Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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La
piazza dietro la piccola sinagoga di San Nicandro Garganico da ieri è
intitolata a Donato Levi Manduzio, la guida spirituale del gruppo di
sannicandresi che negli anni tra il 1930 ed il 1950 scelsero l’ebraismo
come fede e Israele come luogo di residenza. Alcuni rimasero in paese,
accanto al folle visionario che gli insegnò Torà e preghiere in
dialetto e da quel nucleo è nata la comunità sannicandrese attuale.
Verrebbe da chiedersi perché un Donato Levi Manduzio non sia nato a
Milano, a Trieste, a Napoli, a Roma.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Osservatori,
analisti, politici, militari e strateghi, e mettiamoci pure gli
economisti e gli storici. Nessuno fra i cosiddetti esperti ci capisce
più nulla di quel che sta accadendo in Medio Oriente. Di certo si sta
trasformando completamente, sicuramente non ci sono più poteri
dominanti ed egemoni, e per certo non è più solo il petrolio a muovere
le dinamiche sociali, politiche, etniche, religiose e militari. A me
colpiscono due fatti importanti, a cui se ne aggiunge uno che mi
inquieta. Della prima, fra le novità importanti, si parla anche troppo:
si tratta dell’accordo fra i paesi membri del consiglio di sicurezza
dell’Onu più la Germania (che aveva perso la guerra, ma è come se
l’avesse vinta) con l’Iran per il controllo del suo programma nucleare.
La seconda novità, di cui si parla poco, ma sbagliando, è il
completamento del nuovo Canale di Suez, realizzato in dieci mesi dal
regime di Al Sisi.
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Orrore a Kfar Douma
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Si
sospetta la mano di un gruppo estremista dietro all’attacco incendiario
compiuto questa notte nel villaggio arabo di Kfar Douma, vicino a
Nablus, nel corso del quale è stato ucciso un bambino palestinese di un
anno e mezzo e altri tre sono rimasti gravemente feriti. Vicino al
luogo dell’agguato sono stati individuati alcuni graffiti in ebraico
con scritto “Vendetta” e “Lunga vita al Messia”.
“L’attacco contro i civili palestinesi è un barbaro atto di terrorismo”, ha affermato il portavoce dell’esercito israeliano.
Ferma reazione delle istituzioni all’attacco omofobo che ha portato al
ferimento di alcuni manifestanti del Gay Pride di Gerusalemme, tra cui
una donna ricoverata in gravi condizioni. “Il Gay Pride celebra la
libertà, questa intolleranza ci porterà al disastro” il commento del
presidente Reuven Rivlin riportato oggi dai quotidiani italiani.
La Stampa, tra gli altri, traccia il profilo dell’estremista
responsabile dell’azione: Yishai Schissel, 40 anni, uscito da pochi
giorni dal carcere dopo aver scontato dieci anni per tentato omicidio.
In prigione nel 2005 ci era finito per un attacco identico: si era
scagliato sul Gay Pride – il primo di Gerusalemme – e aveva pugnalato
tre persone.
Le leggi israeliane per i diritti omosessuali, ricorda il Corriere,
sono tra le più avanzate. “Una decisione della Corte Suprema, nel 2005
– si legge – ha permesso a una lesbica di adottare ufficialmente il
figlio nato da inseminazione artificiale della compagna e tre anni dopo
sono state riconosciute le adozioni di bambini senza legame biologico
con uno dei genitori da parte di coppie dello stesso sesso”.
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ferma condanna dopo i fatti di sangue
Attacco alla democrazia
“Ho
dato ordine alle nostre forze di sicurezza di agire con tutti i mezzi a
disposizione per catturare gli assassini e portarli al più presto in
giudizio. Sono sconvolto da questo terribile crimine. Si tratta di
terrorismo a tutti gli effetti”. Questa la ferma presa di posizione del
primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a margine dell’attacco
incendiario compiuto nella notte da estremisti nel villaggio arabo di
Kfar Douma, vicino a Nablus, nel corso del quale è stato ucciso un
bambino palestinese di un anno e mezzo, Ali Saad Dawabsheh, e i
genitori e il fratellino del piccolo hanno subito gravissime ustioni su
tutto il corpo e sono adesso ricoverati in condizioni critiche in
ospedale.
Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro della Difesa Moshe
Yaalon, che ha parlato di “episodio intollerabile” e ha garantito tutti
gli sforzi necessari per assicurare i criminali alla giustizia. “Questa
intolleranza ci porterà al disastro”, il commento del capo dello Stato
Reuven Rivlin. Mentre Moti Almoz, portavoce dell’esercito, ha
affermato: “Non ricordo un episodio così grave negli ultimi anni”.
