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20 agosto 2015 - 5 Elul 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
“Banìm attèm l-Ha-Shèm E-lokekhèm, lo’ thithgodedù we-lo’ thasìmu qorchà ben ‘enekhèm la-mèth”, “Voi siete figli del Signore D.o vostro, non fatevi incisioni e non radetevi tra i vostri occhi per un morto”.
Queste disposizioni sono evidentemente legate a usanze pagane dalle quali l’ebreo deve tenersi lontano. Così le classifica il Maimonide, così le intende la maggioranza dei commentatori. Ma il midràsh dà anche un’altra interpretazione: siccome siete tutti figli di Ha-Qadòsh Barùkh Hu’, “lo’ thithgodedù”, non suddividetevi in “agudòth” (gruppuscoli) e non mettete alcuna “qorchà” (radura, spazio vuoto) in mezzo ai vostri occhi: pur nel rispetto della pluralità delle opinioni (che è ricordata da Proverbi 19:21, “Molti sono i pensieri nel cuore dell’uomo ...”), questa non deve portarci al frazionamento in gruppi che non hanno dialogo fra di loro, fra i quali c’è uno spazio, una radura, incolmabile.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Danilo Taino è uno scrittore molto attento alle problematiche della società ebraica contemporanea. Giorni fa su Sette parlando dei giochi delle Maccabiadi Europee svoltisi per la prima volta a Berlino, Taino citava una riflessione su cosa sarebbero Berlino e la Germania, oggi, se non ci fosse stato il nazismo, Hitler e l'Olocausto. Secondo un'opinione, "sarebbe un Paese ancora più potente dal punto di vista economico, sarebbe la patria dell'innovazione e dell'alta tecnologia. La tradizione scientifica e ingegneristica tedesca assieme alla capacità di innovare e di avere visione di mercato e internazionale della comunità ebraica avrebbero fatto mangiare la polvere alla Silicon Valley". Ecco un buon esempio di counterintuitive history – storia controintuitiva – al quale si possono proporre diverse varianti.
 
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Il presidente Mattarella:
"Fermiamo il terrore"
“Il terrorismo di matrice islamista, basato su fanatiche distorsioni della fede in Dio, sta cercando di introdurre nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Africa i germi di una terza guerra mondiale. Sta alla nostra responsabilità fermarla”. È il monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al Meeting per l'amicizia fra i popoli di Rimini. L'intervento, riporta il Corriere, avviene proprio mentre si discute di una prossima azione militare in Libia con possibile guida italiana e fa il giro del mondo la notizia della decapitazione dell'archeologo (a capo del sito di Palmira) Khaled Asaad.
Il Fatto Quotidiano pubblica intanto uno stralcio del reportage realizzato da Robert Fisk per il giornale britannico The Indipendent che fa luce sugli equilibri e sugli orrori della guerra che sconvolge la Siria, mentre La Stampa racconta i traffici illeciti da centinaia di milioni di dollari dell'Isis nel paese (ma anche in Iraq), derivanti dai saccheggi da parte delle milizie di siti archeologici.

Tony il mediatore. Il Corriere della sera riporta anche che l'ex primo ministro britannico ed ex inviato speciale del Quartetto Tony Blair avrebbe, secondo quanto scritto da giornali arabi, incontrato due volte nell'ultimo mese il leader di Hamas Khaled Meshaal, per discutere i termini di un accordo con Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha tuttavia subito negato i contatti, che sarebbero avvenuti a Doha in Qatar, e di essere in contatto con Blair.

Una barriera a Betlemme. Sono iniziati i lavori nella valle di Cremisan, alle porte di Betlemme, per la costruzione di una barriera protettiva dopo il sì dell'Alta corte di giustizia dello scorso 6 luglio. Non sono mancati i tafferugli da parte degli abitanti, per la gran parte cristiani palestinesi, che da nove anni cercano di fermare la costruzione del muro (Avvenire).
 
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  davar
un pizzico d'italia nella festa israeliana
Zahavi, l'urlo che fa sognare
la Tel Aviv del calcio

