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3 Maggio 2015 - 14 Iyar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
Bellissimo Moked sul compromesso. Che si svela essere tutt'altro che una propensione alla debolezza quanto, piuttosto, un impegno valoriale forte e condiviso nel quale le identità riescono, esprimendosi, a convivere.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Sono scettico sulla marcia indietro di Viktor Orbán, primo ministro ungherese, sulla pena di morte. Per due motivi. Il primo: la dichiarazione di revoca non è un  ripensamento, è una concessione  Secondo, ha tutta l’aria di dire ai propri: non possiamo fare come vogliamo. Non siamo padroni a casa nostra. Quei signori di Bruxelles non vogliono che noi ci difendiamo. Tempi brutti per l’Europa dei democratici.
 
Isis, nuovo orrore in Iraq
Un nuovo massacro ad opera dell’Isis, nel quale sono stati uccisi in un solo giorno centinaia di ostaggi yazidi, è avvenuto nel nord dell’Iraq, non lontano da Mosul. L’emittente britannica Bbc cita un comunicato del Yazidi Progress Party, secondo cui le vittime sono ostaggi catturati nel Sinjar lo scorso anno (La Stampa). Inoltre, il Messaggero riporta la notizia data dal quotidiano inglese The Guardian che il Califfo Abu Barkr al-Baghdadi sarebbe rimasto paralizzato dopo essere stato gravemente colpito da un missile Helfire lo scorso 18 marzo. Al suo posto è stato chiamato a svolgere funzioni vicarie l’ex professore di fisica iracheno Abu Alaa Al Afri. I servizi segreti mondiali, si riferisce, sono in allerta in vista di possibili attacchi dello Stato Islamico all’Europa per vendicare il suo leader.

Dachau 70 anni dopo. Ricorrono oggi i 70 anni dalla liberazione del lager nazista di Dachau, ricordati in Germania con una cerimonia che si svolgerà alla presenza della cancelliera Angela Merkel (il Fatto Quotidiano). A Milano, inoltre, si riuniscono questa mattina alla Casa della Memoria circa trenta sopravvissuti ai campi di sterminio. Durante la cerimonia, la deportata politica Vera Michelin-Salomon leggerà un lascito morale diretto in particolare ai giovani presenti alla manifestazione, chiamati simbolicamente a raccogliere il testimone della Memoria. Tra loro Davide Fiano, il nipote diciottenne del sopravvissuto ad Auschwitz Nedo (la Repubblica Milano).

Ad Expo con Israele. Il Sole 24 Ore ripercorre il viaggio attraverso i Paesi e le culture esposti nei padiglioni dell’Expo milanese, che ha aperto i battenti il Primo maggio. Al padiglione israeliano la madrina Moran Attias descrive il sofisticato sistema agricolo israeliano: “Montagne innevate e mari tropicali in un territorio grande da Milano ad Ancona, l’unico Paese al mondo ad aver accresciuto la sua popolazione di alberi nel ventesimo secolo”.
 
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  davar
moked 5775 - IL BILANCIO DEL RAV DELLA ROCCA
"Stare insieme, crescere insieme"
Si conclude oggi, con un ricordo del rabbino capo emerito di Roma Elio Toaff recentemente scomparso, l’edizione del Moked 5775, tradizionale momento di incontro dell’Italia ebraica a Milano Marittima organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Uno Shabbath all’insegna dello scambio attraverso workshop, lezioni, discussioni, attività ricreative e che ha visto la presenza del Gran rabbino di Francia Haim Korsia, protagonista di tre interventi che hanno acceso il dibattito sull’identità ebraica e quella nazionale da parte delle comunità della diaspora.
A fare il bilancio del Moked il rav Roberto Della Rocca, animatore dell’iniziativa: “Questa edizione è stata di grande successo e ha visto un salto di qualità. Trovo sia stato molto importante aver avuto come ospite il Gran rabbino di Francia Korsia che ci ha offerto nuovi spunti e ci ha dato una panoramica sulla comunità ebraica più grande d’Europa da lui guidata e lui d’altro canto è rimasto colpito dalla vitalità dell’ebraismo italiano. Il tema del compromesso, scelto questo anno, ha permesso poi di affrontare i nodi più delicati mettendo in dialettica la politica dell’ebraismo italiano ed è stato trattato da grandi esperti. L’unico neo che mi sento di aggiungere è stata la presenza di pochi leader comunitari quando questa sarebbe stata un’ottima opportunità di confronto.
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MOKED 5775 - L'INTERVENTO DEL RAV KORSIA
"Torah e Repubblica, ecco perché l'Europa ha bisogno di noi"

