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22 gennaio 2016 - 12 Shevat 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Ci sono momenti in cui la Storia ci pone sotto i riflettori illuminando i nostri comportamenti eroici, le nostre paure umane, le angosce divoratrici ed i nostri atteggiamenti miseri. Sulle sponde del Mar Rosso abbiamo vissuto uno di quei momenti e l’eroismo del primo ebreo, Nachshon ben Amminadav, che si è lanciato nel mare ancora chiuso dimostrando la sua fede, ha salvato il rispetto e l’onore di tutto il nostro popolo.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
E se prendessimo atto semplicemente che ci sono coppie di persone che si amano, e che queste coppie hanno diritto ad avere una famiglia e a godere delle protezioni sociali più comunemente concesse dallo Stato? E se trovassimo il coraggio di dire che questo dato di fatto, che attualmente si manifesta a prescindere dalla legge, non solo non è la maggior minaccia per la nostra società, ma semplicemente non è una minaccia ma solo un dato di fatto, che merita un intervento di regolamentazione legislativa?
 
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Israele, appello all'Italia:
"Alzate la voce con l'Iran"
La prossima settimana il presidente iraniano Rohani sarà a Roma (25 e 26 gennaio) con una delegazione politica ed economica, che sarà accolta anche in Vaticano. Il viaggio in Italia di Rohani arriva a distanza di pochi giorni dall’entrata in vigore dell’accordo sul nucleare iraniano che ha portato alla cancellazione delle sanzioni internazionali a carico di Teheran. Un elemento che preoccupa Israele, ripetutamente minacciato dal regime iraniano, poiché garantisce nuove risorse e influenza al paese degli ayatollah. E a dare voce alle preoccupazioni di Gerusalemme, anche il viceministro degli Esteri israeliano Tzipi Hotovely, come viene evidenziato nell’intervista rilasciata a Libero durante la sua presenza in Italia e pubblicata oggi dal quotidiano. “Ci aspettiamo che l’Italia faccia sentire la sua voce con l’Iran”, l’auspicio del viceministro, che ricordando lo stretto legame con Roma, metteva in guardia l’Italia dalla politica iraniana che “da una parte appoggia apertamente il terrorismo ed il radicalismo islamico e che dall’altra porta avanti un programma di negazione dell’Olocausto”. Nell’intervista si parla anche dei negoziati con i palestinesi: “hanno abbandonato il tavolo e non danno l’impressione di volerci tornare. – la posizione di Hotovely – Non esiste alcun “circolo di violenza” tra israeliani e palestinesi; esiste una violenza unilaterale da parte loro”.

Identità e kippah. “L’intera società francese si è sentita testimone dell’antico dilemma tra il comandamento ebraico di coprirsi il capo e quello di pensare a salvare la propria vita quando i ‘pogromisti’ tirano fuori i coltelli”. Così il filosofo Bernard-Henri Lévy analizza sul Corriere della Sera il dibattito nato in Francia sulla questione dell’indossare la kippah. Per il filosofo “C’è stato uno psicodramma su un pezzo di stoffa elevato al rango di oggetto di transizione o di totem di una Repubblica stanca di sé (la kippah è la Francia…siamo tutti ebrei da kippah…, una pioggia di hashtag virtuali scomparsi da Internet con la stessa rapidità con cui vi erano apparsi)”. “Ci sono – ricorda ancora Lévy – gli emuli della gang dei barbari, gli imitatori di Mohamed Merah o degli assassini dell’Hypercacher, per i quali il fatto di portare la kippah, quella vera, significa aver il permesso di uccidere”. “Lasciamo in pace i francesi che portano la kippah”, la semplice conclusione del filosofo.

Memoria e musica. Espresso e Repubblica ricordano la figura del Maestro Arturo Toscanini e il concerto “Toscanini – Il coraggio della musica”, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, per il Giorno della Memoria (27 gennaio 2016) presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma. Proprio in onore di Toscanini, si ricorda nell’edizione romana del Corriere della Sera, oggi alle 12 all’Auditorium, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, il presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Renzo Gattegna e il presidente di Gariwo Gabriele Nissim poseranno un albero in sua memoria. Tante le iniziative nella Capitale, ricorda il Corriere, tra cui la mostra su Anne Frank promossa dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma alla Casina dei Vallati. “Il nostro compito è ascoltare e diventare noi stessi testimoni – sottolinea l’assessore alla Cultura della Comunità di Roma Giorgia Calò – Attraverso la cultura avviciniamo e sensibilizziamo un vasto pubblico”. A proposito di musica e Memoria, su Torino Sette, inserto settimanale de La Stampa, viene presentato il concerto del 27 gennaio al conservatorio Verdi di Torino legato ai compositori deportati nel ghetto-lager di Terezin.
 
