Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Per
gli ebrei la kippah è un copricapo che deve farci sentire che c’è
sempre Qualcuno sopra di noi, contenendo, così i nostri deliri di
onnipotenza e di narcisismo.
Gli ebrei dovrebbero indossarla sempre. Nella realtà c’è chi
porta la kippah anche quando dorme, chi soltanto quando studia e prega,
e chi solamente in sinagoga e durante altri riti religiosi. L’obbligo
del “kissui rosh”, la copertura del capo, vige per entrambe i
sessi, anche se per diversi motivi.
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Dario
Calimani,
anglista
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Con
il passare degli anni, si conferma che il Giorno della Memoria è sempre
più ingombrante e imbarazzante. Avevamo cominciato con rievocazioni e
testimonianze. Qualche spezzone di documentario. Giovani che
presentavano rielaborazioni innocenti della loro fruizione scolastica.
Poi si era inserita la musica, in tono con l’occasione, che dicesse con
i suoni quello che le parole non sanno dire e che molti di noi si
portano dentro. Abbiamo ascoltato le musiche dei compositori eliminati
ad Auschwitz, poi le musiche ispirate da Auschwitz. Ma ogni anno la
cosa si fa più difficile. Proporre qualcosa che non sia la fotocopia
dell’anno precedente sembra impossibile. Le testimonianze stanno
venendo meno. I documenti sono gli stessi.
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Il vertice tra Renzi-Rohani accordi e polemiche
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“Stipulare
accordi commerciali e la guerra in Siria. Questi i temi sul tavolo del
vertice tenutosi a Roma tra il presidente iraniano Hassan Rouhani e il
Primo ministro italiano Matteo Renzi. Il problema delle violazioni dei
diritti umani e delle minacce a Israele da parte di Teheran sono
rimasti ai margini, seppur citati da Renzi. Come scrive il Corriere,
Renzi ha dichiarato che la sfida della pace deve coinvolgere tutti, gli
iraniani come “gli amici israeliani e sauditi”, aggiungendo che, “anche
nei settori su cui sono più marcate le nostre distanze, come sui
diritti umani , abbiamo di mostrato di saper dialogare”. D'altra parte,
sempre il Corriere, riporta le parole del rabbino capo di Roma Riccardo
Di Segni (rilanciate anche dal Messaggero) che ha definito la visita di
Rouhani una “intollerabile celebrazione dei negazionisti”, ricordando
le vergognose tesi sostenute da Teheran sulla Shoah. Critiche legate
alla visita di Rouhani anche sulla Stampa che titola “Se la politica
dimentica le condanne dell'Iran”, in riferimento alle centinaia di pene
capitali comminate nel Paese.
Italia-Iran: il valore del mercato. Le aziende italiane sono
impegnate in una vera corsa per stipulare accordi commerciali con la
controparte iraniana: il commercio con l'Iran, scrive sul Messaggero
Oscar Giannino, vale il 2 per cento del Pil italiano. Secondo Giannino
“con maggior rapporti economici l’Italia potrà levare una voce più
ferma contro le violazioni gravi che in Iran continuano contro le
libertà politiche, contro la pena di morte praticata in numeri
sconvolgenti (oltre 2200 esecuzioni dacché Rouhani è presidente), e
contro il disconoscimento del diritto all’esistenza di Israele che
Teheran continua a proclamare”.
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qui milano - segnalibro
La sfida di raccontare la Storia
La
Memoria deve essere viva. Dobbiamo trarre un significato attuale dalla
Shoah. Perché non accada mai più. Solo alcune delle affermazioni che
ritornano quando si parla del Giorno della Memoria. Ma cosa significano
veramente? Qual è il ruolo della Storia, del passato, nelle nostre
vite? A interrogarsi su questi temi saranno domani (ore 18.30) lo
storico David Bidussa direttore della Biblioteca della Fondazione
Giangiacomo Feltrinelli, Riccardo Chiattelli, direttore di
laeffe, Danilo De Biasio, giornalista di Radio Popolare, e lo
storico Carlo Greppi, protagonisti dell'incontro “Quante storie.
