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24 luglio 2015 - 8 Av 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Edouard Herriot (1872-1957) afferma che: "la cultura è ciò che resta quando si è dimenticato tutto".
In questo Shabbat in data 9 di Av che precede il digiuno per la distruzione del Tempio, di fronte a tutto ciò che ci è stato tolto e distrutto e fatto dimenticare non ci resta che difendere la nostra cultura: ciò che siamo, ciò che siamo chiamati a vivere e ciò che siamo chiamati a trasmettere.
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Il digiuno di Tisha be-Av (9 di Av) con cui si ricorda la distruzione del primo e del secondo Tempio di Gerusalemme mi sembra una buona occasione per riflettere sul significato che la storia e il suo racconto assumono nella civiltà ebraica. Le posizioni nel mondo ebraico a proposito della storia dell’umanità sulla terra (e degli ebrei in questo contesto) sono piuttosto varie e spesso distanti. Si va dal rifiuto della prospettiva storico-cronologica fondato su una lettura estrema del principio “ein mukdam u'meuchar ba-Torah” (non esiste un prima e un dopo nella Torah), per giungere alla valorizzazione estrema della medesima prospettiva, assunta come principio soprattutto negli ambienti dell’ebraismo “Conservative”. Fra le due posizioni, si contano naturalmente multiformi comportamenti intermedi, che come al solito rendono complicato affermare quale sia – se c’è – una visione storica omogenea condivisa nel mondo ebraico.
 
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Fare affari in Iran
Dopo la firma dell'accordo sul nucleare con le potenze occidentali, l'Iran è ora al centro dell'economia internazionale. L'intesa di Vienna ha infatti riaperto le porte agli scambi commerciali con Teheran e l'Italia vuole essere protagonista nel mercato iraniano, di cui rappresenta il secondo paese esportatore dopo la Germania. Secondo il Corriere della Sera, la prova iraniana – realtà su cui sta puntando anche la Francia – sarà un test per l'Italia per comprendere la sua capacità di imporsi nell'economia globalizzata. “II 4 e il 5 agosto i ministri degli Esteri Paolo Gentiloni e dello Sviluppo economico Federica Guidi saranno a Teheran con una delegazione ristretta di imprese e protagonisti dell'economia italiana”, spiega il quotidiano di via Solferino mentre Israele guarda con forte preoccupazione a tutta questa mobilitazione verso il regime degli Ayatollah. E il recente viaggio del premier Matteo Renzi in Israele, scrive il Sole 24 Ore, sarebbe servito per tranquillizzare Gerusalemme: “gli israeliani – si legge sul quotidiano economico - sanno perfettamente che abbiamo ottimi rapporti politici e d'affari con loro come con Teheran, eppure hanno elargito al primo ministro lodi sperticate. L'Italia, se guardassimo il bicchiere mezzo pieno, appare una media potenza esemplare: un amico di tutti e per tutte le stagioni”.

Renzi e il viaggio in Israele. Per Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell'Anci, la missione in Israele e in Cisgiordania (dell'incontro con Abu Mazen scrive oggi l'Osservatore Romano) del Premier Renzi è la dimostrazione che l'Italia può giocare un “ruolo strategico” per la costruzione della pace tra israeliani e palestinesi, anche per il rapporto positivo e di amicizia tra Gerusalemme e Roma. “Nella solennità della Knesset – scrive Fassino - Renzi lo ha affermato con parole nette e il rifiuto di ogni forma di boicottaggio contro Israele suggella una posizione inequivoca che non sempre si riscontra in altri leader europei”. E contro il boicottaggio scrive anche il Foglio che in un editoriale chiede al governo di introdurre una norma che lo vieti: “Cardine di questa legge è l’idea che la libertà di opinione sia sacrosanta, ma anche che non possa essere usata per veicolare l’esclusione di un paese e un popolo dal consesso civile”.

Milano, la solidarietà a Fiano. Vergognose le affermazioni rilanciate sui social network contro il parlamentare Emanuele Fiano da un gruppo che si definisce filopalestinese. Fiano, candidato alle primarie del Pd, è stato attaccato per le sue posizioni a sostegno di Israele dal “Fronte palestinese”, che in un appello – legato alla visita di Abu Mazen ad Expo in settembre – dichiara che “occorre proseguire e rilanciare la campagna di denuncia della presenza sionista in Italia e nel mondo”. “Non mi fa paura l'antisemitismo e non sporcherà certo le nostre primarie. Questa città ha gli anticorpi nelle sue radici”, ha dichiarato Fiano al Corriere.

