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23 febbraio 2016 - 14 Adar 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
La Torah ci racconta che Aròn, primo Sommo Sacerdote, avrà il merito di portare nel suo cuore “tutti i nomi dei figli di Israele” (Shemot, 28; 30) incisi sulle pietre incastonate sul pettorale del giudizio attraverso i quali interpretava la volontà dell’Eterno. Questi stessi nomi delle tribù di Israele si trovano sul petto, ma anche sul dorso del Sommo Sacerdote, come ad indicare che chi fa bella mostra dei figli di Israele ne deve, al contempo, sostenere il peso e la responsabilità sulle spalle. Il pettorale e il dorsale erano legati da bretelle che, anche quando il Sommo Sacerdote si spogliava di questi indumenti, non potevano essere mai slegate. Sarà quindi Aròn a rappresentare nei suoi abiti quella scommessa di ogni leader di legare sempre e indissolubilmente onori e oneri.
 
Dario
Calimani,
anglista
Il generale Gadi Eisenkot invita i soldati israeliani all’uso proporzionato della forza contro il terrorismo palestinese del coltello, e il primo ministro Netanyahu ne approva l’intervento. Israele si richiama a principi di etica ed equilibrio, contro gli eccessi a cui il paese è spinto dalla paura e dall’obbligo alla difesa dei propri cittadini. Il coraggio e l’onestà di un generale, un uomo di guerra, richiama il paese a riflettere su ciò che è giusto, e riapre un virtuale dibattito sulla necessità di riappropriarsi di quello spirito umanitario che ha sempre ispirato lo Stato di Israele. Questo è il paese che ci piace, e dal quale si può ancora essere orgogliosi di imparare.
 
"Caro Matteo, uniamoci.
Io e te i Le Pen italiani"
“Salvini si allei e saremo i Le Pen italiani”. Così l’ex governatore del Lazio Storace in un colloquio con il Corriere (Fabrizio Roncone). “Mi dicono che è leader in undici regioni, quindi è un leader locale. Se scegliesse me – dice Storace – il fuoco divamperebbe subito in tutta Italia”.

Repubblica e l’Espresso pubblicano i contenuti di alcuni file in cui emerge come gli Stati Uniti, tra il 2008 e il 2011, abbiano intercettato le conversazioni telefoniche intrattenute dall’ex premier Berlusconi e dai suoi principali collaboratori. Conversazioni da cui trapela l’impegno di Berlusconi per aiutare il suo omologo israeliano Netanyahu a ricucire i rapporti (già allora difficili) con l’amministrazione di Washington.

In Germania l’ultradestra torna a soffiare sull’odio: una trentina di persone hanno infatti assistito ridendo, applaudendo e scandendo slogan razzisti all’incendio doloso che ha semidistrutto un ex albergo riconvertito in centro di accoglienza per i profughi (Tonia Mastrobuoni su Repubblica).

Oggi in programma un summit tra governo e Santa Sede. Un colloquio bilaterale in cui – scrive il Messaggero (Franca Giansoldati) – “al di là dei toni smorzati e dei sorrisi di circostanza, c’è da scommetterci, affiorerà il tema caldo”. La legge Cirinnà, per cui è pronta la bozza della proposta di modifica su cui il governo porrà con ogni probabilità la fiducia, continuerebbe infatti “ad increspare le acque”.

 
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  davar
iL RETTORE DELLA SAPIENZA A PAGINE EBRAICHE
"I boicottatori vanno puniti"
Con il Technion i rapporti sono consolidati e proficui. Il frutto di una partnership costantemente segnata da incontri bilaterali e progettualità condivise. Per questo Eugenio Gaudio, rettore della Sapienza, è stato tra i primi a indignarsi quando – qualche settimana fa – poco più di un centinaio tra docenti e ricercatori dell’università italiana ha proposto il boicottaggio dell’ateneo israeliano, una delle eccellenze mondiali in campo scientifico.

