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19 aprile 2016 - 11 Nissan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Abbiamo letto nella Haftarà dello scorso Shabat Ha Gadol che a caratterizzare l’epoca messianica sarà la ricomposizione dei conflitti intergenerazionali, “ …. e farò tornare il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i loro padri…” (Malachì, 3; 24 ).
Non ci può essere pace tra i popoli se dentro le nostre mura domestiche non c’è rispetto, e prevale, viceversa, una confusione dei rispettivi ruoli. Il Seder di Pesach, attraverso quel suo antico modello interrogativo – narrativo, costituisce ancora un grande progetto pedagogico per un rilancio di un dialogo tra le generazioni.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
La partecipazione di Moni Ovadia alla trasmissione di Beppe Severgnini, L’erba dei vicini, ha suscitato il solito scalpore e la solita indignazione. Diciamo innanzitutto che la scelta degli ospiti di Severgnini non è stata delle migliori. Si poteva fare di meglio. Ma si sa che la TV non cerca sempre il meglio, ma ciò che fa audience, e di altro non si preoccupa. Quanto a Moni Ovadia, questa volta ha sconcertato anche me. Si sentiva nelle sue parole non solo il senso dello scandalo, ma vera e propria acredine nei riguardi di Israele, come se ci fossero dei conti in sospeso. Nessuna parola che minimamente cercasse di tenere una posizione anche vagamente obiettiva sul paese e sulla sua gente. 
 
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Attentato a Gerusalemme,
bomba su di un autobus
I quotidiani italiani parlano oggi di “ritorno del terrore a Gerusalemme” dopo l'attentato terroristico che ha causato ieri almeno una ventina di feriti, di cui due gravi. Ad essere colpito, un autobus di linea dal cui interno è stata innescata una bomba. L'esplosione, ricostruisce il Corriere della Sera, “sarebbe avvenuta su un pullman vuoto, c ’era solo l’autista, e le fiamme si sarebbero propagate a un secondo veicolo”, su cui viaggiavano i passeggeri rimasti feriti. I poliziotti della scientifica sospettano che le due vittime più gravi, per ora senza identità , possano essere gli attentatori. “Non è detto che volessero immolarsi come kamikaze, la detonazione potrebbe essere avvenuta in anticipo”, riporta il Corriere. “Prenderemo i mandanti dell'attentato”, la dichiarazione del Premier israeliano Benjamin Netanyahu mentre a Gaza i terroristi di Hamas celebravano l'attentato (Repubblica). “Era dal 23 marzo 2011, quando un ordigno lasciato a una fermata dell’autobus 14 uccise una donna e ferì gravemente altre cinque persone, che non si registravano più attacchi di questo tipo a Gerusalemme”, riporta La Stampa, sottolineando come le autorità ora temano un cambio di modalità nella violenza palestinese: dagli attacchi con i coltelli a quelli con gli esplosivi.

Dopo Bruxelles, di nuovo Gerusalemme. Il terrorismo islamista è lo stesso, a Bruxelles come a Gerusalemme, denuncia il Foglio a distanza di 24 ore dall'attentato terroristico che ha colpito la Capitale israeliana. “Con Israele siamo sempre alle solite: - si legge in un breve editoriale - le sue vittime hanno il sangue di un altro colore, le bombe contro gli ebrei non fanno rumore, la conta dei suoi morti e feriti non accende le redazioni dei giornali, almeno fino a quando Gerusalemme non risponde all'attacco e l'Europa ne condanna la 'rappresaglia'”.

Mediterraneo, cimitero di migranti. “L'ultima strage di migranti è avvolta nel mistero”, scrive Repubblica in merito alla notizia dell'ennesimo naufragio nel Mediterraneo di una nave carica di profughi. Secondo i superstiti, approdanti in Grecia, la nave aveva 500 persone a bordo ed era partita da Alessandria d'Egitto e diretta in Sicilia. Il conto delle vittime non è chiaro; le autorità di Mogadiscio parlano di duecento annegati. “L'apertura di una rotta 'egiziana' – spiega Repubblica - è considerata dagli esperti una cattiva notizia, perché il percorso più lungo impone ai trafficanti l'uso di barche più grandi con diverse centinaia di migranti a bordo”. Intanto l'Italia chiede alla Germania risposte sulla sua proposta per contenere l'emergenza profughi: Roma vorrebbe finanziare il cosiddetto migration compact attraverso degli eurobond ma Berlino è contraria all'emissione di titoli di debito europei. “Se la Merkel non è d'accordo e i tedeschi hanno soluzioni diverse ce le dicano”, ha dichiarato il Premier Renzi (Corriere).
 
