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13 ottobre 2015 - 30 Tishri 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Per Andrea Cabibbe z.l.

Nel racconto della Creazione, che abbiamo letto Shabbat scorso, sono contemplate molte delle tragedie che ci sconvolgono come quella di una morte prematura. Chanòkh è colui che prima del tempo fu portato in Cielo dall’Eterno (Bereshìt, 5; 24) come se fosse stato prelevato da vivo. Alcuni commentatori spiegano che il Creatore avesse voluto proteggerlo dalla malvagità e dalla corruzione della società in cui viveva.
Con grande sorpresa, nel nome Chanòkh compare per la prima volta in tutta la Bibbia la radice “Chinùch”, ‘Educazione’, come se questo valore fondante fosse un modo di preservare e di proteggere una persona buona. Oggi, Rosh Chodesh Cheshvàn, viene seppellito Andrea Cabibbe z.l., ventenne della Comunità di Milano, Boghèr della Hashomer Hatzair.
Una di quelle dipartite che ci si aspetta ma delle quali non vorremmo mai prendere atto e di cui non riusciremo mai a farci una ragione. Andrea ha lottato per 5 anni come un leone contro una malattia terminale con le armi del sorriso, della gentilezza e della generosità verso gli altri. Circa un anno fa mi aveva espresso il desiderio di impegnarsi come educatore giovanile nelle piccole Comunità per l’ufficio giovani dell’Ucei. Avevamo progettato alcune attività e si era preparato e messo a studiare a tale scopo. Solo dopo qualche giorno mi comunicava con dolore che non sarebbe riuscito a realizzare questo desiderio a causa del peggioramento della sua malattia. All’attonimento che proviamo di fronte alla morte di una giovane creatura si aggiunge il dolore della perdita di una persona bella, coraggiosa e dignitosa. Sforziamoci di tenere viva la sua memoria, soprattutto stingendoci intorno ai suoi familiari e a suoi amici che lo hanno conosciuto e apprezzato, adoperandoci a realizzare i suoi proponimenti incompiuti, sviluppando un progetto di educazione ebraica che possa preservarci dalla rabbia, dalla disperazione e dalla morte.
Che la sua anima resti sempre legata al fascio della vita, Amèn.
Dario
Calimani,
anglista
La degenerazione di un luogo non è colpa del luogo, ovviamente, ma di coloro che l’hanno ridotto nelle condizioni in cui si trova. Venezia è ormai da tempo, e sempre più, una fiera di campagna, una grande bancarella di cineserie, una città che mette in mostra senza vergogna la propria infinita e inarrestabile degradazione. Turismo e idolatria del denaro hanno conquistato la palma della vittoria. A progettare una riqualificazione della città e una ricollocazione delle risorse nessuno ha interesse pensarci. È bene che continuino a disperdersi nei mille rivoli personalizzati, magari illegali, in cui oggi si vanno riversando. Nel frattempo le finanze della città sono in rosso, e un sindaco propone, sul serio o per scherzo, di liberarsi di un Klimt o di uno Chagall per risanare i conti.
 
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Israele, la tensione
non si arresta
La popolazione civile e i militari israeliani continuano ad essere oggetto di aggressioni e accoltellamenti. Di ieri la notizia di quattro diversi attentati compiuti in una sola giornata da parte di terroristi palestinesi che hanno ferito sei israeliani, ispirati anche dagli ultimi video pubblicati in rete che incitano ad “uccidere gli ebrei”. Il Corriere racconta così una delle aggressioni, perpetrata da due adolescenti ai danni di loro coetanei: “I due ragazzini escono di casa, quartiere di Beit Hanina nella parte araba di Gerusalemme, con le armi pronte. Il coltello e la mannaia servono per provare a uccidere, per colpire gli ebrei israeliani come hanno visto nei video diffusi su internet. Sono cugini, hanno 13 e 15 anni, la loro vittima ha la stessa età del più piccolo: stava pedalando sulla sua bicicletta”. E se la tensione non sembra arrestarsi, i civili israeliani si attrezzano per difendersi da soli, muniti di zaini protettivi e spray urticanti: a raccontarlo è la Stampa, ma anche la rubrica Oltremare di Daniela Fubini pubblicata ieri sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24.
 
