Roberto
Della Rocca,
rabbino
|
La
Torah ci racconta che Aròn, primo Sommo Sacerdote, avrà il merito di
portare nel suo cuore “tutti i nomi dei figli di Israele” (Shemot, 28;
30) incisi sulle pietre incastonate sul pettorale del giudizio
attraverso i quali interpretava la volontà dell’Eterno. Questi stessi
nomi delle tribù di Israele si trovano sul petto, ma anche sul dorso
del Sommo Sacerdote, come ad indicare che chi fa bella mostra dei figli
di Israele ne deve, al contempo, sostenere il peso e la responsabilità
sulle spalle. Il pettorale e il dorsale erano legati da bretelle che,
anche quando il Sommo Sacerdote si spogliava di questi indumenti, non
potevano essere mai slegate. Sarà quindi Aròn a rappresentare nei suoi
abiti quella scommessa di ogni leader di legare sempre e
indissolubilmente onori e oneri.
|
|
Dario
Calimani,
anglista
|
Il
generale Gadi Eisenkot invita i soldati israeliani all’uso
proporzionato della forza contro il terrorismo palestinese del
coltello, e il primo ministro Netanyahu ne approva l’intervento.
Israele si richiama a principi di etica ed equilibrio, contro gli
eccessi a cui il paese è spinto dalla paura e dall’obbligo alla difesa
dei propri cittadini. Il coraggio e l’onestà di un generale, un uomo di
guerra, richiama il paese a riflettere su ciò che è giusto, e riapre un
virtuale dibattito sulla necessità di riappropriarsi di quello spirito
umanitario che ha sempre ispirato lo Stato di Israele. Questo è il
paese che ci piace, e dal quale si può ancora essere orgogliosi di
imparare.
|
|
|
"Caro Matteo, uniamoci.
Io e te i Le Pen italiani"
|
“Salvini
si allei e saremo i Le Pen italiani”. Così l’ex governatore del Lazio
Storace in un colloquio con il Corriere (Fabrizio Roncone). “Mi dicono
che è leader in undici regioni, quindi è un leader locale. Se
scegliesse me – dice Storace – il fuoco divamperebbe subito in tutta
Italia”.
Repubblica e l’Espresso pubblicano i contenuti di alcuni file in cui
emerge come gli Stati Uniti, tra il 2008 e il 2011, abbiano
intercettato le conversazioni telefoniche intrattenute dall’ex premier
Berlusconi e dai suoi principali collaboratori. Conversazioni da cui
trapela l’impegno di Berlusconi per aiutare il suo omologo israeliano
Netanyahu a ricucire i rapporti (già allora difficili) con
l’amministrazione di Washington.
In Germania l’ultradestra torna a soffiare sull’odio: una trentina di
persone hanno infatti assistito ridendo, applaudendo e scandendo slogan
razzisti all’incendio doloso che ha semidistrutto un ex albergo
riconvertito in centro di accoglienza per i profughi (Tonia Mastrobuoni
su Repubblica).
Oggi in programma un summit tra governo e Santa Sede. Un colloquio
bilaterale in cui – scrive il Messaggero (Franca Giansoldati) – “al di
là dei toni smorzati e dei sorrisi di circostanza, c’è da scommetterci,
affiorerà il tema caldo”. La legge Cirinnà, per cui è pronta la bozza
della proposta di modifica su cui il governo porrà con ogni probabilità
la fiducia, continuerebbe infatti “ad increspare le acque”.
|
|
Leggi
|
|
|
iL RETTORE DELLA SAPIENZA A PAGINE EBRAICHE "I boicottatori vanno puniti" Con
il Technion i rapporti sono consolidati e proficui. Il frutto di una
partnership costantemente segnata da incontri bilaterali e
progettualità condivise. Per questo Eugenio Gaudio, rettore della
Sapienza, è stato tra i primi a indignarsi quando – qualche settimana
fa – poco più di un centinaio tra docenti e ricercatori dell’università
italiana ha proposto il boicottaggio dell’ateneo israeliano, una delle
eccellenze mondiali in campo scientifico.
“La
scienza non si boicotta”, dice Gaudio. E a Pagine Ebraiche afferma il
proprio sostegno a un eventuale intervento del governo che agisca, alla
stregua di quanto avvenuto in Inghilterra, a favore del “boicottaggio
dei boicottatori”. E quindi della loro possibile perseguibilità penale.
“Se in futuro il Parlamento italiano andasse in quella direzione sarei
senz’altro favorevole” sottolinea il rettore. D’altronde, prosegue, la
posizione del ministro Giannini è stata chiara. E così il suo ripudio
dell’iniziativa intrapresa dai firmatari del documento.
“Anche
dentro alla Sapienza esistono frange apertamente anti-israeliane. Ma si
tratta di una netta minoranza, cui non ho intenzione di lasciare
spazio. Soprattutto in un momento come questo, dove ogni passo falso
rischia di peggiorare ulteriormente una situazione già complessa –
sostiene il rettore – è fondamentale affermare che l’odio è
incompatibile con lo spirito e i valori accademici e agire nel senso
opposto”. Leggi
|
il piano del ministro delle finanze Israele, un pacchetto di riforme per dare lavoro ai palestinesi
Nelle
scorse settimane il ministro delle Finanze israeliano Moshe Kahlon
(nell'immagine) ha incontrato diverse volte la controparte palestinese,
il ministro dell’Anp Shukri Bishara. Sul tavolo, un pacchetto di misure
per rilanciare l’economia palestinese nel suo complesso, incentivare la
collaborazione tra le due realtà e allentare la tensione, segnata da
mesi di attentati terroristici contro civili e soldati israeliani. Tre
le principali aree su cui si basa il piano stilato, assieme ai
funzionari palestinesi, da Kahlon e dagli esperti del ministero: il
settore delle costruzioni, la sanità e l’high tech. Secondo quanto
riporta il canale di informazione israeliano Arutz 10, il progetto dà
seguito alle promesse fatte dal premier Benjamin Netanyahu al
presidente Usa Barack Obama durante il loro incontro nel novembre
scorso alla Casa Bianca. In quell’occasione, Netanyahu aveva dichiarato
il suo impegno a sostenere l’economia palestinese. Leggi
|
La voce dal sen fuggita
|
C’è
quella frase di Guido Bertolaso: “Io mi metto sempre dalla parte dei
più deboli, e i rom sono una categoria che è stata vessata e
penalizzata”. E poi c’è, inesorabile, la catena di reazioni e smentite:
Matteo Salvini sconfessa il suo (presunto) candidato romano, gli
esponenti della destra-destra si producono in virilismo e indignazione,
il diretto interessato precisa, rettifica, assicura. Fa riferimento
alla legalità e racconta della sua esperienza africana parlando dei
minori rom che non vanno a scuola e si dedicano al borseggio.
In questo tourbillon si può leggere il degrado del dibattito pubblico e
della politica italiana; si possono scorgere i detriti di trasmissioni
televisive che da anni insistono sulla paura; si sintetizza ovviamente
il fallimento di tante amministrazioni locali che non hanno saputo
rispondere all’esigenza di legalità e sicurezza dei cittadini. Eppure,
a me quella frase ha fatto piacere.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
Leggi
|
|
|