Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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“Ha
detto Resh Lakish a nome di Rabbì Jeudà Nesià: ‘Il mondo non si
mantiene altro che per l’alito (le parole di Torah) dei bambini della
scuola’. Ha detto Rav Pappà ad Abbajè: ‘E il mio alito ed il tuo?’
Disse lui: ‘Non è simile l’alito che ha peccato all’alito che non ha
peccato’. Ed ha detto Resh Lakish a nome di Rabbì Jeudà Nesià: ‘Non si
interrompe lo studio dei bambini della scuola neppure per la
costruzione del Santuario.” (TB Shabbat 119b).
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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La
recente scoperta che un Sefer Torah completo e in uso – restaurato dal
sofèr Rav Amedeo Spagnoletto per la sinagoga di Biella – è databile
attorno al 1250 (!), non può non indurre ad alcune considerazioni sulla
centralità del lavoro sui beni culturali ebraici. Non si tratta solo di
gloriarsi di un inarrivabile passato (in effetti non ci sono altri
esempi al mondo di un rotolo così antico, completo e in uso come quello
piemontese). Si tratta di capire che la gestione e la valorizzazione di
questo patrimonio può giocare un ruolo fondamentale per dare un senso,
una direzione, alla vita degli ebrei che hanno abitato e che abitano
questa Penisola.
L’Italia – l’ho già scritto altrove – senza i suoi ebrei sarebbe stata
diversa da quella che è adesso; specularmente, anche il mondo ebraico e
la sua tradizione senza l’esperienza italiana non sarebbero quello che
sono. Basterà fare qualche esempio: senza l’avventura tipografica dei
Soncino e poi di Bomberg fra il 1519 e il 1523 oggi il Talmud si
studierebbe in maniera diversa, probabilmente privo dei commenti di
Rashi e delle Tosafòt.
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La maternità surrogata
e la legge ebraica
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Nel
grande dibattito sviluppatosi in queste settimane in Italia sulla
maternità surrogata, e in particolare sul cosiddetto “utero in
affitto”, non poteva mancare la voce ebraica. A spiegare ai lettori la
posizione dell'Ebraismo su questo tema complesso, l'articolata
riflessione del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, pubblicata ieri
sul notiziario settimanale Sheva-Idee di Pagine Ebraiche e oggi
ampiamente ripresa da La Stampa. “Nella animata discussione – scrive il
rav - che si sta sviluppando è stata tirata in ballo la matriarca
Rachele come modello antico e sacro di una maternità surrogata. È il
caso di discutere se e quanto questo accostamento sia lecito”.
Anniversari - Bassani, cento anni e sempre attuale. Nasceva cento anni
fa (4 marzo 1916) il grande scrittore e poeta italiano Giorgio Bassani.
Tanti gli appuntamenti che nei prossimi mesi saranno dedicati
all'intellettuale ebreo, autore del celebre romanzo Il giardino dei
Finzi-Contini. A ricordare oggi la profondità del pensiero di Bassani,
il Quotidiano Nazionale e Libero. “Ha scritto di Shoah e di
emarginazione sessista, piaghe che non si rimarginano”, ricorda il
primo, sottolineando la capacità dello scrittore di riflettere su temi
sempre attuali.
Anniversari – I 140 anni del Corriere. Con un inserto speciale il
Corriere della Sera racconta la storia del quotidiano, fondato da
Eugenio Torelli Vollier e pubblicato per la prima volta la sera del 5
marzo 1876. Vengono così ricordati i primi anni del quotidiano (ad
esempio quando a fine '900, seguì in Francia il celebre processo
Dreyfus) ma anche la vergognosa adesione alle leggi razziste del 1938,
la partecipazione alla retorica fascista negli anni Quaranta, la
liberazione e la guida temporanea del repubblicano Mario Borsa. Spazio
anche al famoso editoriale di Benedetto Croce, “Chi siamo noi per
giudicare i tedeschi?”, firmato il 31 dicembre 1946.
Milano, sei donne nel Giardino dei Giusti. Gianni Barbacetto sul Fatto
Quotidiano racconta le iniziative legate alla Giornata europea dei
Giusti, istituita dal Parlamento europeo nel 2012 e dedicata agli
uomini e alle donne che lottano per la libertà e contro violenze e
discriminazioni. “A loro – scrive Barbacetto - sono di anno in
anno dedicati alberi nei Giardini dei Giusti piantati via via in molte
città d'Europa, a partire da Milano. Merito soprattutto di Gabriele
Nissim, che da anni anima Gariwo, l'associazione che promuove il
riconoscimento dei Giusti nel mondo. Quest'anno la Giornata europea è
dedicata alle donne e durerà, non a caso, dal 6 all'8 marzo, festa
delle donne”.
Flavia Agnes, Halima Bashir, Vian Dakhil, Azucena Villaflor Cecilia de
Vincenti e Felicia Impastato, sono i nomi delle donne a cui verrà
dedicato un albero durante la cerimonia dell'8 marzo al Monte Stella di
Milano.
