David
Sciunnach,
rabbino
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“…
per una luna intera piangerà suo padre e sua madre…” (Devarìm 21,13).
Si è domandato il commentatore Divrè Shaul: “Per quale motivo la Torah
dice ‘per una luna intera’ e non per un mese intero?”. I Maestri ci
insegnano che quando si parla di “suo padre e sua madre” si intende il
culto idolatrico verso le stelle. E quindi il verso intende: Quando vi
allontanerete dall’avodà zarà – l’idolatria, allora potrete unirvi al
popolo d’Israele. Per questo è detto una luna, perchè essa, “la luna”,
rappresenta Israele.
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David
Assael,
ricercatore
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Quando,
poche settimane fa, il famigerato governo ungherese aveva annunciato la
costruzione di un muro al confine con la Serbia ero convinto che il
limite fosse stato superato e che la condanna europea sarebbe stata
unanime. Invece, tutto il contrario: è scattata la corsa
all’imitazione. Ottenendo, così, due effetti allo stesso tempo:
aggravare il dramma di decine di migliaia di persone che vivono
accalcate alle frontiere in attesa di cibo e acqua e legittimare le
politiche xenofobe di Viktor Orban, che pare veleggiare indisturbato in
un’Europa dove si ha sempre altro a cui pensare.
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Firenze blindata per Bibi |
Arriverà
domani in Italia il premier israeliano Benjamin Netanyahu. La sua
visita inizierà dall’Expo di Milano, dove, scrive oggi Libero, sono già
state dispiegate le misure di sicurezza adeguate e proseguirà a
Firenze. La città, riporta il Corriere Fiorentino, sarà blindata ma le
polemiche sulla sua presenza non sono tardate ad arrivare:
l’associazione Firenze per la Palestina ha diramato un comunicato nel
quale si legge: “Invitiamo la Firenze antifascista e antirazzista ad
esprimere il 28 agosto il proprio dissenso alla visita di Netanyahu, ma
anche per chiedere la fine dell’occupazione in Palestina”.
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calcio - uno storico traguardo
Maccabi, il sogno è realtà
Chissà
Zamparini, vulcanico patron del Palermo, come si starà mangiando le
mani. Da quando ha lasciato la Sicilia, nel gennaio del 2013, Eran
Zahavi (nell'immagine) si è infatti imposto come uno dei più prolifici
bomber al mondo.
Certo,
il campionato israeliano non vale la Serie A (e forse neppure tornei
assai più modesti), però 64 marcature in 84 presenze sono comunque un
biglietto da visita di tutto rispetto. Ieri l’ultimo acuto, che ha
regalato una storica qualificazione alla fase a gironi della Champions
League al Maccabi Tel Aviv, opposto agli svizzeri del Basilea nel terzo
e ultimo turno preliminare della competizione. Dopo la doppietta
realizzata nella gara d’andata in terra elvetica, conclusasi con il
risultato di 2 a 2 (pareggio raggiunto con un suo colpo di testa al
96esimo minuto), ieri Zahavi ha forse scaraventato in rete la palla più
importante della sua carriera. Assist in profondità dal centrocampo,
scatto verso l’area di rigore, colpo di destro a fulminare il portiere
in uscita. La sua zampata, sopraggiunta a metà del primo tempo, ha
permesso di riportare il punteggio in parità dopo l’iniziale vantaggio
del Basilea su calcio di punizione. Un risultato che il Maccabi è stato
abile a gestire fino al triplice fischio conclusivo, garantendosi
l’accesso al salotto nobile del calcio europeo. A 11 anni dalla prima e
unica partecipazione alla Champions.
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le reazioni della tifoseria
Maccabi, la gioia degli italkim
In
tanti italkim, gli italiani d’Israele, batte un cuore gialloblu. E il
trionfo di ieri sera, lungamente rincorso, non lascia ovviamente
indifferenti.
È entusiasta Alessandro Viterbo, padovano, che ha seguito la partita
con particolare trasporto, affiancato dal figlio Yoel. “Mio figlio non
ama lo sport – dice – ma si diverte ad assistere ai festeggiamenti dopo
una vittoria. I salti, le urla, le bandiere, gli abbracci”.
La
speranza di Alessandro è che dal sorteggio esca il suggestivo
abbinamento con una squadra italiana. È già successo nel 2004, quando
il Maccabi Tel Aviv incontrò la Juventus. E sempre contro i bianconeri
giocò nel 2009 un altro Maccabi, quello di Haifa.
