Periscopio – Silenzi

lucreziL’ordinanza del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, volta a bandire dalle scuole cittadine i libri aventi ad oggetto argomenti connessi all’omosessualità, lascia assolutamente allibiti, ed è avvilente l’assordante silenzio delle autorità e di gran parte dell’opinione pubblica di fronte a un provvedimento che, oltre ad offendere i più elementari valori di civiltà e di decenza, appare in stridente contrasto con la legge e con la Costituzione.
Ci si chiede a cosa servano mai le campagne contro l’omofobia, e perfino l’introduzione della legge sulle unioni civili (ma arriverà mai? forse dopo l’Arabia Saudita e il Pakistan…), quando basta così poco per farci tornare nel Medioevo. Dato che questa barbara decisione è passata tranquillamente, potremo ora attenderci che siano proibiti anche i libri di un certo orientamento politico o religioso, o, perché no, quelli scritti dagli autori di una determinata ‘razza’. È già stato fatto, e anche allora la cosa non fece scandalo.
È estremamente triste che a protestare sia stato quasi soltanto un noto cantante come Elton John, in ragione delle sue tendenze di genere, come se la cosa riguardasse solo gli omosessuali. Nessun etero si sente leso nei suoi diritti?
Provando a entrare nella mente del virilissimo sindaco, vorrei fargli una domanda. Anche ammesso che l’omosessualità sia una cosa brutta e cattiva, è forse l’unica cosa triste della vita? La malattia, la vecchiaia, la morte, la solitudine, la povertà, la fame, la violenza, la guerra, non sono anch’esse amare? E allora, perché non bandire anche i libri di parlano di queste cose? Se chi non legge di omosessualità non diventa omosessuale, anche chi non legge di povertà non può diventare povero.
I cittadini di Venezia, così, cresceranno finalmente sani e felici, come il giovane Buddha, senza avere neanche idea di cosa sia il dolore. E fra, qualche anno, per le strade lagunari passeggeranno solo atletici e gagliardi ‘machos’, allacciati a giovani e ammiccanti ragazze sexy. E tutti gli altri (i poveri, i malati, i gay ecc.) li potremo chiudere in un bel ghetto, ad imitazione di quello che – come il sindaco saprà – fu già eretto, in passato, nella sua meravigliosa e sfortunata città.

Francesco Lucrezi

(26 agosto 2015)