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7 Febbraio 2016 - 28 Shevat 5776
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
La libertà dalla condizione di schiavitù, per cui benediciamo Dio ogni mattina, è oggi riuscire ad essere liberi - secondo Rav Wolbe - dalla pressione sociale e dalle aspettative che immaginiamo gli altri abbiano su di noi.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Jean Améry ci mise venti anni a descrivere una parte delle sue sensazioni ricordando la tortura subita (si trovano nel suo Intellettuale ad Auschwitz, Bollati Boringhieri). Noi sappiamo che a Giulio Regeni è andata molto peggio (lo stesso a Ilan Halimi). Non sappiamo se e come ne avrebbe parlato. Sappiamo, invece, cosa resta a noi: il torturato ha sperimentato che in questo mondo l’altro può esistere in quanto sovrano assoluto, capace di infliggere dolore e di annientare. Non vale solo pensando al Cairo. Vale, per esempio, il prossimo 24 marzo, quando cadranno i quaranta anni dal colpo di Stato in Argentina che porta Jorge Rafael Videla al potere. Tanto per mettere un post-it su un anniversario che parla anche del nostro presente. Perché la tortura non è un fatto di cronaca, è un atto che segna irreversibilmente un prima e un dopo. E la qualità del dopo è fatta anche della capacità e della volontà di non dimenticare il prima.
Il dilemma che imprigiona
Prime certezze sulla tragica fine di Giulio Regeni al Cairo. Ma i punti di domanda non mancano. Sul suo assassinio, ma anche sul modo in cui le società occidentali sono chiamate a intervenire in determinati scenari di crisi. Così Pierluigi Battista (Corriere): “Ecco la grande ipocrisia in cui si dibatte l’Occidente, l’Europa politicamente inesistente e verbosa, gli Stati Uniti ondivaghi e impotenti. Ecco il dilemma atroce di cui siamo prigionieri: reagire con forza ai soprusi di regimi in cui si può morire nei modi in cui è stato ucciso Giulio, tenere alta la bandiera dei diritti umani fondamentali, oppure tacere, minimizzare, accettare la convivenza coatta con regimi oppressivi nel nome della battaglia comune al Male assoluto rappresentato dal Califfato”. Ma allora l’indignazione è meglio ripiegarla. “Per dignità”, sostiene l’editorialista.
Commuovono intanto le parole dei genitori della vittima: “Quello che è stato nostro figlio, quello che ha rappresentato, quello che ci ha insegnato con le sue azioni, le sue scelte, i suoi studi, il suo impegno, saranno il faro che illuminerà il nostro futuro”.

“Due accordi simbolo da ripetere in altre città, per coinvolgere le comunità islamiche e quella italiana. Più orientato all’aspetto religioso quello fiorentino, più sui diritti di cittadinanza e la comunità quello di Torino, ma solo perché si viene da esperienze e percorsi diversi”. Questo – scrive Marzio Fatucchi (Corriere Fiorentino) – il senso dei due patti che verranno firmati domani a Firenze tra il sindaco Dario Nardella e i rappresentanti delle moschee e martedì tra il primo cittadino di Torino Piero Fassino e i rappresentanti dei 18 centri islamici della città. Il patto di Firenze si concentra in particolare sull’impegno di avere le principali cerimonie religiose con lettura dei testi sacri e sermoni in doppia lingua (italiano e arabo) ma anche la creazione “di una maggiore informazione e scambio di comunicazione tra il Comune, la comunità islamica e quella fiorentina”.
 
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  davar
inFORMAZIONE: IL NUOVO NOTIZIARIO SHEVA-ERETZ
Israele, una realtà da raccontare lontani da odio e propaganda
Raccontare Israele in tutta la sua complessità e nel suo immenso, insostituibile valore. Lontani dalle ossessioni fondamentalmente antisemite di un sistema dell’informazione che tenta continuamente di gettare sullo Stato ebraico l’ombra del conflitto e la responsabilità di una lacerazione in Medio Oriente di cui in realtà è la prima vittima.
Lontani dalle ossessioni contorte e intellettualistiche che portano a sottovalutare e disprezzare la maggiore realizzazione del popolo ebraico degli ultimi secoli.
Lontani dalle patologie di chi scimmiottando le metodologie dei propri avversari vorrebbe contrapporre ai fautori dell’odio e della disinformazione rozzi segnali di chiassosa, strumentale propaganda.
La propaganda, favorevole o contraria che sia, è il veleno delle intelligenze. E Israele può vivere in sicurezza e in prosperità solo coltivando le intelligenze.
Israele è un patrimonio inestimabile da difendere con determinazione chiamando a raccolta tutte le intelligenze, una democrazia solida capace di tramutare in energia la critica onesta e una descrizione rigorosa e professionale della sua realtà. Un insostituibile patrimonio di valori da difendere strenuamente.
Raccontare Israele per quello che è, nella sua realtà appassionante e difficile, dovrebbe essere il compito più alto per tutti i giornalisti ebrei.
Per questo, per consentire al lettore di districarsi fra le mille barriere di odio e di propaganda che inquinano il mondo dell’informazione, abbiamo deciso di aggiungere, accanto agli sforzi compiuti quotidianamente dalla redazione, anche Sheva-ERETZ, un nuovo notiziario settimanale. Per conoscere meglio e amare più fortemente, più consapevolmente, la realtà di Israele.
Buona lettura!

