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31 luglio 2015 - 15 Av 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
La piazza dietro la piccola sinagoga di San Nicandro Garganico da ieri è intitolata a Donato Levi Manduzio, la guida spirituale del gruppo di sannicandresi che negli anni tra il 1930 ed il 1950 scelsero l’ebraismo come fede e Israele come luogo di residenza. Alcuni rimasero in paese, accanto al folle visionario che gli insegnò Torà e preghiere in dialetto e da quel nucleo è nata la comunità sannicandrese attuale. Verrebbe da chiedersi perché un Donato Levi Manduzio non sia nato a Milano, a Trieste, a Napoli, a Roma.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Osservatori, analisti, politici, militari e strateghi, e mettiamoci pure gli economisti e gli storici. Nessuno fra i cosiddetti esperti ci capisce più nulla di quel che sta accadendo in Medio Oriente. Di certo si sta trasformando completamente, sicuramente non ci sono più poteri dominanti ed egemoni, e per certo non è più solo il petrolio a muovere le dinamiche sociali, politiche, etniche, religiose e militari. A me colpiscono due fatti importanti, a cui se ne aggiunge uno che mi inquieta. Della prima, fra le novità importanti, si parla anche troppo: si tratta dell’accordo fra i paesi membri del consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania (che aveva perso la guerra, ma è come se l’avesse vinta) con l’Iran per il controllo del suo programma nucleare. La seconda novità, di cui si parla poco, ma sbagliando, è il completamento del nuovo Canale di Suez, realizzato in dieci mesi dal regime di Al Sisi.
 
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Orrore a Kfar Douma
Si sospetta la mano di un gruppo estremista dietro all’attacco incendiario compiuto questa notte nel villaggio arabo di Kfar Douma, vicino a Nablus, nel corso del quale è stato ucciso un bambino palestinese di un anno e mezzo e altri tre sono rimasti gravemente feriti. Vicino al luogo dell’agguato sono stati individuati alcuni graffiti in ebraico con scritto “Vendetta” e “Lunga vita al Messia”.
“L’attacco contro i civili palestinesi è un barbaro atto di terrorismo”, ha affermato il portavoce dell’esercito israeliano.

Ferma reazione delle istituzioni all’attacco omofobo che ha portato al ferimento di alcuni manifestanti del Gay Pride di Gerusalemme, tra cui una donna ricoverata in gravi condizioni. “Il Gay Pride celebra la libertà, questa intolleranza ci porterà al disastro” il commento del presidente Reuven Rivlin riportato oggi dai quotidiani italiani.
La Stampa, tra gli altri, traccia il profilo dell’estremista responsabile dell’azione: Yishai Schissel, 40 anni, uscito da pochi giorni dal carcere dopo aver scontato dieci anni per tentato omicidio. In prigione nel 2005 ci era finito per un attacco identico: si era scagliato sul Gay Pride – il primo di Gerusalemme – e aveva pugnalato tre persone.
Le leggi israeliane per i diritti omosessuali, ricorda il Corriere, sono tra le più avanzate. “Una decisione della Corte Suprema, nel 2005 – si legge – ha permesso a una lesbica di adottare ufficialmente il figlio nato da inseminazione artificiale della compagna e tre anni dopo sono state riconosciute le adozioni di bambini senza legame biologico con uno dei genitori da parte di coppie dello stesso sesso”.
 