Si sa, le reti in trasferta valgono doppio. Se poi ti capita di segnarle all'ultimo secondo dell'ultimo minuto di recupero (ben sei), la cosa acquista un peso specifico supplementare.
Sogna uno storico approdo alla fase conclusiva della Champions League il Maccabi Tel Aviv, uscito ieri indenne dallo scontro con i rivali del Basilea nel terzo (e ultimo) preliminare che precede la fase a gironi della più importante competizione europea. Dentro o fuori: chi vince in Champions, chi perde nell'assai più modesta Europa League. Il primo set ha detto bene: 2 a 2 in Svizzera, un ottimo viatico per la gara di ritorno che si svolgerà in Israele tra una settimana.
C'è un po' di Italia in questa impresa: protagonista di giornata infatti è Eran Zahavi, fantasioso centrocampista approdato alcuni anni fa alla corte palermitana di Zamparini. Fu un'annata niente male, anche se non gli valse la conferma in rosanero.
Ieri Eran sembrava una furia: doppietta e molte giocate di classe. Suo il goal che ha aperto le marcature e suo soprattutto l'imperioso stacco di testa vincente al 96esimo minuto d'orologio.
Poi la grande euforia collettiva e Zahavi, quasi incredulo, che si lancia in un corsa urlata degna del miglior Tardelli (o Schillaci). Il sogno continua.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
la grande voce dell'ebreo franco-algerino
I motivetti di Osama Bin Laden
Enrico Macias era il preferito

Mentre Barack Obama pubblica le sue playlist su Spotify e il mondo si riscopre intellettuale ascoltando la sua musica d'autore preferita e suda al ritmo delle canzoni da allenamento di Michelle, viene alla luce anche un'altra libreria audio, completamente diversa sotto moltissimi punti di vista. Innanzitutto perché appartiene all'ex nemico numero uno degli Stati Uniti, Osama Bin Laden, e ad altri leader talebani, e poi perché è composta da 1500 cassette decisamente più retro e più ingombranti di un servizio di streaming. Il ritrovamento è l'oggetto di anni di ricerca e di ascolto da parte dello studioso Flagg Miller, il cui libro ora in uscita (The Audacious Ascetic, Oxford University Press) svela finalmente al pubblico i contenuti della raccolta, venuta alla luce nel 2001. Ma ciò che ci si aspettava ancora meno era di trovare fra la musica ascoltata da Bin Laden e i suoi anche quella di Enrico Macias, celebre cantante algerino ma soprattutto, ebbene sì, ebreo.
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una comunicazione disastrosa e imbarazzante
BT Italia, la sua pubblicità
si rivela un clamoroso passo falso

Fino a che punto può spingersi il cattivo gusto?
Una domanda da porre ai guru di BT Italia, realtà del gruppo British Telecom che da 20 anni offre servizi di comunicazione alle imprese e alla pubblica amministrazione e che si prefigge di contribuire, questo si legge nella sua missione, “all'affermazione delle tante eccellenze italiane e allo sviluppo del paese”.
Partner tra gli altri di Eni, Bnl, Fiat e Mediaset, la società per azioni guidata da Gianluca Cimini lancia in questi giorni una campagna pubblicitaria per celebrare l'anniversario sui principali magazine (tra gli altri sul numero 34 di Panorama in circolazione, pagina 38).

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j-ciak
Spielberg, da Obama allo spazio
È notizia di questi giorni che tra i suoi nuovi impegni c’è la regia della prossima carriera di Barack Obama. Steven Spielberg sarebbe stato chiamato per aiutarlo a sviluppare una narrativa per gli anni del post presidenza, secondo il New York Times. Il progetto sarebbe partito subito dopo la rielezione di Obama e non stupisce che a dare il la sia stata la proiezione alla Casa bianca di “Lincoln”, monumentale storia del presidente che abolì la schiavitù con Daniel Day Lewis nella parte del protagonista e il grande Tony Kushner come sceneggiatore.

Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - Per avvicinare
Secondo un'antica tradizione dei Maestri di Israele, conservata nella Mishnah, l'appalesarsi dell'epoca messianica sarà accompagnato dalla presenza del profeta Elia, il quale "non dichiarerà puro o impuro chicchessia, né allontanerà o avvicinerà se non, rispettivamente, coloro che si sono imposti con la violenza e coloro che sono stati esclusi con la violenza". Secondo altri Maestri, Elia verrà "solo per avvicinare, ma non per allontanare". O, ancora, "esclusivamente per comporre le polemiche più distruttive". Oppure, ed è l'opinione della maggioranza dei Maestri, "né per allontanare né per avvicinare, ma per imporre la pace nel mondo", in ciò appoggiandosi e richiamando le parole di Malachia (3,23-24), secondo cui l'obiettivo principale del profeta Elia, nella sua venuta, sarà quello di operare una riconciliazione universale tra tutte le creature.
Se rav Giuseppe Laras ha voluto concludere così i due tomi della sua storia del pensiero ebraico ("Ricordati dei giorni del mondo", Edizioni Dehoniane Bologna) un motivo ci dovrà pur essere. Proviamo a cercarlo e riflettiamoci.


