Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
|
“…un
tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un
tempo per la pace…” (Qohelet 3,8). Nelle strade di Israele in questi
giorni terribili, i tempi di pace, di amore, di guerra e di odio si
confondono tra le lame di un amico e vicino che diventa nemico armato,
quelle di un bambino che accoltella un suo coetaneo e quelle di una
madre che sorride al martirio dei figli. E diventa sempre più difficile
restare fedeli alla propria umanità.
|
|
Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
|
Con
la nuova legge sulla cittadinanza, adottando una versione temperata
dello ius soli “acquista la cittadinanza per nascita chi è nato nel
territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno
sia in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo
periodo”. Inoltre si riconosce il diritto dello ius culturae dove si
ratifica che “può ottenere la cittadinanza il minore straniero, che sia
nato in Italia o sia entrato nel nostro Paese entro il compimento del
dodicesimo anno di età, che abbia frequentato regolarmente, per almeno
cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli presso istituti
appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di
istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali idonei
al conseguimento di una qualifica professionale”.
|
|
Leggi
|
|
Netanyahu: "Abbas
è un bugiardo" |
Di
queste ore la notizia che un gruppo di dimostranti palestinesi a Nablus
ha dato fuoco al sito sacro per gli ebrei dove si trova la tomba di
Giuseppe. L’incendio è stato poi domato dalla polizia dell’Autorità
palestinese che ha disperso la folla fino all’arrivo dell’esercito
israeliano. I danni, scrive il Times of Israel, si concentrano nella
parte del sito riservata alle donne. E mentre Hamas, il gruppo
terroristico che controlla la Striscia di Gaza, ha indetto un nuovo
venerdì di collera invocando la violenza ai danni d’Israele, il premier
Benjamin Netanyahu si dichiara disposto ad incontrare il presidente
palestinese Abu Mazen: “Abu Mazen è un bugiardo, ma sono pronto ad
incontrarlo perché può aiutare a riportare la calma”. La bugia del
presidente palestinese, spiega la Stampa, è stata quella di mostrare
una foto dell’attentatore tredicenne Ahmed Masnara, che nei giorni
scorsi ha aggredito un suo coetaneo israeliano, dicendo che il ragazzo
era stato ucciso a sangue freddo ed era innocente. Una doppia bugia
visto che non solo ci sono dei video che dimostrano la sua
colpevolezza, prosegue il quotidiano, ma anche che Masnara è vivo e si
trova all’ospedale israeliano Hadassah dove sta ricevendo tutte le cure
necessarie. “Abu Mazen – accusa Fiamma Nirenstein sul Giornale – ha
fatto uso della taqiyya, la bugia consentita dalle leggi islamiche per
un bene maggiore”.
|
|
Leggi
|
|
|
NELLA NOTTE ATTACCATA LA TOMBA DI GIUSEPPE
Abbas, tra bugie e promesse
Mentre
il Premier israeliano Benjamin Netanyahu chiede al leader palestinese
Mahmoud Abbas di impegnarsi per riportare la calma, continuano
attentati e violenze contro civili e soldati israeliani. Nelle scorse
ore ad essere aggredito è stato un soldato, accoltellato a Kiryat Arba,
nei pressi di Hebron, da un palestinese.
La
vittima è stata ricoverata ed è in condizioni stabili mentre
l’aggressore, camuffatosi da fotoreporter per passare inosservato
(vestiva una pettorina con la scritta Press), è stato ucciso. Ad aprire
l’ennesimo “venerdì della rabbia”, quella invocata dal movimento
terroristico di Hamas, l’assalto incendiario compiuto nella notte da
alcuni rivoltosi palestinesi a Nablus contro la tomba di Giuseppe, sito
sacro per gli ebrei. L’incendio è stato poi domato dalla polizia
dell’Autorità palestinese che ha disperso la folla fino all’arrivo
dell’esercito israeliano. “L’incendio e la profanazione della Tomba di
Giuseppe è una palese violazione dei fondamentali valori di libertà di
culto – ha dichiarato il portavoce di Tsahal Peter Lerner – L’esercito
adotterà tutte le misure necessarie per assicurare alla giustizia i
responsabili, restaurare il sito e tutelare la libertà religiosa”.