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cento anni fA NASCeva LO SCRITTORE FERRARESE
Giorgio Bassani (1916-2016)
Si prepara il grande omaggio
Il
centenario dalla nascita di una delle massime voci della letteratura
italiana del Novecento e di uno dei maggiori rappresentanti
dell’ebraismo italiano nell’universo della cultura, uno degli ebrei
italiani più noti e più apprezzati al mondo, corre il rischio di
passare sotto un colpevole silenzio. O almeno così potrebbe sembrare, a
giudicare dall’atmosfera di timida ritrosia e di distratta avarizia di
parole e di iniziative che troviamo in questa data del 4 marzo 2016.
Ma le cose non stanno esattamente così, perché l’Italia della cultura
arriva talvolta in ritardo e a fatica al traguardo, ma in qualche modo
ci arriva e ci arriva bene.
Una Commissione nominata dal ministro della Cultura Dario Franceschini
è già al lavoro per definire un calendario di iniziative. Del suo
lavoro si sa ancora poco, ma si sa abbastanza per poter dire che
qualcosa di valore vedrà la luce. Il gruppo, la cui conduzione è
affidata alla sicura esperienza di Giulio Ferroni, un decano degli
italianisti italiani, si è già riunita e ha già approntato un primo
calendario di interventi. Secondo le prime notizie in circolazione i
componenti della Commissione sono una ventina e la rosa è stata formata
nell’intento di dare voce agli studiosi di Bassani e a tutte le realtà
che potrebbero offrire un contributo importante, dalla figlia dello
scrittore, agli Istituti di cultura italiana nel mondo, alla Rai, al
mondo dell’Università e della ricerca, da Italia Nostra al Corriere
della Sera, le tribune da cui il Bassani cittadino ha impartito
all’Italia intera non solo grande letteratura, ma anche una lezione di
Storia e di umana civiltà. Un gruppo esecutivo ristretto è stato
selezionato all’interno della Commissione. Le voci in circolazione
riferiscono anche di screzi e disaccordi emersi già all’inizio di
questo difficile lavoro. Conferme non ce ne sono, ma la complessità
della figura di Bassani e i molteplici aspetti e problemi che queste
celebrazioni possono toccare spingono a dare credito a Ferroni di agire
in una situazione molto delicata e con l’esigenza di recuperare il
tempo perduto.
Solo per citare alcune della cose che bollono in pentola, una mostra
didattica di alto livello girerà per il mondo nei prossimi mesi e
costituirà la testimonianza di come noi italiani siamo grati a Bassani
per aver favorito con i suoi libri, soprattutto con Il giardino dei Finzi Contini,
la conoscenza della storia e della cultura italiana, la nostra
travagliata identità nazionale e la specifica identità degli ebrei
italiani. E un’edizione della mostra in specifico sarà curata
dall’attenta politica culturale dell’ambasciata italiana in Israele
affidata da poche settimane alla letterata Elena Loewenthal.
Un convegno organizzato per l’inizio del prossimo novembre si svolgerà a cavallo fra Roma e Ferrara.
I poderosi archivi della Rai stanno già lavorando al riordino
dell’immenso giacimento di filmati riferiti al grande scrittore. La
Fondazione Corriere della Sera sta allestendo una storica edizione
degli scritti giornalistici di Bassani.
E il ruolo di Ferrara tornerà alla ribalta ancora in altre iniziative a
testimonianza del ruolo insostituibile e del legame indissolubile fra
Giorgio Bassani e la sua città. Un legame prezioso che ha portato nel
nome degli ebrei ferraresi il nome della città emiliana nel mondo e
forse uno dei migliori segnali proprio si lavora intensamente alla
nascita del polo culturale ebraico del Museo dell’ebraismo italiano che
a Ferrara presto vedrà la luce.
Il ministro Franceschini, che come è noto a sua volta a Ferrara e a
Bassani è profondamente legato, segue sicuramente da vicino il lavoro
della Commissione e la formazione dei programmi.
Altrettanto faranno bene a fare nei prossimi mesi tutte le istituzioni dell’ebraismo italiano.
In un’Italia che rischia di inciampare in tante sbadataggini rivolgere
un attento omaggio a Giorgio Bassani non è solo una questione di
giustizia e non è solo una questione di cultura. E’ un problema di
investimenti, di turismo, di rilancio delle nostre città, di
intelligente raccolta e utilizzo delle risorse. E proprio la vicenda di
Giorgio Bassani ci aiuta a ricordare che se non può esserci futuro nel
nostro paese senza cultura, ben difficilmente potremo ricomporre
un’immagine nitida e vera dell’Italia lasciando nell’ombra Giorgio
Bassani. Raccogliere questa sfida è anche e soprattutto l’occasione di
dimostrare una visione strategica riguardo chi siamo stati, di chi
siamo, e di chi vogliamo essere. In quanto ebrei e in quanto italiani.
