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26 agosto 2015 - 11 Elul 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
“… per una luna intera piangerà suo padre e sua madre…” (Devarìm 21,13). Si è domandato il commentatore Divrè Shaul: “Per quale motivo la Torah dice ‘per una luna intera’ e non per un mese intero?”. I Maestri ci insegnano che quando si parla di “suo padre e sua madre” si intende il culto idolatrico verso le stelle. E quindi il verso intende: Quando vi allontanerete dall’avodà zarà – l’idolatria, allora potrete unirvi al popolo d’Israele. Per questo è detto una luna, perchè essa, “la luna”, rappresenta Israele.
 
David
Assael,
ricercatore
Quando, poche settimane fa, il famigerato governo ungherese aveva annunciato la costruzione di un muro al confine con la Serbia ero convinto che il limite fosse stato superato e che la condanna europea sarebbe stata unanime. Invece, tutto il contrario: è scattata la corsa all’imitazione. Ottenendo, così, due effetti allo stesso tempo: aggravare il dramma di decine di migliaia di persone che vivono accalcate alle frontiere in attesa di cibo e acqua e legittimare le politiche xenofobe di Viktor Orban, che pare veleggiare indisturbato in un’Europa dove si ha sempre altro a cui pensare.
 
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Firenze blindata per Bibi
Arriverà domani in Italia il premier israeliano Benjamin Netanyahu. La sua visita inizierà dall’Expo di Milano, dove, scrive oggi Libero, sono già state dispiegate le misure di sicurezza adeguate e proseguirà a Firenze. La città, riporta il Corriere Fiorentino, sarà blindata ma le polemiche sulla sua presenza non sono tardate ad arrivare: l’associazione Firenze per la Palestina ha diramato un comunicato nel quale si legge: “Invitiamo la Firenze antifascista e antirazzista ad esprimere il 28 agosto il proprio dissenso alla visita di Netanyahu, ma anche per chiedere la fine dell’occupazione in Palestina”.
 
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  davar
calcio - uno storico traguardo
Maccabi, il sogno è realtà
Chissà Zamparini, vulcanico patron del Palermo, come si starà mangiando le mani. Da quando ha lasciato la Sicilia, nel gennaio del 2013, Eran Zahavi (nell'immagine) si è infatti imposto come uno dei più prolifici bomber al mondo.

Certo, il campionato israeliano non vale la Serie A (e forse neppure tornei assai più modesti), però 64 marcature in 84 presenze sono comunque un biglietto da visita di tutto rispetto. Ieri l’ultimo acuto, che ha regalato una storica qualificazione alla fase a gironi della Champions League al Maccabi Tel Aviv, opposto agli svizzeri del Basilea nel terzo e ultimo turno preliminare della competizione. Dopo la doppietta realizzata nella gara d’andata in terra elvetica, conclusasi con il risultato di 2 a 2 (pareggio raggiunto con un suo colpo di testa al 96esimo minuto), ieri Zahavi ha forse scaraventato in rete la palla più importante della sua carriera. Assist in profondità dal centrocampo, scatto verso l’area di rigore, colpo di destro a fulminare il portiere in uscita. La sua zampata, sopraggiunta a metà del primo tempo, ha permesso di riportare il punteggio in parità dopo l’iniziale vantaggio del Basilea su calcio di punizione. Un risultato che il Maccabi è stato abile a gestire fino al triplice fischio conclusivo, garantendosi l’accesso al salotto nobile del calcio europeo. A 11 anni dalla prima e unica partecipazione alla Champions.

le reazioni della tifoseria
Maccabi, la gioia degli italkim
In tanti italkim, gli italiani d’Israele, batte un cuore gialloblu. E il trionfo di ieri sera, lungamente rincorso, non lascia ovviamente indifferenti.
È entusiasta Alessandro Viterbo, padovano, che ha seguito la partita con particolare trasporto, affiancato dal figlio Yoel. “Mio figlio non ama lo sport – dice – ma si diverte ad assistere ai festeggiamenti dopo una vittoria. I salti, le urla, le bandiere, gli abbracci”.

La speranza di Alessandro è che dal sorteggio esca il suggestivo abbinamento con una squadra italiana. È già successo nel 2004, quando il Maccabi Tel Aviv incontrò la Juventus. E sempre contro i bianconeri giocò nel 2009 un altro Maccabi, quello di Haifa.
Anche Daniele Di Nepi ha una speranza tricolore. Anche se la sua predilezione è per i colori giallorossi, il primo grande amore. Maccabi versus Roma: per Daniele sarebbe il coronamento di un sogno. “Però tiferei Roma”, precisa. E se l’urna di Nyon porterà in dote altro (Juventus o Lazio, in caso di qualificazione stasera contro il Bayer Leverkusen) pazienza. “Vuol dire – afferma sibillino – che simpatizzerò ancora di più”.
Contento anche il rav Pierpaolo Pinhas Punturello, napoletano. Ieri la felicità è stata tanta, anche se per motivi lavorativi non ha potuto seguire l’incontro in diretta. “Dal 2004 il calcio israeliano era di provincia. Ora – scherza – viaggiamo verso l’Impero”.
Parla di euforia collettiva Michael Sorani, torinese, che aspetta a Tel Aviv le “grandi d’Europa”. Per quest’anno non ci sarà la sua Inter, ma va bene lo stesso. Intanto – racconta – per le strade della città è già toto-sorteggio.
“Tifo Hapoel Tel Aviv, ma sono ovviamente felicissimo” ci spiega il milanese Daniel Galliani. Per una volta niente campanilismi.