Leggi
|
la mobilitazione degli ebrei italiani
"Vicini a Israele, contro l'odio"
Far
sentire allo Stato di Israele e alla sua popolazione “tutta la nostra
vicinanza, la nostra solidarietà, il nostro affetto e il nostro
sostegno”, contribuendo a combattere “la sottovalutazione e
l'assuefazione” di fronte ai ripetuti attacchi terroristici da parte
palestinese che continuano a costituire una minaccia.
È un chiaro messaggio quello rivolto dal presidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e dalla presidente della
Comunità ebraica romana Ruth Dureghello nell'invitare la cittadinanza a
prendere parte al presidio organizzato per domenica mattina alle 11
davanti all'ambasciata israeliana (via Michele Mercati, 14). Diversi
gli interventi previsti, con l’obiettivo di sensibilizzare
un’opinione pubblica troppo spesso distratta e tracciare un netto solco
tra chi ogni giorno si batte per la vita e chi invece predica e mette
in pratica un’ideologia di odio e di morte. E sulla scia di quanto
organizzato a Roma, anche la Comunità ebraica di Milano ha deciso di
scendere in piazza in segno di solidarietà a Israele, organizzando una
fiaccolata davanti alla Sinagoga Centrale il prossimo 21 ottobre.
|
qui roma
Museo della Shoah, nuovo inizio
sotto il segno della formazione
La consegna ufficiale della struttura è già avvenuta mesi fa.
Ma quello odierno è a tutti gli effetti un nuovo inizio, segnato dall'impegno più importante: quello della formazione.
Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma,
apre con emozione le porte della nuova sede situata all'interno della
Casina dei Vallati, l'edificio individuato dall'amministrazione
cittadina per dare seguito al lavoro di ricerca storica effettuato in
questi anni e avvicinare l'appuntamento con la posa della prima pietra
del memoriale che sorgerà a Villa Torlonia su progetto dell'architetto
Luca Zevi.
“Prende oggi avvio un nuovo momento di operatività. È una sfida
importante, e noi ci metteremo sempre cuore e passione” assicura
Venezia, che guida pubblico e stampa fino alla sala dove si conclude
oggi un denso e qualificato seminario in tre giornate sulla didattica
della Shoah, organizzato congiuntamente dal ministero dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca e dalla Fondazione Museo della Shoah e
rivolto a insegnanti di Roma e del Lazio e ad alcune guide italofone di
nazionalità polacca, tedesca e austriaca.
Un'iniziativa ad alto livello, coordinata dallo storico Marcello
Pezzetti e sostenuta con un patrocinio dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane.
“Scopo di questa istituzione è anche quello di formare i giovani.
Seminari come quello che va concludendosi aiutano in modo significativo
a cementare il ricordo e valori positivi” sottolinea il presidente UCEI
Renzo Gattegna, intervenedo con al fianco la presidente della Comunità
ebraica romana Ruth Dureghello e il rabbino capo Riccardo Di Segni.
Gli stessi valori per cui si battono con straordinario coraggio i
Testimoni Sami Modiano e Andra Bucci, invitati entrambi a prendere la
parola.
Leggi
|
ROMA - QUARTAPELLE E FIANO PRIMI FIRMATARI 'Brigata Ebraica medaglia d’oro'
Prende quota la proposta di legge
La
sfida è quella di sottrarre a pretestuose strumentalizzazioni e al
rancore di chi vuole riscrivere la storia una pagina imprescindibile
del Novecento italiano ed europeo. E questo attraverso un
riconoscimento istituzionale che tolga spazio a chi, tradendo i valori
della Resistenza e della lotta al nazifascismo, non perde occasione di
gettare odio e infangare la memoria di chi, a rischio della propria
vita, contribuì al ritorno della democrazia dopo anni di violenze e
dittatura. Un obiettivo sollevato con chiare parole dai parlamentari Pd
Lia Quartapelle ed Emanuele Fiano, primi firmatari della proposta di
legge che punta a far attribuire la medaglia d’oro al valore militare
alla Brigata Ebraica, intervenuti nel corso di una conferenza stampa
convocata per illustrare il loro impegno. Ricordano i firmatari: “Negli
eserciti alleati combattevano già soldati ebrei, ma come cittadini
dello Stato di origine. Nulla li caratterizzava come appartenenti a
quella che i nazionalsocialisti e i fascisti avevano identificato una
cittadinanza a parte, poiché di razza inferiore”. Eppure nei territori
del Mandato britannico in Palestina, viene spiegato, già dallo scoppio
della seconda guerra mondiale “si alzò la richiesta da parte dei
giovani ebrei di potere combattere contro gli eserciti dell’Asse,
mantenendo una propria peculiarità e identità”.