Condannata con forza da tutta la classe politica, la barbarie di Kfar
Douma arriva a poche ore dall’attacco omofobo contro i manifestanti del
Gay Pride di Gerusalemme, compiuto sempre in nome dell’oltranzismo e
del fanatismo religioso da parte dell’estremista Yishai Schlissel,
appena scarcerato dopo dieci anni di detenzione per l’aggressione
compiuta, nelle stesse modalità, alla parata del 2005 (la prima
organizzata nella Capitale). Mentre sono in molti a interrogarsi
sull’efficacia delle misure di sicurezza che avrebbero dovuto
scongiurare una simile eventualità, il primo ministro è così
intervenuto: “Le libere scelte di ciascun individuo sono uno dei valori
base in Israele. “I responsabili saranno puniti con rigore”.
Una vigilia di Shabbat che corre dunque sul filo della tensione,
alimentata da chi non aspettava altro che un’occasione di questo tipo.
Il movimento terroristico Hamas, che negli scorsi giorni aveva indetto
per queste ore una “Giornata di collera”, diffonde infatti nuove
terribili minacce. “Dopo i fatti di Kfar Douma ogni cittadino
israeliano è un potenziale obiettivo”, il messaggio riportato dai media
locali.
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il protocollo d'intesa ucei-iss
Resilienza, focus sulle Comunità
Promozione,
ricerca e formazione su temi di salute globale. Questo l’ambito del
protocollo d’intesa siglato tra Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
e Istituto Superiore di Sanità per favorire l’azione sinergica in un
campo, quello del benessere psico-fisico, già segnato da proficue
collaborazioni come nel caso del progetto di ricerca sulla resilienza
condotto negli scorsi mesi presso la scuola ebraica romana Angelo
Sacerdoti. Tra le protagoniste dell’intesa Daniela Pavoncello
(nell’immagine), consigliera UCEI e coordinatrice della commissione
scuola, che ha portato avanti l’accordo a stretto contatto con
l’assessore al Bilancio Noemi Di Segni. “Si tratta di un’intesa dalla
durata triennale. Un’opportunità preziosa – afferma Pavoncello – i cui
benefici andranno a vantaggio di tutte e 21 le comunità ebraiche
italiane, in particolare nelle scuole, dove sarà valutata la capacità
di resilienza di comunità dei giovani preadolescenti”. Anche nel solco,
aggiunge, degli interessanti risultati emersi presso la scuola
Sacerdoti presentati dal responsabile scientifico del progetto Luca
Rosi e dal gruppo di ricerca dell’ISS.
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firenze - balagan cafè
Quando la musica unisce
Sono
le 21.30, trenta minuti oltre l'orario di inizio previsto, e c'è ancora
gente in coda. Un flusso che cesserà solo a tarda serata, in un
giardino della sinagoga gremito e palpitante di entusiasmo, in attesa
dell'evento clou della terza edizione del Balagan Cafè: il concerto di
Frank London, trombettista e anima dei Klezmatics e uno dei più
ammirati e prolifici jazzisti della scena newyorkese contemporanea. “È
un sogno che si realizza” afferma il direttore artistico del festival
Enrico Fink, che sugli scalini del Tempio “dialoga” per due ore con
l'illustre ospite attraverso voci e strumenti dell'Orchestra
Multietnica di Arezzo, altra sua creazione che molti successi ha
riscosso in questi anni. Ed è proprio la multetnicità, l'incontro tra
luoghi e tradizioni differenti, e non solo in chiave artistica, a
connotare la serata e costituire il filo conduttore di tutto il
festival. Lo ricorda la presidente della Comunità ebraica fiorentina
Sara Cividalli, sottolineando l'arricchimento che deriva dalla
costruzione di ponti interculturali e il rinnovamento (che ne consegue)
della lotta all'odio e al pregiudizio. Una sfida che la Comunità si
candida a svolgere da protagonista, anche in vista dell'appuntamento
con la Giornata Europea della Cultura Ebraica di cui, per il 2015, sarà
città capofila.
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qui san nicandro garganico
Nel nome di Donato Manduzio
San
Nicandro Garganico. Una cittadina nell’entroterra alle porte del
Gargano nella quale, come noto, nel corso della prima metà del secolo
scorso è fiorito un movimento ebraico unico nel suo genere. In poche
parole un signore di nome Donato Manduzio impara a leggere, legge la
Bibbia e decide di comportarsi in conformità alle regole della Torah.
Tutto molto semplice se non per il fatto che settanta persone lo
seguono nella conversione all’ebraismo e nella aliyah in Eretz Israel.
Restano quattro donne, e, sotto la guida di Lucia Giordano, si riforma
un nuovo gruppo che mantiene le antiche tradizioni. Ho semplificato in
poche righe un argomento sul quale hanno scritto storici di diverse
università nel mondo. Oggi la comunità sannicandrese, come detto in
altre occasioni, vive intorno al suo tempio. Mercoledì scorso è stato
celebrato tra l’altro un matrimonio. Negli ultimi anni anche la
cittadinanza sannicandrese ha preso coscienza della portata di questo
fenomeno, unico nel suo genere, e già in diverse occasioni il sindaco
Pier Paolo Gualano ha partecipato ad eventi organizzati nel territorio
comunale.
