Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

16 ottore 2015 - 3 Cheshvan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
“…un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace…” (Qohelet 3,8). Nelle strade di Israele in questi giorni terribili, i tempi di pace, di amore, di guerra e di odio si confondono tra le lame di un amico e vicino che diventa nemico armato, quelle di un bambino che accoltella un suo coetaneo e quelle di una madre che sorride al martirio dei figli. E diventa sempre più difficile restare fedeli alla propria umanità.
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Con la nuova legge sulla cittadinanza, adottando una versione temperata dello ius soli “acquista la cittadinanza per nascita chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo”. Inoltre si riconosce il diritto dello ius culturae dove si ratifica che “può ottenere la cittadinanza il minore straniero, che sia nato in Italia o sia entrato nel nostro Paese entro il compimento del dodicesimo anno di età, che abbia frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali idonei al conseguimento di una qualifica professionale”.
 
Leggi

 
 
Netanyahu: "Abbas
è un bugiardo"
Di queste ore la notizia che un gruppo di dimostranti palestinesi a Nablus ha dato fuoco al sito sacro per gli ebrei dove si trova la tomba di Giuseppe. L’incendio è stato poi domato dalla polizia dell’Autorità palestinese che ha disperso la folla fino all’arrivo dell’esercito israeliano. I danni, scrive il Times of Israel, si concentrano nella parte del sito riservata alle donne. E mentre Hamas, il gruppo terroristico che controlla la Striscia di Gaza, ha indetto un nuovo venerdì di collera invocando la violenza ai danni d’Israele, il premier Benjamin Netanyahu si dichiara disposto ad incontrare il presidente palestinese Abu Mazen: “Abu Mazen è un bugiardo, ma sono pronto ad incontrarlo perché può aiutare a riportare la calma”. La bugia del presidente palestinese, spiega la Stampa, è stata quella di mostrare una foto dell’attentatore tredicenne Ahmed Masnara, che nei giorni scorsi ha aggredito un suo coetaneo israeliano, dicendo che il ragazzo era stato ucciso a sangue freddo ed era innocente. Una doppia bugia visto che non solo ci sono dei video che dimostrano la sua colpevolezza, prosegue il quotidiano, ma anche che Masnara è vivo e si trova all’ospedale israeliano Hadassah dove sta ricevendo tutte le cure necessarie. “Abu Mazen – accusa Fiamma Nirenstein sul Giornale – ha fatto uso della taqiyya, la bugia consentita dalle leggi islamiche per un bene maggiore”.
 
Leggi

 
  davar
NELLA NOTTE ATTACCATA LA TOMBA DI GIUSEPPE
Abbas, tra bugie e promesse
Mentre il Premier israeliano Benjamin Netanyahu chiede al leader palestinese Mahmoud Abbas di impegnarsi per riportare la calma, continuano attentati e violenze contro civili e soldati israeliani. Nelle scorse ore ad essere aggredito è stato un soldato, accoltellato a Kiryat Arba, nei pressi di Hebron, da un palestinese.

La vittima è stata ricoverata ed è in condizioni stabili mentre l’aggressore, camuffatosi da fotoreporter per passare inosservato (vestiva una pettorina con la scritta Press), è stato ucciso. Ad aprire l’ennesimo “venerdì della rabbia”, quella invocata dal movimento terroristico di Hamas, l’assalto incendiario compiuto nella notte da alcuni rivoltosi palestinesi a Nablus contro la tomba di Giuseppe, sito sacro per gli ebrei. L’incendio è stato poi domato dalla polizia dell’Autorità palestinese che ha disperso la folla fino all’arrivo dell’esercito israeliano. “L’incendio e la profanazione della Tomba di Giuseppe è una palese violazione dei fondamentali valori di libertà di culto – ha dichiarato il portavoce di Tsahal Peter Lerner – L’esercito adotterà tutte le misure necessarie per assicurare alla giustizia i responsabili, restaurare il sito e tutelare la libertà religiosa”.
Leggi