Leggi
|
qui ivrea
L'emozione del nuovo Sefer
Grande
festa ed emozione per gli ebrei di Ivrea, sezione della più ampia
Comunità torinese, per l’ingresso di un nuovo Sefer Torah in sinagoga.
Restaurato grazie a una donazione di Omer Goldstein, cittadino
israeliano che ad Ivrea ha risieduto durante l’infanzia, il Sefer è
stato protagonista di una cerimonia significativa per molte ragioni.
Prima delle quali la voglia di guardare al futuro di un piccolo nucleo
ebraico locale, come ha ricordato il delegato di sezione Raffaele
Pugliese nel tracciarne la storia.
Dalla sua istituzione nel Quattrocento alle privazioni del Ghetto, dal
Risorgimento ai giorni nostri. Nel 1761 vi erano sette famiglie per
complessive 57 persone. Tra il 1850 e il 1860 i residenti erano 160.
Oggi invece i numeri sono assai più modesti, ma non per questo si
rinuncia a progettare. Intramezzati da brani sinagogali eseguiti dai
cantori Baruch Lampronti ed Emanuele Sorani, dai saluti e dai
ringraziamenti del presidente della Comunità ebraica di Torino (e
presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia) Dario
Disegni, che ha ricordato l’impegno delIa fondazione nel restauro di
tanti sefarim italiani, il prossimo dei quali tornerà a Biella grazie
all’opera del sofer Amedeo Spagnoletto, hanno preso la parola il
rabbino capo Ariel Di Porto e rav Alberto Moshè Somekh.
Filippo Tedeschi
(Nell’immagine Omer Goldstein con il Sefer Torah e il rabbino capo Ariel Di Porto)
Leggi
|
venezia 500 Il ghetto più antico a RaiStoria
La
storia del ghetto più antico d’Europa vista attraverso i ricordi e le
dichiarazioni di ‘testimoni eccellenti’, custodi della memoria e della
complessa evoluzione della comunità ebraica di Venezia. La racconta il
programma “Il Ghetto di Venezia, 500 Anni di Vita”, diretto da Emanuela
Giordano, in onda sabato 17 ottobre alle 22.30 su Rai Storia (Il film
sarà poi replicato questa domenica, 18 ottobre, alle 18 e giovedì 22
ottobre alle 19). Ciascun
testimone approfondisce un tema: le origini, la relazione tra gli ebrei
e il governo della Serenissima, tra ebrei di diverse lingue e culture,
i grandi personaggi della storia del ghetto, i mestieri permessi, il
denaro, la cabala, il cibo, la lingua giudaico veneziana, le
persecuzioni, l’integrazione. Al centro del racconto spaccati di vita
quotidiana e alcuni momenti identitari: un Bar Mitzvah e un funerale.
Sullo sfondo, le sinagoghe nascoste dietro facciate apparentemente
anonime, l’antico cimitero ebraico e molti altri luoghi fortemente
evocativi di una cultura antichissima.
Leggi
|
libri - a colloquio con raphael luzon Tramonto libico, il mio racconto “Il
libro di Raphael Luzon è un libro sincero e pacato. Egli sceglie
alcuni ricordi, ma è consapevole che la memoria è ingannevole e che
quindi non può essere una prova per affermare delle verità assolute,
né uno strumento al servizio di pulsioni ideologiche. Mi sembra che
Luzon abbia aperto il grande vaso della memoria prima di tutto per fini
terapeutici, per lenire le ferite personali dell’esilio, per dare
sollievo alla nostalgia per la sua terra madre, una nostalgia che vive
tra le righe di tutte le pagine del libro”. Sceglie con cura certosina
le parole lo scrittore Roberto Saviano quando si ritrova a parlare di
“Tramonto libico. Storia di un ebreo arabo”, il libro edito da Giuntina
di cui firma la prefazione. Il romanzo si incentra sulla storia di una
famiglia ebraica di Bengasi,Libia, costretta a lasciare la sua casa
insieme a migliaia di persone nel ’67 a seguito di sanguinosi pogrom
commessi da alcuni cittadini arabi e l’imminente rivoluzione del
colonnello Gheddafi. Un racconto snello e incalzante che poi si sposta
a Roma, in Israele e a Londra fino a tornare nel luogo in cui tutto ha
avuto inizio: la Libia. A svelare a Pagine Ebraiche come nasce la sua
autobiografia, un poco romanzata ma in fondo assai vera, è proprio
Raphael Luzon che questa domenica presenterà il libro al Caffè
Letterario di Roma (ore 18.00).