gv

QUI MILANO
Web, navigare in sicurezza
Nell’ambito delle iniziative promosse per celebrare il Safer Internet Day 2016, che quest’anno si terrà martedì prossimo, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, ha organizzato workshop sul tema del cyberbullismo in diverse scuole italiane. Cento i capoluoghi di provincia italiani coinvolti. Oltre 60mila i ragazzi che avranno la possibilità di confrontarsi con gli esperti della Polizia Postale e delle Comunicazioni all'insegna del motto “Play your part for a better internet”, ovvero “gioca la tua parte per un internet migliore”, tema del Safert Internet Day di quest'anno. Il tutto rientra nell'iniziativa “Una vita da social”, progetto itinerante sviluppato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con il Miur e cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito delle iniziative di Generazioni Connesse, che ha l’obiettivo di aiutare gli utenti della rete a navigare in piena sicurezza e a gestire con consapevolezza e controllo i dati condivisi online. L’iniziativa ha anche una sua pagina facebook unavitadasocial, nella quale vengono riportate tutte le attività e le impressioni dei giovani studenti.
Temi oramai di primaria importanza a cui Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Comunità ebraica di Milano e Polizia Postale un hanno voluto dedicare uno spazio di confronto: lunedì 8 febbraio, infatti, nei locali della scuola ebraica milanese si terrà l'incontro “Sicurezza informatica, istruzioni per l’uso”, dedicato proprio ad analizzare, valutare e avere delle risposte dagli esperti sulla gestione dei propri profili nella dimensione 2.0.  Interverranno i due copresidenti della Comunità Milo Hasbani e Raffaele Besso, l’assessore alle Finanze UCEI Noemi Di Segni, il direttore della redazione giornalistica dell’Unione Guido Vitale, il dirigente della Polizia di Stato Salvatore Labarbera, il ricercatore del Cdec Stefano Gatti e l’esperto di sicurezza digitale Simone Tedeschi.
QUI FIRENZE - I 70 ANNI DEL RAV LEVI
"Una festa per tutta la città"
“La varietà di persone presente in sala esprime la varietà di aspetti interiori di mio marito. Un uomo che definirei ‘rinascimentale’, con una visione del mondo davvero a 360 gradi”. L’affettuosa testimonianza di Shulamit apre il prestigioso convegno su universalismo e particolarismo nel mondo ebraico organizzato, assieme alle figlie Linda e Tamar, per festeggiare i 70 anni del rabbino capo di Firenze Joseph Levi. “Un tema che è centrale nel suo pensiero” e che ricorrerà, declinato in una prospettiva ampia, nelle tre diverse sessioni che animeranno la giornata di studio, organizzata tra Palazzo Sacrati Strozzi e Comunità ebraica.
Molteplici gli spunti emersi nella prima sessione di lavoro, condotta dal giornalista Wlodek Goldkorn e con interventi degli studiosi Joseph Weiler, Moshe Halbertal e Yair Furstenberg. Significative inoltre le parole dei rappresentanti istituzionali e di comunità religiose intervenuti questa mattina.
“Questo convegno, oltre ad affrontare temi rilevanti e attuali, è il segno di un forte affetto e rispetto familiare. Valori centrali per l’identità ebraica, che evidentemente il rav ha saputo interpretare e insegnare nel migliore dei modi” afferma la presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli. Mentre l’assessore comunale Sara Funaro riconosce come il tema di questa iniziativa “attraversi oggi le nostre società in modo radicale” e richieda quindi un forte impegno della collettività per favorire l’incontro con le identità altre, conservando al tempo stesso i propri valori e le proprie tradizioni.
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QUI FIRENZE, l'associazione italia-israele
"Rilanciamo la conoscenza"
Due gli obiettivi di fondo: combattere l’antisemitismo nelle sue forme più apparenti e in quelle più occulte, far conoscere la realtà di Israele. E non solo la sua storia, cultura e politica, ma anche e soprattutto la ricerca scientifica, la tecnologia, la medicina, l’architettura e molti altri aspetti meno valorizzati che rendono speciale e al tempo stesso universale l’esperienza del giovane Stato ebraico.
È la sfida dell’associazione Italia-Israele di Firenze, ricostituitasi in gennaio grazie all’entusiasmo di Valentino Baldacci, neo presidente, e di altre figure del mondo accademico, delle istituzioni e della società civile che si sono immediatamente prestati. Tra cui i neo vicepresidenti Zeffiro Ciuffoletti e Gigliola Sacerdoti Mariani.
Il rilancio dell’associazione passa in particolare attraverso due importanti collaborazioni, già avviate, con la Fondazione Spadolini Nuova Antologia e con il Centro di studi storici e di scienze sociali Passato Prossimo.
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qui roma - il premio settimia spizzichino
Quelle voci dall'inferno
Si è conclusa a Roma la seconda edizione del concorso nazionale di corti teatrali “Voci della Shoah, Premio Settimia Spizzichino – Gli anni rubati”. Una manifestazione tra le tante che nascono intorno al 27 gennaio, che però si distingue per l’originalità, la professionalità e passione con cui viene pensata e organizzata.
Una rassegna per certi versi sorprendente: 13 corti teatrali portati in scena in due serate, ciascuno con un testo, un regia, una scenografia e una compagnia diversa. E se si tiene conto che i tredici corti sono stati selezionati a monte in base a ben 220 testi pervenuti, la rassegna può costituire una cartina al tornasole dell’interesse che in Italia suscita il tema della Shoah e che meriterebbe una riflessione a parte.