Anche Daniele Di Nepi ha una speranza tricolore. Anche se la sua
predilezione è per i colori giallorossi, il primo grande amore. Maccabi
versus Roma: per Daniele sarebbe il coronamento di un sogno. “Però
tiferei Roma”, precisa. E se l’urna di Nyon porterà in dote altro
(Juventus o Lazio, in caso di qualificazione stasera contro il Bayer
Leverkusen) pazienza. “Vuol dire – afferma sibillino – che simpatizzerò
ancora di più”.
Contento anche il rav Pierpaolo Pinhas Punturello, napoletano. Ieri la
felicità è stata tanta, anche se per motivi lavorativi non ha potuto
seguire l’incontro in diretta. “Dal 2004 il calcio israeliano era di
provincia. Ora – scherza – viaggiamo verso l’Impero”.
Parla di euforia collettiva Michael Sorani, torinese, che aspetta a Tel
Aviv le “grandi d’Europa”. Per quest’anno non ci sarà la sua Inter, ma
va bene lo stesso. Intanto – racconta – per le strade della città è già
toto-sorteggio.
“Tifo Hapoel Tel Aviv, ma sono ovviamente felicissimo” ci spiega il
milanese Daniel Galliani. Per una volta niente campanilismi.
a.s twitter @asmulevichmoked
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firenze e i suoi ponti - wlodek goldkorn
"La bellezza che unisce"
Torna
domenica 6 settembre l’appuntamento con la Giornata Europea della
Cultura Ebraica, dedicata a “Ponti e AttraversaMenti” e con Firenze
città capofila. Abbiamo chiesto di declinare il concetto ad alcuni
fiorentini noti per il loro impegno in questo campo. Ecco cosa ci ha
risposto Wlodek Goldkorn, giornalista.
“Firenze ‘città di ponti’? È una definizione più che appropriata. Qua
c’è una congiunzione particolare, e molta disponibilità a parlarsi.
Anche tra ebrei e musulmani”. Ne è convinto Wlodek Goldkorn,
giornalista, tra i protagonisti della prossima Giornata. “Il nostro –
dice – è un piccolo laboratorio, in cui credo fermamente. Anche per
forma mentis: mi interessano molto di più le somiglianze delle
differenze. E le somiglianze sono molteplici tra gli esseri umani,
accomunati dall’idea della trascendenza, dal desiderio di bellezza,
dall’etica”.
L’impegno per costruire ponti deve essere continuo e incessante, “come
se la Shoah non fosse mai esistita”. È relativa proprio a quel periodo
storico una delle immagini individuate da Goldkorn per testimoniare la
particolarità del messaggio fiorentino: la decisione presa da Elia
Dalla Costa, arcivescovo cittadino, di sbarrare le finestre in
occasione della visita di Adolf Hitler in città. Un’immagine che risale
al 1938 e che sarebbe stata il preludio alle azioni di coraggio
successivamente compiute dal monsignore, riconosciuto Giusto tra le
Nazioni dallo Yad Vashem per il ruolo svolto nella rete di assistenza
clandestina agli ebrei perseguitati.
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rio de janeiro
Le tre "esse" di Ipanema:
sole, spiaggia, sinagoga
Spiaggia
bianca, mare cristallino, cocktail colorati e tramonti mozzafiato. La
lunga spiaggia di Ipanema sulla costa brasiliana di Rio de Janeiro
accoglie ogni giorno viaggiatori alla ricerca di un paradiso perduto e
autoctoni mondani. Ma nel caldo inverno di agosto la festa continua
anche per chi si lascia alle spalle la distesa di ombrelloni e si
avventura nelle strade interne del celebre barrio, dove si gioisce per
l’inaugurazione di una nuova grande sinagoga, chiamata “Edmond Safra”
dal nome del filantropo la cui fondazione ha finanziato la costruzione.
C’erano
1200 persone il giorno dell’apertura, celebrata con balli, canti e
commenti entusiasti. Il nuovo edificio, che contiene 400 posti, nasce
per sostituire una sinagoga più piccola già esistente, e la sua
costruzione costituisce secondo una frequentatrice “un evento storico”.
In effetti, ci sono voluti più di venticinque anni per ultimarla, e i
suoi muri sono composti da pietre bianche fatte arrivare direttamente
da Gerusalemme.