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  davar
IL CONVEGNO UCEI A PALAZZO CHIGI
Memoria, una lezione per l’oggi
La Shoah non fu un crimine avulso rispetto al contesto in cui fu praticato, ma l’ultimo terribile scalino di un percorso di morte, violenza e sopraffazione. Affinché la lezione sia compresa è dunque imperativo cogliere i segnali dell’odio, siano essi fisici o ancora limitati al piano verbale. Soltanto così il monito “mai più” troverà concreta applicazione.
Lo ha ricordato il qualificato convegno “Antisemitismo, paura del diverso, incitamento all’odio: ieri e oggi” organizzato a Roma, nella sala polifunzionale di Palazzo Chigi, nell’ambito delle iniziative promosse da Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e presidenza del Consiglio dei ministri per il Giorno della Memoria.
“Il Giorno della Memoria non è una mera ricorrenza, ma un impegno vivo. Soprattutto verso i giovani, cui devono essere forniti tutti gli strumenti per comprendere le cause e l’origine di quella buia stagione d’Europa. Soprattutto è importante capire come un simile crimine trovò attuazione, come le prime istigazioni sfociarono in quello che è accaduto. Bisogna restare vigili, bisogna intercettare ogni singolo segnale. Una lezione fondamentale – ha riflettuto il presidente dell’Unione Renzo Gattegna – per difendere ciò che siamo e costruire un futuro di pace e fratellanza tra gli uomini”.
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qui roma
Toscanini, le radici del coraggio
È stato piantato questa mattina nei giardini pensili dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, il giovane albero di sughero donato dalla Presidenza della Repubblica. Ricorderà a tutti coloro che lo vedranno crescere da un concerto all’anno come Arturo Toscanini abbia mostrato al mondo che reagire contro fascismo e nazismo era possibile. Non era solo un grandissimo direttore d’orchestra ma come hanno ricordato le organizzatrici del Concerto della Memoria, che si terrà il 27 gennaio a pochi metri dalla pianta da poco messa a dimora, è stato soprattutto un uomo che ha saputo opporsi alle leggi razziste. Il ministro dei Beni culturali e del turismo Dario Franceschini, che ha partecipato alla messa a dimora del giovane sughero insieme al presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, ha voluto ricordare ai presenti il valore simbolico di un simile gesto, fatto pensando al futuro, e sopratutto a quei giovani che negli anni a venire avranno l’occasione di conoscere una simile straordinaria figura.
 
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qui ferrara 
I mondi di Primo Levi in mostra
Dal 24 gennaio al 21 febbraio Ferrara e il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah ospitano al Castello Estense la mostra itinerante “I mondi di Primo Levi”.
Una strenua chiarezza, promossa dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi. Al centro della mostra, gli svariati mondi esplorati dal poliedrico intellettuale torinese: quello del campo di sterminio; quello della scrittura; quello della chimica; quello delle altre scienze esatte; quello del lavoro, cui dedicò un libro straordinario come La chiave a stella.

“Una mostra pensata per viaggiare, per essere itinerante e per arrivare, con un linguaggio che deve essere necessariamente diverso da quello della letteratura, ai visitatori che muovendosi in un luogo fisico avranno delle esperienze reali, e – auspicabilmente – arriveranno a provare delle emozioni”.
Così il curatore Peppino Ortoleva raccontava in febbraio a Pagine Ebraiche la mostra “I mondi di Primo Levi – Una strenua chiarezza”, realizzata insieme a Fabio Levi, direttore del Centro Primo Levi di Torino.
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qui bologna
Levi, i giorni della testimonianza
In occasione del Giorno della Memoria, il Museo Ebraico di Bologna presenta la mostra (che sarà inaugurata il 24 gennaio) dedicata ad un anno particolare nella vita di Primo Levi, il 1961.
 