Ieri il comune di San Nicandro Garganico ha dato un riconoscimento
formale alla straordinaria persona che è stata Donato Levi Manduzio z”l
intitolando a lui una piazza in prossimità del tempio e dei locali
della comunità. Presenti all’evento, oltre al sindaco, autorità civili
e militari, il rabbino capo di Napoli rav Umberto Piperno, rav
Pierpaolo Punturello. Una storia che potrebbe sembrare una bella favola
ma che invece è una realtà che vuole consolidarsi.
Una realtà che, torno a dire, non la si può capire se non la si vede coi propri occhi.
Gadi Piperno, coordinatore UCEI delle attività
per gli ebrei lontani e progetto meridione
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la rassegna settimanale di melamed
La scuola, bene comune
Melamed
è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo
italiano che da più di tre anni è dedicata a questioni relative a
educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna
viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno
responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Da alcune
settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione
settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate
sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la newsletter
settimanale di melamed cliccare qui.
“Un’occasione per dirsi cosa rende la scuola (statale o paritaria che
sia) ‘pubblica’. Cioè scrupolosamente aderente al dettato
costituzionale che la dice ‘aperta a tutti’. Non ai cittadini, non agli
abbienti, non ai praticanti di un credo o di nessuno, ma a tutti”. Così
sul Corriere il 27 luglio commenta le sentenze della Corte
Costituzionale il professor Alberto Melloni, docente universitario,
consigliere per il ministro all’Istruzione e coordinatore della
Commissione ministeriale su Pluralismo, libertà e studio delle scienze
religiose nella scuola. Sentenze su cui tutte le maggiori testate
nazionali hanno scritto moltissimo. La vicenda inizia a Livorno, nel
2011: il Comune chiede a due istituti scolastici gestiti da enti
religiosi di pagare l’imposta comunale sugli immobili dovuta per gli
anni dal 2004 al 2009, sanzioni comprese. Il contenzioso legale che ne
è seguito è culminato, l’8 luglio scorso, con il deposito delle
sentenze 14225 e 14226 della V sezione civile della Corte di Cassazione
che danno ragione al Comune: l’Ici arretrata va pagata.
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israele - in viaggio con taglit Da Masada al Mar Morto
Roma,
Milano, Firenze, Palermo, Malta, Verona, Venezia, Bologna, Torino,
Trieste, ma anche Svizzera, Regno Unito e Lettonia. Vengono da tutta
Italia (e non solo) i ragazzi in viaggio con l’edizione tricolore di
Taglit-Birthright, organizzazione che offre la possibilità di visitare
Israele a giovani dai 18 ai 26 anni. Su Pagine Ebraiche le
testimonianze dei partecipanti.
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Una storia italiana |
Chissà
se il discorso di Renzi alla Knesset della settimana scorsa, con il
ricordo e il ringraziamento agli uomini della Brigata Ebraica per il
loro contributo alla liberazione dell’Italia, potrà aiutare a smorzare
le solite infelicissime polemiche che si ripetono alla vigilia di ogni
25 aprile. Forse è lecito sperare che questo ringraziamento pubblico e
solenne non potrà essere ignorato. Se non altro è stato sottolineato un
aspetto che mi pare non sempre venga colto a dovere: la storia della
Brigata Ebraica è parte della storia italiana; anzi, a rigor di logica
riguarda l’Italia più di quanto non riguardi Israele, dato che la
Brigata ha combattuto in Italia mentre Israele non esisteva ancora.
Ricordarla nelle celebrazioni per la Liberazione non dovrebbe essere
sentito come un segno di rispetto per la memoria degli ebrei, ma come
un doveroso contributo alla memoria di tutti.
Anna Segre, insegnante
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Binari |
La
stazione di Villa Opicina non esiste, almeno teoricamente, non è
indicata né sugli orari ferroviari italiani e nemmeno su quelli
sloveni. Eppure da qui partono i pochi treni rimasti che attraversano
il confine. Prima del 2003, vi passavano giornalmente treni dal nome
evocativo come il “Simplon” per Budapest, il “Kras” per Lubiana, o il
“Venezia” che giungeva fino a Mosca. Pare quasi che vi sia un arduo
tentativo politico, per far sì che i due paesi – l’Italia e la Slovenia
– non si incontrino più, così che gli unici collegamenti per Trieste
restino esclusivamente italiani. Ma la piccola stazione di Villa
Opicina non è soltanto un luogo di frontiera, è parte di una storia più
vasta.
Francesco Moises Bassano, studente
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