Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

20 Luglio 2015 - 4 Av 5775
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
“Non contaminerete [profanerete, corromperete, pervertirete, tradirete] il paese dove sarete, perché il sangue contamina il paese; non si potrà fare per il paese alcuna espiazione del sangue che vi sarà stato sparso, se non mediante il sangue di chi l’avrà sparso”. (Numeri 35, 33). Dice Rashi: “Non renderete colpevole [malvagia]”, come traduce il Targum. Spiega Hirsh: “Non deluderete (vi prenderete gioco) le aspettative” (rispetto alla Terra). Da questo versetto impariamo un importante insegnamento: il termine “חנופה” può significare anche ‘deviare’, ‘adulazione’ e ‘ipocrisia’.
 
Leggi

Anna
Foa,
storica
I ‘cittadini italiani’ che, sotto la guida di forze di estrema destra come Militia e Casa Pound, si scagliano a Roma come a Treviso contro dei profughi, danno fuoco alle loro povere cose, cercano di cacciarli gridando di “non volere i negri”, affermano anche di non essere razzisti ma di agire ‘per paura’. La giustificazione gira da tempo sui media: abbiamo paura di loro, per questo non li vogliamo. Ma che cos’è questa paura e siamo proprio così sicuri che tale paura non abbia proprio niente a che fare col razzismo?
Perché questi cittadini tanto paurosi non hanno paura di una persona o di un gruppo di persone determinate, che abbiano fatto loro del male o minaccino di farlo; hanno paura di coloro che hanno un colore diverso della pelle, che vengono da un altro continente, che vivono in condizioni di grande disagio. Hanno cioè paura di chi è diverso da loro. È la paura dell’altro, non una paura specifica, motivata. È la paura di perdere il proprio status, le proprie idee. Personalmente, non provo nessuna pena per queste persone. Tale paura è infatti parte costitutiva del razzismo, della prepotenza, dell’odio del diverso. Sono razzisti, e per di più razzisti paurosi.
 
Israele, la sfida di Renzi
Alla vigilia della missione del primo ministro italiano Matteo Renzi in Israele, i principali quotidiani riflettono sul significato e sui temi chiave di questa visita. “La missione di Renzi è rassicurare lo Stato di Israele” titola il Corriere della sera alludendo alla ferma condanna arrivata da Gerusalemme dopo l’accordo sul nucleare iraniano. Tre i macrotemi segnalati dalla Stampa: “Lotta al terrorismo, cooperazione nell’innovazione tecnologica e possibile rilancio del negoziato israelo-palestinese”. Sul secondo fronte fitta agenda di incontri per il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, accompagnata tra gli altri dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
“Caro Renzi, fermi le accuse contro Israele” l’invito di Fiamma Nirenstein sul Giornale. Mentre Pierluigi Battista, nelle sue Particelle elementari (Corriere), parla della “disfatta morale” legata all’accordo con Teheran e della minaccia che grava su Israele, l’ebraismo diasporico, l’intero mondo occidentale.

Sullo stesso tema la Stampa ospita un intervento dello scrittore Abraham Yehoshua, che dice di accogliere “con favore e speranza” i frutti del negoziato di Vienna ma al tempo stesso di non sottovalutare la preoccupazione del governo israeliano. Perché, scrive, “la storia ci ha insegnato a non sottovalutare le minacce, né quelle provenienti da regimi democratici né di certo quelle provenienti da regimi dittatoriali di stampo religioso o laico”.

Suscita inquietudine lo scontro avvenuto a Columbia, capitale della Carolina del Sud, tra simpatizzanti neonazisti del Ku Klux Klan e attivisti delle “Nuove pantere nere”. Con l’America che, si legge su Repubblica, torna ad essere “ostaggio” della sua storia recente.

“Un muro in paese per fermare i rifugiati”. È la proposta shock di Joe Formaggio, sindaco del Comune di Albettone, provincia di Vicenza, già indagato per discriminazione razziale a causa di alcuni cartelli anti-nomadi fatti affiggere all’interno del Comune (Repubblica).
 
