Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Abbiamo
letto nella Haftarà dello scorso Shabat Ha Gadol che a caratterizzare
l’epoca messianica sarà la ricomposizione dei conflitti
intergenerazionali, “ …. e farò tornare il cuore dei padri verso i
figli e il cuore dei figli verso i loro padri…” (Malachì, 3; 24 ).
Non ci può essere pace tra i popoli se dentro le nostre mura domestiche
non c’è rispetto, e prevale, viceversa, una confusione dei rispettivi
ruoli. Il Seder di Pesach, attraverso quel suo antico modello
interrogativo – narrativo, costituisce ancora un grande progetto
pedagogico per un rilancio di un dialogo tra le generazioni.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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La
partecipazione di Moni Ovadia alla trasmissione di Beppe Severgnini,
L’erba dei vicini, ha suscitato il solito scalpore e la solita
indignazione. Diciamo innanzitutto che la scelta degli ospiti di
Severgnini non è stata delle migliori. Si poteva fare di meglio. Ma si
sa che la TV non cerca sempre il meglio, ma ciò che fa audience, e di
altro non si preoccupa. Quanto a Moni Ovadia, questa volta ha
sconcertato anche me. Si sentiva nelle sue parole non solo il senso
dello scandalo, ma vera e propria acredine nei riguardi di Israele,
come se ci fossero dei conti in sospeso. Nessuna parola che minimamente
cercasse di tenere una posizione anche vagamente obiettiva sul paese e
sulla sua gente.
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Attentato a Gerusalemme,
bomba su di un autobus
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I
quotidiani italiani parlano oggi di “ritorno del terrore a Gerusalemme”
dopo l'attentato terroristico che ha causato ieri almeno una ventina di
feriti, di cui due gravi. Ad essere colpito, un autobus di linea dal
cui interno è stata innescata una bomba. L'esplosione, ricostruisce il
Corriere della Sera, “sarebbe avvenuta su un pullman vuoto, c ’era solo
l’autista, e le fiamme si sarebbero propagate a un secondo veicolo”, su
cui viaggiavano i passeggeri rimasti feriti. I poliziotti della
scientifica sospettano che le due vittime più gravi, per ora senza
identità , possano essere gli attentatori. “Non è detto che volessero
immolarsi come kamikaze, la detonazione potrebbe essere avvenuta in
anticipo”, riporta il Corriere. “Prenderemo i mandanti dell'attentato”,
la dichiarazione del Premier israeliano Benjamin Netanyahu mentre a
Gaza i terroristi di Hamas celebravano l'attentato (Repubblica). “Era
dal 23 marzo 2011, quando un ordigno lasciato a una fermata
dell’autobus 14 uccise una donna e ferì gravemente altre cinque
persone, che non si registravano più attacchi di questo tipo a
Gerusalemme”, riporta La Stampa, sottolineando come le autorità ora
temano un cambio di modalità nella violenza palestinese: dagli attacchi
con i coltelli a quelli con gli esplosivi.
Dopo Bruxelles, di nuovo Gerusalemme. Il terrorismo islamista è lo
stesso, a Bruxelles come a Gerusalemme, denuncia il Foglio a distanza
di 24 ore dall'attentato terroristico che ha colpito la Capitale
israeliana. “Con Israele siamo sempre alle solite: - si legge in un
breve editoriale - le sue vittime hanno il sangue di un altro colore,
le bombe contro gli ebrei non fanno rumore, la conta dei suoi morti e
feriti non accende le redazioni dei giornali, almeno fino a quando
Gerusalemme non risponde all'attacco e l'Europa ne condanna la
'rappresaglia'”.
Mediterraneo, cimitero di migranti. “L'ultima strage di migranti è
avvolta nel mistero”, scrive Repubblica in merito alla notizia
dell'ennesimo naufragio nel Mediterraneo di una nave carica di
profughi. Secondo i superstiti, approdanti in Grecia, la nave aveva 500
persone a bordo ed era partita da Alessandria d'Egitto e diretta in
Sicilia. Il conto delle vittime non è chiaro; le autorità di Mogadiscio
parlano di duecento annegati. “L'apertura di una rotta 'egiziana' –
spiega Repubblica - è considerata dagli esperti una cattiva notizia,
perché il percorso più lungo impone ai trafficanti l'uso di barche più
grandi con diverse centinaia di migranti a bordo”. Intanto l'Italia
chiede alla Germania risposte sulla sua proposta per contenere
l'emergenza profughi: Roma vorrebbe finanziare il cosiddetto migration
compact attraverso degli eurobond ma Berlino è contraria all'emissione
di titoli di debito europei. “Se la Merkel non è d'accordo e i tedeschi
hanno soluzioni diverse ce le dicano”, ha dichiarato il Premier Renzi
(Corriere).
