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31 marzo 2016 - 21 Adar II 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Elia Richetti,
rabbino
Nel momento dell’inaugurazione del Mishkan, Moshè dice ad Aharon: “Avvicinati all’altare e fai il tuo sacrificio di chattàt e il tuo olocausto”. Sembra quasi che Aharon non sappia che cosa deve fare; eppure per un’intera settimana Moshè aveva ripetuto davanti a lui e ai suoi figli ogni gesto, ogni passo che avrebbero dovuto compiere. Rashì spiega che Aharon “si vergognava e aveva timore ad avvicinarsi”. E quindi Moshè lo ha incoraggiato e stimolato dicendogli: “Ti vergogni? È per questo che sei stato scelto!”. Diversi Maestri hanno cercato di capire queste parole di Moshè.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Sul Corriere del 24 marzo, due giorni dopo gli attentati di Bruxelles, Paolo Mieli invitava a non commettere l’errore di evocare il fascismo o il nazismo come paragone per i crimini dei fondamentalisti islamici. Chiaramente su un piano formale il paragone non calza: non si vedono in giro aquile, fasci, fiaccole, stivali, berretti e orbace. Siamo in un periodo storico diverso, e sono diversi i contesti e gli strumenti tecnologici. Ma se approfondiamo le motivazioni e la struttura profonda del fenomeno, il paragone appare meno implausibile. Al centro del progetto vi è la distruzione del mondo occidentale e cristiano e la sua sostituzione da parte di qualcosa d’altro: allora erano la nostalgia e il culto di antichi imperi pre-cristiani, oggi è il preteso ricupero di una passata egemonia territoriale islamica su vaste estensioni di territorio europeo.
 
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Sicurezza, a Bruxelles
si guarda a Israele
Rafforzare i controlli anche all’esterno degli aeroporti, come avviene a Tel Aviv o a Mosca. Anche se nulla è deciso, l’idea è sul tavolo dell’Unione Europea dopo gli attacchi allo scalo internazionale di Bruxelles. Ne parlano oggi nella capitale belga i delegati del Comitato per la sicurezza dell’aviazione civile, che raccoglie i rappresentanti delle authority di sicurezza delle agenzie di sicurezza, dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea e della Commissione Europea (Avvenire).
“II nazismo di oggi è il terrorismo islamico, il mondo non taccia e reagisca subito, prima che sia tardi”. Così il leader leghista Matteo Salvini nel corso della sua visita in Israele, segnata ieri da un momento di raccoglimento allo Yad Vashem e da un confronto con il ministro della Pubblica Sicurezza Gilad Erdan (su Repubblica una foto dell’incontro).
Compie 60 anni il Centro di documentazione ebraica contemporanea. “Un luogo unico: la sala di lettura è una tappa obbligata per scrittori e registi” scrive il Corriere Milano, che dà oggi voce alla direttrice scientifica Liliana Picciotto, alla curatrice dell’archivio fotografico Paola Mortara e al ricercatore Stefano Gatti.
Tra le varie iniziative, Picciotto illustra la sfida del progetto “Memorie di salvezza”.
 
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  davar
venezia e i 500 anni del ghetto
Il Giudice e il Mercante
Venezia, 27 luglio 2016. A quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare, e in occasione del cinquecentenario dell’istituzione del ghetto diventato paradigma di tutte le esclusioni sarà il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America Ruth Bader Ginsburg (qui ritratta da Charles Dharapak) a chiudere il cerchio. Mentre la Compagnia de’ Colombari in collaborazione con l’università Ca’ Foscari metterà in scena per la prima volta Il Mercante di Venezia nel luogo dove è ambientato, in Campo del Ghetto, l’ebreo veneziano più famoso sarà protagonista di un processo simulato. La giuria, presieduta da Ruth Bader Ginsburg, sarà composta da giudici italiani e americani di gran fama, così come molto noti saranno gli avvocati difensori di Shylock, Antonio e Porzia.
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VENEZIA E I 500 ANNI DEL GHETTO
Cultura, l'Europa al vertice
Per promuovere e diffondere cultura serve un lavoro di squadra, che metta in dialogo competenze e sensibilità diverse.
Uno sforzo che la European Association for the Preservation and Promotion of Jewish Culture and Heritage, associazione che si occupa di preservazione, promozione e diffusione della cultura ebraica, ha voluto rilanciare con una significativa partecipazione alle iniziative per il Cinquecentenario del Ghetto di Venezia.
Proprio in laguna infatti, nelle scorse ore, i soci Aepj hanno fatto il punto sui progetti e rilanciato l’impegno per un anno di importanti sfide comuni, riaffermate con lo scoprimento di alcune targhe commemorative all’interno del museo ebraico cittadino.
Fanno parte dell’associazione l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il B’nai B’rith Europe, la Red de Juderias de Espana, la Rede de Juderias de Portugal, Journées Européennes de la Culture et du Patrimoine Juifs – France. Una rete che opera in stretta collaborazione con il Consiglio d’Europa, che l’ha riconosciuta come unica associazione di riferimento per l’itinerario continentale del patrimonio ebraico.
Tra i partecipanti ai lavori, cui hanno preso parte il vice segretario generale del Consiglio d’Europa Gabriella Battaini-Dragoni, anche il presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni, la vicepresidente della Fbcei Annie Sacerdoti e il vicepresidente UCEI Roberto Jarach.