Stefano Jesurum, giornalista
Spielberg, Obama e noi 
Il regista ebreo americano Steven Spielberg si è impegnato per la memoria della Shoah come pochi altri, basti ricordare il film Schindler’s list e la colossale opera di interviste ai sopravvissuti ai campi di sterminio.
Il regista ebreo americano Steven Spielberg - a quanto riporta il Corriere della sera - intende impegnarsi con il presidente Obama per la realizzazione di una Fondazione che raccolga testi e documenti riguardanti la sua presidenza.
Viene facile domandarsi cosa farà Steven Spielberg quando dovrà documentare le memorie del presidente Obama riguardo all’accordo con l’Iran.
Appare sempre più forte la dicotomia tra l’ebraismo europeo e quello americano. Da una parte un ebraismo che dice chiaramente che la nostra identità è Israele, con ebrei francesi, italiani, e inglesi che manifestano per le strade – in molti casi anche a costo di grandi rischi – con la bandiera della Medinah.
Non mi sembra una caso che Fiamma Nirenstein sia stata nominata ambasciatrice in Italia – e non mi riferisco al fatto che sia nata in Italia – ma alla fortissima identità sionista che caratterizza le comunità ebraiche europee e quindi i loro leader.


Michele Steindler
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Time out - "Rabbino, discolpati!"
"Rabbino discolpati!" Così, richiamando a un ben più famoso appello, potremmo definire il tentativo di tanti personaggi del mondo ebraico che, anche su queste colonne, continuano a pretendere una presa di posizione dei rabbini italiani sulle vicende terribili del mese scorso. Non basta che lo abbiano fatto e a breve, così come non va bene che lo abbiano fatto in linea con il rabbinato israeliano e le maggiori autorità rabbiniche in generale. E non si capisce neanche cosa dovrebbero fare, visto che sebbene la responsabilità collettiva sia centrale nell'ebraismo è anche vero che non ci si può assumere le responsabilità che non si hanno. Eppure è andata così, le terribili morti causate da estremisti religiosi sono diventate l'opportunità per scatenare l'ennesima ondata di polemiche contro il nostro rabbinato che pare sbagli sempre e a prescindere. Si potrà discutere e dovremmo farlo, ma forse sarebbe il caso di capire se certe polemiche nascano davvero per migliorare la vita civile delle comunità ebraiche o per aumentare le divisioni e gli scontri al suo interno.

Daniel Funaro

Non sarà troppo tardi
Forse un mattino andando in un’aria di vetro, non verso il vuoto ma per un sentiero di montagna, d’estate alla vigilia di Shabbat, capita ad una famigliola di incontrare un viandante un po’ sperso. Il sentiero per il rifugio, indica la direzione il babbo della famigliola, e dal suo accento il viandante inizia a conversare su provenienza e amicizie locali. E scoprono, si dà il caso, di avere un conoscente in comune. Il babbo un po’ titubante, perché la prudenza non è mai eccessiva, accenna all'origine ebraica del conoscente nella sua piccola città. Il viandante si sbilancia maggiormente, dichiarandosi ebreo egli stesso e al “cento per cento”. Con stupita gioia, anche i membri della famigliola si dichiarano ebrei, e quale occasione migliore di vedersi la sera insieme per il Kiddush? E di conversare trovando altri legami di amicizie comuni? Il viandante commosso osserva i ragazzini e parla, da anziano, di come sia bello e raro trovare della gioventù ebraica anche in piccolissime realtà.
Otto naarim conta la piccola keillah della cittadina da cui proviene la famigliola, e la commozione del viandante nel conoscerne l’esistenza sarebbe ancora maggiore se sapesse che di questi, tre nascono da nonna materna non ebrea, due da madre non ebrea e tre da una ghieret. Forse anche lui, come Montale, penserà rivolgendosi di vedere un (piccolo) miracolo. E forse non sarà troppo tardi. 


Sara Valentina Di Palma, ricercatrice

Madri d'Israele - Tchia

Se mai vi dovesse capitare di incontrare questa donna in qualche sconosciuta via nel nord di Israele, non esitate a darle un forte abbraccio e a ringraziarla per ciò che fa, ogni giorno.
Tchia Ditesheim, nata a Rechovot, moglie di un commerciante svizzero, madre di quattro figli, Madre di Israele. Provate a pensare a Superman in versione yemenita: ecco, è proprio lei.
Capello corto, sbarazzino, scuro. Sguardo profondo, che la dice lunga sulla sua persona.
Tchia, infatti, trascorre le sue giornate in cima ad un grattacielo o tra le fiamme di un incendio indomabile, come volontaria nelle forze dei vigili del fuoco.
"Cominciai quattordici anni fa, quando nel quartiere in cui abito cercavano volontari disposti a dedicare il loro tempo per una causa comune. Mi feci immediatamente avanti."
Sette anni fa Tchia si rese conto che non le bastava più salvare una persona dalla minaccia delle fiamme. Tchia voleva, doveva, andare oltre: soccorrere il ferito in questione e fornirgli tutti gli strumenti necessari per sopravvivere alla tragedia.

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