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  davar
qui ferrara - la nomina del cda
Meis, Simonetta Della Seta
alla direzione del Museo 

La studiosa e giornalista Simonetta Della Seta è il nuovo direttore del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Il Consiglio di amministrazione della Fondazione Meis si è riunito in queste ore per decidere sulla nomina del direttore e la scelta è caduta su Della Seta, che per i prossimi quattro anni dovrà gestire il nascente Meis, avanzare proposte e dare impulso agli obiettivi e ai programmi di attività della Fondazione, facendo del Museo un luogo sempre più vitale e inclusivo.
Sulla base del rapporto trasmesso dalla commissione giudicatrice, composta da un museologo, da uno studioso di storia e cultura ebraica e da un esperto di management di beni e istituzioni culturali e museali, tra i tredici candidati che avevano preso parte alla selezione, il Cda ha designato all’unanimità Simonetta Della Seta.
Il presidente del Meis, Dario Disegni, ha sottolineato che “questa nomina segna un momento molto importante nel percorso che, nell’autunno 2017, porterà all’inaugurazione del primo lotto del Museo, con la ristrutturazione del corpo centrale e l’allestimento di una prima, grande mostra. Non a caso – ha proseguito Disegni –, all’insediamento del nuovo Consiglio, nello scorso gennaio, avevo indicato come prioritaria l’individuazione, attraverso un bando internazionale, di un valido direttore. E ora – conclude il presidente – voglio esprimere a Simonetta Della Seta la grande soddisfazione del Cda e mia personale per l’esito della selezione, che ha visto confrontarsi professionisti di elevato profilo, e rivolgerle i migliori auguri per l’impegnativo compito cui dovrà dedicarsi, in stretta collaborazione con il Presidente e con il Consiglio”.
Corposo e autorevole il curriculum vitae della neodirettrice: Presidente della Commissione Cultura della Comunità ebraica di Roma e docente di Storia ebraica contemporanea nel Master in Cultura ebraica e comunicazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Della Seta è membro, per nomina del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, della delegazione italiana presso l’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance) e del Comitato di coordinamento per le celebrazioni in memoria della Shoah presso la Presidenza del Consiglio, mentre, per nomina del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, è nel CdA della Fondazione Italia-Israele per la Cultura e le Arti. Docente affiliato al CIE (Center for Israel Education) della Emory University di Atlanta e Consigliere del CIPMO (Centro per la Pace in Medio Oriente), fino al 2015 ha ricoperto le funzioni di Consigliere per gli Affari Culturali presso l’Ambasciata d’Italia in Israele ed è stata, fino al 2014, Direttore Generale della Fondazione Italia-Israele per la Cultura e le Arti. Direttore di chiara fama dell’Istituto Italiano di Cultura in Israele dal 2004 al 2008, Della Seta è giornalista professionista e ha lavorato come corrispondente dal Medio Oriente per il Giornale di Indro Montanelli, per le reti del gruppo Fininvest (poi Mediaset) e come caporedattore centrale dell’agenzia di stampa APBiscom (poi APcom), affiliata ad Associated Press. 

dopo l'attentato a gerusalemme 
Rivlin: "Il terrore non ci fermerà,
conquisteremo la nostra pace"