Leggi

  davar
I LAVORI DEL CONSIGLIO UCEI
I numeri per il futuro
Sono significativi e tangibili i risultati della raccolta Otto per Mille relativi alle scelte espresse nel 2012 a favore dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, rilevazione appena diffusa dal ministero delle Finanze. Da 81457 a 87510 preferenze, una crescita media del 7,43% (con incrementi particolarmente significativi al Sud). Numeri che possono aprire a molteplici riflessioni e con l'analisi dei quali si è aperta la riunione del Consiglio dell'Unione convocato ieri a Roma.
Un tema affrontato anche dal presidente Renzo Gattegna nella relazione introduttiva che ha dato avvio ai lavori. “Dal 2008 – le sue parole – l'Unione ha deciso di uscire dal silenzio e ha iniziato a creare gli strumenti idonei che sono serviti ad acquisire una voce autorevole. Ha rinunciato a costose e inutili campagne pubblicitarie, ha rinunciato a slogan inefficaci e inadeguati, e si è posta in relazione con tutte le Istituzioni e l’opinione pubblica italiana per svolgere il suo ruolo di rappresentante di un ebraismo italiano vivo, moderno, aggiornato, di un ebraismo che orgogliosamente guarda ai propri principi e valori passati e presenti, e che intende lavorare per un futuro di libertà e di progresso”.
La riunione, dedicata ad alcuni temi strategici per il futuro dell'ebraismo italiano, è proseguita con l'approvazione del Bilancio 2014. Precedentemente illustrato dall'assessore Noemi Di Segni, cui è andato il plauso di tutto il Consiglio, il bilancio è stato approvato all'unanimità. Varata inoltre la riforma del sistema di contribuzione delle 21 comunità all'UCEI. Con l'obiettivo, ha spiegato Di Segni, di correggere alcune “storture” del passato. I parametri per la contribuzione sono stati così ripensati per conseguire “sia la semplificazione sia la più equa e concreta applicazione del principio di capacità contributiva”. Ad essere prevista una quota fissa da moltiplicare per il numero degli iscritti, il reddito derivante dagli immobili di proprietà, eventuali sconti a chi si trova a gestire determinati servizi di priorità socio-culturale.
Intenso confronto sulle modifiche dello statuto UCEI e sulla cooptazione per la copertura dei posti rimasti vacanti a causa delle dimissioni di alcuni consiglieri romani. Clima disteso e cordialità a segnare l'inizio di una nuova fase nei rapporti tra UCEI e la comunità della Capitale. La neo presidente Ruth Dureghello, ospite ai lavori, ha espresso il proprio auspicio per una sempre più stretta e costruttiva collaborazione.
Per quanto concerne l'erogazione dell'extragettito maturato negli esercizi precedenti il Consiglio ha approvato la seguente destinazione: 60 per cento dello stesso alle Comunità; 5 per cento agli enti; 25 per cento di competenza UCEI, 10 per cento delle commissioni. Relativamente agli ultimi due punti la ripartizione sarà finalizzata alla valorizzazione delle progettualità locali, al rafforzamento della presenza ebraica nel Meridione, all'incremento della raccolta Otto per Mille a livello territoriale, al consolidamento dei servizi resi dall'UCEI alle comunità.

a.s twitter @asmulevichmoked
LA MISSIONE DEL MINISTRO GIANNINI
Italia-Israele, la formazione

un linguaggio comune
Rafforzare la cooperazione tra il mondo accademico italiano e quello israeliano. Questo l’obiettivo della missione in Israele del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che ha guidato nelle scorse ore una delegazione di rettori delle università italiane, in visita nel paese per confrontarsi con i colleghi israeliani su temi come ricerca, innovazione, didattica della Shoah. Al fianco del ministro Giannini, come già in altre occasioni in passato, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna. “I diversi appuntamenti si sono svolti in un clima di grande collaborazione e interesse” ha affermato Gattegna, a margine dell’incontro di oggi tra il ministro Giannini e il ministro dell’Educazione israeliano Naftali Bennett. Nel corso della mattinata la delegazione si è recata allo Yad Vashem, dove il ministro ha siglato un progetto per l’accreditamento dei seminari del Memoriale di Gerusalemme dedicato a formare gli insegnanti italiani sui temi della Memoria.
Leggi
qui trieste - redazione aperta
Comunicazione, le scelte

