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22 giugno 2015 - 5 Tamuz 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
Korach sembra aver sposato il concetto postmoderno di ‘dittatura del relativismo etico e spirituale’. Nonostante il suo status di Levi, Korach credeva di poter diventare il Kohen Gadol. Ramban spiega (Bamidbar 16,21) che Korach ha portato la nazione a credere che anche uomini comuni possano avere il ruolo di Kohanim nelle sue parole: “L’intera comunità è santa”. Se la santità divina è presente in mezzo a tutta la nazione, allora sicuramente ogni individuo è padrone della ‘propria verità spirituale ed etica’. E tuttavia, dovremmo invece cercare di comprendere che l’uomo non è al centro dell’universo e che la Torah non è un ‘menù’ dal quale decidere autonomamente cosa prendere.
 
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Anna
Foa,
storica
“Gli uomini di colore imbastardano la nostra razza” grida l’ex leghista presidente della provincia di Treviso, e dobbiamo anche ringraziare che non abbia deciso, come l’assassino di Charleston, di porvi personalmente rimedio. “Che ho detto, razza non è una parolaccia”, ha poi detto. No, ‘razza’ non è una parolaccia, è peggio che una parolaccia, è un errata interpretazione dell’umanità che ha prevalso per più di un secolo portando infinite ingiustizie, sopraffazioni, morti, fino all’idea di razza ariana fatta propria dai nazisti e allo sterminio nei campi della ‘razza’ ebraica. ‘Razza’ non è una parolaccia, ma è un termine che dovrebbe essere cancellato dal nostro dizionario. Ma quanti sanno che le razze non esistono?
 
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Pisa, in sinagoga
la festa di tutti 
Grande festa ieri a Pisa per la riapertura, dopo otto anni, della sinagoga di via Palestro. L’edificio era inagibile dal 2007, quando una tempesta di fulmini danneggiò gravemente il tetto, costringendo i membri della comunità ebraica della città a riunirsi e pregare nel vano scala. “Il restauro di una sinagoga – ha dichiarato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, riportato dai media – è importante perché è un luogo di culto e di cultura che protegge e difende i nostri valori soprattutto in tempi difficili come questi dove sempre più spesso assistiamo a episodi razzisti in Italia e nel resto del mondo”. A riportare la notizia è tra gli altri l’edizione fiorentina di Repubblica (che sceglie un’immagine pubblicata ieri sul portale dell’ebraismo italiano www.moked.it), che sottolinea la volontà del rabbino capo Luciano Caro di invitare l’imam di Pisa Mohammed Khalil, accolto come “un nostro confratello”. I fondi necessari per il restauro della sinagoga, viene ricordato, sono arrivati per il 40% dallo Stato e per il resto dalla Fondazione Pisa e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, per un totale di 1,3 milioni di euro.

Hamas esalta gli attacchi anti-israeliani. Ieri alla Porta di Damasco un giovane palestinese ha ferito in modo grave un poliziotto israeliano in un attacco esaltato da Hamas e definito come “eroico e audace”. Un’azione, a pochi giorni di distanza dall’uccisione, a colpi di pistola, del 25enne israeliano Danny Gonen nella città di Dolev. “Ci sono sempre tentativi di attacchi terroristici – ha dichiarato il premier Benjamin Netanyahu – e sfortunatamente alcuni di questi hanno successo” (ll Giornale).

Memoria e migranti. Sul Corriere della sera Liliana Segre, Testimone della Shoah sopravvissuta ad Auschwitz, riflette sulla situazione dei migranti accampati alla Stazione Centrale di Milano in relazione alla propria esperienza: “Le similitudini ci sono. L’abbandono della propria terra, molte persecuzioni politiche… Ma la situazione è diversa. Non c’è certo la stessa indifferenza che circondò noi ebrei in quel periodo. Vedo, per fortuna, molti atti di solidarietà”. Segre sarà protagonista domani alle 16 dell’incontro “Il peccato dell’indifferenza / L’Europa e i perseguitati di oggi e di ieri” al Binario 21, il Memoriale della Shoah di Milano, con Ferruccio De Bortoli (presidente della Fondazione Memoriale della Shoah), Gad Lerner, Luigi Manconi e Seble Woldeghiorghis.
 