la mobilitazione degli ebrei italiani
"Vicini a Israele, contro l'odio"
Far sentire allo Stato di Israele e alla sua popolazione “tutta la nostra vicinanza, la nostra solidarietà, il nostro affetto e il nostro sostegno”, contribuendo a combattere “la sottovalutazione e l'assuefazione” di fronte ai ripetuti attacchi terroristici da parte palestinese che continuano a costituire una minaccia.
È un chiaro messaggio quello rivolto dal presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e dalla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello nell'invitare la cittadinanza a prendere parte al presidio organizzato per domenica mattina alle 11 davanti all'ambasciata israeliana (via Michele Mercati, 14).
Diversi gli interventi previsti, con l’obiettivo di sensibilizzare un’opinione pubblica troppo spesso distratta e tracciare un netto solco tra chi ogni giorno si batte per la vita e chi invece predica e mette in pratica un’ideologia di odio e di morte. E sulla scia di quanto organizzato a Roma, anche la Comunità ebraica di Milano ha deciso di scendere in piazza in segno di solidarietà a Israele, organizzando una fiaccolata davanti alla Sinagoga Centrale il prossimo 21 ottobre.

memoria
16 ottobre, Roma non dimentica
È la tradizionale cerimonia di deposizione delle corone ad aprire le manifestazioni in ricordo del rastrellamento del 16 ottobre 1943, preludio alla deportazione di oltre mille ebrei romani nei campi di sterminio nazisti. Appuntamento davanti alla lapide che commemora l'accaduto e la terribile ferita inflitta quel giorno a tutta la città. A guidare la delegazione del Consiglio comunitario il vicepresidente Ruben Della Rocca (presente anche il rabbino capo Riccardo Di Segni), mentre per l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane hanno partecipato il presidente Renzo Gattegna e l'assessore Jacqueline Fellus.
Sul versante istituzionale, da segnalare la presenza del governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti e dell'assessore capitolino Marco Rossi Doria. Con loro anche il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia e il ministro consigliere dell'ambasciata israeliana Rafael Erdreich.

qui roma
Museo della Shoah, nuovo inizio
sotto il segno della formazione

La consegna ufficiale della struttura è già avvenuta mesi fa.

Ma quello odierno è a tutti gli effetti un nuovo inizio, segnato dall'impegno più importante: quello della formazione.
Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma, apre con emozione le porte della nuova sede situata all'interno della Casina dei Vallati, l'edificio individuato dall'amministrazione cittadina per dare seguito al lavoro di ricerca storica effettuato in questi anni e avvicinare l'appuntamento con la posa della prima pietra del memoriale che sorgerà a Villa Torlonia su progetto dell'architetto Luca Zevi.
“Prende oggi avvio un nuovo momento di operatività. È una sfida importante, e noi ci metteremo sempre cuore e passione” assicura Venezia, che guida pubblico e stampa fino alla sala dove si conclude oggi un denso e qualificato seminario in tre giornate sulla didattica della Shoah, organizzato congiuntamente dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dalla Fondazione Museo della Shoah e rivolto a insegnanti di Roma e del Lazio e ad alcune guide italofone di nazionalità polacca, tedesca e austriaca.
Un'iniziativa ad alto livello, coordinata dallo storico Marcello Pezzetti e sostenuta con un patrocinio dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
“Scopo di questa istituzione è anche quello di formare i giovani. Seminari come quello che va concludendosi aiutano in modo significativo a cementare il ricordo e valori positivi” sottolinea il presidente UCEI Renzo Gattegna, intervenedo con al fianco la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello e il rabbino capo Riccardo Di Segni.
Gli stessi valori per cui si battono con straordinario coraggio i Testimoni Sami Modiano e Andra Bucci, invitati entrambi a prendere la parola.
Leggi

qui roma - la marcia silenziosa
In cammino per la Memoria
Risuona solo una serie interminabile di nomi per le vie del ghetto, i nomi delle vittime romane della persecuzione nazifascista. In strada centinaia di persone che camminano solennemente nel corteo della marcia silenziosa in ricordo della retata del 16 ottobre 1943, appuntamento ormai tradizionale organizzato alla vigilia dell’anniversario. Uno dei momenti più sentiti dalla Comunità, come ha sottolineato la presidente Ruth Dureghello con queste parole: “Dopo settantadue anni, di coloro che non sono tornati ciascuno di noi porta il ricordo, mentre qua oggi ci sono i pochi che sono sopravvissuti, ma soprattutto ci sono i nostri figli, c’è una Comunità che scende in piazza per mostrare solidarietà a Israele, e c’è Israele stesso”. “Siamo forti, uniti e orgogliosi – le sue parole – di ciò che siamo e di ciò che saremo sempre”.
Leggi

