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5 APRILE 2016
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opinioni a confrontO

Il drago dell'irrealtà

Se la so­cie­tà si get­ta a ca­po­fit­to in una di­re­zio­ne, la scuo­la dei più pic­co­li de­ve muo­ver­si se­guen­do un prin­ci­pio ele­men­ta­re di pre­cau­zio­ne, ri­fiu­tan­do di ade­guar­si al­l’in­va­sio­ne tec­no­lo­gi­ca. L’i­dea di in­se­gna­re a leg­ge­re e a scri­ve­re usan­do ta­blet e la­va­gne in­te­rat­ti­ve mi sem­bra to­tal­men­te di­scu­ti­bi­le. Da qui na­sce il mio ap­pel­lo per­ché al­me­no nel tem­po sco­la­sti­co, fi­no al­la fi­ne del­la se­con­da ele­men­ta­re, i bam­bi­ni non in­con­tri­no scher­mi. Usi­no le ma­ni tut­te in­te­re e toc­chi­no la cre­ta e an­che un po’ di ter­ra per pian­ta­re dei se­mi, an­che in un giar­di­net­to, in­som­ma fac­cia­no co­se che non li al­lon­ta­ni­no dal­la real­tà. Ho ri­let­to di re­cen­te un bel­lis­si­mo e fa­mo­so in­ter­ven­to di El­sa Mo­ran­te con­tro la bom­ba ato­mi­ca, do­ve no­mi­na quel­la tec­no­lo­gia di­strut­ti­va co­me dra­go del­l’ir­real­tà, a cui l’ar­te e la poe­sia si deb­bo­no ri­bel­la­re. Ec­co, io pen­so che in que­sto mo­men­to il dra­go del­l’ir­real­tà sia rap­pre­sen­ta­to dal­l’on­ni­pre­sen­te on­da tec­no­lo­gi­ca in cui è co­stret­ta a nuo­ta­re la pri­ma in­fan­zia.

Franco Lorenzoni

 

francia

La scuola pubblica fa paura

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“È una realtà, purtroppo. Ed è una realtà inaccettabile”. Intervenendo alla cena annuale del Conseil Représentatif des Institutions Juives de France, il massimo ente di rappresentanza dell’ebraismo d’Oltralpe, il primo ministro Manuel Valls ha riconosciuto con chiare parole il problema. Gli ebrei francesi non temono per l’incolumità fisica solo quando passeggiano per strada con la kippah, entrano in sinagoga, frequentano locali casher, ma anche quando mandano i loro figli nella scuola pubblica. “Nel 2015 si sono registrati oltre 900 attacchi antisemiti. E la nostra impressione è che per il 2016 le cose non andranno meglio". Leggi tutto

ponti

Israele, gemellaggi vincenti

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“Il Global Schools Twinning mostra il meglio della vita ebraica comunitaria attraverso i suoi sforzi per creare ponti ed è la prova che il popolo ebraico rimane più unito che mai”. Per questa motivazione, espressa dal sindaco della Capitale israeliana Nir Barkat, il programma dell’Agenzia Ebraica che promuove il gemellaggio tra le scuole del paese e quelle della diaspora ha vinto il Jerusalem Unity Prize, un premio istituito da Barkat stesso insieme all’organizzazione Ghesher in memoria di Naftali Fraenkel, Gilad Shaer e Eyal Yifrac, i tre adolescenti rapiti e uccisi da terroristi palestinesi nell’estate del 2014. Leggi tutto



PJ library

Pesach, colazione a colori

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Arriva Pesach, va via il chametz. È una conseguenza chiara e semplice, ma togliere i cereali dal tavolo della colazione significa togliervi anche un po’ di colore. Negli Stati Uniti, dove le scatole sono di solito decorate e ricoperte di allegri disegni e scritte per rendere la mattina dei bambini un po’ più divertente nonostante la levataccia per andare a scuola, a trovare la soluzione è stato PJ Library, un programma che distribuisce libri per bambini a tema ebraico nelle Comunità di tutto il Nord America per contribuire all’istruzione e alla vita ebraica delle famiglie. La soluzione casher lePesach? Colorare le scatole.
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Scuola

Pubblica, dice la sentenza

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Immaginiamo una famiglia italiana composta da due genitori e due ragazzini di 12 e 9 anni. Entrambi hanno sempre frequentato scuole paritarie cattoliche, ma dopo la separazione i genitori hanno idee diverse sulla prosecuzione del percorso educativo: la madre insiste perché venga garantita ai bambini «la continuità» della loro istruzione; il padre, preoccupato dal nuovo assetto economico della famiglia, spinge per iscrivere i figli alla scuola pubblica. Che fare? Per risolvere le loro divergenze, a Milano due genitori simili hanno deciso di affidarsi alla leggi.

Nicola Pedrazzi, per Riforma.it

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rassegna stampa  8 - 14 aprile

"Presuntivamente neutrali"

Scrive Carlo Cardia sull'Avvenire che "Sulla scia di un convegno dedicato al rapporto tra scuola e religione, organizzato dal Centro Piero Calamandrei di Torino, si è tornati a proporre l'introduzione, sotto diverse forme nella scuola pubblica, dello studio della storia delle religioni, del fatto religioso, o con altre formule, sostenendo che questa 'svolta' gioverebbe alla laicità dello Stato e della scuola. Se ci si fermasse a quest'indicazione, all'auspicio che tra i giovani cresca la conoscenza delle religioni, specie in un'epoca di globalizzazione, non si potrebbe che essere d'accordo. Ma essa ha un punto focale ulteriore, che getta una luce diversa sulla proposta complessiva: voler di fatto procedere alla liquidazione (più o meno immediata, parziale o totale) dell'insegnamento della religione cattolica previsto dal Concordato del 1984, regolato da un'Intesa con la Cei che ne ha arricchito il carattere culturale e pluralista. Questo è il punto di non ritorno".

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