(Nell’immagine lo scoprimento della targa. Da sinistra Gabriella Battaini-Dragoni, Marcella Ansaldo del museo ebraico, il presidente Aepj Francoise Moïse, il presidente onorario Claude Bloch e il presidente della Comunità ebraica veneziana Paolo Gnignati)
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VENEZIA E I 500 ANNI DEL GHETTO
Il ricordo dei grandi Maestri
Lo Zohar commenta il verso della Genesi (III 63) “Un fiume esce dall’Eden per irrigare il giardino” come un corso d’acqua che scorre per 500 anni per arrivare al sei che è lo Zaddiq (Iesod, base del mondo) per irrigare il giardino che è l’anima supplementare del Sabato, cioè il Malkhut che è il Regno, emanazione divina nel mondo. Nella tradizione ebraica, il passaggio dal cinque al sei è quello della tradizione scritta, Pentateuco, a quella orale della Mishnà e del Talmud. Cinque rabbini, alla Scola Levantina a Venezia, hanno aperto le manifestazioni (non celebrazioni) dei 500 anni del Ghetto nello spirito del giardino dorato della Torah e dei suoi Maestri. Sono stati ricordati rav Elio Toaff, che occupò la cattedra rabbinica dal 1954 al 1951, il rav Emanuele Artom e il rav Raffaele Grassini. Ha aperto gli interventi il decano dei “rabbini di Venezia”, rav Avraham Piattelli, che ha deliziato il pubblico ricordando un rabbino veneziano del Seicento, Rabbi Iosef Qamis, allievo di Leon da Modena, che unì al titolo rabbinico la laurea in medicina e filosofia all’università di Padova in una continua tensione-incontro tra razionalismo e messianismo.


Umberto Piperno, rabbino capo di Napoli
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la scomparsa del nobel per la letteratura
Imre Kertész (1929-2016)
È morto a casa sua a Budapest, nonostante si fosse definito un “Berliner” in aperta polemica con il suo paese, quell’Ungheria di cui è stato il primo premio Nobel per la letteratura, nel 2002 “per una scrittura che sostiene la fragile esperienza dell’individuo contro la barbarica arbitrarietà della storia”. Deportato ad Auschwitz nel 1944 e liberato a Buchenwald nel 1945, Imre Kertész (qui ritratto da Isolde Ohlbaum a Berlino nel 2006) è stato traduttore di Freud, Nietzsche, Canetti e Wittgenstein oltre che autore di teatro, per sostenere la sua attività di scrittore. Essere senza destino, il suo primo romanzo, che lo ha reso famoso e racconta le vicende di un quindicenne nei lager, ha avuto un percorso tortuoso: scritto fra il 1960 e il 1973 fu prima respinto e poi, quando arrivò alla pubblicazione nel 1975, fu ignorato dal pubblico e il suo valore riconosciuto solo dopo la caduta del Muro di Berlino.
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qui roma - sicurezza digitale
Web, istruzioni per l'uso
Quali le problematiche, quali i fenomeni e i comportamenti più opportuni per arginare i rischi e limitare l’accesso alle informazioni più delicate su web e social media? Un interrogativo quanto mai attuale in un’epoca in cui il tema della sicurezza informatica appare centrale nella vita di milioni di persone oltre che di enti, organizzazioni, comunità.
Se ne è parlato in occasione del secondo appuntamento di “Sicurezza informatica, istruzioni per l’uso”, il ciclo di incontri organizzati dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con la Polizia Postale per offrire al pubblico una serie di buone pratiche per un uso consapevole degli strumenti digitali. “Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta dalla Giunta dell’Unione e che si inserisce all’interno di un lavoro sul tema della sicurezza che abbraccia una prospettiva ampia” ha sottolineato l’assessore al Bilancio UCEI Noemi Di Segni, inaugurando la serata. Perché, come ha poi ricordato, agire sulla rete “comporta un’assunzione di responsabilità verso se stessi e verso gli altri”.
A fare gli onori di casa Daniele Fiorentino, assessore alla cultura del centro Pitigliani, che ha richiamato l’importanza di muoversi correttamente “nella grande piazza globale”. Sulla stessa lunghezza d’onda Nunzia Ciardi, dirigente della Polizia Postale, che ha illustrato una vasta casistica di errori e di leggerezze piuttosto diffuse. La rete è una “straordinaria conquista e opportunità per tutti”, ha osservato Ciardi. “L’essenziale è muoversi con cautela e con la massima prudenza”.
Tre gli interventi che sono seguiti. A parlare il direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale, il sostituto commissario della polizia postale Roberto Giuli e l’esperto di social media Simone Tedeschi.
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qui roma - un premio ad amos luzzatto
"La pace? È ricerca di equilibrio"
“Nella radice della parola ‘pace’ in ebraico, shalom, vi è anche quella della ‘integrità, completezza’, e per questo sono convinto che ricercare la pace significhi trovare dove gli uni e gli altri convergono all’interno della stessa completezza e integrità”. Questa la strada perseguita in decenni di impegno per l’ebraismo italiano da Amos Luzzatto, ex presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità ebraica di Venezia, insignito ieri a Roma del Premio per la Pace della Fondazione Ducci.
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qui roma - segnalibro
Gualtiero Cividalli, un sionista che credeva nella speranza

