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16 aprile 2016 - 9 Nissan  5776
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i giganti digitali stranieri al centro di una rivoluzione fiscale

Google e gli altri, il Fisco chiede il conto sull'Iva

img headerUn messaggio arrivato dal cielo di Tel Aviv: Google così tutti gli altri giganti digitali che operano in Israele devono pagare le tasse come le altre aziende del paese. A chiederlo, un gigantesco dirigibile che la scorsa settimana è stato visto volare nei pressi della sede israeliana di Google. Sullo zeppelin compariva a caratteri cubitali la scritta in inglese “Google deve pagare le tasse” e dall'altra parte, in ebraico, “Kahlon (ministro delle Finanze, ndr) tassa Google”. A sponsorizzare l'iniziativa di protesta, l'avvocato Guy Ophir, esperto di diritto digitale, e autore di una petizione lo scorso ottobre in cui chiedeva l'applicazione dell'Iva (al 17 per cento) anche alle multinazionali straniere che hanno sedi in Israele. “Tutti i contribuenti sono uguali per quanto riguarda la pressione fiscale, ma alcuni valgono di più e a loro non è richiesto di pagare l'imposta sul valore aggiunto”, affermava nella petizione Ophir, chiedendo l'applicazione di quest'ultima anche a giganti come Google, Facebook e Amazon. Una recente circolare dell'Agenzia delle entrate sembra dare ragione a questa richiesta e ciò potrebbe portare nelle casse dello Stato milioni di shekel.

Daniel Reichel

(Nell'immagine, un dirigibile fatto volare a Tel Aviv con su scritto "Kahlon tassa Google". Kahlon è il ministro delle Finanze d'Israele. Foto di Baz Ratner/Reuters)

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gli stretti di tiran e i rapporti tra gerusalemme, il cairo e riad

Cosa è cambiato dalla Guerra dei sei giorni

img headerSi sta avvicinando il quarantanovesimo anniversario della guerra del giugno 1967, e già si comincia a meditare su che cosa potrà succedere in vista del cinquantesimo. Per una coincidenza poetica, ora l’Egitto ha deciso di cedere all’Arabia Saudita la sovranità sulle isole di Tiran e Sanapir all’imbocco del Mar Rosso. Le due isolette disabitate svolgono un importante ruolo strategico come postazione di controllo della navigazione internazionale verso il Golfo di Aqaba che è anche il Golfo di Eilat. Nel maggio del 1967 il presidente egiziano Nasser proclamava la chiusura degli stretti di Tiran alla navigazione verso Eilat e con questo atto unilaterale creava il casus belli da cui poche settimane dopo sarebbe nata la fatale Guerra dei sei giorni. Una testimonianza dei cambiamenti intervenuti da allora in Medio Oriente sta nel fatto che i due paesi coinvolti nel trasferimento delle isole si siano prima consultati con Israele e poi abbiano confermato per iscritto che la libertà di navigazione israeliana rimarrà immutata.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme

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il fenomeno delle yeridot: chi sceglie di andare via dal paese

Quando emigrare non sarà più un problema

img headerUna famiglia di olim chadashim italiani ha lasciato Gerusalemme ed è tornata in Italia. Perché? Molti i motivi: difficoltà nell’iniziare una nuova vita in Israele, valutazioni economiche, complessità nel decodificare la società israeliana nella vita di tutti i giorni e bisogno di ritmi di vita diversi.
Una famiglia di olim chadashim italiani ha lasciato Gerusalemme e subito si sono alzati “venticelli ed aurette assai gentili” di pensieri, critiche, borbottii ed altri sussurri. Perché? Perché tra gli italkim che li hanno conosciuti c’è chi si è chiesto quanto ancora sia dura la klità (l’inserimento) nella società di Israele, c’è chi ha pensato quanto Israele non possa essere la panacea di ogni problema economico, identitario o sociale che sia, c’è poi chi non si è chiesto nulla e ha considerato questa, come altre “yeridot”, un tradimento, un abbandono, forse anche una abiura. Eppure la famiglia in questione è arrivata con le mitzvot ed è partita con le mitzvot


Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

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le indiscrezioni di haaretz

Roma, la contesa sul nome
per l'Ambasciata d'Israele

Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, avrebbe chiesto al suo collega israeliano Benjamin Netanyahu di riconsiderare la decisione di nominare l'ex deputata italiana Fiamma Nirenstein come nuovo ambasciatore d'Israele a Roma. Ad affermarlo il quotidiano israeliano Haaretz in un articolo a firma di Barak Ravid che cita fonti diplomatiche. In queste ore però le agenzie di stampa italiane riportano una secca smentita da parte del governo Renzi rispetto alla questione. "Fonti di Palazzo Chigi - il comunicato diffuso dai media nazionali - smentiscono la ricostruzione offerta oggi da Haaretz sul presidente del Consiglio e il premier israeliano Netanyahu a proposito di Fiamma Nirenstein".


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il bds approda al festival del pen

Quei cento scrittori miopi
e i loro falsi standard etici

Più di cento scrittori e membri del Pen, tra cui i vincitori del Premio Pulitzer Alice Walker, Richard Ford e Junot Diaz, hanno chiesto al Pen American Center "di rifiutare il sostegno dell'ambasciata di Israele" in una lettera aperta rivolta alla loro organizzazione. Gli scrittori si oppongono alla sponsorizzazione da parte dell'ambasciata israeliana dell'annuale World Voices Festival del Pen, un evento di sette giorni che si tiene a New York alla fine di aprile. "È profondamente deplorevole che il festival abbia scelto di accettare la sponsorizzazione da parte del governo israeliano, che nega i diritti fondamentali al popolo palestinese, prendendo inoltre di mira di scrittori e giornalisti palestinesi", dice la lettera firmata dai cento scrittori.

Giulio Meotti, Il Foglio 9 aprile 2016

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