In quanto persone di fede e di ideali e in quanto onesti cittadini.
Solo in questo modo l’omaggio a uno scrittore indimenticabile potrà
assumere anche il significato di recupero e di rinascita. Di garanzia
per il futuro della più antica realtà ebraica della Diaspora e
dell’intera società italiana, in cui costituisce, nei millenni, un
insostituibile elemento originario.
gv
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cento anni fa nasceva lo scrittore ferrarese
Giorgio Bassani. Un secolo dopo
Enigmatico,
silenzioso, anti neorealista. Un uomo che credeva nella “coraggiosa
solitudine dello scrittore” e che sapeva scatenare negli altri
(scrittori) “dubbi salutari e insoddisfazioni creative”. Viene
analizzata con levità e poesia dai maggiori quotidiani italiani,
l’eredità intellettuale di Giorgio Bassani, nato esattamente cento anni
fa a Bologna.
Originario di una famiglia ebraica benestante, Bassani ha raccontato
Ferrara, la città dell’adolescenza e dei primi palpiti, attraverso il
ciclo Il romanzo di Ferrara composto rispettivamente da: Cinque storie
ferraresi, Gli occhiali d’oro, Il giardino dei Finzi-Contini , Dietro
la porta, L’airone, L’odore del fieno; opere nelle quali l’identità
ebraica si mescola con le strade della città e dove la persecuzione
nazifascista arriverà a tempestare gli animi già turbati dai
sentimenti. Leggi
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l'erba dei vicini - il programma di rai tre
Italia e Israele, il confronto
va in onda in prima serata
“Se siamo più bravi possiamo insegnare. Se sono più bravi, dovremo imparare”.
Torna dal 21 marzo L'erba dei vicini, il programma di approfondimento ideato e condotto da Beppe Severgnini.
Anche Israele tra i paesi che verranno messi a confronto con l'Italia
in questa nuova edizione del programma, in onda come la precedente su
Raitre, il lunedì, in prima serata. Sul profilo Facebook de L'erba dei
vicini l'annuncio viene dato insieme a una foto che ritrae alcuni
clienti del mercato di Gerusalemme mentre acquistano le tradizionali
challot, le trecce di pane dello shabbat.
In redazione conferma per Rossella Tercatin, 27 anni, milanese,
cresciuta nella redazione del portale dell’ebraismo italiano e di
Pagine Ebraiche (realtà all’interno della quale ha svolto il
praticantato ed è diventata giornalista professionista) e curatrice
oggi di alcuni notiziari tematici.
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Discriminazioni |
Se
su un aereo ci chiedessero di cambiare posto perché il nostro vicino
non desidera sedere accanto a un ebreo accetteremmo di buon grado o lo
giudicheremmo un atto di antisemitismo?
E lo giudicheremmo diversamente se la richiesta di cambiare posto ci
fosse rivolta gentilmente oppure se il nuovo posto fosse migliore?
E se qualcuno sostenesse che non si può parlare di discriminazioni
poiché noi abbiamo accettato spontaneamente di cambiare posto (credo
sia probabile che accetteremmo: chi di noi insisterebbe per viaggiare
accanto a un antisemita?), riterremmo questa obiezione valida?
E se la persona che non ha piacere di sederci accanto (o chi la
difende) ci accusasse di essere intolleranti perché non stiamo
rispettando la sua sensibilità religiosa e le sue convinzioni, ci
scuseremmo per la nostra mancanza di rispetto o ne trarremmo motivo di
ulteriore indignazione?
Anna Segre, insegnante
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Chat |
“In
futuro parleremo soltanto via chat”. No, non è la trama di un romanzo
distopico, è, secondo quanto scrive in un titolo la Repubblica, una
predizione di Mark Zuckerberg. Una fortuna per Umberto Eco non essere
sopravvissuto fino a questi giorni per poter leggere questa
affermazione, il mio caro professore di Filosofia, asseriva per esempio
che “la chat è un attentato all’intelligenza umana”. Il titolo è
comunque fuorviante e come al solito sensazionalistico, prodotto più
che altro da una risposta alla domanda dell’intervistatore del Die Welt
am Sonntag, dal quale l’articolo è stato tratto. Pignolerie a parte, il
vero tema delle predizioni di Zuckerberg, è l’Intelligenza Artificiale,
il ‘tormentone’ di numerosi informatici e amanti dilettanti o meno
delle tecnologie, che si ergono spesso a profeti del mondo che verrà (o
che stanno costruendo).
Francesco Moises Bassano
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Il Sabato |
“Qualche
volta l’osservanza del Sabato si è lentamente e involontariamente
trasformata in un rigido meccanismo in cui sembra più importante
osservare le regole che godere delle gioie della giornata di Dio. A
questo proposito il Midrash Mechilta osserva acutamente: ‘Il Sabato è
stato creato per voi, non voi per il Sabato'”. (Lo Shabbath, in Le
pietre del tempo di Clara ed Elia Kopciowski).
Ilana Bahbout
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