Metti una sera a Bologna il 13 marzo 1961.
Metti una serie di lezioni su “Trent’anni di storia italiana” in un teatro Comunale gremito di pubblico.
Metti un testimone. Quel testimone si chiama Primo Levi ed è stato invitato, insieme ad altri, per parlare della sua esperienza nel lager al termine di una lezione sulle leggi razziste italiane.
A quel punto della sua vita, Levi ha scritto un unico libro, Se questo è un uomo, e lavora come chimico in una fabbrica di vernici a Settimo Torinese.
Ma, a quel punto della sua vita, è soprattutto un uomo curioso: i suoi interessi sono innumerevoli e altrettanti sono gli ambiti in cui sta lavorando, come scrittore, uomo di scienza e di pensiero, versatile e di sorprendente originalità.
Prendendo spunto dall’occasione bolognese, una delle prime testimonianze pubbliche rese da Primo Levi, il Museo Ebraico di Bologna inaugura nei giorni della Memoria una mostra dal titolo “1961 Bologna. I mondi di Primo Levi”.
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qui milano - la mostra del cdec
Binario 21, il tradimento italiano
 “Abbiamo scelto una foto di Trieste che ritrae un negozio con la scritta 'chiuso per sempre' come manifesto di questa mostra. Quel per sempre indica come la politica antisemita dell'Italia fascista fosse definitiva, mirava a un paese senza ebrei”. Così il direttore del Centro di documentazione ebraica di Milano ha descritto la mostra “Dalle leggi antiebraiche alla Shoah. Sette anni di storia italiana, 1938-1945”, curata proprio dal Cdec e allestita nello spazio mostre Bernardo Caprotti dagli architetti Guido Morpurgo e Annalisa de Curtis. Un percorso in cui si racconta come l'Italia voltò le spalle ai suoi concittadini ebrei, introducendo le leggi razziste del 1938 e partecipando alla persecuzione e alla Shoah, come testimonia la stessa esistenza del Memoriale di Milano Binario 21: il luogo da cui Liliana Segre (nell'immagine), sopravvissuta alla Shoah e presente all'inaugurazione della mostra, fu deportata nel 1943 ad Auschwitz assieme al padre e ad altre centinaia di persone. Il Memoriale è un monito a non dimenticare e a non rimanere indifferenti davanti alla sofferenza altrui, ha ricordato il vicepresidente della Fondazione e dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, spiegando ai presenti l'evoluzione dei lavori della struttura e inaugurando, al fianco della mostra, le sei “stanze delle testimonianze”, una delle istallazioni recentemente portate a termine.
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qui milano - l'assemblea degli iscritti
Keillah, un Bilancio condiviso
Coesione e partecipazione. È il messaggio lanciato dal Consiglio della Comunità ebraica di Milano in occasione dell'assemblea degli iscritti della keillah: l'approvazione a larga maggioranza del Bilancio consuntivo 2014 – certificato da una società esterna e nel rispetto delle linee guida indicate dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane - e del preventivo 2016 è un segnale in questa direzione ma dai presidenti Raffaele Besso e Milo Hasbani è arrivato un appello a tutti gli iscritti perché diano il proprio contributo per aiutare la Comunità ad uscire la difficile situazione economica in cui si trova. In apertura di assemblea, a cui ha partecipato il vicepresidente dell'UCEI Roberto Jarach, entrambi i presidenti hanno sottolineato come il Consiglio stia lavorando unito per risolvere le problematiche economiche e organizzative della Keillah.
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qui roma - la mostra al vittoriano
L'arte che apre le porte su Israele
Famiglia, eredità culturale, fare in modo che accada, avventura, impegno, esprimersi, apprendimento, relazionarsi e speranza.
Sono questi i nove valori caratteristici dello Stato d’Israele che si svelano aprendo le nove porte di “Open a door to Israel – Discover/Experience/Connect”, la mostra patrocinata dal ministero degli Affari Esteri di Israele e dell’ambasciata d’Israele in Italia inaugurata nelle scorse ore all’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano di Roma.
Un’installazione interattiva e multimediale che sarà possibile visitare gratuitamente fino all’11 febbraio e che permette al pubblico di scoprire la complessa e affascinante realtà d’Israele in tutte le sue sfumature. Aprendo le porte colorate, sarà possibile entrare nelle case dei cittadini israeliani e partecipare a una cena di Shabbat ma anche bere un tè con la minoranza drusa. Poco più in là, la porta seguente farà ballare sulle note mixate di un dj mentre, facendo altri due passi, è tutto pronto per una sfida (reale) con i matkot, i famigerati racchettoni che invadono le spiagge di Tel Aviv.
A inaugurare l’esposizione, che viaggerà in Francia, negli Stati Uniti, in Cina, Polonia, Russia, Giappone, Argentina e Brasile; il vice ministro degli Esteri israeliano Tzipi Hotovely e il ministro dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca Stefania Giannini.
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qui firenze 
Nove voci per la Memoria
Nove voci. Nove voci per il coraggio. Nove voci per ricordarci l’attualità di una lezione.
“Voi che vivete sicuri. Accoglienza e respingimenti ieri e oggi”. Questo il titolo del grande evento organizzato dalla Regione Toscana in occasione del Giorno della Memoria con protagonisti nove Testimoni della barbarie nazifascista – ebrei, internati militari e perseguitati politici. Da Piero Terracina alle sorelle Andra e Tatiana Bucci (che nel pomeriggio riceveranno la cittadinanza onoraria di Firenze in Palazzo Vecchio). Da Vera Jarach Vigevani a Kitty Braun.
L’appuntamento è per la mattina del 27 gennaio al Palamandela, scenario ogni due anni di un grande incontro tra sopravvissuti e studenti che richiama migliaia di giovani da tutto il territorio (8mila le presenze attese per mercoledì prossimo).
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qui venezia 
L'Atlante dell'orrore nazifascista
 La collocazione della Memoria in un contesto spaziale consultabile e analizzabile direttamente nell’universo liquido della rete, questo l’intento dei promotori dell’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia tra il 1943 e il 1945.
Il progetto, presentato ieri durante un convegno ad hoc nella sede delle Zattere dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, è finalizzato alla creazione di una banca dati completa degli episodi di violenza commessi a danno dei civili da parte dell’esercito tedesco e dei suoi alleati fascisti repubblicani.