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  davar
ferma condanna dopo i fatti di sangue  
Attacco alla democrazia
“Ho dato ordine alle nostre forze di sicurezza di agire con tutti i mezzi a disposizione per catturare gli assassini e portarli al più presto in giudizio. Sono sconvolto da questo terribile crimine. Si tratta di terrorismo a tutti gli effetti”. Questa la ferma presa di posizione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a margine dell’attacco incendiario compiuto nella notte da estremisti nel villaggio arabo di Kfar Douma, vicino a Nablus, nel corso del quale è stato ucciso un bambino palestinese di un anno e mezzo, Ali Saad Dawabsheh, e i genitori e il fratellino del piccolo hanno subito gravissime ustioni su tutto il corpo e sono adesso ricoverati in condizioni critiche in ospedale.
Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro della Difesa Moshe Yaalon, che ha parlato di “episodio intollerabile” e ha garantito tutti gli sforzi necessari per assicurare i criminali alla giustizia. “Questa intolleranza ci porterà al disastro”, il commento del capo dello Stato Reuven Rivlin. Mentre Moti Almoz, portavoce dell’esercito, ha affermato: “Non ricordo un episodio così grave negli ultimi anni”.
Condannata con forza da tutta la classe politica, la barbarie di Kfar Douma arriva a poche ore dall’attacco omofobo contro i manifestanti del Gay Pride di Gerusalemme, compiuto sempre in nome dell’oltranzismo e del fanatismo religioso da parte dell’estremista Yishai Schlissel, appena scarcerato dopo dieci anni di detenzione per l’aggressione compiuta, nelle stesse modalità, alla parata del 2005 (la prima organizzata nella Capitale). Mentre sono in molti a interrogarsi sull’efficacia delle misure di sicurezza che avrebbero dovuto scongiurare una simile eventualità, il primo ministro è così intervenuto: “Le libere scelte di ciascun individuo sono uno dei valori base in Israele. “I responsabili saranno puniti con rigore”.
Una vigilia di Shabbat che corre dunque sul filo della tensione, alimentata da chi non aspettava altro che un’occasione di questo tipo. Il movimento terroristico Hamas, che negli scorsi giorni aveva indetto per queste ore una “Giornata di collera”, diffonde infatti nuove terribili minacce. “Dopo i fatti di Kfar Douma ogni cittadino israeliano è un potenziale obiettivo”, il messaggio riportato dai media locali. 
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il protocollo d'intesa ucei-iss
Resilienza, focus sulle Comunità
Promozione, ricerca e formazione su temi di salute globale. Questo l’ambito del protocollo d’intesa siglato tra Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Istituto Superiore di Sanità per favorire l’azione sinergica in un campo, quello del benessere psico-fisico, già segnato da proficue collaborazioni come nel caso del progetto di ricerca sulla resilienza condotto negli scorsi mesi presso la scuola ebraica romana Angelo Sacerdoti. Tra le protagoniste dell’intesa Daniela Pavoncello (nell’immagine), consigliera UCEI e coordinatrice della commissione scuola, che ha portato avanti l’accordo a stretto contatto con l’assessore al Bilancio Noemi Di Segni. “Si tratta di un’intesa dalla durata triennale. Un’opportunità preziosa – afferma Pavoncello – i cui benefici andranno a vantaggio di tutte e 21 le comunità ebraiche italiane, in particolare nelle scuole, dove sarà valutata la capacità di resilienza di comunità dei giovani preadolescenti”. Anche nel solco, aggiunge, degli interessanti risultati emersi presso la scuola Sacerdoti presentati dal responsabile scientifico del progetto Luca Rosi e dal gruppo di ricerca dell’ISS.  
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firenze - balagan cafè 
Quando la musica unisce
Sono le 21.30, trenta minuti oltre l'orario di inizio previsto, e c'è ancora gente in coda. Un flusso che cesserà solo a tarda serata, in un giardino della sinagoga gremito e palpitante di entusiasmo, in attesa dell'evento clou della terza edizione del Balagan Cafè: il concerto di Frank London, trombettista e anima dei Klezmatics e uno dei più ammirati e prolifici jazzisti della scena newyorkese contemporanea. “È un sogno che si realizza” afferma il direttore artistico del festival Enrico Fink, che sugli scalini del Tempio “dialoga” per due ore con l'illustre ospite attraverso voci e strumenti dell'Orchestra Multietnica di Arezzo, altra sua creazione che molti successi ha riscosso in questi anni. Ed è proprio la multetnicità, l'incontro tra luoghi e tradizioni differenti, e non solo in chiave artistica, a connotare la serata e costituire il filo conduttore di tutto il festival. Lo ricorda la presidente della Comunità ebraica fiorentina Sara Cividalli, sottolineando l'arricchimento che deriva dalla costruzione di ponti interculturali e il rinnovamento (che ne consegue) della lotta all'odio e al pregiudizio. Una sfida che la Comunità si candida a svolgere da protagonista, anche in vista dell'appuntamento con la Giornata Europea della Cultura Ebraica di cui, per il 2015, sarà città capofila.
qui san nicandro garganico
 Nel nome di Donato Manduzio 
San Nicandro Garganico. Una cittadina nell’entroterra alle porte del Gargano nella quale, come noto, nel corso della prima metà del secolo scorso è fiorito un movimento ebraico unico nel suo genere. In poche parole un signore di nome Donato Manduzio impara a leggere, legge la Bibbia e decide di comportarsi in conformità alle regole della Torah. Tutto molto semplice se non per il fatto che settanta persone lo seguono nella conversione all’ebraismo e nella aliyah in Eretz Israel. Restano quattro donne, e, sotto la guida di Lucia Giordano, si riforma un nuovo gruppo che mantiene le antiche tradizioni. Ho semplificato in poche righe un argomento sul quale hanno scritto storici di diverse università nel mondo. Oggi la comunità sannicandrese, come detto in altre occasioni, vive intorno al suo tempio. Mercoledì scorso è stato celebrato tra l’altro un matrimonio. Negli ultimi anni anche la cittadinanza sannicandrese ha preso coscienza della portata di questo fenomeno, unico nel suo genere, e già in diverse occasioni il sindaco Pier Paolo Gualano ha partecipato ad eventi organizzati nel territorio comunale.
Ieri il comune di San Nicandro Garganico ha dato un riconoscimento formale alla straordinaria persona che è stata Donato Levi Manduzio z”l intitolando a lui una piazza in prossimità del tempio e dei locali della comunità. Presenti all’evento, oltre al sindaco, autorità civili e militari, il rabbino capo di Napoli rav Umberto Piperno, rav Pierpaolo Punturello. Una storia che potrebbe sembrare una bella favola ma che invece è una realtà che vuole consolidarsi.
Una realtà che, torno a dire, non la si può capire se non la si vede coi propri occhi.