“La scienza non si boicotta”, dice Gaudio. E a Pagine Ebraiche afferma il proprio sostegno a un eventuale intervento del governo che agisca, alla stregua di quanto avvenuto in Inghilterra, a favore del “boicottaggio dei boicottatori”. E quindi della loro possibile perseguibilità penale. “Se in futuro il Parlamento italiano andasse in quella direzione sarei senz’altro favorevole” sottolinea il rettore. D’altronde, prosegue, la posizione del ministro Giannini è stata chiara. E così il suo ripudio dell’iniziativa intrapresa dai firmatari del documento.
“Anche dentro alla Sapienza esistono frange apertamente anti-israeliane. Ma si tratta di una netta minoranza, cui non ho intenzione di lasciare spazio. Soprattutto in un momento come questo, dove ogni passo falso rischia di peggiorare ulteriormente una situazione già complessa – sostiene il rettore – è fondamentale affermare che l’odio è incompatibile con lo spirito e i valori accademici e agire nel senso opposto”.
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il piano del ministro delle finanze
Israele, un pacchetto di riforme per dare lavoro ai palestinesi
Nelle scorse settimane il ministro delle Finanze israeliano Moshe Kahlon (nell'immagine) ha incontrato diverse volte la controparte palestinese, il ministro dell’Anp Shukri Bishara. Sul tavolo, un pacchetto di misure per rilanciare l’economia palestinese nel suo complesso, incentivare la collaborazione tra le due realtà e allentare la tensione, segnata da mesi di attentati terroristici contro civili e soldati israeliani. Tre le principali aree su cui si basa il piano stilato, assieme ai funzionari palestinesi, da Kahlon e dagli esperti del ministero: il settore delle costruzioni, la sanità e l’high tech. Secondo quanto riporta il canale di informazione israeliano Arutz 10, il progetto dà seguito alle promesse fatte dal premier Benjamin Netanyahu al presidente Usa Barack Obama durante il loro incontro nel novembre scorso alla Casa Bianca. In quell’occasione, Netanyahu aveva dichiarato il suo impegno a sostenere l’economia palestinese.
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CENTINAIA DI STUDENTI ACCOLGONO IL TESTIMONE
Terracina, l'abbraccio di Parma
Non sono bastati gli 800 posti a sedere dell’Auditorium Paganini a contenere tutti coloro che hanno voluto raccogliere la testimonianza di Piero Terracina, sopravvissuto alla lager di Auschwitz-Birkenau in un incontro con la cittadinanza organizzato nell’ambito delle celebrazioni del Giorno della Memoria dalla Comunità ebraica di Parma e dall’associazione Centro Studi e Movimenti, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune, il Consorzio Solidarietà Sociale e la Fondazione Matteo Bagnaresi.
Il Presidente della Comunità ebraica Giorgio Yehuda Giavarini ha introdotto l’ospite rivolgendosi in particolare alle centinaia di studenti presenti per ricordare che il termine “storia” in ebraico si traduce con “toledot”, che letteralmente significa “generazioni”. Non vi è dunque Storia se non attraverso ciò che una generazione riesce a tramandare alla successiva. In questo risiede l’imperativo morale di ricordare le vicende di una persona che, vittima di un odio senza precedenti, è divenuta un Testimone straordinario.
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I FUNERALI DELL'ULTIMO EROE DI TREBLINKA
"Samuel, un simbolo per tutti"
“Samuel, sono venuto qui oggi per dirti che tu, tu sei un eroe. E che eroe, Samuel. Sei il simbolo dell’eroismo. Il simbolo di una intera generazione di sopravvissuti alla Shoah. Eroi. Persone forti e coraggiose. Invincibili. Ottimisti che sono sopravvissuti alla distruzione e sono rinati. Che hanno sperimentato l’orrore e hanno scelto la vita”. Non nasconde la commozione il presidente dello Stato d’Israele Reuven Rivlin mentre rievoca la straordinaria vita di Samuel Willenberg – ultimo tra i sopravvissuti della rivolta avvenuta nel campo di sterminio di Treblinka – scomparso lo scorso venerdì a 93 anni. “La storia di Samuel Willenberg – ha proseguito Rivlin, durante il funerale celebrato ieri nel Moshav Udim, vicino Netanya – è l’eterna storia del popolo ebraico. Una storia di speranza e fede, di distruzione e rinascita, di forza e orgoglio. Samuel si era trasferito in Israele, aveva costruito una famiglia e lavorato. Creava arte. Il suo libro La rivolta di Treblinka era stato tradotto in otto lingue e avevano fatto dei film ispirati a lui. Ha dedicato tutta la sua vita per preservare la memoria della Shoah”.
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pilpul
La voce dal sen fuggita
C’è quella frase di Guido Bertolaso: “Io mi metto sempre dalla parte dei più deboli, e i rom sono una categoria che è stata vessata e penalizzata”. E poi c’è, inesorabile, la catena di reazioni e smentite: Matteo Salvini sconfessa il suo (presunto) candidato romano, gli esponenti della destra-destra si producono in virilismo e indignazione, il diretto interessato precisa, rettifica, assicura. Fa riferimento alla legalità e racconta della sua esperienza africana parlando dei minori rom che non vanno a scuola e si dedicano al borseggio.
In questo tourbillon si può leggere il degrado del dibattito pubblico e della politica italiana; si possono scorgere i detriti di trasmissioni televisive che da anni insistono sulla paura; si sintetizza ovviamente il fallimento di tante amministrazioni locali che non hanno saputo rispondere all’esigenza di legalità e sicurezza dei cittadini. Eppure, a me quella frase ha fatto piacere.


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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