a.s twitter @asmulevichmoked

firenze e i suoi ponti - valdo spini
"Attenti al pericolo dei cliché"
Torna domenica 6 settembre l’appuntamento con la Giornata Europea della Cultura Ebraica, dedicata a “Ponti e AttraversaMenti” e con Firenze città capofila. Abbiamo chiesto di declinare il concetto ad alcuni fiorentini noti per il loro impegno in questo campo. Ecco cosa ci ha risposto Valdo Spini, docente universitario ed ex ministro.

Firenze? Deve trovare la forza di riprendere in mano quello che è il suo ruolo nella storia.
È l’auspicio espresso da Valdo Spini, docente universitario, ex ministro dell’Ambiente e autorevole esponente della comunità valdese cittadina. “Lo scenario – spiega – è radicalmente mutato dalla Firenze in cui si muoveva La Pira. Il contesto è oggi più globalizzato, con nuove sfide e nuove responsabilità che investono i leader religiosi. Serve ancora di più l’impegno e il coraggio di tutti”.
Questa resta comunque la città ideale in cui agire, il luogo privilegiato per lanciare impegni di un certo tipo. “Quando ero ministro organizzai a Firenze una riunione con i miei colleghi europei. La sede scelta per l’appuntamento – conferma Spini – costituì di per sé la migliore premessa per un esito proficuo dell’incontro”. Attenzione però a non restare vittima dei cliché, avverte il professore. Perché non sempre Firenze fu sinonimo, anche nei secoli recenti, di valori così profondi.
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firenze e i suoi ponti - wlodek goldkorn
"La bellezza che unisce"
Torna domenica 6 settembre l’appuntamento con la Giornata Europea della Cultura Ebraica, dedicata a “Ponti e AttraversaMenti” e con Firenze città capofila. Abbiamo chiesto di declinare il concetto ad alcuni fiorentini noti per il loro impegno in questo campo. Ecco cosa ci ha risposto Wlodek Goldkorn, giornalista.

“Firenze ‘città di ponti’? È una definizione più che appropriata. Qua c’è una congiunzione particolare, e molta disponibilità a parlarsi. Anche tra ebrei e musulmani”. Ne è convinto Wlodek Goldkorn, giornalista, tra i protagonisti della prossima Giornata. “Il nostro – dice – è un piccolo laboratorio, in cui credo fermamente. Anche per forma mentis: mi interessano molto di più le somiglianze delle differenze. E le somiglianze sono molteplici tra gli esseri umani, accomunati dall’idea della trascendenza, dal desiderio di bellezza, dall’etica”.
L’impegno per costruire ponti deve essere continuo e incessante, “come se la Shoah non fosse mai esistita”. È relativa proprio a quel periodo storico una delle immagini individuate da Goldkorn per testimoniare la particolarità del messaggio fiorentino: la decisione presa da Elia Dalla Costa, arcivescovo cittadino, di sbarrare le finestre in occasione della visita di Adolf Hitler in città. Un’immagine che risale al 1938 e che sarebbe stata il preludio alle azioni di coraggio successivamente compiute dal monsignore, riconosciuto Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem per il ruolo svolto nella rete di assistenza clandestina agli ebrei perseguitati.
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rio de janeiro
Le tre "esse" di Ipanema:
sole, spiaggia, sinagoga

Spiaggia bianca, mare cristallino, cocktail colorati e tramonti mozzafiato. La lunga spiaggia di Ipanema sulla costa brasiliana di Rio de Janeiro accoglie ogni giorno viaggiatori alla ricerca di un paradiso perduto e autoctoni mondani. Ma nel caldo inverno di agosto la festa continua anche per chi si lascia alle spalle la distesa di ombrelloni e si avventura nelle strade interne del celebre barrio, dove si gioisce per l’inaugurazione di una nuova grande sinagoga, chiamata “Edmond Safra” dal nome del filantropo la cui fondazione ha finanziato la costruzione.