Speranza e orgoglio in un momento di dolore e difficoltà, un ebraismo consapevole dei suoi valori, della sua storia e della sua bandiera e consapevole del proprio dovere di offrire questi valori a un'Europa che ne ha bisogno – è un composito intreccio identitario quello presentato dal Gran Rabbino di Francia Haim Korsia nei suoi interventi al Moked di Milano Marittima, a cui ha partecipato come ospite d’onore internazionale.
Molte le domande nell’animo di chi ha assistito da fuori ma da vicino agli attacchi terroristici alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e al supermercato Hypercacher sui sentimenti del mondo ebraico francese e sulle responsabilità dei suoi leader, sull’ondata di emigrazione verso Israele di tanti giovani e tante famiglie e sulla situazione di chi invece resta in Francia, a cui rav Korsia ha risposto presentandosi allo stesso tempo e con uguale vigore come guida spirituale di un ebraismo ferito ma forte e come cittadino francese fiero e attivo.
“Ogni volta che non mi sento sicuro di qualcosa, cerco la risposta nella Torah”, ha affermato rav Korsia, nei cui discorsi compaiono con costanza passi dal Talmud e dalla Torah citati a memoria. “Questi sono i miei valori, ma lo sono anche e indissolubilmente quelli della Repubblica in cui vivo – libertà, uguaglianza e fraternità – che si dà il caso siano profondamente condivisi dall’ebraismo”, ha aggiunto.


(Nell'immagine, il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il presidente dell'Assemblea dei Rabbini d'Italia Giuseppe Momigliano, il Gran rabbino di Francia Haim Korsia, il rav Roberto Della Rocca e il suo assistente Gadi Piperno)
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moked 5775 - la lezione DEL GRAND RABBIN
"Una preghiera per l'Italia"
Pregare orgogliosamente per il bene della propria patria è il dovere di ogni ebreo. Perché nelle Comunità italiane questo non avviene?
Il Gran rabbino di Francia Haim Korsia, ospite in questi giorni al Moked primaverile, aveva avvertito: non c’è niente di più pericoloso dell’abitudine, dell’assuefazione alle tante storture che indeboliscono e impoveriscono la nostra esistenza. E anche anche al costo di qualche provocazione intellettuale a fin di bene ha finito per mantenere la parola. Moltissimi gli interrogativi che ha consegnato a un uditorio numeroso e molto partecipato che lo ha ascoltato intensamente nel corso di tre lunghi interventi.
E fra questi quello della necessità di riflettere onestamente sulla nostra relazione con l’identità nazionale, di francesi, di italiani, di europei.