Linguaggi della memoria”, presso la Libreria Feltrinelli di
piazza Duomo a Milano. Un appuntamento per parlare della storia e
dei modi, i linguaggi e le chiavi narrative per raccontarla. Temi che
sono anche al centro della nuova pubblicazione firmata da Bidussa,
Greppi, assieme al giornalista e scrittore Paolo Rumiz: Il passato al presente. Raccontare la storia oggi,
ebook edito da Feltrinelli che da domani sarà disponibile online. “Oggi
siamo a un bivio della memoria. - si legge nell'introduzione del libro
- Aumentano le nostre conoscenze, le informazioni sul nostro passato e
gli studi che lo ricostruiscono, eppure ci troviamo a vivere in un
eterno presente, nel quale la consapevolezza di essere collocati in un
tempo, tra un passato e un futuro, sembra smaterializzarsi
progressivamente”. E qui si inseriscono le riflessioni di Bidussa,
Greppi e Rumiz che restituiscono, attraverso percorsi e prospettive
differenti, significato allo studio della Storia. “La sfida del
racconto della storia – spiegano gli autori - ci chiede allora di
mettere in gioco non soltanto le competenze professionali proprie di
chi svolge il “mestiere di storico”, ma anche il coinvolgimento attivo,
emotivo, le inquietudini o le richieste esigenti di chi il racconto
della storia finora l’ha solo ricevuto passivamente. Ci chiede, in
poche parole, di andare oltre il libro di storia”.
Di seguito un estratto dal libro del brano dello storico Bidussa.
Oltre il libro di storia
Non è finito il libro di storia. È finito o non più funzionante il racconto della storia solo con i libri.
Affronterò la questione seguendo tre percorsi. I primi due sono più
concettuali, il terzo è una proposta operativa, di metodo, ma anche di
contenuto concreto. In quella terza parte tenterò di dare delle
risposte intorno alla domanda: come si legge un fatto storico?
Il primo: che cosa è cambiato negli ultimi vent’anni con l’esplosione
della questione del testimone nella narrazione del passato? La seconda:
sono ancora i libri di storia a raccontare il passato? La terza: come
si ricostruisce il passato “a parte intera” una volta verificato che né
il libro di storia è capace di raccontarlo, né la testimonianza è in
grado di restituirci per intero la scena del passato? L’ultima
questione, in particolare, vede anche noi sul banco dei “sospetti”,
poiché andiamo in cerca di ciò che del passato non è raccontato. Ma
procediamo con ordine.
David Bidussa
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QUI TRIESTE - MEMORIA
"Una lezione da comprendere"
Ore di forte impegno in tutto il paese sul tema della Memoria e sull’attualità della sua lezione.
Nell’immagine un momento della solenne commemorazione svoltasi questa
mattina presso il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, cui
sono intervenuti il presidente della Comunità ebraica triestina
Alessandro Salonichio e il rabbino capo Eliezer Di Martino.