Un giorno di cultura ebraica. Spazio sui quotidiani all'appuntamento previsto per il prossimo 6 settembre con la Giornata europea della Cultura ebraica. Come ricorda la Nazione, l'appuntamento è  “coordinato e promosso nel nostro Paese dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane” e la città capofila di quest'anno sarà Firenze. L'evento sarà dedicato al tema dei “ponti e attraversamenti” e vedrà anche il coinvolgimento, sottolinea la Gazzetta del Mezzogiorno ricordando il discorso del presidente UCEI Renzo Gattegna, di alcune località pugliesi, tra cui Brindisi, San Nicandro Garganico e Trani.
 
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  davar
il discorso di renzi alla knesset
Israele e l'amicizia italiana
Continua a far parlare di sé, il discorso pronunciato dal presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi alla Knesset, il parlamento israeliano. Un intervento tenuto per dimostrare la vicinanza di Roma a Gerusalemme, per ribadire la solida amicizia che lega i due paesi e che rimarrà tale anche dopo l'accordo siglato dalle potenze occidentali con l'Iran. La missione di Renzi in Israele, infatti, è stata interpretata come un tentativo di rassicurare il governo di Benjamin Netanyahu di fronte ai nuovi equilibri che sembra prefigurare l'intesa raggiunta a Vienna sul nucleare iraniano. Equilibri che propendono in direzione Teheran, con il Paese degli Ayatollah impegnato ad estendere la sua influenza sul Medio Oriente. Non vi lasceremo soli, il messaggio alla Knesset di Renzi, primo tra i capi di Stato e primi ministri a visitare Israele dopo la firma dell'accordo. Non vi lasceremo soli perché siete parte di noi così come lo è l'ebraismo, ha spiegato il presidente del Consiglio italiano al collega Benjamin Netanyahu, al suo governo e a tutto il parlamento israeliano. Tanti infatti i riferimenti anche al mondo ebraico italiano citati da Renzi durante il suo discorso, pubblicato qui di seguito integralmente: da rav Elio Toaff a Enzo Sereni, fino all'amico Nedo Fiano per poi ricordare il legame con la Comunità della sua città, Firenze.