(Il disegno è di Giorgio Albertini)
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EMERGENZA NEPAL
Israele adotta un villaggio
Un villaggio nepalese devastato dal sisma da "adottare". Risostruendolo dalle fondamenta, ripristinando i servizi di base e anche quelli accessori, prestando soccorso alla popolazione, mostrando il volto di un'umanità che non torce lo sguardo altrove ma è impegnata per alleviare le sofferenza di chi ha perso tutto in pochi secondi. È la nuova sfida di Israele, già in prima fila da giorni nell'azione di assistenza straordinaria in corso nel paese asiatico.
"Quando nella storia recente si sono verificati cataclismi naturali Israele c'è sempre stato. Siamo stati ad Haiti, in Giappone e in Turchia. Siamo e resteremo ancora a lungo in Nepal" ha affermato il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman.
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MOKED 5775 - A CENTO ANNI DALLA NASCITA
Augusto Segre, ricordo vivo
Maestro, rabbino, scrittore, partigiano. Tante sono le anime di Augusto Segre z.l. nato esattamente cento anni fa e il cui ricordo è stato celebrato durante lo Shabbat del Moked di Milano Marittima. Oltre ad essere autore di diversi libri (il più celebre “Memorie di vita ebraica”), Segre ha ricoperto l’incarico di direttore del dipartimento culturale dell’allora Unione delle Comunità Israelitiche Italiane, diventando il successore di una figura fondamentale dell’ebraismo italiano, Dante Lattes: “Ricordo – rievoca il presidente UCEI Renzo Gattegna – che quando cominciai a occuparmi di giovani all’interno della Comunità ebraica di Roma, in lui trovai un alleato. Augusto Segre non diceva mai di ‘no’: la sua porta all’Unione era sempre aperta e per la situazione giovanile ha sempre avuto un occhio di riguardo”.
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DAFDAF MAGGIO 2015
Il coraggio di raccontare la verità
I lettori di DafDaf sanno bene che maggio è il mese dei libri: oltre all’attenzione che il giornale ebraico dei bambini dedica ogni mese alla lettura, con le notizie di attualità e l’immancabile rubrica della scrittrice Nadia Terranova, in primavera ogni scusa è buona per raccontare a bambini e ragazzi qualche curiosità in più. Così dopo le biblioteche del mondo, che viaggiano a dorso d’asino, in bici o in battello, e dopo il successo degli albi da colorare, il numero 56 di DafDaf - che si può scaricare cliccando qui - presenta due occasioni in cui tutto parla di libri: la Festa del Libro Ebraico di Ferrara, giunta alla sesta edizione, e il Salone del Libro di Torino, durante il quale un intero padiglione sarà dedicato ai giovani lettori. E di libri parla già la copertina, eccezionalmente questo mese firmata dall’autrice, illustratrice ed esperta di letteratura illustrata Anna Castagnoli, che rimanda alla sua ricerca su Maurice Sendak e sull’iconografia di “Where the wild things are”. Pubblicata sul domenicale del Sole 24 Ore e presentata in incontri pubblici di grande successo, su DafDaf viene per la prima volta raccontata al pubblico di giovani lettori a cui il libro originariamente è destinato. La cosa selvaggia diventa allora una scusa per parlare ai bambini di Piero della Francesca e della mitologia greca, di Bruno Bettelheim e della Divina Commedia, di William Blake e del coraggio di raccontare la verità.
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pilpul
Sul genocidio armeno / 3
Le costanti incursioni europee, formalmente a tutela dei diritti delle minoranze, a partire proprio da quella armena, concretamente per influenzare e limitare lo spazio di autonomia della leadership ottomana, diventano, soprattutto dopo il Congresso di Berlino del 1878, uno dei motivi di acredine di quest’ultima nei confronti dell’Europa. L’associazione tra l’ingerenza delle potenze continentali con la crescente subalternità turca e le immotivate prerogative attribuite ai gruppi non musulmani (quanto meno dal momento in cui l’istituto delle capitolazioni e le amputazioni territoriali vengono così percepite, e quindi rielaborate, collettivamente dai musulmani medesimi) sono pertanto alla base di una miscela di risentimento – per il senso di espropriazione che si esplicita come risultato di imposizioni ingiuste – e di gusto della rivalsa – quest’ultimo in quanto propellente per un futuro progetto politico di ridimensionamento di quelle comunità minoritarie, viste ora sempre più come un corpo estraneo. Due elementi, questi ultimi, che saranno presenti per molti decenni non solo tra i gruppi dirigenti che si succederanno a Costantinopoli, per poi arrivare ad Ankara, ma anche tra la stessa popolazione di origine per l’appunto musulmana (...).

Claudio Vercelli
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