Gadi Piperno, coordinatore UCEI delle attività
per gli ebrei lontani e progetto meridione

la rassegna settimanale di melamed 
La scuola, bene comune
Melamed è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo italiano che da più di tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Da alcune settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la newsletter settimanale di melamed
cliccare qui.

“Un’occasione per dirsi cosa rende la scuola (statale o paritaria che sia) ‘pubblica’. Cioè scrupolosamente aderente al dettato costituzionale che la dice ‘aperta a tutti’. Non ai cittadini, non agli abbienti, non ai praticanti di un credo o di nessuno, ma a tutti”. Così sul Corriere il 27 luglio commenta le sentenze della Corte Costituzionale il professor Alberto Melloni, docente universitario, consigliere per il ministro all’Istruzione e coordinatore della Commissione ministeriale su Pluralismo, libertà e studio delle scienze religiose nella scuola. Sentenze su cui tutte le maggiori testate nazionali hanno scritto moltissimo. La vicenda inizia a Livorno, nel 2011: il Comune chiede a due istituti scolastici gestiti da enti religiosi di pagare l’imposta comunale sugli immobili dovuta per gli anni dal 2004 al 2009, sanzioni comprese. Il contenzioso legale che ne è seguito è culminato, l’8 luglio scorso, con il deposito delle sentenze 14225 e 14226 della V sezione civile della Corte di Cassazione che danno ragione al Comune: l’Ici arretrata va pagata.


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israele - in viaggio con taglit
Da Masada al Mar Morto
Roma, Milano, Firenze, Palermo, Malta, Verona, Venezia, Bologna, Torino, Trieste, ma anche Svizzera, Regno Unito e Lettonia. Vengono da tutta Italia (e non solo) i ragazzi in viaggio con l’edizione tricolore di Taglit-Birthright, organizzazione che offre la possibilità di visitare Israele a giovani dai 18 ai 26 anni. Su Pagine Ebraiche le testimonianze dei partecipanti.

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pilpul
Una storia italiana 
Chissà se il discorso di Renzi alla Knesset della settimana scorsa, con il ricordo e il ringraziamento agli uomini della Brigata Ebraica per il loro contributo alla liberazione dell’Italia, potrà aiutare a smorzare le solite infelicissime polemiche che si ripetono alla vigilia di ogni 25 aprile. Forse è lecito sperare che questo ringraziamento pubblico e solenne non potrà essere ignorato. Se non altro è stato sottolineato un aspetto che mi pare non sempre venga colto a dovere: la storia della Brigata Ebraica è parte della storia italiana; anzi, a rigor di logica riguarda l’Italia più di quanto non riguardi Israele, dato che la Brigata ha combattuto in Italia mentre Israele non esisteva ancora. Ricordarla nelle celebrazioni per la Liberazione non dovrebbe essere sentito come un segno di rispetto per la memoria degli ebrei, ma come un doveroso contributo alla memoria di tutti.

Anna Segre, insegnante
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Binari
La stazione di Villa Opicina non esiste, almeno teoricamente, non è indicata né sugli orari ferroviari italiani e nemmeno su quelli sloveni. Eppure da qui partono i pochi treni rimasti che attraversano il confine. Prima del 2003, vi passavano giornalmente treni dal nome evocativo come il “Simplon” per Budapest, il “Kras” per Lubiana, o il “Venezia” che giungeva fino a Mosca. Pare quasi che vi sia un arduo tentativo politico, per far sì che i due paesi – l’Italia e la Slovenia – non si incontrino più, così che gli unici collegamenti per Trieste restino esclusivamente italiani. Ma la piccola stazione di Villa Opicina non è soltanto un luogo di frontiera, è parte di una storia più vasta.

Francesco Moises Bassano, studente
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