"Quando una bomba esplode su di un autobus è un attacco terroristico”. Nella frase del capo della polizia di Gerusalemme Yoram Halevy le informazioni fino ad ora disponibili sull'attentato che ieri ha colpito la Capitale d'Israele: alle 17.50 ora locale sul retro dell'autobus di linea 12 è deflagrata una bomba e l'esplosione ha coinvolto un autobus vicino e una macchina (nell'immagine, i veicoli coinvolti). Venti le persone ferite per un attacco che al momento è rimasto senza rivendicazioni e le cui dinamiche non sono ancora chiare. “Stiamo verificando da dove arriva l'ordigno esplosivo e chi lo ha posizionato sull'autobus. Tutte le possibilità sono sotto esame”, ha spiegato alla stampa Halevy. “Le nostre preghiere sono per le vittime dell'attacco terroristico, che possano rimettersi velocemente – l'auspicio del presidente d'Israele Reuven Rivlin a poche ore dall'attentato -  In un giorno come questo, dove la mattina viene scoperto un tunnel del terrore nel Sud del Paese e la sera portiamo i nostri civili, di ritorno dalla loro routine quotidiana, negli ospedali, è chiaro a tutti noi che la nostra lotta contro il terrorismo non si fermerà mai. Inseguiremo e raggiungeremo tutti coloro che vogliono farci del male fino a quando conquisteremo la tranquillità”, il messaggio del presidente.
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la scomparsa dell'attrice e regista israeliana
Ronit Elkabetz (1964-2016)
“Non devo niente a nessuno. Nessuno. Ho delle cose da vivere: il mio corpo e il mio cuore sono degli strumenti. Ho una conoscenza da acquisire e non posso fermarmi”. Ronit Elkabetz, venuta a mancare questa mattina all’età di 51 anni, descriveva così qualche anno fa in un’intervista al quotidiano francese Libération la sua carriera artistica di attrice e regista, che ha portato sul grande schermo i tanti diversi spaccati della società israeliana, con uno sguardo sempre profondo, mai banale. All’annuncio della sua scomparsa, seguita a una lunga lotta contro la malattia, all'annuncio l’ex presidente Shimon Peres ha definito Elkabetz, che si divideva tra Israele e la Francia, come “una straordinaria ambasciatrice culturale dello Stato d’Israele, sapendolo rappresentare insieme ai suoi cittadini sulle diverse scene estere con estrema fierezza, creatività ed eleganza”. Ronit, ha continuato Peres, “era una grande donna, coniugava il suo talento di scrittrice e la sua abilità di attrice in uno stile particolare e unico”. Uno stile elogiato anche da Daniela Gross su Pagine Ebraiche, dove ricordava che “per il suo magnetismo è stata paragonata dal regista Pascal Elbè, che l’ha diretta, ad Anna Magnani. È misteriosa – continuava Gross – esotica, estrema, ricca di una potenza drammatica e immaginativa inconfondibile. Come dice il critico israeliano Uri Klein: la ami o la odi, ma non la puoi ignorare”.
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l'iniziativa ucei
Pesach, a tavola con il kit di K.it
In distribuzione gli ultimi pacchi

Molte visite oggi nella sede dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dove sono in distribuzioni i cartoni low cost per la festa di Pesach riservati agli iscritti della Comunità ebraica di Roma che ne hanno fatto richiesta e che sono realizzati su impulso di K.it, il marchio di certificazione casher promosso dall'UCEI.
In distribuzione un vasto assortimento di prodotti: dal vino al pane azzimo, dagli affettati ai biscotti savoiardi. Cinquecento i pacchi realizzati complessivamente, in arrivo in queste ore sulle tavole di tutta l'Italia ebraica. Un'operazione su larga scala che ha suscitato molteplici apprezzamenti tra rabbini, iscritti e leader comunitari e che è coordinata dall'assessore Jacqueline Fellus con l'obiettivo di offrire un servizio concreto a chi maggiormente risente degli effetti della crisi economica.
Un impegno, sottolinea, che è condotto "nel solco dei valori che ispirano la sfida di K.it”.

israele - gli omicidi di banki e abu khdeir
Giustizia per Shira e Mohammed
Condannati i due colpevoli

Mentre chi gestisce la Striscia di Gaza festeggia per un attentato terroristico, in Israele la giustizia segue il suo corso: nelle ultime ore due sentenze sono infatti arrivate dai tribunali israeliani. La prima, è la condanna per omicidio emessa dal Tribunale distrettuale di Gerusalemme nei confronti di Yosef Ben David, l'israeliano accusato del rapimento e dell'uccisione del sedicenne palestinese Muhammad Abu Khdeir a luglio del 2014. La sentenza definitiva - i media israeliani parlano di ergastolo - da parte del giudice per Ben David, trentunenne di Gerusalemme, per il mese prossimo. La corte ha respinto la richiesta di infermità mentale dei legali di Ben David, giudicando l'uomo pienamente cosciente durante il compimento del delitto: “non aveva difficoltà nel comprendere la realtà e aveva la possibilità di prevenire il crimine”, affermano i giudici, ascrivendo il movente dell'omicidio di Abu Khdeir a “motivi nazionalistici”. Prima di questa sentenza, i complici di Ben David, due minorenni, erano stati giudicati colpevoli per l'omicidio del giovane palestinese.
La seconda sentenza, emessa sempre dai giudici della Capitale, riguarda invece l'accoltellamento della sedicenne Shira Banki durante il Gay Pride di Gerusalemme a luglio del 2015: il quarantenne Yishai Schlissel è stato condannato per omicidio, tentato omicidio – l'uomo aveva accoltellato altre sei persone durante la manifestazione – e aggressione aggravata.
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il festival del cinema italiano in israele
A Sderot si ride del pregiudizio,
sullo schermo c'è Pecore in erba

