7 Febbraio 2016 - 28 Shevat 5776 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci
Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di
Claudio Vercelli.
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Barbara Stefanelli
@bastefanelli
6 feb
Hai un figlio che studia, viaggia, combatte per un mondo libero dalla paura. Ti torna in una bara, torturato
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#PE24BreakingNews
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Il dilemma che imprigiona
Prime
certezze sulla tragica fine di Giulio Regeni al Cairo. Ma i punti di
domanda non mancano. Sul suo assassinio, ma anche sul modo in cui le
società occidentali sono chiamate a intervenire in determinati scenari
di crisi. Così Pierluigi Battista (Corriere): “Ecco la grande ipocrisia
in cui si dibatte l’Occidente, l’Europa politicamente inesistente e
verbosa, gli Stati Uniti ondivaghi e impotenti. Ecco il dilemma atroce
di cui siamo prigionieri: reagire con forza ai soprusi di regimi in cui
si può morire nei modi in cui è stato ucciso Giulio, tenere alta la
bandiera dei diritti umani fondamentali, oppure tacere, minimizzare,
accettare la convivenza coatta con regimi oppressivi nel nome della
battaglia comune al Male assoluto rappresentato dal Califfato”. Ma
allora l’indignazione è meglio ripiegarla. “Per dignità”, sostiene
l’editorialista. Commuovono intanto le parole dei genitori della
vittima: “Quello che è stato nostro figlio, quello che ha
rappresentato, quello che ci ha insegnato con le sue azioni, le sue
scelte, i suoi studi, il suo impegno, saranno il faro che illuminerà il
nostro futuro”.
Firenze e Torino, sermoni in italiano. "Due
accordi simbolo da ripetere in altre città, per coinvolgere le comunità
islamiche e quella italiana. Più orientato all'aspetto religioso quello
fiorentino, più sui diritti di cittadinanza e la comunità quello di
Torino, ma solo perché si viene da esperienze e percorsi diversi".
Questo - scrive Marzio Fatucchi (Corriere Fiorentino) - il senso dei
due patti che verranno firmati domani a Firenze tra il sindaco Dario
Nardella e i rappresentanti delle moschee e martedì tra il primo
cittadino di Torino Piero Fassino e i rappresentanti dei 18 centri
islamici della città.Il patto di Firenze si concentra in particolare
sull'impegno di avere le principali cerimonie religiose in moschea con
lettura dei testi sacri e sermoni in doppia lingua (italiano e arabo)
ma anche sulla creazione "di una maggiore informazione e scambio di
comunicazione tra il Comune, la comunità islamica e quella fiorentina".
"Antisemitismo? Studiamolo nelle università". Intervistata
da Alain Elkann (la Stampa), la studiosa Manuela Consoni invita a un
maggior approfondimento dell'antisemitismo nelle università e mette in
guardia contro chi, proprio negli atenei, fomenta odio e pregiudizio.
"Penso al fenomeno del boicottaggio accademico, ad esempio, dove la
critica legittima verso la politica del governo israeliano è
contaminata da derive pericolose al cui interno funzionano elementi del
pregiudizio antiebraico. Il Bds, nato nel mondo anglosassone, è un
fenomeno da non sottovalutare e di cui oggi si parla troppo poco".
Amarezza viene espressa anche per il manifesto di boicottaggio del
Technion firmato negli scorsi giorni da 170 docenti e ricercatori
italiani.
Estremisti in piazza.
Da Dresda a Calais, da Amsterdam a Praga: i populisti tedeschi di
Pegida scendono nuovamente in piazza e intemazionalizzano la
mobilitazione anti-migranti. Anche se con scarsi risultati dal punto di
vista numerico. Racconta Tonia Mastrobuoni (Repubblica): "La prima,
pessima notizia per i populisti anti islamici è arrivata dal palco
allestito davanti alla Semperoper. All'inizio della manifestazione di
Dresda, uno degli organizzatori ha informato la piccola folla che Lutz
Bachmann, il fondatore di Pegida, era al letto con l'influenza. La
seconda, cattiva notizia per il movimento di destra nato proprio nella
capitale sassone, è che i partecipanti alla manifestazione Fortezza
Europa sono stati quasi la metà di quelli attesi: 7-8.000 appena contro
i 15.000 strombazzati alla vigilia".
Israele-Iran: incontri letterari. "Ho
voluto provare a capire se le lucertole israeliane sono grosse come
credevo". Aziz Hakimi, un autore afghano cresciuto nell'Iran di
Khomeini, racconta a la Lettura come si è avvicinato alla realtà di un
popolo 'nemico': attraverso la letteratura. Nelle stesse pagine
l'israeliano Etgar Keret ripercorre l'altra metà della storia. E dice:
"E io ho guardato tanti film iraniani per scoprire che ci somigliamo".
Il rimpianto di Jerry. "Non
c'è giorno in cui io non ripensi a quel film" dice Jerry Lewis in un
documentario realizzato e trasmesso due sere fa dalla rete tv tedesca
Ard. Come spiega Danilo Taino sul Corriere, il film si intitola The Day
the Clown Cried, il giorno che il pagliaccio pianse. È la storia di un
clown che, negli anni del nazismo, ubriaco, prende in giro Hitler.
Arrestato, prima viene costretto a intrattenere i bambini ebrei che
salgono sui carri per Auschwitz, poi a cercare di divertirli mentre
sono spinti nelle camere a gas. Un film fallito e perduto. Ma anche uno
dei primi tentativi di raccontare la Shoah al grande pubblico. "Benigni
mi ha rubato l'idea — dice Lewis nel documentario — ma ha fatto un buon
lavoro".
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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