“La testimonianza di paure e dolori senza fine, ma anche una storia di speranza di poter creare in un lontano domani un mondo migliore per tutti”. Rappresenta questo per Piero Cividalli il libro del padre Gualtiero, Lettere e pagine di diario (1938-1946), edito da Giuntina e curato da Sara Berger, che racconta attraverso i suoi stessi scritti la vicenda di un uomo che, fuggito dall’Italia durante la Shoah, fece l’aliyah nell’allora Palestina mandataria e tornò da liberatore nel 1945 con la Brigata Ebraica. A presentarlo ieri a Roma alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione Museo della Shoah – il cui presidente Mario Venezia ha portato i suoi saluti – insieme alla curatrice e a Piero, gli storici Umberto Gentiloni e Mario Toscano e David Meghnagi, direttore del Master internazionale di secondo livello in Didattica della Shoah presso l’Università di Roma Tre, moderati dallo storico Marcello Pezzetti.
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qui barcellona
Catalogna, l'incontro dei giovani "Col pensiero a Bruxelles"
Dal 24 al 27 marzo lo European Center for Jewish Students (Ecjs) ha organizzato a Barcellona la sua annuale festa in occasione di Purim, raccogliendo oltre 300 adesioni da 19 Paesi diversi. Giovani dalla Grecia, dalla Francia, dall’Ucraina, dalla Russia, si sono incontrati in Catalogna per festeggiare insieme una delle ricorrenze più gioiose del calendario ebraico. Un momento che è stato anche una risposta simbolica all’orrore di Bruxelles, dove due giorni prima, la mattina del 22 marzo, si sono consumati i due terribili attacchi terroristici di matrice islamista (32 le vittime, 300 i feriti). Siamo rimasti shoccati dall’accaduto, spiegano dallo staff dell’Ejcs che sarebbe dovuto partire, assieme al direttore Zevi Ives e alla sua famiglia, proprio dall’aeroporto di Zaventem il giorno seguente all’attentato suicida compiuto da due uomini dell’Isis.
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jciak
Arriva WonderWoman
Da una parte Batman, il giustiziere mascherato, cavaliere delle tenebre. Dall’altra Superman, l’imbattibile alieno dello spazio. Chi vincerà lo storico duello? Gustatevi, per la prima volta sul grande schermo, la contemporanea presenza dei due supereroi – interpretati rispettivamente da Ben Affleck a Henry Cavill. E nel frattempo non perdete d’occhio il lato femminile. Nei panni di WonderWoman, in Batman vs Superman: Dawn of Justice c’è l’israeliana Gal Gadot, supermodella, prima non americana a interpretare la principessa guerriera Diana Prince.


Daniela Gross
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  pilpul
Setirot - La storia di tutti
In certi ambienti, oggigiorno, va di moda – per così dire – “contrapporre” in qualche misura gli ebrei morti e gli ebrei vivi. Quasi che studiare e documentare il nostro passato con opere accademiche o museali – e in questo investire intelligenze, fatica e denari – equivalesse a sottrarre risorse alla vita reale dell’ebraismo italiano, così impoverendolo. Io credo che il lavoro di Donatella Calabi e le celebrazioni presenti e future per i 500 anni del Ghetto di Venezia siano la dimostrazione del contrario. Sono linfa vitale che va colta e sfruttata al massimo. Questa è una storia che ci riguarda tutti. Se posso permettermi un piccolo inciso personale… grande è stata la commozione quando in una bella recensione a questo libro Sergio Luzzatto ha ricordato un disegno in sezione, datato 1778, di una casa in Campo di Ghetto Novo la cui proprietaria era Giuditta Alpron e dove, tra gli altri, abitavano i fratelli Valenzin. Bene, mia nonna paterna era una Valenzin e sua madre una Alpron, quella casa in Ghetto a noi Jesurum ha portato bene. Per non parlare, più avanti nel tempo, di quelle calli intorno alla Ca’ d’Oro e a palazzo Fontana che Calabi definisce una sorta di “isola ebraica”. E la mia famiglia materna Sonino Luzzatto Ravà proprio a San Felice mi ha accolto e coccolato fin da bambino.