Signor Presidente della Knesset,
Signor Primo Ministro,
Signor Capo dell'opposizione,
Signore e Signori membri della Knesset,
Ho provato a lungo vari saluti nella vostra lingua, poi ho pensato che il modo migliore per iniziare fosse darvi il saluto più bello del mondo: shalom, e grazie per questo invito.
Con profondo rispetto prendo la parola a nome del Governo italiano davanti a voi, in una città che evoca emozioni e brividi solo a nominarla: Gerusalemme. Il Salmo ci trasmette l'immagine delle tribù che salgono verso il Tempio cantando la gioia di avvicinarsi nella città santa e lodando il nome del Signore. È toccante immaginare quelle donne e quegli uomini che si facevano pellegrini e salivano in questa città. Ma la Bibbia sottolinea anche come a Gerusalemme fossero posti “i seggi del giudizio, i seggi della casa di Davide”. Dunque è anche un pellegrinaggio laico quello che si compie visitando la Vostra assemblea. Il pellegrinaggio laico delle donne e degli uomini di tutto il mondo che non si stancano di domandare pace per Gerusalemme. Perché domandare la pace per Gerusalemme significa costruire la pace per noi, per i propri fratelli, per i propri amici.
Chi fa politica, oggi, qui come in qualsiasi parte del mondo sa che non basta domandare la pace per Gerusalemme. Occorre costruire la pace. E nessuno di noi può fingere di non sapere: la pace dipende dall'impegno di tutti, ciascuno di noi, nessuno escluso.
La storia dei nostri popoli ci dimostra che è così: per costruire la pace occorre partire dall'impegno in prima persona. La mia patria, l'Italia, è stata ricondotta alla libertà esattamente settanta anni fa, contro il nazifascismo. Da ogni angolo del nostro Paese giovani e meno giovani misero a repentaglio la propria vita e in alcuni casi sacrificarono la propria esistenza per l'ideale della libertà. Rendo omaggio a costoro. E a quelle donne e quegli uomini straordinari partirono da altre terre e contribuirono all’impresa provenendo dalla vostra realtà.
Penso ad esempio a chi è vissuto portando in sé una duplice identità: costruttore del nuovo Stato di Israele e patriota devoto di un'Italia antifascista. La mente corre e raggiunge il nome di Enzo Sereni, collaboratore di Ben Gurion, che prima abbandonò una vita agiata a Roma per fondare il kibbutz Ghivat Brenner e poi – dopo aver salvato molte vite nella Germania nazista – si lanciò con un paracadute nell'Italia occupata, fu catturato dai nazisti e ucciso a Dachau. Il suo nome vive per sempre.
Penso a un altro grande italiano, figura centrale della comunità ebraica del mio Paese, il rabbino capo di Roma, Elio Toaff. Rav Toaff lottò contro lo squallore delle leggi razziali del 1938 che ancora fanno scendere una cappa di vergogna imperitura sulla nostra nazione, poi si impegnò in prima persona per la liberazione dal fascismo e quindi fu tra i protagonisti della ricostruzione. Uomo di grande dialogo fu lui il promotore della storica visita di Papa Giovanni Paolo II alla Grande Sinagoga di Roma. Proprio nel Tempio in cui lo abbiamo salutato per l’ultima volta qualche settimana fa: ci ha lasciato appena qualche giorno prima di compiere 100 anni, spesi interamente a servizio del Suo Paese. Del nostro futuro.
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qui gorizia - redazione aperta
Sulle tracce di Michelstaedter
Luogo chiave del Novecento europeo, punto di incontro tra lingue, etnie e identità diverse, un tempo “Gerusalemme dell’Isonzo”, la città di Gorizia è stata l’ultima meta della settima edizione di Redazione Aperta, il laboratorio giornalistico organizzato a Trieste dalla redazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
A guidare il percorso sulle tracce dell’ebraismo goriziano lo studente universitario Michele Migliori. Numerosi i personaggi che lo hanno reso illustre: dal filosofo e pittore Carlo Michelstaedter al glottologo Graziadio Isaia Ascoli, dalla giornalista Carolina Luzzatto, prima donna italiana a dirigere un quotidiano, al rabbino Berti Eckert.
Paolo Rumiz, in un articolo apparso alcuni anni fa su Repubblica, descriveva così Gorizia: “Era piccola, ma per il suo clima incantevole l’avevano ribattezzata ‘Nizza d’Austria’. Aveva un’anima complessa, era polo e mercato naturale per gente diverse. Scriveva nel 1567 il nunzio apostolico Girolamo da Porcia: ‘Nel mangiare, nel bere e nel vestire sono tedeschi. Vi si parlano tre lingue: tedesca, schiava e italiana”.
Il luogo fisico che più rappresenta questa dimensione del tutto unica della città è piazza della Transalpina, dove fino a quell’anno passava l’ultimo muro d’Europa, a segnare il confine tra Gorizia e Nova Gorica, tra Italia e Slovenia. Un luogo che rappresenta una separazione, ma anche un intreccio identitario e linguistico. Proprio dalla stazione di Nova Gorica è iniziato l’itinerario della redazione, arrivata attraverso la storica ferrovia Transalpina, che fu creata ai primi del Novecento dall’Impero austro-ungarico per collegare il porto di Trieste con il centro dell’Europa.
Ad inaugurare il percorso, dopo i saluti del direttore della Biblioteca Statale Isontina Marco Menato, che ha illustrato le difficoltà e le sfide della conduzione un polo culturale ‘decentrato’, è Antonella Gallarotti, curatrice del Fondo Michelstaedter, che ha fatto allestire una piccola ma significativa mostra appositamente per la redazione.