Nell’occasione il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop ha
detto: “Oggi ricordiamo la Shoah attraverso la Memoria, uno dei grandi
valori e un elemento costitutivo della civiltà e della identità
ebraica. Ricordare le grandi tragedie collettive deve servire a questo:
a spingerci a pensare agli innocenti di oggi e di domani e al nostro
dovere di migliorare il mondo che abbiamo trovato, facendo tesoro delle
esperienze di tutti i tempi, di quelle positive e di quelle
distruttive. Se maturerà in noi questa consapevolezza, allora il nostro
ricordo della Shoah non sarà solo la commemorazione di un crimine fra i
più efferati mai commessi dall’Uomo.“
(L’immagine è di Giovanni Montenero)
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qui roma - memoria
Villa Emma, storia di coraggio
Accolsero
73 bambini e ragazzi ebrei in fuga dalla Germania, offrendo loro una
parentesi di quiete. E poi, dopo l’otto settembre del ’43, nel pieno
delle persecuzioni, li aiutarono a fuggire verso la Svizzera e verso la
salvezza. Fu una grande prova di coraggio quella che vide protagonisti
gli abitanti di Nonantola, comune alle porte di Modena diventato
emblema di umanità grazie a “Villa Emma” e all’eroismo e dei sui
abitanti. Un impegno al servizio del bene, individuale e collettivo,
che è ora raccontato in un nuovo documentario – “Salvate Tutti” – in
distribuzione a partire da domani, Giorno della Memoria, con Repubblica
ed Espresso. Arricchito dagli interventi degli storici Anna Foa e
Marcello Pezzetti, e con Aldo Zappalà in regia, il documentario è stato
illustrato nelle sue caratteristiche essenziali nel corso di un evento
di presentazione svoltosi questa mattina nella biblioteca Giovanni
Spadolini del Senato.
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DAFDAF – Diritti e rispetto tra musica e arte
Non cedere al male è possibile
"Il
mio nome è Arturo. Sono nato il 25 marzo 1867 a Parma. Papà Claudio e
mamma Paolina lavoravano come sarti ed avevano una grande passione per
la musica, proprio come me, che ho iniziato prestissimo a studiare
violoncello, pianoforte e composizione alla Regia Scuola di Musica di
Parma". Inizia così la rubrica "musica, maestra!", che in occasione del
grande concerto del 27 gennaio all'Auditorium Parco della musica di
Roma è dedicato ad Arturo Toscanini. Pagine in cui Maria Teresa Milano
ha scelto di dare voce al grande direttore d'orchestra, che racconta in
prima persona ai giovani lettori come non cedere al fascismo fosse
possibile: "Proprio negli anni della mia ascesa, in Italia faceva la
sua ascesa, di ben altro tipo, il signor Benito Mussolini, il Duce. Se
c’è un uomo che non ho mai sopportato è proprio lui e trovavo squallida
e pericolosa la sua propaganda. Anche la musica, o almeno una parte di
essa, era a servizio del regime, ma io no. 'Giovinezza, giovinezza,
primavera di bellezza. Della vita, nell’asprezza, il tuo canto squilla
e va...'. L’avete mai sentita questa canzone? La cantavano gli
squadristi, era il simbolo stesso della loro violenza, delle botte e
dell’olio di ricino. Altro che primavera di bellezza! E così, quando
nel 1931 al Teatro Comunale di Bologna mi hanno chiesto di dirigerla io
ho risposto che mai e poi mai mi sarei piegato a questo. Pammm! Mi sono
preso un ceffone in pieno viso da quei fascistoni ignoranti ed è stato
lì che ho deciso di partire, quell’Italia non era più la mia". Leggi
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qui torino - IN MOSTRA LE OPERE DI LARRY RIVERS
Primo Levi, omaggio su tela
Inaugurata
a Palazzo Madama una mostra di Larry Rivers, pittore statunitense, di
origine ebraico-ucraina, che ha condensato la vita e la poliedrica
personalità del chimico e scrittore Primo Levi in tre ritratti,
conservati dal 2002 presso la Pinacoteca Agnelli. Un evento molto
atteso, presentato oggi da Patrizia Asproni, presidente della
Fondazione Torino Musei; Marcella Pralormo, direttrice della
Pinacoteca; Fabio Levi, direttore del Centro Studi Primo Levi;
giornalista Furio Colombo, che impersonificò il legame tra Rivers e lo
stesso Levi. Presente anche il sindaco Piero Fassino.
Alice Fubini Leggi
qui torino
Il processo impossibile
La
compagnia Teatri della Resistenza mette in scena in occasione del
Giorno della Memoria “Il processo di Shamgorod”, un testo tra i più
audaci dello scrittore e Premio Nobel per la pace, Elie Wiesel.