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  davar
israele - continuano gli attentati
Rivlin: "Per riportare la calma
serve il coraggio dei leader"

Tre vittime e almeno trenta feriti. È il bilancio di sangue di queste ultime ore in Israele, dove il terrorismo palestinese continua a colpire. Cinque le aggressioni registrate solo nel corso della mattinata, che hanno colpito Gerusalemme e altre località del Paese. Come nei giorni scorsi la tecnica degli attentatori è sempre la stessa, attaccare con coltelli civili, soldati e agenti di polizia. Si tratta, ammettono le autorità israeliane, di azioni difficilmente prevedibili e per questo non vi è ancora un'idea chiara di come agire per contrastarle. Tra gli attacchi più gravi, quello che ha coinvolto un autobus a Gerusalemme: due attentatori sono saliti a bordo e hanno iniziato a colpire i viaggiatori con un coltello e un’arma da fuoco, uccidendo due persone. Secondo le ricostruzioni riportate dalla radio israeliana, uno degli attentatori ha chiuso le porte dell'autobus mentre l'altro aggrediva i passeggeri. Ancora nella Capitale, in rehov Malchi Yisrael, un terrorista ha investito tre persone con la sua macchina, prima di uscire dall’auto e accoltellarne altre tre: poi è stato arrestato.
A fronte del dilagare della violenza, il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha convocato in queste ore una riunione straordinaria del gabinetto di sicurezza mentre il presidente di Israele Reuven Rivlin ha invitato la leadership, in particolare quella palestinese, a lavorare per riportare la calma: “in questi giorni abbiamo bisogno di leader da entrambe le parti che non perdano la propria bussola morale, anche durante questa tempesta”.
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qui ferrara - meis
Trieste, Udine, il Friuli veneto
La lunga sfida dell'integrazione

È Trieste, la Trieste “diventata un mito”, come l'ha definita nel suo intervento la professoressa statunitense Lois Dubin, la protagonista della seconda giornata del convegno “Gli ebrei nella storia del Friuli-Venezia Giulia. Una vicenda di lunga durata” promosso dalla Fondazione Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara in collaborazione con l'Università di Udine e l'Università degli Studi di Trieste, la Comunità ebraica e l’Associazione per lo studio dell’Ebraismo delle Venezie, e con il patrocinio dell’UCEI, della Comunità di Ferrara e del Comune, in corso nella città estense all’Istituto di Cultura ‘Casa Giorgio Cini’. Come nel caso dello studio dell'ebraismo nel Friui veneto, a cui è stata dedicata la prima giornata di lavori, sono state analizzate tutte le vicende economiche, sociali e demografiche che hanno caratterizzato i nuclei ebraici della regione nel corso dei secoli.

(Nell’immagine: da sinistra Anna Millo, Livio Vasieri e Tullia Catalan)