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  davar
israele - la visita del ministro francese
Benjamin Netanyahu:
"La pace
è possibile solo negoziando"
“Caro ministro degli Esteri, la pace ci sarà solo attraverso i negoziati diretti tra le due parti, senza condizioni imposte da altri. La pace non arriverà di certo grazie alle risoluzioni dell’ONU che provengono dall’esterno”. Con queste parole il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accolto il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius in viaggio a Gerusalemme e a Ramallah per portare avanti una risoluzione di pace redatta in accordo con l’Autorità nazionale palestinese. Progetto che ha ricevuto un’accoglienza fredda da parte di Israele e che verrà proposto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU indicando la soluzione dei due Stati e ridisegnando i confini alla condizione anteriore al 1967.
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 spini sullo storico incontro al tempio valdese
"La Chiesa e le persecuzioni,

da Bergoglio parole sincere"
“Le scuse per le persecuzioni perpetrate dalla Chiesa nei confronti dei valdesi un po’ ce le aspettavamo, però il modo solenne e sincero in cui è stata posta la richiesta di perdono ha dato tutto il senso dell’autenticità di questo momento. Un momento storico, che è a sua volta il presupposto per un cammino sempre più proficuo”. Economista, docente universitario, ex ministro e protagonista della stagione delle Intese che hanno regolato il rapporto tra Stato e minoranze religiose, Valdo Spini commenta a Pagine Ebraiche – da testimone oculare – la visita di Bergoglio alla chiesa valdese di Torino, la sua richiesta di perdono “per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani” dei secoli passati, il suo incontro con il moderatore della Tavola Eugenio Bernardini. Un incontro che ha posto al centro i temi del dialogo e del reciproco rispetto oltre le differenze ideologiche e culturali.
Temi che lo stesso Bernardini aveva toccato in una recente intervista a Pagine Ebraiche, sottolineando l’amicizia (“straordinaria e profonda”) che lega comunità valdese e comunità ebraica e la potenza del messaggio che arriva dal loro impegno a presidio dei valori della laicità e della libertà di coscienza. “Penso ad esempio alla stagione che portò alla stipulazione delle Intese, che ci vide al fianco nel segno del rispetto delle istituzioni che accomuna le nostre comunità, ma anche nel richiamo all’esigenza imprescindibile che lo Stato si faccia garante del pluralismo e della diversità di vedute. Temi di grande attualità – sottolineava il moderatore – anche guardando all’incontro con Bergoglio”.
Spini, che di quella stagione è stato uno degli artefici, riconosce l’importanza di questo percorso e le molte conquiste ottenute insieme da ebrei e valdesi. “Le somiglianze sono significative: secoli di persecuzione, entusiastica partecipazione all’Unità d’Italia e al Risorgimento, emancipazione e conquista di libertà sconosciute, battaglie per la difesa dei propri diritti. E, venendo ad anni più recenti, lo sforzo per far approvare dal Parlamento una legge per tutelare a fondo la libertà religiosa. Ebrei e valdesi, con la loro collaborazione, rappresentano un modello”.
Un modello che viene messo in relazione con l’incontro odierno.
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dopo le parole di bergoglio su auschwitz
La Shoah e l'indifferenza
Le scelte influiscono sul corso della storia. Gli Alleati “avevano le foto delle linee che portavano i treni ai lager come Auschwitz per uccidere gli ebrei e anche i cristiani, i rom, gli omosessuali. Perché non hanno bombardato?”. L'interrogativo lanciato da Torino da papa Bergoglio. E ancora: “Perché le grandi potenze non fermarono le uccisioni degli armeni, più di un milione di persone?”. “Non agirono per interesse”, la risposta di Bergoglio che attraverso l’esempio delle più grandi tragedie del passato, ha voluto sottolineare la necessità di non voltare le spalle alla sofferenza altrui. Parole importanti e positive, concordano gli storici Anna Foa, Marcello Pezzetti e Michele Sarfatti a cui Pagine Ebraiche ha chiesto una valutazione sulle affermazioni di Bergoglio. “Quando autorità di questo livello si esprimono così forte contro quanto è accaduto durante la Shoah, citando la persecuzione degli ebrei, dei rom, degli
omosessuali, e ricordando il genocidio armeno, è sicuramente un fatto positivo”, il commento di Anna Foa (foto in alto) che ha ricordato come Bergoglio abbia detto parole chiare contro la persecuzione degli ebrei così come sulla tragedia armena. “È come se fosse esplosa una bolla”, sottolinea la storica. “Volendo si potrebbe aggiungere una postilla – la riflessione di Michele Sarfatti (foto al centro), direttore del Centro di documentazione ebraica di Milano (Cdec), d’accordo nel ritenere importanti le dichiarazioni torinesi del pontefice – se parliamo non di chi fu responsabile o connivente rispetto alla Shoah ma di chi aveva il compito di assistere le vittime, possiamo fare una considerazione: anche la Santa Sede, durante la Shoah, non lanciò un grido pubblico di allarme. Anche Pio XII è stato frenato da considerazioni contingenti e pubblicamente, per evitare ritorsioni sulla Chiesa, non fece suonare nessun campanello contro le persecuzioni”. Un punto, quest’ultimo su cui si concentra l’analisi di Marcello Pezzetti (foto in basso), direttore scientifico del Museo della Shoah di Roma, che precisa: “Bergoglio ha ragione a lamentarsi dell’inazione degli Alleati di fronte a quanto succedeva nei campi di concentramento ma parlare di interesse mi sembra una semplificazione: per quanto per noi non sia possibile comprenderlo, per le forze alleate allora l’obiettivo primario era sconfiggere i nazifascisti in battaglia e non liberare le vittime della persecuzione. E in merito alle vittime non posso non pensare alla riflessione autocritica che dovrebbe fare la Chiesa: non fece nulla pubblicamente per evitare l’emarginazione degli ebrei e delle minoranze. Non ci fu una voce chiara contro la promulgazione delle leggi razziste che spalancarono le porte alla Shoah”.
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informazione - international edition
Padova e Firenze, a porte aperte 
Un nuovo museo per Padova, un caloroso bentornati agli affezionati del Balagan Cafè di Firenze. Tante le iniziative che hanno colorato l’estate dell’Italia ebraica negli scorsi giorni come raccontati al pubblico internazionale di Pagine Ebraiche.