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informazione - pagine ebraiche settembre 2015
Un anno da sfogliare
Il
5775, che il prossimo Rosh Hashanah (il capodanno ebraico che cadrà il
13 settembre) lascerà il posto al 5776, è stato un anno complesso,
segnato da sanguinosi attacchi terroristici, instabilità politica e
dolorosi addii ad alcuni dei protagonisti dell’Italia ebraica. Ma non
mancano le note positive e la voglia di guardare con fiducia e
propositività al futuro. A raccontare questo 5775 è, come ogni anno, il
dossier Fatti e Persone, curato da Daniel Reichel, che attraverso il
suo calendario dà una panoramica di ogni mese e con i suoi box offre
approfondimenti sulle questioni caratterizzanti. In apertura a stendere
un bilancio è il demografo Sergio Della Pergola, che traccia l’anno di
Israele contrassegnato da una profonda solitudine del paese di fronte
ad una crisi nell’ambito della politica estera (l’accordo nucleare
dell’Occidente con l’Iran e la conseguente contrapposizione tra Obama e
Netanyahu) e di politica interna (macchiata tristemente dagli ultimi
fatti di Kfar Douma e l’attacco al Gay pride di Gerusalemme). Accanto a
Della Pergola, sono numerosi gli interventi dei collaboratori di Pagine
Ebraiche: David Bidussa si confronta con il concetto di “ponti”, Anna
Foa indaga storicamente il dialogo tra le religioni, Anna Segre
affronta gli ultimi episodi di violenza in Israele e Cisgiordania e
sulla questione ritorna anche Francesco Lucrezi. Alberto Heimler e
Renzo Bandinelli dicono la loro riguardo la nomina di Fiamma Nirenstein
come prossimo ambasciatore dello Stato ebraico a Roma mentre il tema
dell’identità si ritrova nelle parole di Davide Assael. Luca Michelini
condivide un caso di demenza digitale che lo ha coinvolto personalmente
e Saul Meghnagi si interroga sul ruolo dei giovani nella prospettiva
dell’associazione Hans Jonas. Claudio Vercelli analizza poi i
cambiamenti economici che coinvolgono il Mediterraneo mentre rav
Alberto Moshe Somekh affronta la questione dell’anno sabbatico. Rav
Gianfranco Di Segni ci svela gli insegnamenti appresi da Mosè grazie a
Rabbi Aqiva, il sofer Amedeo Spagnoletto spiega perché il nostro
destino dipenda anche dal fato.
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Ticketless
- Post scriptum |
Il
Ticketless di due settimane fa, su Dante e gli ebrei, ha suscitato
reazioni numerose, come non capitava da tempo. Mi rallegro perché il
silenzio dei lettori cominciava a preoccuparmi. Qualcuno, giustamente,
mi ha fatto osservare che la Giornata Europea della Cultura Ebraica
avrà come filo conduttore la parola Ponte-Bridge. A Firenze c’è il
Ponte Vecchio, ma Firenze è stata anche la culla di una rivista, “Il
ponte”, ad alta tensione intellettuale per le sue pagine ebraiche
(ricordo il n. monografico su Israele negli anni Cinquanta e quello
sulle leggi razziali, nel 1978!, quando nessuno se ne occupava). Devo
poi fare autocritica. Non è del tutto vero ciò che scrivevo. Qualcuno
ancora si occupa del rapporto di Dante con l’ebraismo. Mi corre
l’obbligo di segnalare un articolo, che non conoscevo. Lo ha scritto
uno dei giovani storici più brillanti, Asher Salah, fiorentino
d’origine, oggi docente a Tel Aviv: “A Matter of Quotation: Dante and
Literary Identity of Jews in Italy” (in “The Italian Judaica Jubilee
Conference”, ed. Shlomo Simonsohn-Joseph Shatzmiller, Leider-Boston
2013, pp. 167 ss.).
Alberto Cavaglion
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Periscopio
- Silenzi assordanti |
L’ordinanza
del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, volta a bandire dalle scuole
cittadine i libri aventi ad oggetto argomenti connessi
all’omosessualità, lascia assolutamente allibiti, ed è avvilente
l’assordante silenzio delle autorità e di gran parte dell’opinione
pubblica di fronte a un provvedimento che, oltre ad offendere i più
elementari valori di civiltà e di decenza, appare in stridente
contrasto con la legge e con la Costituzione. Ci si chiede a cosa
servano mai le campagne contro l’omofobia, e perfino l’introduzione
della legge sulle unioni civili (ma arriverà mai? forse dopo l’Arabia
Saudita e il Pakistan…), quando basta così poco per farci tornare nel
Medioevo. Dato che questa barbara decisione è passata tranquillamente,
potremo ora attenderci che siano proibiti anche i libri di un certo
orientamento politico o religioso, o, perché no, quelli scritti dagli
autori di una determinata 'razza'.
Francesco Lucrezi, storico
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