L’iniziativa di portare lo spettacolo su un palcoscenico piemontese
nasce dalla collaborazione tra la Comunità ebraica di Torino e il
Teatro Stabile, assieme al Teatro Nazionale. La vicenda si svolge
all’interno di una vecchia locanda, in scena l’oste Berish, la serva
Maria e tre clienti che poi si rivelano essere tre attori ebrei, tre
purimspieler, venuti a Shamgorod per celebrare la festa di Purim, dove
tutto (o quasi) è permesso purché sia fatto per divertirsi, purché sia
recitato appunto. I tre attori vogliono far festa, ma l’oste è cupo e
scontroso. Solo dopo diversi scambi di battute rivela che non ci sono
più ebrei nel villaggio, non c’è nessuna comunità da rallegrare, lui e
la figlia Anna sono gli unici rimasti. Shamgorod era infatti stata
soggetto a un pogrom violentissimo e l’intera comunità era stata
massacrata. Leggi
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L'INIZIATIVA DEL FOGLIO
"27 gennaio, kippah in testa"
Avrà
luogo nelle prossime ore l'iniziativa dalla redazione de Il Foglio, in
vendita nelle edicole con una kippah, il copricapo ebraico.
All'iniziativa ha aderito l'associazione Progetto Dreyfus, il cui
presidente Alex Zarfati oggi scrive: “La memoria per non essere
ripetitiva deve vestirsi di nuovi simboli e arricchirsi di nuovi
significati: oggi ha preso la forma di un piccolo copricapo di raso in
uso tra gli ebrei, che ci auguriamo possa essere indossato senza
conseguenze da chi non solo ne fa un uso quotidiano ma anche da tanti
nuovi amici che in questa giornata si stringeranno intorno a noi in
nome di valori condivisi”.
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qui firenze
Le donne cantano Deborah
Tra
i brani più antichi e poetici della Bibbia, il cantico di Deborah è
stato protagonista di una nuova prova del gruppo di donne fiorentine
che da anni si cimenta con i testi fondamentali della Tradizione e del
pensiero ebraico, riproponendoli in un contesto comunitario al termine
delle funzioni o in occasione di feste e ricorrenze. Coordinate da
Shulamit Furstenberg Levi, le partecipanti al gruppo di studio hanno
dedicato la loro ultima prova alla memoria di Evelina Gabbai, storica
presidente dell’Adei Wizo locale, ricordata dalla Comunità in occasione
di un precedente limmud, e a quella dell’insegnante Daniela Levi,
scomparsa poche ore prima. Dal Cantico dei Cantici al Qoheleh, per
arrivare alla Megillah di Ruth. Leggi
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Solitudine |
“La
solitudine è come una lente d’ingrandimento: se sei solo e stai bene
stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo”. Giacomo
Leopardi.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Internati militari |
La
legge istitutiva della Giornata della Memoria del 2000 riguarda, oltre
che la Shoah e la persecuzione degli ebrei, anche i deportati politici
e gli internati militari. All'indomani dell'8 settembre 1943, infatti,
le truppe naziste nell'occupare l'Italia, scatenarono una caccia
all'uomo nei confronti degli ebrei, con la complicità del redivivo
fascismo di Salò, ma anche una feroce repressione dell'opposizione
politica e sociale, con la deportazione di antifascisti, resistenti
civili, partigiani, operai scioperanti. Inoltre l'esercito tedesco
catturò e disarmò in Italia e sui vari fronti di guerra (dalla Francia
ai Balcani alle isole greche) circa 1 milione di ufficiali e soldati
italiani, spesso con l'inganno e non di rado con la collaborazione di
nostri connazionali immediatamente schieratisi con la Germania a
seguito dell'armistizio.
Mario Avagliano
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