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12 agosto 2015 - 26 Av 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“... non farete in questo modo all’Eterno vostro Signore ...” (Devarìm 12, 4). Ha detto riguardo a questo verso il Grande Rabbi Menachem Mendel di Kotzk: “all’Eterno vostro Signore ... non farete in questo modo”, cioè  non farete un’azione o una mitzvà così sotto forma di abitudine o routine, solo per uscirne d’obbligo.
 
Davide
Assael,
ricercatore
È molto divertente vedere le acrobazie dei politici italiani per non mostrarsi troppo schierati contro le parole forti utilizzate dalle gerarchie vaticane sulla questione migranti. Chi sostiene di essere stato frainteso, chi dice che quelle parole erano rivolte ad altri, chi sottolinea come la Chiesa abbia posizioni molto diverse al proprio interno e che un'Istituzione plurimillenaria non possa essere appiattita sulle parole di un singolo cardinale.
 
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Nirenstein ambasciatrice
le reazioni alla nomina
“Sono sionista e amo i nostri due Paesi”, l’Italia e Israele. Così Fiamma Nirenstein si racconta oggi sui quotidiani italiani dopo la notizia della sua nomina, decisa dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, ad ambasciatore d’Israele a Roma. Incarico che assumerà nel 2016, andando a sostituire l’attuale ambasciatore Naor Gilon. “E l’inizio di una nuova fase della mia vita – dichiara Nirenstein alla Stampa – nella quale mi guideranno, come sempre, l’amore per Israele e per l’Italia”. Giornalista ed ex parlamentare a Roma, al Giornale – quotidiano su cui negli ultimi anni ha scritto di Israele e Medio Oriente – Nirenstein sottolinea di dover rinunciare alla cittadinanza italiana: “Sono orgogliosamente diventata una italkim, un’israeliana con cuore italiano e sono molto contenta di far parte di questa speciale comunità”. Diverse le reazioni alla sua nomina, in particolare all’interno del mondo ebraico italiano. Tra queste quella del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni che, scrive La Stampa “Sorvola sul merito della Nirenstein (‘è una bravissima giornalista, stop’) ma ammette l’inquietudine: ‘Temo che ci possano essere problemi, basta leggere cosa circola già in Rete sulla sua doppia cittadinanza’”. “Poche parole – riporta invece Repubblica – anche da Emanuele Fiano, deputato Pd e cugino di Nirenstein: ‘Le auguro buon lavoro per un incarico delicato. Io sono italiano e fiero della storia della mia famiglia’”. Nessun commento da Ruth Dureghello, attuale presidente della Comunità ebraica di Roma, carica per cui Nirenstein si era candidata nelle recenti elezioni comunitarie, entrando a far parte del Consiglio. Di “orgoglio e felicità” parla invece il presidente della Comunità ebraica di Firenze Sara Cividalli, in un’intervista pubblicata sulle pagine fiorentine del Corriere, in cui racconta l’attesa per la Giornata della Cultura ebraica, di cui Firenze sarà città capofila e a cui è annunciata la presenza del Premier Matteo Renzi.
 
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  davar
lo storico reportage del forward
Uno sguardo ebraico sull'Iran
L'Iran visto dall'interno, chiedendo ai suoi cittadini cosa pensano dell'accordo sul nucleare siglato con gli Stati Uniti e con le altre potenze, che opinione hanno di Israele e degli ebrei, cosa vuol dire vivere in uno Stato che viola continuamente i diritti umani, e soprattutto quali sono le loro speranze per il futuro. Il tanto atteso reportage sull'Iran dell'americano Jewish Daily Forward, primo giornale ebraico ad avere il permesso ufficiale di entrare in terra iraniana e scrivere del regime degli Ayatollah, è online. A firmarlo, Larry Cohler-Esses, giornalista esperto di Medio Oriente con un passato da docente di inglese nell'Iran pre-rivoluzione islamica.
Il lungo resoconto di Cohler-Esses è un affresco, attraverso le parole delle persone incontrante nel viaggio – semplici cittadini così come ayatollah o membri del governo -, della complessità di un Paese che sembra aspirare a un cambiamento, a un nuovo futuro, ma di cui molti, Israele in primis, vogliono capire le intenzioni. In modo asciutto e diretto, il giornalista mette in luce le contraddizioni di uno Stato considerato da una buona fetta dell'opinione pubblica internazionale come una minaccia per la pace mondiale. E, dall'altra parte, ne mette in luce gli aspetti più umani, decostruendo molti pregiudizi. Ad esempio è lo stesso Cohler-Esses a dirsi sorpreso delle reazioni ricevute in merito a Israele, sottolineando in apertura il desiderio espresso dall'ex presidente iraniano  Mahmoud Ahmadinejad di vedere lo Stato ebraico “sparire dalle pagine del tempo” (concetto, sottolinea il giornalista espresso anche dall'attuale leader supremo Ali Khamanei).