È in svolgimento in Israele la terza edizione del festival “Cinema Italia”, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura.
Sedici i film proposti, di cui otto per la prima volta al pubblico israeliano. Opere nuove accanto a capolavori del passato, la formula di un festival già segnato da molti successi. Tra le sette cineteche coinvolte quella di Sderot, l’unica nel sud d’Israele, fondata nel 1999 dal Keren Hayesod Italia. In quel contesto è stata organizzata una serata speciale, svoltasi alla presenza dell’ambasciatore italiano Francesco Maria Talò, che ha manifestato l’intenzione di portare ancora “più cultura in periferia”.
La grande novità dell’edizione in corso è la significativa partecipazione giovanile. Grazie al contributo dell’Istituto Italiano di Cultura, e in particolare del nuovo direttore Massimo Sarti, sono stati infatti riservati alcuni biglietti per i ragazzi della Giovane Kehilà – l’associazione che rappresenta le nuove generazioni di italiani in Israele – per le proiezioni del film “Pecore in Erba”.
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qui mantova - songs of eternity in sinagoga
Ute, la Memoria ha la sua voce 
Un successo. Prevedibile, certo, ma non per questo meno importante: "Songs for Eternity" ha fatto risuonare ieri a Mantova alcune delle migliaia di melodie composte nei campi di concentramento. Parole dolenti, che portano con sé la memoria di vicende terribili, accompagnate da musica struggente che ha riempito di emozione la piccola e bellissima sinagoga, un luogo che ha aggiunto al repertorio già emozionante e ricco di suggestioni il peso della storia della minoranza ebraica italiana. La voce di Ute Lemper e il pianoforte di Francesco Lotoro, con il violino dell'israeliano Daniel Hoffman, il bandoneon dell'argentino Victor Villena e clarinetto e contrabbasso di Andrea Campanella e Giuseppe Bassi hanno incantato e commosso il pubblico. Il concerto verrà riproposto questa sera al teatro Bibiena, dove potranno trovare posto i tantissimi che non hanno avuto modo di partecipare al primo appuntamento, che ha portato in sinagoga tutti i principali rappresentanti delle istituzioni mantovane.
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pilpul
Cultura e tecnologia
La settimana scorsa ho partecipato a una presentazione della nuova edizione italiana del Talmud. Sono intervenuti Rav Riccardo Di Segni, la professoressa Clelia Piperno e Rav Gianfranco Di Segni, che in ruoli diversi sono stati motori dell’iniziativa. Un concerto di traduttori, redattori, revisori ed esperti che lavora con impegno da circa cinque anni e che, dopo aver dato la luce al primo dei quaranta trattati, conta di sfornarne un’altra decina nei prossimi mesi. Un impegno davvero straordinario reso possibile dalla lungimiranza delle istituzioni italiane, che hanno stanziato cinque milioni di euro e confermato il finanziamento tra un governo e l’altro, della visione di Clelia Piperno che per prima ha creduto nel progetto, e infine da una rete di rabbini e studiosi di tradizione italiana dislocati tra Italia, Stati Uniti e Israele. 

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Le spiagge razziste
Nella calda estate del 1940, segnata dall’entrata in guerra dell’Italia, il regime fascista impose un nuovo giro di vite agli ebrei, vietando loro perfino di recarsi in vacanza. "25 luglio ’40. Gli ebrei allontanati dalla spiaggia adriatica", annotava Maurizio Pincherle nel suo diario. Si riferiva a Palombina sulla costa marchigiana, dove era solito ritrovarsi con i parenti durante le vacanze. Ma il provvedimento riguardava tutte le località turistiche.
Considerati "nemici della Nazione", nonché "razza inferiore", gli ebrei oltre ad essere esclusi dalle scuole e dai posti di lavoro pubblici, non ebbero più diritto neppure a recarsi nei luoghi di villeggiatura "di lusso".


Mario Avagliano
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