qui Bari
Le scuole ricordano la Shoah
Ricordare la Shoah attraverso l'arte, creare sculture, dipinti, installazioni e video. È la sfida che dal 2002 viene lanciata ai ragazzi delle scuole di tutta Italia dal concorso promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e di cui ogni anno si celebra la premiazione in Quirinale durante il Giorno della Memoria. La selezione delle opere migliori realizzate dagli studenti inizia ora il suo viaggio intorno al Paese con la mostra itinerante “I giovani ricordano la Shoah” che verrà inaugurata lunedì 19 ottobre a Bari, alle ore 11.00, presso la Biblioteca Nazionale “Sagarriga Visconti Volpi” e sarà indirizzata in particolar modo alle nuove generazioni.
Leggi

ROMA - QUARTAPELLE E FIANO PRIMI FIRMATARI
'Brigata Ebraica medaglia d’oro'
Prende quota la proposta di legge

La sfida è quella di sottrarre a pretestuose strumentalizzazioni e al rancore di chi vuole riscrivere la storia una pagina imprescindibile del Novecento italiano ed europeo. E questo attraverso un riconoscimento istituzionale che tolga spazio a chi, tradendo i valori della Resistenza e della lotta al nazifascismo, non perde occasione di gettare odio e infangare la memoria di chi, a rischio della propria vita, contribuì al ritorno della democrazia dopo anni di violenze e dittatura. Un obiettivo sollevato con chiare parole dai parlamentari Pd Lia Quartapelle ed Emanuele Fiano, primi firmatari della proposta di legge che punta a far attribuire la medaglia d’oro al valore militare alla Brigata Ebraica, intervenuti nel corso di una conferenza stampa convocata per illustrare il loro impegno. Ricordano i firmatari: “Negli eserciti alleati combattevano già soldati ebrei, ma come cittadini dello Stato di origine. Nulla li caratterizzava come appartenenti a quella che i nazionalsocialisti e i fascisti avevano identificato una cittadinanza a parte, poiché di razza inferiore”. Eppure nei territori del Mandato britannico in Palestina, viene spiegato, già dallo scoppio della seconda guerra mondiale “si alzò la richiesta da parte dei giovani ebrei di potere combattere contro gli eserciti dell’Asse, mantenendo una propria peculiarità e identità”.
Leggi

qui ivrea
L'emozione del nuovo Sefer
Grande festa ed emozione per gli ebrei di Ivrea, sezione della più ampia Comunità torinese, per l’ingresso di un nuovo Sefer Torah in sinagoga. Restaurato grazie a una donazione di Omer Goldstein, cittadino israeliano che ad Ivrea ha risieduto durante l’infanzia, il Sefer è stato protagonista di una cerimonia significativa per molte ragioni. Prima delle quali la voglia di guardare al futuro di un piccolo nucleo ebraico locale, come ha ricordato il delegato di sezione Raffaele Pugliese nel tracciarne la storia. Dalla sua istituzione nel Quattrocento alle privazioni del Ghetto, dal Risorgimento ai giorni nostri. Nel 1761 vi erano sette famiglie per complessive 57 persone. Tra il 1850 e il 1860 i residenti erano 160. Oggi invece i numeri sono assai più modesti, ma non per questo si rinuncia a progettare. Intramezzati da brani sinagogali eseguiti dai cantori Baruch Lampronti ed Emanuele Sorani, dai saluti e dai ringraziamenti del presidente della Comunità ebraica di Torino (e presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia) Dario Disegni, che ha ricordato l’impegno delIa fondazione nel restauro di tanti sefarim italiani, il prossimo dei quali tornerà a Biella grazie all’opera del sofer Amedeo Spagnoletto, hanno preso la parola il rabbino capo Ariel Di Porto e rav Alberto Moshè Somekh.