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Felicja Blumenthal
“Unisciti a noi per una settimana e stai certo che lo ricorderai per un anno intero!”, recita lo slogan del Felicja Blumenthal Festival di Tel Aviv che prenderà il via il 4 aprile. Felicja era nata il 28 dicembre 1908 a Varsavia e qui aveva studiato composizione e pianoforte con i grandi maestri del tempo. Nella Seconda guerra mondiale, per sfuggire alle persecuzioni era scappata ancora e ancora, di rifugio in rifugio, dalla Francia al Belgio, finché nel 1942 era riuscita a ottenere un visto per tenere un concerto in Brasile, il primo di un centinaio che l’avrebbero resa famosa in tutta l’America Latina. Negli anni ’50 aveva fatto ritorno nella sua Europa e grazie alle collaborazioni prestigiose e alle incisioni per Emi e Decca, la sua fama era cresciuta e Felicja veniva acclamata come una pianista dotata di “tecnica e virtuosismo di rara bellezza”.

Maria Teresa Milano
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Time Out - Ghetti
Ora che abbiamo terminato di ricordare con feste e concerti l’apertura del ghetto di Venezia dovremmo iniziare a riflettere sul momento opportuno per uscirci. Non solo da quello di Venezia ovviamente, anche da quello di Roma e dalle gabbie culturali e sociali di cui gli ebrei italiani ancora vivono. Scomparsi coloro che allora vollero rinchiuderci, siamo rimasti noi con un’angosciante nostalgia della sicurezza di avere dei nemici. Consolazione amara, ma che serve a rinforzare un’identità debole il cui unico punto forte è la capacità di dover sopravvivere. Per vivere però c’è bisogno di maggiore coraggio. Di un ebraismo la cui caratteristica non sia solo la memoria storica fine a se stessa, ma una proiezione nel futuro leggermente più audace. Un ebraismo con valori forti e non modificabili che si confronta con le sfide del mondo globalizzato e del paese in cui vive. Siamo pronti?

Daniel Funaro
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La via per il successo
Non è facile un Esercizio di Lettura con un libro di Esercizi Fisico Spirituali come Viandanza – il cammino come educazione spirituale, di Luigi Nacci (Laterza, 144 pp, 14 Euro ). Una buona via per eseguirlo è cercar di seguire il maggior e miglior consiglio che le sue pagine esprimono: sii onesto con te stesso. Nacci lo è, quanto è possibile esserlo. È anche una Confessione, la sua, ma non di quelle da selfie & social net, che stigmatizza con amabilità al termine del suo lavoro di scrittura: no, piuttosto il genere di Agostino e Platone, di Spinoza, Nietzsche, Kierkegaard, Rousseau, fino a Maria Zambrano (che ci ha scritto un gran bel libro, nel 1943, pubblicato in Italia solo nel 2004, da Bruno Mondadori Editore, La confessione come genere letterario).

Valerio Fiandra
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Madri d'Israele - Batel
Canta e balla senza sosta, non riesce mai a stare seduta, pensa che dormire sia un imperdonabile spreco di tempo. Ve la presento, lei è Batel. Madre d’Israele nonostante la giovane età; sorella maggiore, piuttosto, di centinaia di ragazzi sparsi in tutto il mondo. La nostra protagonista scopre sin da ragazzina di avere uno straordinario ascendente sugli olim chadashim, quegli ebrei migrati in Israele per puro sionismo o in cerca di un po’ di fortuna. Parla l’inglese come se fosse nata nella Grande Mela, afferra al volo dinamiche e circostanze di cui l’israeliano medio non è nemmeno a conoscenza. “Inizialmente mi limitavo a ospitare tutti quei ragazzi che non sapevano dove trascorrere lo shabbat. Poi, grazie al movimento giovanile Bnei Akiva, ho cominciato a guidare gruppi sempre più grandi di ragazzi arrivati qui in Israele con l’intento di venirci ad abitare o per scoprirne più semplicemente le innumerevoli meraviglie”.

David Zebuloni
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Halleluya
Non me ne vogliano, i miei pochi lettori. Mi sono più volte ripromessa di trattare argomenti meno pesanti, forse anche vagamente futili, ma non per questo, forse, di minor interesse. Ricordo una cena di Shabbat in cui un interlocutore nuovo presente alla mia tavola, pensando di fare piacevole conversazione, mi chiese di cosa mi occupassi. Pur apprezzando l’intento provai a mantenermi sul vago: storia contemporanea.

Sara Valentina Di Palma
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