensione del rabbinato, le grandi sfide di un leader
spirituale, i giorni bui e la rinascita, il rapporto con il padre,
l’importanza di prendersi sul serio. Ma non troppo.
Questi alcuni dei
temi affrontati dal rav Elio Toaff nella sua ultima intervista,
concessa al giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche in
occasione del suo novantacinquesimo compleanno.
L’intervista, firmata da Guido Vitale e pubblicata nel maggio del 2010, è stata
rilanciata con grande
evidenza dai media nazionali e internazionali.
Pubblicata
integralmente dal Messaggero, è stata infatti raccontata da molti
quotidiani: dalla Stampa alla Nazione, dal Fatto Quotidiano al
Jerusalem Post, per arrivare al giornale della Santa Sede l’Osservatore
Romano.
Proprio quest’ultimo, con una scelta fortemente simbolica, ha
reso omaggio alla memoria del rav Toaff pubblicando in prima pagina lo
straordinario disegno realizzato in quella circostanza da Giorgio
Albertini.
Tra i tanti approfondimenti anche uno spazio di confronto
che, nella giornata di ieri, ha visto ospite negli studi di Rainews il
direttore Vitale.
(Nell'immagine
in alto un ritratto del rav Toaff di Giorgio Albertini, in basso il
direttore della redazione giornalistica dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Guido Vitale nella diretta Rai dedicata alla figura
del grande rabbino italiano)
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rav elio toaff (1915-2015)
Maestro e guida per tutti
La
scomparsa di rav Elio Toaff, rabbino emerito di Roma, ha colpito
l’Italia ebraica e non solo. Attestati di affetto e cordoglio sono
arrivati da tutte le Comunità della penisola così come da realtà vicine
al mondo ebraico. Da Milano a Napoli, da Venezia a Firenze, sono
arrivati e continuano ad arrivare messaggi per ricordare una delle più
grandi figure del Novecento italiano, punto di riferimento per
l’ebraismo così come per l’intera società. “Con la scomparsa di rav
Elio Toaff – ricorda il presidente della Comunità di Torino Dario
Disegni – l’ebraismo italiano e l’intero Paese perdono una personalità
straordinaria che nell’arco di quasi un secolo ha rappresentato un
altissimo punto di riferimento civile e morale”.
“Per me è anche un
grande dolore personale – continua Disegni – essendo stato legato a rav
Toaff da un affetto filiale, derivante dalla stretta parentela con lui,
figlio di Alice Jarach, sorella del mio nonno materno Cesare, caduto
nella Prima Guerra Mondiale nel 1916. Il suo insegnamento, la sua
saggezza, la sua profonda umanità, e anche la sua arguzia, tipicamente
livornese, mi accompagneranno per tutta la vita”. Cordoglio anche da
parte di realtà vicine al mondo ebraico, come ricordato anche ieri. Il
moderatore della Tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini, ha
inviato un messaggio al presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna ricordando l’importanza della figura di rav
Toaff. “Un riferimento spirituale, morale e civile per molti italiani
che, nella sua saggezza morale e nella sua grande sapienza biblica,
hanno trovato motivo di profonda ispirazione – scrive Bernardini – Tra
di essi i valdesi e i metodisti italiani che in varie occasioni hanno
avuto l’onore e la gioia di incontrare e confrontarsi con rav Toaff,
testimone vivente di quel cammino parallelo tra le due minoranze
religiose che in tante occasioni hanno avuto parte importante nelle
vicende culturali, religiose e civili del nostro Paese”.
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israele
Comites, eletto il Consiglio
Eletto
il nuovo Comitato degli Italiani all’Estero di Tel Aviv. Dodici i
rappresentati che entrano a far parte del Comites, eletti all'interno
della lista Maqs, l'unica presentatasi. Il maggior numero di preferenze
è andato a Raphael Barki, poi in ordine Claudia Sonnino Amati, Angelica
Calò Livne, Serena Temin Liuzzi, Alex Zarfati, Marina Finzi Norsi,
Simone Botti, Paola Ester Conte Cantori, Giordana Anna Mosseri,
Benedetta Berti Alberti, Ever Cohen, Saul Arik Bendaud. La riunione di
insediamento del neoletto Com.It.Es. avrà luogo il 27 aprile.
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In memoriam |
“E
volta nostra poppa nel mattino, / de’ remi facemmo ali al folle volo, /
sempre acquistando dal lato mancino. / Tutte le stelle già de l’altro
polo / vedea la notte, e ‘l nostro tanto basso, / che non surgëa fuor
del marin suolo. / Cinque volte racceso e tante casso / lo lume era di
sotto da la luna, / poi che ‘ntrati eravam ne l’alto passo, / quando
n’apparve una montagna, bruna / per la distanza, e parvemi alta tanto /
quanto veduta non avëa alcuna. / Noi ci allegrammo, e tosto tornò in
pianto; / ché de la nova terra un turbo nacque / e percosse del legno
il primo canto. / Tre volte il fé girar con tutte l’acque; / a la
quarta levar la poppa in suso / e la prora ire in giù, com’ altrui
piacque, / infin che ‘l mar fu sovra noi richiuso”. (Dante, Inferno
XXVI).
In memoriam.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- L'eredità di rav Toaff
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Sulla
straordinaria figura di Elio Toaff, ex partigiano, rabbino,
intellettuale, uomo del dialogo interreligioso, si è scritto, a giusta
ragione, molto in queste ore. Voglio citare un episodio che ho
riportato nel mio libro “Di pura razza italiana”, relativo al periodo
successivo alle leggi razziste del 1938.
Mario Avagliano
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