del Grand Rabbin
La risposta degli ebrei francesi all’attacco antisemita al supermercato Hypercacher e alle numerose manifestazioni di odio; il rapporto tra identità nazionale e religiosa; le scelte strategiche del rabbinato sul tema delle aliyot da Parigi verso Israele: ospite a Redazione Aperta Yaël Hirschhorn, responsabile della comunicazione del Gran Rabbino di Francia Haim Korsia, leader spirituale della più grande comunità ebraica d’Europa. “Sono di origine alsaziana – esordisce Yaël – francese da generazioni. Provengo da una famiglia dove l’educazione si fonda sui valori della Francia, mio nonno era un resistente. Proprio per questo il dibattito che si è aperto a gennaio è così importante: ci stiamo chiedendo chi siamo e dove andiamo”. Dopo aver completato la propria formazione nella facoltà di scienze politiche di Sciences Po e aver ottenuto uno stage al Ministero della Giustizia francese, Hirschhorn ha ricevuto inaspettatamente una proposta di lavoro all’interno del Consistoire, l’ente istituito da Napoleone a cui competono decisioni in ambito religioso, dalla gestione delle sinagoghe alla rabbanut, e ha iniziato a lavorare per l’ex capo rabbino Gilles Bernheim. “Accettando l’incarico – ha spiegato – ho anche chiesto che il mio nome non apparisse mai; preferisco lavorare dietro le quinte. Rav Korsia ha fatto delle precise scelte nella formazione di un nuovo team, affermando la sua particolare individualità. La stampa ha subito mostrato interesse per le sue posizioni e lo ha individuato come un influencer al quale rivolgersi per avere opinioni rispetto ai grandi dibattiti che coinvolgono la Francia”.
Leggi
QUI TRIESTE - REDAZIONE APERTA
Minoranze, i diritti da difendere
È con una ironia leggera ma tagliente che il professor Samo Pahor, noto per le sue battaglie in difesa della minoranza slovena, ha spiegato alla redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane riunita in questi giorni a Trieste, la lunga battaglia per il riconoscimento dei diritti della comunità che abita non solo in città, ma in tutta la fascia di confine che va da Muggia a Tarvisio.
Leggi
INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION
Un patrimonio da riscoprire
Italia ebraica da scoprire e riscoprire. Online o di persona, guidati dalla nuova mappa interattiva curata dalla Fondazione per i beni culturali ebraici in Italia, nell’ambito delle European Routes of Jewish Heritage della European Association for the Preservation and Promotion of Jewish Culture and Heritage (AEPJ). Il sito per esplorare gli itinerari tra antichi quartieri, sinagoghe e testimonianze dell’intreccio profondo delle comunità nella storia delle città e della penisola è presentato al pubblico internazionale di Pagine Ebraiche, con l’invito a usufruirne non solo virtualmente ma anche di persona, approfittando magari delle vacanze estive.
Italia ed ebrei italiani anche al centro del colloquio tra il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, avvenuto in Quirinale la scorsa settimana.
Leggi
LA PRIMA UDIENZA A DICEMBRE
Stormfront, in 25 a processo
Rinvio a giudizio per 25 attivisti e simpatizzanti del gruppo di estrema destra Stormfront. Odio razziale, minacce, violazione della legge Mancino: questi i reati di cui sono stati accusati dal gup di Roma Giovanni Giorgianni. Come riferito dal pubblico ministero Luca Tescaroli, gli imputati avrebbero pubblicato su una pagina del sito post contro diversi soggetti tra cui rappresentanti delle istituzioni, esponenti del mondo ebraico e immigrati. Ad essere formalizzato, inoltre, il patteggiamento per altri sei imputati con pene che vanno dai sette ai 18 mesi di reclusione.  Il processo è stato fissato al 15 dicembre.

 pilpul
 Oltremare - Le due città
Il 17 novembre del 1873 le due città ungheresi di Buda e Pest vennero unificate e presero il nome di Budapest. In mezzo gorgogliava pacifico il Danubio, da pochi anni celebrato da Strauss con il suo valzer, ma chissà se a Buda e Pest si sapeva già di quel che capitava a monte, sulla scena musicale viennese. Un gran peccato che non ci sia nessuno in grado di raccontare che effetto abbia fatto, quella unificazione.
Il 19 agosto del 1950 altre due città vennero unificate, in luoghi molto meno austro-ungarici: Tel Aviv e Yafo. Non suona bene fuso, come Budapest, ma di fatto è una città sola. Nessun Danubio a dividerle, nessun fiume in generale; da inizio secolo un mondo nuovo si era fatto spazio, affondando fino alle ginocchia nella sabbia fuori dalle mura, al nord del porto antico, popolato in maggioranza da arabi. La città nuova, la città degli ebrei, nel ’50 era ormai molto più che la strada modello far west che era stata, con tutte le case in una fila su Rothschild Boulevard e dietro il nulla. Tel Aviv aveva preso forma e in fretta, si costruiva a ritmi per nulla mediorientali, si piantavano alberi, si facevano i bagni al mare.


Daniela Fubini, Tel Aviv
Leggi




moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.