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Felicja Blumenthal

milano “Unisciti a noi per una settimana e stai certo che lo ricorderai per un anno intero!”, recita lo slogan del Felicja Blumenthal Festival di Tel Aviv che prenderà il via il 4 aprile.
Felicja era nata il 28 dicembre 1908 a Varsavia e qui aveva studiato composizione e pianoforte con i grandi maestri del tempo. Nella Seconda guerra mondiale, per sfuggire alle persecuzioni era scappata ancora e ancora, di rifugio in rifugio, dalla Francia al Belgio, finché nel 1942 era riuscita a ottenere un visto per tenere un concerto in Brasile, il primo di un centinaio che l’avrebbero resa famosa in tutta l’America Latina. Negli anni ’50, aveva fatto ritorno nella sua Europa e grazie alle collaborazioni prestigiose e alle incisioni per Emi e Decca, la sua fama era cresciuta e Felicja veniva acclamata come una pianista dotata di “tecnica e virtuosismo di rara bellezza”.
Dal 1999 il centro studi in Bialik Street a Tel Aviv, intitolato alla sua memoria e dedito alla scoperta e alla valorizzazione di giovani musicisti di talento, organizza un festival molto particolare, un mix interessante di musica classica (da camera, orchestrale e vocale), folk e musica da film. Dal 2016 è prevista anche la sezione Bikur Moledet, dedicata ai compositori israeliani che vivono all’estero. Tra questi ritroviamo Gilead Mishory (1960), diplomato alla Rubin Academy e perfezionatosi prima a Monaco, poi al Mozarteum a Salisburgo. Aldilà dei suoi successi come esecutore, in orchestra e piccoli ensemble in ogni parte del mondo e dei suoi “primati” (è stato il primo pianista ad aver eseguito l’opera omnia di Leos Janacek), colpiscono le sue scelte raffinate di compositore. Mishory, a cui i critici attribuiscono eleganza, sensibilità e poeticità, ha messo in musica le liriche ebraiche di ogni epoca: i Salmi, i poemi yiddish di Avraham Sutzkever (che presenterà al festival), i versi di Else Lasker Schüler e Paul Celan, i pensieri di Marc Chagall e il suo è un andare e tornare alla terra dei padri e all’Europa, alla lingua biblica e a quelle della diaspora, con i suoni della contemporaneità.

Consiglio d’ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=XomZPDU06TA

Maria Teresa Milano

(31 marzo 2016)