(Nell'immagine il giornalista del Forward Larry Cohler-Esses con Mohammad Hassan Asafari, presidente del Comitato per la sicurezza nazionale e la politica estera del Parlamento iraniano).
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LE REAZIONI DEGLI EBREI ITALIANi
Una Fiamma per Bibi,
entusiasmi e silenzi

Numerose reazioni, parole di amicizia ma anche perplessità e silenzi, per l’intenzione manifestata dal primo ministro Benjamin Netanyahu di nominare la giornalista e scrittrice fiorentina Fiamma Nirenstein prossima ambasciatrice dello Stato ebraico a Roma. Decide di non commentare la notizia Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma (del cui Consiglio la Nirenstein fa parte, come leader della compagine “Israele siamo noi” che ha partecipato alle elezioni dello scorso giugno). Dopo un primo ‘no comment’ è invece intervenuto il rabbino capo Riccardo Di Segni, le cui dichiarazioni sono oggi citate dalla Stampa. “Temo che ci possano essere problemi. Basta leggere cosa circola in rete sulla sua doppia cittadinanza”, avverte il rav. “Nirenstein ambasciatrice a Roma? Aspettiamo che riferisca al Consiglio della Comunità ebraica dove è stata eletta” il messaggio diffuso ieri dal portavoce comunitario sui social network. “Fiamma è intellettualmente onesta e farà bene. Eppure sento già montare quell’odioso sospetto che mi accompagna sin da piccolo, quando i compagni mi chiedevano se essendo ebreo tifassi Italia o Israele e io scherzando ripetevo di essere romanista” afferma l’ex presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici (la Stampa).
‘Le auguro buon lavoro per un incarico delicato. Io sono italiano e fiero della storia della mia famiglia” dice Emanuele Fiano, parlamentare del Partito Democratico e cugino della Nirenstein (Repubblica). Sul proprio blog il giornalista Gad Lerner critica fortemente la scelta di Netanyahu, interpretata come il tentativo di affermare una separazione sempre più marcata “fra identità ebraica e cittadinanza europea”. Una strategia autodifensiva da guastatori, dice Lerner, “tipica di chi si sente accerchiato e punta solo a prendere tempo boicottando l’altrui ricerca di soluzioni considerate dannose per sé”. Affettuoso l’intervento di Andrea Jarach, presidente del Keren Hayesod Italia. “A parte il giusto riconoscimento dei tuoi meriti – le si rivolge – questa è una ulteriore garanzia che l’amicizia tra i nostri paesi, che si sintetizza in persone come te, e che ha origini storiche uniche, potrà dare durante il tuo incarico frutti straordinari”.
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strage di Sant'Anna di Stazzema - il ricordo
Mattarella: "La Memoria
eredità preziosa per i giovani"

"Le rappresaglie contro i civili in Italia non furono una barbara eccezione, ma il frutto di una ideologia di dominio e di morte, lucida nei suoi propositi, esecrabile nei suoi obiettivi”. Lo ha ricordato il capo dello Stato Sergio Mattarella, nel messaggio inviato oggi in occasione del 71esimo anniversario dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema. Rivolgendosi al primo cittadino Maurizio Verona il presidente della Repubblica ha affermato: “È lodevole l'impegno con cui la vostra comunità mantiene vivo il ricordo dei martiri di Sant'Anna. È un'eredità preziosa per i giovani, che imparano ad apprezzare le conquiste di pace, democrazia e libertà, ottenute con tanto sangue e tante sofferenze”. Quest'anno, ha sottolineato Mattarella, il ricordo della strage è reso particolarmente significativo dall'inaugurazione della nuova sistemazione dei luoghi simbolo dell'eccidio; sistemazione avvenuta con il contributo del land tedesco del Baden-Württemberg. “È un evento di grande significato – le sue parole – perché collega la memoria degli orrori della guerra con lo spirito di pace, di concordia e di amicizia raggiunto tra Italia e Germania, protagoniste dalla metà del secolo scorso della propria rinascita democratica e della costruzione europea”. Tra i testimoni oculari della barbarie compiuta a Sant'Anna anche l'ex rabbino capo di Roma Elio Toaff. "Per tanti anni mi sono chiesto perché. E ho cercato di dare un senso a tutta quella ferocia che mi venne incontro in quel caldo mattino d’estate", avrebbe poi raccontato. 