Sira Fatucci
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qui gerusalemme
Sapori, letteratura, musica
Mondi diversi in dialogo

Bicchieri tintinnanti, cokcktail mescolati a ritmo di musica, versi di poesia contemporanea e suoni tecnologici di dj all’avanguardia. È questo il rumore dell’inverno, o per lo meno dell’inverno di Gerusalemme, dove domani inizia Shaon Horef – “Rumore d’inverno”, appunto – un festival in cui la cucina e la gastronomia si mescolano all’arte e alle atmosfere della città. Per il quarto anno consecutivo le strade della città torneranno ad affollarsi, prima nei pressi dell’animata rechov Shushan, poi nei caffè delle vie pedonali di Nahalat Shiva, quindi nella centrale rechov Hillel, e infine dalle parti di rechov Aza. Lì si potranno fare le esperienze culinarie più diverse, e oltre che per mangiare sono molte le occasioni per imparare.
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SORGENTE DI VITA
Toscanini, le note del coraggio
È dedicata al concerto “Il coraggio della musica” tenutosi all’Auditorium Parco della Musica di Roma l’apertura della puntata di Sorgente di vita di domenica 7 febbraio. Ricorda la figura di Arturo Toscanini e la storia della “Israel Philarmonic Orchestra”: il grande direttore spese la sua fama internazionale in favore della causa di Bronislaw Huberman, violinista ebreo polacco che negli anni ’30 fondò un’orchestra nella Palestina sotto mandato britannico. Coinvolgendo tanti musicisti ebrei estromessi e perseguitati dal nazismo, li salvò dalle persecuzioni. In occasione del Giorno della Memoria è stato replicato il concerto inaugurale diretto da Toscanini a Tel Aviv nel ’36. 
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  pilpul
Il culto della sensazione
La processione di credenti che si accompagna all’esposizione della salma (qualcosa che ha molte analogie con l’inquietante mausoleo-sarcofago di Lenin, nella Piazza Rossa, a Mosca) non è una qualche barbarie dello spirito che ritorna ma il riscontro che il moderno incorpora livelli di arcaicità che vorremmo fossero consegnati ad un passato che, invece, non passa. Ed il culto della morte, intesa come il momento della “verità assoluta e quindi suprema”, in tutte le sue numerosi declinazioni, sanziona questo nesso profondo, ben lontano dall’essere stato risolto dal razionalismo dominante nel resto della società. La domanda di fondo diventa allora questa: quanto tutto questo ha a che fare con ciò che chiamiamo e riconosciamo come “memoria”?

Claudio Vercelli
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Il SettimanAle - Atene
Ma cosa avranno avuto mai da sorridersi tanto, Netanyahu e Tsipras? Proprio nella Giorno della Memoria, quando uno s’aspetta che il leader degli ebrei del mondo sia assorto nel doloroso ricordo, l’abbiamo visto, dopo una visita lampo del ministro della Difesa Ya’alon ad Atene il giorno prima, accogliere felice e scherzoso il leader del ribaltone della sinistra greca a Gerusalemme, per poi addirittura convolare con lui a Cipro il giorno dopo, una sorta di fuitina politica, col bonario presidente cipriota a benedire l’amore finora proibito. Ma non erano antisemiti questi greci? E proprio con Tsipras, poi. I commentatori hanno continuato a chiederselo perplessi la settimana dopo, come Shimon Shiffer su Ynet il 1 febbraio, dopo che ne avevano scritto su Haaretz il politologo greco David Patrikarakos il 26 gennaio, l’ex responsabile degli esteri palestinese Nabil Sha’ath il 27, perfino l’ex ambasciatore israeliano ad Atene Arye Mekel, il 31. Ma Netanyahu, che è figlio di uno storico vissuto oltre cent’anni, sa guardare in profondità nei secoli. Vi ricordate i meteci?

Alessandro Treves, neuroscienziato 
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