Filippo Tedeschi

(Nell’immagine Omer Goldstein con il Sefer Torah e il rabbino capo Ariel Di Porto)
Leggi

venezia 500
Il ghetto più antico a RaiStoria
La storia del ghetto più antico d’Europa vista attraverso i ricordi e le dichiarazioni di ‘testimoni eccellenti’, custodi della memoria e della complessa evoluzione della comunità ebraica di Venezia. La racconta il programma “Il Ghetto di Venezia, 500 Anni di Vita”, diretto da Emanuela Giordano, in onda sabato 17 ottobre alle 22.30 su Rai Storia (Il film sarà poi replicato questa domenica, 18 ottobre, alle 18 e giovedì 22 ottobre alle 19). Ciascun testimone approfondisce un tema: le origini, la relazione tra gli ebrei e il governo della Serenissima, tra ebrei di diverse lingue e culture, i grandi personaggi della storia del ghetto, i mestieri permessi, il denaro, la cabala, il cibo, la lingua giudaico veneziana, le persecuzioni, l’integrazione. Al centro del racconto spaccati di vita quotidiana e alcuni momenti identitari: un Bar Mitzvah e un funerale. Sullo sfondo, le sinagoghe nascoste dietro facciate apparentemente anonime, l’antico cimitero ebraico e molti altri luoghi fortemente evocativi di una cultura antichissima.
Leggi

libri -  a colloquio con raphael luzon
Tramonto libico, il mio racconto
“Il libro di Raphael Luzon è un libro sincero e pacato. Egli sceglie alcuni ricordi, ma è consapevole che la memoria è ingannevole e che quindi non può essere una prova per affermare delle verità assolute, né uno strumento al servizio di pulsioni ideologiche. Mi sembra che Luzon abbia aperto il grande vaso della memoria prima di tutto per fini terapeutici, per lenire le ferite personali dell’esilio, per dare sollievo alla nostalgia per la sua terra madre, una nostalgia che vive tra le righe di tutte le pagine del libro”. Sceglie con cura certosina le parole lo scrittore Roberto Saviano quando si ritrova a parlare di “Tramonto libico. Storia di un ebreo arabo”, il libro edito da Giuntina di cui firma la prefazione. Il romanzo si incentra sulla storia di una famiglia ebraica di Bengasi,Libia, costretta a lasciare la sua casa insieme a migliaia di persone nel ’67 a seguito di sanguinosi pogrom commessi da alcuni cittadini arabi e l’imminente rivoluzione del colonnello Gheddafi. Un racconto snello e incalzante che poi si sposta a Roma, in Israele e a Londra fino a tornare nel luogo in cui tutto ha avuto inizio: la Libia. A svelare a Pagine Ebraiche come nasce la sua autobiografia, un poco romanzata ma in fondo assai vera, è proprio Raphael Luzon che questa domenica presenterà il libro al Caffè Letterario di Roma (ore 18.00).
Leggi

qui milano
La vita del macellaio di Damasco
“Il dittatore più passivo-aggressivo di sempre”. Così la giornalista Anna Momigliano in poche parole inquadra Bashar al-Assad, il rais siriano impegnato da anni in una sanguinosa guerra civile che conta oramai centinaia di migliaia di vittime e milioni di profughi. Per capire l’origine del conflitto in Siria è impossibile non comprendere la figura di Bashar Al Assad: per questo Momigliano, dopo due anni e mezzo di analisi e approfondimenti, ne ha tratteggiato il carattere ed affermazione politica, riassumendoli nel suo Il Macellaio di Damasco. Il libro, pubblicato nel 2013 in formato e-book, sarà presentato questo pomeriggio a Milano (Mondadori, in Duomo) e sarà il primo titolo a inaugurare la Espresso Book Machine della Mondadori, ovvero la macchina che stampa libri on-demand.
Leggi