Grande la soddisfazione nella città veneta, per un’istituzione che si propone non soltanto di illustrare un glorioso passato ebraico, ma anche di mettere in luce la vita di una comunità che costruisce per il futuro.
Ed è già un appuntamento tradizionale dell’estate fiorentina, ma anche un evento che guarda all’oggi e al domani il Balagan Cafè, che di giovedì sera apre le porte dei giardini della sinagoga alla città, in una cornice unica tra musiche, incontri e sapori. Prossimo appuntamento giovedì 2 luglio, in una rassegna che fa da preludio alla XVI edizione della Giornata europea della Cultura ebraica che vedrà Firenze come città capofila per l’Italia: filo conduttore della manifestazione sarà il concetto di “ponti”.
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qui roma - beautiful israel italia
Benessere, una terapia "green"
“Quello che verrà svelato domani sarà il primo orto urbano realizzato da The Italian Council for a Beautiful Israel all’interno di una casa di riposo; ma non sarà di certo l’ultimo”.
È entusiasta Dario Coen, presidente del consiglio che rappresenta in Italia l’associazione ambientalista Beautiful Israel.
Martedì autorità e istituzioni si daranno infatti appuntamento alla casa di riposo della Comunità ebraica di Roma per assistere all’inaugurazione di uno spazio verde (sponsorizzato dall’azienda Chopin) da far coltivare agli anziani ospiti della struttura creato per favorirne la riabilitazione, stimolare l’attività psicofisica e la socializzazione. Non mancheranno, per dare il proprio sostegno, l’ambasciatore di Israele in Italia Naor Gilon, il deputato del PD Michele Anzaldi, il presidente del XI Municipio Maurizio Veloccia e il presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma Athos De Luca.
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qui berlino
"Pari diritti per i diversi"
L’ambasciatore di Gerusalemme nella Repubblica Federale Tedesca Yakov Hadas-Handelsman inaugura, con il leader socialdemocratico ed ex borgomastro della capitale tedesca Klaus Wowereit, lo stand ufficiale dello Stato di Israele al Gay Pride di Berlino. Con loro, nell’immagine Chris Hartung-Juedische Allgemeine, hanno sfilato le drag queen israeliane Mazy Mazeltov e Oshri.
“Il nostro paese – ha affermato il rappresentante israeliano – è nel mondo fra le realtà più avanzate nella tutela delle minoranze sessuali. Nella nostra società pluralistica e aperta i diritti degli omosessuali sono saldamente ancorati”.
L’immensa manifestazione berlinese, che vede durante un’intera settimana la presenza di centinaia di migliaia di partecipanti da tutto il mondo, si svolge sotto lo slogan “Gleiche Rechte fuer Unglieche” (Pari diritti per i diversi)
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pilpul
 Oltremare - Passaporti
Nel palazzo in cui lavoro, un grattacielo di tutto rispetto (almeno per altezza) in centro a Tel Aviv, fra i molti uffici c’è quello dell’ambasciata di Spagna. Me lo dice la bandiera spagnola che sventola fra le altre – e le altre mi dicono che ci sono anche ambasciate di altri paesi, meno interessanti per il momento. Me lo dicono gli elegantissimi funzionari che incontro sempre sulla scalinata di accesso alla lobby. E suppongo che in un prossimo futuro me lo dirà anche il traffico intenso che si produrrà al loro piano, quando cominceranno ad arrivare veramente almeno una parte degli oltre due milioni di discendenti degli ebrei di Spagna che possono adesso far richiesta di passaporto spagnolo.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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