(Nell’immagine Antonella Gallarotti, curatrice del Fondo Michelstaedter, illustra le teche fatte allestire per la redazione).
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qui roma 
Deputazione, impegno sociale 
Nuovo mandato alla guida della Deputazione ebraica per il consigliere della Comunità ebraica romana Piero Bonfiglioli. Nel Consiglio della deputazione, ente che esplica l’attività di servizio sociale, supporto psicologico e prevenzione del disagio nell’ambito e per conto della Comunità, risultato eletti anche Ariel Arbib, Alberto Ouazana, Loredana Spagnoletto, Angelo Sed, Sara Tesciuba, Ruben Dell’Ariccia, Emilia Di Veroli, Gina Nahum, Donatella Pajalich ed Edith Arbib.
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pagine ebraiche - agosto 2015
Il dibattito sul gas israeliano
Nei mesi scorsi si è di nuovo infiammato il dibattito politico in Israele sulla questione dei diritti per l'estrazione di gas dai giacimenti scoperti nel 2010, a pochi chilometri dalla costa di Haifa. Il primo ministro Netanyahu, per recepire una raccomandazione dell'antitrust, ha assegnato i diritti per lo sfruttamento del giacimento Leviatan congiuntamente a una società americana (Noble Energy) e a una israeliana (Delek), e per questo è stato criticato duramente da diversi settori della politica e dai media. Come si spiega questa polemica rovente e qual è la posta in gioco?
A infiammare gli animi sono due terreni scivolosi sui quali i leader politici di tutti i paesi si muovono sempre con difficoltà. Il primo campo minato è la necessità di contemperare le esigenze da un lato delle società petrolifere, che devono effettuare investimenti ingenti per tanti anni e pretendono un ritorno in termini di garanzie sui proventi dell'estrazione di gas, dall'altro lato le giuste richieste dell'opinione pubblica che vuole che le ricchezze naturali del paese vadano ad arricchire cittadini e contribuenti e non le società petrolifere straniere.

Aviram Levy, economista 
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L'INIZIATIVA DEL DEC UCEI
La sfida di crescere insieme
Momenti di svago e di studio, rivolti sia a grandi che piccini, hanno caratterizzato la settimana organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ad Alba di Canazei sotto la guida del rav Roberto Della Rocca, direttore del Dec UCEI, di Odelia Liberanome e delle morot Sarah Limentani e Claudia Jonas. Il Rav Della Rocca ci ha condotti attraverso l’analisi di passi biblici e talmudici e ci ha fatto addentrare nella profondità dei commenti rabbinici. Con Odelia Liberanome abbiamo potuto migliorare, ciascuno secondo il proprio livello di partenza, le nostre conoscenze di ebraico e le nostre competenze nella scrittura e nella lettura.

Silvia Torsella Della Corte, Taranto, Comunità ebraica di Napoli
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pilpul
Tra minoranze
Prali (TO) potrebbe sembrare un paese di montagna come tanti: piste da discesa e da fondo d’inverno, passeggiate d’estate, qualche bar, qualche ristorante, tutto intorno a una piazza principale con il municipio e la chiesa. Così almeno penserebbe un turista ignaro, prima di scoprire che in realtà la chiesa cattolica è quella piccola che sorge un po’ appartata, mentre il luogo di culto che si affaccia sulla piazza principale è il tempio valdese. Una bella soddisfazione, devo ammetterlo, per me bambina passare le vacanze in quel mondo incantato in cui una minoranza religiosa era orgogliosamente maggioranza e la maggioranza (i villeggianti cattolici) era costretta a comportarsi da minoranza. Ed era anche una soddisfazione ascoltare mia nonna che si intratteneva in lunghe conversazioni bibliche con gli abitanti del paese e poi ogni volta mi faceva notare che altrove i contadini non sarebbero stati così colti. Peraltro l’amore per la lettura pare essere un’altra caratteristica peculiare di questo paese, che da 13 anni ospita ogni estate tra luglio e agosto un’interessante rassegna chiamata Pralibro, con presentazioni di libri, dibattiti, mostre, concerti, ecc., che vede tra l’altro la partecipazione di scrittori e personaggi anche molto importanti.

Anna Segre, insegnante
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Giovani a Teheran
A Teheran, da quanto si legge su alcuni media, dopo la conclusione dell'intesa sul nucleare iraniano, molte persone sarebbero scese nelle piazze per festeggiare l'evento, prima di essere in seguito prontamente disperse dalla polizia con l'ausilio di gas lacrimogeni. Le ragioni di questi celebrazioni, sarebbero secondo un giovane intervistato da La Stampa, “la fiducia nell’Iran che l’accordo potrebbe portare e la questione dei diritti umani e delle minoranze, la libertà di stampa e di religione. Speriamo dunque che l’accordo di oggi possa portare più trasparenza, maggiori scambi di visite e informazioni tra noi e il mondo, una vera democrazia e una vera libertà”.

Francesco Moises Bassano, studente
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Se credi
"Se credi di poter causare danni, allora credi anche di potervi rimediare. Se credi di poter nuocere, allora credi anche di poter risanare" (Rabbi Nachman di Brazlav).
 

Ilana Bahbout



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