Michael Calimani
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pilpul
Voce di donna
 In che cosa la visita papale di domenica scorsa alla sinagoga di Roma è stata diversa dalle due precedenti?
In questi giorni non sono mancati i confronti, ma vorrei segnalare un elemento di novità che forse non è stato messo sufficientemente in evidenza e che invece mi pare abbia un forte significato simbolico: questa volta la prima voce che abbiamo ascoltato è stata quella di una donna. La cosa è tanto più significativa in quanto non è semplicemente una logica conseguenza dei ruoli istituzionali: se è vero che prima di Ruth Dureghello la Comunità di Roma non aveva mai avuto una Presidente, forse vale la pena di ricordare che nel 1986 in occasione della visita di papa Wojtyla la Presidente dell’UCEI Tullia Zevi, che pure era stata la prima a salutare il pontefice al suo arrivo, non aveva pronunciato nessun discorso all’interno della sinagoga e non aveva avuto parte attiva nella cerimonia. Pesi diversi attribuiti alle Comunità e all’Unione prima dell’8 per mille?


Anna Segre, insegnante
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Il popolo ebraico
 Sovente ho constatato che nell’opinione pubblica e sui social network molti ritengono che si possa parlare soltanto di religione ebraica e non di un “popolo ebraico” correlato, come del resto affermavano i riformisti tedeschi del XIX secolo. Generalmente questo sostantivo viene percepito come qualcosa di esclusivo e discriminante verso gli altri. Parlare di popolo, o del desueto “nazione” invece non significa parlare di “razza” e in qualche modo neanche propriamente di etnia – termine che nell’originale ethnos era denigratorio, e in riferimento soprattutto per indicare gruppi altri e diversi – così come non esclude che all’interno di esso possano esservi elementi con diverse provenienze o genealogie. 

Francesco Moises Bassano, studente
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Madri d'Israele - Dafna
Rischiando di cadere nel solito chilché, in quell’antico trend che riguarda sempre e solo noi e mai nessun altro, vi presento Dafna Meir, la mia compianta Madre d’Israele.
Posso assicurarvi che l’aggettivo possessivo in questione è stato ben ponderato prima del suo utilizzo. Un “mia” facilmente tramutabile in “nostra”, se solo qualcuno lo desiderasse.
Perché Dafna è la mamma di ognuno di noi. Perché Dafna rappresenta, suo malgrado, tante altre mamme ebree, prima ancora che israeliane.
Perché di Dafna si può parlare solo al presente, mai al passato.


David Zebuloni
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Lettera al Presidente
Lettera aperta al Presidente della Repubblica Italiana
Sergio Mattarella.
Illustre Presidente, il 25 e 26 gennaio prossimi sarà in visita di stato nel nostro Paese il Presidente della Repubblica Islamica d’Iran, con il quale Lei avrà occasione di incontrarsi in forma ufficiale. Questa visita, per una circostanza sicuramente non voluta, e tuttavia inquietante e significativa, cade esattamente alla vigilia del Giorno della Memoria, che invita tutti gli italiani a raccogliersi in meditazione sull’indicibile orrore della Shoah, affinché le mostruosità del passato non abbiano mai più a ripetersi e le nuove generazioni dell’Italia libera e democratica sappiano fare argine, con la loro coscienza civile, alle vecchie e nuove forze del male.


Francesco Lucrezi
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L'esperienza del sublime
Tu Bishvat, il Capodanno degli alberi, si avvicina. Nel Talmud Jerushalmi (114) i rabbini scrivono che “è proibito abitare in una città priva di verde”. Questo perché, molti spiegano, la contemplazione delle bellezze della natura è essenziale per lo sviluppo spirituale degli esseri umani e i tempi messianici. Ma quale sarebbe il motivo?

Ilana Bahbout
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