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qui ferrara - la nomina del cda
Meis, Simonetta Della Seta
alla direzione del Museo
La
studiosa e giornalista Simonetta Della Seta è il nuovo direttore del
Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Il
Consiglio di amministrazione della Fondazione Meis si è riunito in
queste ore per decidere sulla nomina del direttore e la scelta è caduta
su Della Seta, che per i prossimi quattro anni dovrà gestire il
nascente Meis, avanzare proposte e dare impulso agli obiettivi e ai
programmi di attività della Fondazione, facendo del Museo un luogo
sempre più vitale e inclusivo.
Sulla base del rapporto trasmesso dalla commissione giudicatrice,
composta da un museologo, da uno studioso di storia e cultura ebraica e
da un esperto di management di beni e istituzioni culturali e museali,
tra i tredici candidati che avevano preso parte alla selezione, il Cda
ha designato all’unanimità Simonetta Della Seta.
Il presidente del Meis, Dario Disegni, ha sottolineato che “questa
nomina segna un momento molto importante nel percorso che, nell’autunno
2017, porterà all’inaugurazione del primo lotto del Museo, con la
ristrutturazione del corpo centrale e l’allestimento di una prima,
grande mostra. Non a caso – ha proseguito Disegni –, all’insediamento
del nuovo Consiglio, nello scorso gennaio, avevo indicato come
prioritaria l’individuazione, attraverso un bando internazionale, di un
valido direttore. E ora – conclude il presidente – voglio esprimere a
Simonetta Della Seta la grande soddisfazione del Cda e mia personale
per l’esito della selezione, che ha visto confrontarsi professionisti
di elevato profilo, e rivolgerle i migliori auguri per l’impegnativo
compito cui dovrà dedicarsi, in stretta collaborazione con il
Presidente e con il Consiglio”.
Corposo e autorevole il curriculum vitae della neodirettrice:
Presidente della Commissione Cultura della Comunità ebraica di Roma e
docente di Storia ebraica contemporanea nel Master in Cultura ebraica e
comunicazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Della Seta
è membro, per nomina del ministero dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca, della delegazione italiana presso l’IHRA (International
Holocaust Remembrance Alliance) e del Comitato di coordinamento per le
celebrazioni in memoria della Shoah presso la Presidenza del Consiglio,
mentre, per nomina del ministero degli Affari esteri e della
cooperazione internazionale, è nel CdA della Fondazione Italia-Israele
per la Cultura e le Arti. Docente affiliato al CIE (Center for Israel
Education) della Emory University di Atlanta e Consigliere del CIPMO
(Centro per la Pace in Medio Oriente), fino al 2015 ha ricoperto le
funzioni di Consigliere per gli Affari Culturali presso l’Ambasciata
d’Italia in Israele ed è stata, fino al 2014, Direttore Generale della
Fondazione Italia-Israele per la Cultura e le Arti. Direttore di chiara
fama dell’Istituto Italiano di Cultura in Israele dal 2004 al 2008,
Della Seta è giornalista professionista e ha lavorato come
corrispondente dal Medio Oriente per il Giornale di Indro Montanelli,
per le reti del gruppo Fininvest (poi Mediaset) e come caporedattore
centrale dell’agenzia di stampa APBiscom (poi APcom), affiliata ad
Associated Press.
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la scomparsa dell'attrice e regista israeliana
Ronit Elkabetz (1964-2016)
“Non
devo niente a nessuno. Nessuno. Ho delle cose da vivere: il mio corpo e
il mio cuore sono degli strumenti. Ho una conoscenza da acquisire e non
posso fermarmi”. Ronit Elkabetz, venuta a mancare questa mattina
all’età di 51 anni, descriveva così qualche anno fa in un’intervista al
quotidiano francese Libération la sua carriera artistica di attrice e
regista, che ha portato sul grande schermo i tanti diversi spaccati
della società israeliana, con uno sguardo sempre profondo, mai banale.
All’annuncio della sua scomparsa, seguita a una lunga lotta contro la
malattia, all'annuncio l’ex presidente Shimon Peres ha definito
Elkabetz, che si divideva tra Israele e la Francia, come “una
straordinaria ambasciatrice culturale dello Stato d’Israele, sapendolo
rappresentare insieme ai suoi cittadini sulle diverse scene estere con
estrema fierezza, creatività ed eleganza”. Ronit, ha continuato Peres,
“era una grande donna, coniugava il suo talento di scrittrice e la sua
abilità di attrice in uno stile particolare e unico”. Uno stile
elogiato anche da Daniela Gross su Pagine Ebraiche, dove ricordava che
“per il suo magnetismo è stata paragonata dal regista Pascal Elbè, che
l’ha diretta, ad Anna Magnani. È misteriosa – continuava Gross –
esotica, estrema, ricca di una potenza drammatica e immaginativa
inconfondibile. Come dice il critico israeliano Uri Klein: la ami o la
odi, ma non la puoi ignorare”. Leggi
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l'iniziativa ucei
Pesach, a tavola con il kit di K.it
In distribuzione gli ultimi pacchi
Molte
visite oggi nella sede dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
dove sono in distribuzioni i cartoni low cost per la festa di Pesach
riservati agli iscritti della Comunità ebraica di Roma che ne hanno
fatto richiesta e che sono realizzati su impulso di K.it, il marchio di
certificazione casher promosso dall'UCEI.