Leggi
|
IL CONTRIBUTO EBRAICO IN MOSTRA AL QUIRINALE
Grande guerra, una traccia viva
Sono
preziose testimonianze del patriottismo e dei sacrifici compiuti dagli
ebrei italiani per la loro patria alcune delle fotografie e lettere
esibite al Quirinale, all'interno della mostra "La Grande guerra. La
Liberazione. Cento gemme della filatelia italiana" inaugurata ieri dal
presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ideata e organizzata
dalla Federazione Società Filateliche Italiane e dal Gruppo
Parlamentari Amici della Filatelia, l'esposizione comprende alcuni
oggetti della vasta collezione detenuta da Gianfranco Moscati, che dal
1967 ha cominciato a raccogliere documenti, lettere, cartoline,
oggetti, libri e materiale vario sui temi dell’ebraismo,
dell’antisemitismo e delle persecuzioni, in Italia e in Europa. La
mostra presenta alcuni momenti e personaggi fondamentali di storia
italiana. Tra questi non poteva mancare Pia Del Vecchio, parente di
Moscati, di cui sono esposte alcune fotografie, lettere e documenti
(nell’immagine).
Leggi
|
Attendibilità e competenza |
Superata
da qualche anno la moda di affidarsi ai tecnici, in Italia, come capita
spesso, siamo passati da un estremo all’altro: chiunque abbia una
qualche conoscenza o competenza su un argomento (perché riguarda il suo
mestiere, libri o articoli che ha scritto, luoghi in cui ha abitato) è
considerato a priori meno affidabile in quanto ‘di parte’. In questi
giorni ho scoperto che gli allievi faticano ad accettare l’idea che
Cesare, generale che racconta le proprie imprese, possa essere
considerato più attendibile di storici come Livio, ‘neutrali’ ma pronti
a ritoccare i fatti per esigenze letterarie.
Anna Segre, insegnante
Leggi
|
Israele giovane meraviglioso |
“L’origine
dei problemi che ci sono in Israele è l’atteggiamento poco comprensivo
che c’è stato nei confronti di un paese giovane e meraviglioso che è
stato costretto a diventare aggressivo per necessità”. Queste parole le
pronunciò Woody Allen – al secolo Allan Stewart Konigsberg – in
un’intervista nel 2003.
Francesco Moises Bassano
Leggi
|
Israele e il tic antisemita |
La
Stampa del 15 ottobre riporta due notizie senza che nessuno abbia
rilevato il carattere antisemita che nasce dalla loro combinazione: a
pag. 15 si dà conto della Conferenza che riunisce il Politecnico di
Torino, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (ex
Facoltà di Agraria) e il Technion di Haifa per discutere delle più
avanzate tecnologie per le risorse idriche (argomento di cui Israele è
leader mondiale). La conferenza (poco pubblicizzata per timore di
contestazioni, ha detto l’organizzatore Prof. Ferrero) è stata
interrotta da un gruppetto di scalmanati che hanno monopolizzato
l’attenzione dell’articolista Fabrizio Alessandri che dà un dettagliato
resoconto della chiassata pro-palestinese (5 colonne con fotografia)
senza fornire alcun dettaglio sui risultati scientifici dell’incontro.
Roberto Jona, Università di Torino
Leggi
|
|
|
|
Roma, 16 ottobre |
“Roma,
16 ottobre 1943" è anche il nome di una Fondazione che pochi conoscono:
lavora molto in sordina e diversamente da quello che ci si potrebbe
aspettare da una associazione che porta questo nome, ha scelto di
promuovere soprattutto progetti formativi e creativi per i giovani.
Ilana Bahbot
Leggi
|
|
|