C’erano 1200 persone il giorno dell’apertura, celebrata con balli, canti e commenti entusiasti. Il nuovo edificio, che contiene 400 posti, nasce per sostituire una sinagoga più piccola già esistente, e la sua costruzione costituisce secondo una frequentatrice “un evento storico”. In effetti, ci sono voluti più di venticinque anni per ultimarla, e i suoi muri sono composti da pietre bianche fatte arrivare direttamente da Gerusalemme.
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informazione - pagine ebraiche settembre 2015
Un anno da sfogliare
Il 5775, che il prossimo Rosh Hashanah (il capodanno ebraico che cadrà il 13 settembre) lascerà il posto al 5776, è stato un anno complesso, segnato da sanguinosi attacchi terroristici, instabilità politica e dolorosi addii ad alcuni dei protagonisti dell’Italia ebraica. Ma non mancano le note positive e la voglia di guardare con fiducia e propositività al futuro. A raccontare questo 5775 è, come ogni anno, il dossier Fatti e Persone, curato da Daniel Reichel, che attraverso il suo calendario dà una panoramica di ogni mese e con i suoi box offre approfondimenti sulle questioni caratterizzanti. In apertura a stendere un bilancio è il demografo Sergio Della Pergola, che traccia l’anno di Israele contrassegnato da una profonda solitudine del paese di fronte ad una crisi nell’ambito della politica estera (l’accordo nucleare dell’Occidente con l’Iran e la conseguente contrapposizione tra Obama e Netanyahu) e di politica interna (macchiata tristemente dagli ultimi fatti di Kfar Douma e l’attacco al Gay pride di Gerusalemme). Accanto a Della Pergola, sono numerosi gli interventi dei collaboratori di Pagine Ebraiche: David Bidussa si confronta con il concetto di “ponti”, Anna Foa indaga storicamente il dialogo tra le religioni, Anna Segre affronta gli ultimi episodi di violenza in Israele e Cisgiordania e sulla questione ritorna anche Francesco Lucrezi. Alberto Heimler e Renzo Bandinelli dicono la loro riguardo la nomina di Fiamma Nirenstein come prossimo ambasciatore dello Stato ebraico a Roma mentre il tema dell’identità si ritrova nelle parole di Davide Assael. Luca Michelini condivide un caso di demenza digitale che lo ha coinvolto personalmente e Saul Meghnagi si interroga sul ruolo dei giovani nella prospettiva dell’associazione Hans Jonas. Claudio Vercelli analizza poi i cambiamenti economici che coinvolgono il Mediterraneo mentre rav Alberto Moshe Somekh affronta la questione dell’anno sabbatico. Rav Gianfranco Di Segni ci svela gli insegnamenti appresi da Mosè grazie a Rabbi Aqiva, il sofer Amedeo Spagnoletto spiega perché il nostro destino dipenda anche dal fato.
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pilpul
Ticketless - Post scriptum
Il Ticketless di due settimane fa, su Dante e gli ebrei, ha suscitato reazioni numerose, come non capitava da tempo. Mi rallegro perché il silenzio dei lettori cominciava a preoccuparmi. Qualcuno, giustamente, mi ha fatto osservare che la Giornata Europea della Cultura Ebraica avrà come filo conduttore la parola Ponte-Bridge. A Firenze c’è il Ponte Vecchio, ma Firenze è stata anche la culla di una rivista, “Il ponte”, ad alta tensione intellettuale per le sue pagine ebraiche (ricordo il n. monografico su Israele negli anni Cinquanta e quello sulle leggi razziali, nel 1978!, quando nessuno se ne occupava). Devo poi fare autocritica. Non è del tutto vero ciò che scrivevo. Qualcuno ancora si occupa del rapporto di Dante con l’ebraismo. Mi corre l’obbligo di segnalare un articolo, che non conoscevo. Lo ha scritto uno dei giovani storici più brillanti, Asher Salah, fiorentino d’origine, oggi docente a Tel Aviv: “A Matter of Quotation: Dante and Literary Identity of Jews in Italy” (in “The Italian Judaica Jubilee Conference”, ed. Shlomo Simonsohn-Joseph Shatzmiller, Leider-Boston 2013, pp. 167 ss.).

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Silenzi assordanti
L’ordinanza del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, volta a bandire dalle scuole cittadine i libri aventi ad oggetto argomenti connessi all’omosessualità, lascia assolutamente allibiti, ed è avvilente l’assordante silenzio delle autorità e di gran parte dell’opinione pubblica di fronte a un provvedimento che, oltre ad offendere i più elementari valori di civiltà e di decenza, appare in stridente contrasto con la legge e con la Costituzione. Ci si chiede a cosa servano mai le campagne contro l’omofobia, e perfino l’introduzione della legge sulle unioni civili (ma arriverà mai? forse dopo l’Arabia Saudita e il Pakistan…), quando basta così poco per farci tornare nel Medioevo. Dato che questa barbara decisione è passata tranquillamente, potremo ora attenderci che siano proibiti anche i libri di un certo orientamento politico o religioso, o, perché no, quelli scritti dagli autori di una determinata 'razza'.

Francesco Lucrezi, storico
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