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qui milano - la tenda di abramo
L'etica di nutrire il pianeta
“La Torah ci insegna che non c’è gioia alla tavola se non vi partecipano anche quelle categorie considerate sfavorite. Una forma di politica del welfare da applicare nella vita quotidiana”, spiegava rav Roberto Della Rocca nel corso dell’appuntamento serale del secondo giorno della Tenda di Abramo, la manifestazione organizzata dalla Comunità ebraica di Milano e dedicata all’attuale questione dell’accoglienza agganciata al grande tema di Expo, il cibo. Un intreccio, quello tra solidarietà e alimentazione, di cui ieri hanno discusso sotto varie prospettive, oltre a rav Della Rocca, Mino Chamla, studioso e docente di filosofia presso la scuola ebraica di Milano, il filosofo e matematico Giulio Giorello e lo studioso Alessandro Piccirillo (nell'immagine). Oggetto della tavola rotonda, il motto di Expo, ovvero “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, osservato attraverso la lente dei valori ebraici, e non solo, e analizzato in prospettiva futura valutando il ruolo della tecnologia.
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qui milano - il progetto di riqualificazione
In difesa del Giardino dei Giusti
“La grandezza e la qualità di una città non si misurano solo attraverso i traguardi economici che essa raggiunge o il successo degli eventi che produce. Ma anche attraverso le scelte che fa, i valori civili che propone. Per questo Milano parla di sé al mondo anche attraverso il Giardino dei Giusti”. Si apre così l’appello a sostegno del progetto di riqualificazione del Giardino dei Giusti al Monte Stella di Milano che proprio in questi giorni è oggetto di discussione a Palazzo Marino. La lettera, che vede primo firmatario il curatore del progetto di riqualificazione l’architetto Stefano Valabrega, è una risposta a chi si oppone al progetto, ovvero nello specifico il comitato della Zona 8 (dove sorge il Monte Stella). A supportare l’appello molte firme note del panorama milanese e italiano, tra cui Nando Dalla Chiesa, Ferruccio de Bortoli, Umberto Ambrosoli, Silvio Garattini, Franco Origoni, Don Gino Rigoldi, Andrée Ruth Shammah, Marco Vitale, Ennio Rota. Anche all’interno dello stesso Comune di Milano c’è chi, come il Consigliere Ruggero Gabbai, si è sempre espresso a favore dell’iniziativa legata al Giardino dei Giusti di Gariwo, l’associazione guidata da Gabriele Nissim che si batte per raccontare le storie di uomini e donne che si sono opposti nel mondo a genocidi e violenze. Il progetto di ampliamento e di riqualificazione del giardino, che nasce dalla volontà di Gariwo, deriva anche dalla necessità di accogliere meglio i numerosissimi studenti che lo visitano, e tra le altre cose comprende un auditorio per favorire il dialogo e la riflessione. 
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qui roma - pecore in erba
"Pregiudizio, ridere è possibile"
Dalle molti notti insonni trascorse in fase di produzione alle diverse citazioni d’autore disseminate nella pellicola, dalla prima proiezione in forma privata alla ribalta nazionale regalatagli dalla Mostra del cinema di Venezia. Molte le curiosità e le domande cui rispondere per Alberto Caviglia, giovane regista autore del mockumentary di successo sull’antisemitismo “Pecore in erba”, protagonista ieri al cinema Intrastevere nel corso di una serata organizzata dagli assessorati alle attività culturali e ai giovani della Comunità ebraica romana.
Incentrato sul paradosso e sull’ironia, il lavoro di Caviglia offre nuovi spunti nella lotta al pregiudizio. “È uno degli obiettivi che mi sono posto. Mi auguro che questo sforzo sia stato colto” racconta il regista, salutato dalla presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello oltre che da Giorgia Calò e Giordana Moscati, rispettivamente assessore alle attività culturali e assessore ai giovani.
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qui roma - master in didattica della shoah
Chiesa e Shoah, domande aperte e silenzi ancora senza risposta
Una lezione per far luce sul complesso e controverso atteggiamento della Chiesa di fronte alla Shoah, ma anche un breve viaggio nella storia che parte dall’accusa del deicidio, al caso di Edgardo Mortara, il bambino ebreo battezzato e rapito dalla polizia su ordine del Sant’Uffizio, fino alle aperture nei confronti dell’ebraismo e la condanna dell’antisemitismo di Nostra Aetate. Molteplici i temi trattati da Alberto Melloni, professore di Storia del Cristianesimo, ospite ieri del Master Internazionale in Didattica della Shoah di Roma Tre diretto da David Meghnagi. Melloni si è soffermato tra gli altri sul ruolo di Angelo Roncalli (il futuro papa Giovanni XXIII) durante la Shoah e sulla fitta rete che costruì in Turchia in collaborazione con l’Agenzia Ebraica per salvare gli ebrei perseguitati. Parte della lezione è stata poi riservata al contestato silenzio di papa Pacelli di fronte alla furia nazista (su cui, sottolinea Melloni, lo stesso Pacelli si interrogò con una dose di autocritica) e al delicato tema dei battesimi effettuati ai piccoli orfani ebrei riparati nei conventi francesi.
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pilpul
Gli altri
Nel suo discorso per la chiusura del Kippur, la più solenne festività ebraica, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni scriveva così: “Deve cambiare il nostro rapporto con gli altri. Se le discussioni sono necessarie e vitali, la mancanza di rispetto nei confronti del prossimo è devastante e i danni che possiamo compiere con le nostre parole, o gli interventi sui social networks sono gravi e moltiplicati. Prima di parlare e fare guerra, di distruggere l’avversario, pensiamo anche ai danni collaterali su noi stessi e la nostra dignità e sugli innocenti che vengono coinvolti”. Ho recentemente ripensato a queste parole ascoltando un seminario tenuto da Gianni Riotta, giornalista ed esperto di nuovi media e ‘big data’. Spiegava un fatto tecnico dai risvolti antropologici e culturali: i dati su internet tendono ad aggregarsi per logiche commerciali. Se, per esempio, cerchiamo un volo per la Tunisia, sul nostro pc cominceranno a comparire offerte di alberghi, escursioni ed eventi in quel paese. Il computer seleziona per noi una ‘visione del mondo’, accomunandoci agli altri appassionati di quella destinazione, e dunque ci distilla un punto di vista specifico.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - La Grande guerra
Giovedì 15 ottobre, alle 15.30, sarà inaugurata la mostra filatelica “Quirinale porte aperte alla filatelia”, organizzata dal Gruppo parlamentari amici della filatelia e dalla Federazione fra le società filateliche italiane, con il supporto del Quirinale e di Poste Italiane e con la cura scientifica di Bruno Crevato-Selvaggi. La mostra, che sarà aperta al pubblico fino al 28 ottobre, si articola in tre sezioni: “La grande guerra”, “La liberazione”, “Cento gemme della filatelia italiana”. La mostra è stata resa possibile dal grande numero di prestatori che hanno aderito, offrendo il loro materiale: decine di collezionisti privati italiani ed esteri e diverse istituzioni pubbliche.

Mario Avagliano
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moked è il portale dell'ebraismo italiano
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