QUI FIRENZE - 71 ANNI FA la liberazione
Il coraggio e la libertà
Anche le insegne della Comunità ebraica fiorentina alle solenni celebrazioni per i 71 anni dalla liberazione della città dal nazifascismo. Apertasi con il rintocco della Martinella, la campana che un tempo chiamava all’adunata i fiorentini, la giornata è proseguita con la deposizione di due corone d’alloro. La prima davanti alla lapide murata di Palazzo Vecchio, la seconda davanti al monumento ai Caduti di tutte le guerre di piazza Unità. Ad intervenire, assieme agli altri leader religiosi, anche il rabbino capo Joseph Levi.
“Celebrare la Liberazione non deve essere soltanto un esercizio rituale: nei fatti dobbiamo rinnovare questi valori” ha affermato il sindaco Dario Nardella intervenendo nel Salone dei Cinquecento, punto d’arrivo del corteo che si è poi snodato per le vie del centro. Nella stessa sede l’intervento dello storico Zeffiro Ciuffoletti. “La città, il coraggio e la libertà”, i temi toccati nella sua riflessione, condivisa dal relatore con i nostri lettori.
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la star della sit-com big bang theory
Da Hollywood all'ebraismo
Bialik, la vita in un blog

Dalla descrizione documentata del proprio camerino, alla recensione assai critica del fenomeno Cinquanta sfumature di grigio. Dalle gioie e i dolori dell’essere un genitore, alla perdita del proprio padre. Fino a un’intera sezione dedicata alla propria fede ebraica con articoli dal tenore di “Sono divorziata, devo togliere il cappello?”, o il manifesto identitario “Perché ho scelto di indossare il ciondolo con la stella di David”. È ora online il sito dell’attrice hollywoodiana Mayim Bialik, l’indimenticabile e indimenticata Amy Farrah Fowler di The Big Bang Theory, la serie tv ambientata nella casa di geniacci della scienza e dell’informatica.
Già columnist di punta da cinque anni del sito Usa Kveller, dedicato alle donne e madri ebree, Bialik ha deciso di mettersi in proprio ed aprire il portale Groknation. Il titolo è mutuato dalla terminologia usata dal romanzo di fantascienza “Straniero in terra straniera” di Robert Heinlin del 1961 e significa, letteralmente, “capire talmente tanto a fondo che l’osservatore diventa parte di ciò che viene osservato. Fondersi, perdersi all’interno di un’esperienza di gruppo”.
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pilpul
Ticketless - Un click
In vista del 6 settembre p.v., Giornata della cultura ebraica, con Firenze capofila, mi è stato chiesto di suggerire il nome di uno studioso capace di illustrare un percorso su Dante e gli ebrei. Il tema, ancora all’inizio del Novecento, incuriosiva, ora non più. Dopo aver lasciato la mia interlocutrice al punto di partenza, mi sono chiesto perché. Nell’Ottocento cimentarsi con la Commedia era per i Rabbini una sfida accettata spesso e volentieri. Oggi non me lo vedo proprio un Rabbino italiano che traduca il canto di Ulisse. Nell’Ottocento fu grande lo sforzo di conciliare la morale ebraica con l’umanesimo fiorentino: con il Dante salmista e biblista fare i conti era motivo di orgoglio. Oggi la cultura ebraica, non solo in Italia beninteso, ha rinunciato alla sfida, è diventata, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, introspettiva. Pur di sfuggire al confronto, sfoggia un’erudizione fine a se stessa, elitaria, che dà per scontate troppe cose, adoperando un linguaggio regolato dall’autoreferenzialità.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Roma-Teheran
Com'è noto, subito dopo la sigla dell'accordo sul nucleare, in nostri ministri degli Esteri e dello Sviluppo economico si sono recati a Teheran, primi in assoluto, per incontrare le più alte cariche dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica Islamica, e firmare importanti accordi di cooperazione economica. L'Italia, fa sapere il governo, intende diventare il primo partner commerciale dell'Iran, e da questa cooperazione economica verrà grande beneficio economico alle nostre imprese, e, conseguentemente, a tutto il Paese. Che bello. Davvero una buona notizia, in tempi di perdurante stagnazione economica. Non ci sogniamo nemmeno di dubitare dell'utile che ci verrà da tutto questo, non vogliamo essere ascritti alla categoria dei "gufi", sovente evocata dal nostro giovane e brillante premier. E non ci pare neanche il caso di rievocare i dubbi morali di tale operazione, dato che l'abbiamo fatto già diverse volte, e rischiamo di diventare noiosi e ripetitivi al di là del tollerabile. "Pecunia non olet", lo sappiamo. Ormai è tempo di vacanze, e non ci resta che andare al mare o ai monti.

Francesco Lucrezi, storico
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