qui firenze - qui roma
Ebrei e arabi, l'arte del dialogo
“‘Beresheet’ è la parola con la quale inizia la Torah, significa ‘In principio’. Beresheet La Shalom è il nome della nostra fondazione e significa ‘Un inizio per la pace'”. Si presenta così il progetto, fondato più di dieci anni fa da Angelica Edna Calò Livne, che si propone di utilizzare l’arte e il teatro come strumenti per il dialogo e il confronto e che fa lavorare insieme sul palco giovani ebrei, musulmani e cristiani favorendo l’educazione alla convivenza e alla pace. Un impegno concreto e quanto mai significativo alla luce delle tensioni di questi ultimi mesi, che è valso alla sua fondatrice una candidatura al Premio Nobel per la Pace nel 2005 e che nelle prossime ore raggiungerà una nuova volta l’Italia. Sabato sera infatti gli attori di Beresheet sbarcheranno a Firenze e si esibiranno al Teatro Puccini (ore 21) nel corso di una serata organizzata dalla comunità ebraica locale e supportata dal Comune di Firenze, da Coop Culture e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Domenica 18 la compagnia teatrale si sposterà poi a Roma in occasione del Premio letterario Adelina Della Pergola istituito dall’Adei Wizo.
Leggi

IL CONTRIBUTO EBRAICO IN MOSTRA AL QUIRINALE
Grande guerra, una traccia viva
Sono preziose testimonianze del patriottismo e dei sacrifici compiuti dagli ebrei italiani per la loro patria alcune delle fotografie e lettere esibite al Quirinale, all'interno della mostra "La Grande guerra. La Liberazione. Cento gemme della filatelia italiana" inaugurata ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ideata e organizzata dalla Federazione Società Filateliche Italiane e dal Gruppo Parlamentari Amici della Filatelia, l'esposizione comprende alcuni oggetti della vasta collezione detenuta da Gianfranco Moscati, che dal 1967 ha cominciato a raccogliere documenti, lettere, cartoline, oggetti, libri e materiale vario sui temi dell’ebraismo, dell’antisemitismo e delle persecuzioni, in Italia e in Europa. La mostra presenta alcuni momenti e personaggi fondamentali di storia italiana. Tra questi non poteva mancare Pia Del Vecchio, parente di Moscati, di cui sono esposte alcune fotografie, lettere e documenti (nell’immagine).
Leggi

pilpul


Attendibilità e competenza
Superata da qualche anno la moda di affidarsi ai tecnici, in Italia, come capita spesso, siamo passati da un estremo all’altro: chiunque abbia una qualche conoscenza o competenza su un argomento (perché riguarda il suo mestiere, libri o articoli che ha scritto, luoghi in cui ha abitato) è considerato a priori meno affidabile in quanto ‘di parte’. In questi giorni ho scoperto che gli allievi faticano ad accettare l’idea che Cesare, generale che racconta le proprie imprese, possa essere considerato più attendibile di storici come Livio, ‘neutrali’ ma pronti a ritoccare i fatti per esigenze letterarie.

Anna Segre, insegnante
Leggi

Israele giovane meraviglioso
“L’origine dei problemi che ci sono in Israele è l’atteggiamento poco comprensivo che c’è stato nei confronti di un paese giovane e meraviglioso che è stato costretto a diventare aggressivo per necessità”. Queste parole le pronunciò Woody Allen – al secolo Allan Stewart Konigsberg – in un’intervista nel 2003.

Francesco Moises Bassano
Leggi

Israele e il tic antisemita
La Stampa del 15 ottobre riporta due notizie senza che nessuno abbia rilevato il carattere antisemita che nasce dalla loro combinazione: a pag. 15 si dà conto della Conferenza che riunisce il Politecnico di Torino, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (ex Facoltà di Agraria) e il Technion di Haifa per discutere delle più avanzate tecnologie per le risorse idriche (argomento di cui Israele è leader mondiale). La conferenza (poco pubblicizzata per timore di contestazioni, ha detto l’organizzatore Prof. Ferrero) è stata interrotta da un gruppetto di scalmanati che hanno monopolizzato l’attenzione dell’articolista Fabrizio Alessandri che dà un dettagliato resoconto della chiassata pro-palestinese (5 colonne con fotografia) senza fornire alcun dettaglio sui risultati scientifici dell’incontro.

Roberto Jona, Università di Torino
Leggi



Roma, 16 ottobre
“Roma, 16 ottobre 1943" è anche il nome di una Fondazione che pochi conoscono: lavora molto in sordina e diversamente da quello che ci si potrebbe aspettare da una associazione che porta questo nome, ha scelto di promuovere soprattutto progetti formativi e creativi per i giovani.

Ilana Bahbot
Leggi


moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.