In distribuzione un vasto assortimento di prodotti: dal vino al pane
azzimo, dagli affettati ai biscotti savoiardi. Cinquecento i pacchi
realizzati complessivamente, in arrivo in queste ore sulle tavole di
tutta l'Italia ebraica. Un'operazione su larga scala che ha suscitato
molteplici apprezzamenti tra rabbini, iscritti e leader comunitari e
che è coordinata dall'assessore Jacqueline Fellus con l'obiettivo di
offrire un servizio concreto a chi maggiormente risente degli effetti
della crisi economica.
Un impegno, sottolinea, che è condotto "nel solco dei valori che ispirano la sfida di K.it”.
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israele - gli omicidi di banki e abu khdeir
Giustizia per Shira e Mohammed
Condannati i due colpevoli Mentre
chi gestisce la Striscia di Gaza festeggia per un attentato
terroristico, in Israele la giustizia segue il suo corso: nelle ultime
ore due sentenze sono infatti arrivate dai tribunali israeliani. La
prima, è la condanna per omicidio emessa dal Tribunale distrettuale di
Gerusalemme nei confronti di Yosef Ben David, l'israeliano accusato del
rapimento e dell'uccisione del sedicenne palestinese Muhammad Abu
Khdeir a luglio del 2014. La sentenza definitiva - i media israeliani
parlano di ergastolo - da parte del giudice per Ben David, trentunenne
di Gerusalemme, per il mese prossimo. La corte ha respinto la richiesta
di infermità mentale dei legali di Ben David, giudicando l'uomo
pienamente cosciente durante il compimento del delitto: “non aveva
difficoltà nel comprendere la realtà e aveva la possibilità di
prevenire il crimine”, affermano i giudici, ascrivendo il movente
dell'omicidio di Abu Khdeir a “motivi nazionalistici”. Prima di questa
sentenza, i complici di Ben David, due minorenni, erano stati giudicati
colpevoli per l'omicidio del giovane palestinese.
La seconda sentenza, emessa sempre dai giudici della Capitale, riguarda
invece l'accoltellamento della sedicenne Shira Banki durante il Gay
Pride di Gerusalemme a luglio del 2015: il quarantenne Yishai Schlissel
è stato condannato per omicidio, tentato omicidio – l'uomo aveva
accoltellato altre sei persone durante la manifestazione – e
aggressione aggravata. Leggi
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il festival del cinema italiano in israele
A Sderot si ride del pregiudizio,
sullo schermo c'è Pecore in erba
È in svolgimento in Israele la terza edizione del festival “Cinema Italia”, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura.
Sedici i film proposti, di cui otto per la prima volta al pubblico
israeliano. Opere nuove accanto a capolavori del passato, la formula di
un festival già segnato da molti successi. Tra le sette cineteche
coinvolte quella di Sderot, l’unica nel sud d’Israele, fondata nel 1999
dal Keren Hayesod Italia. In quel contesto è stata organizzata una
serata speciale, svoltasi alla presenza dell’ambasciatore italiano
Francesco Maria Talò, che ha manifestato l’intenzione di portare ancora
“più cultura in periferia”.
La grande novità dell’edizione in corso è la significativa
partecipazione giovanile. Grazie al contributo dell’Istituto Italiano
di Cultura, e in particolare del nuovo direttore Massimo Sarti, sono
stati infatti riservati alcuni biglietti per i ragazzi della Giovane
Kehilà – l’associazione che rappresenta le nuove generazioni di
italiani in Israele – per le proiezioni del film “Pecore in Erba”. Leggi
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qui mantova - songs of eternity in sinagoga
Ute, la Memoria ha la sua voce
Un
successo. Prevedibile, certo, ma non per questo meno importante: "Songs
for Eternity" ha fatto risuonare ieri a Mantova alcune delle migliaia
di melodie composte nei campi di concentramento. Parole dolenti, che
portano con sé la memoria di vicende terribili, accompagnate da musica
struggente che ha riempito di emozione la piccola e bellissima
sinagoga, un luogo che ha aggiunto al repertorio già emozionante e
ricco di suggestioni il peso della storia della minoranza ebraica
italiana. La voce di Ute Lemper e il pianoforte di Francesco Lotoro,
con il violino dell'israeliano Daniel Hoffman, il bandoneon
dell'argentino Victor Villena e clarinetto e contrabbasso di Andrea
Campanella e Giuseppe Bassi hanno incantato e commosso il pubblico. Il
concerto verrà riproposto questa sera al teatro Bibiena, dove potranno
trovare posto i tantissimi che non hanno avuto modo di partecipare al
primo appuntamento, che ha portato in sinagoga tutti i principali
rappresentanti delle istituzioni mantovane. Leggi
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Cultura e tecnologia |
La
settimana scorsa ho partecipato a una presentazione della nuova
edizione italiana del Talmud. Sono intervenuti Rav Riccardo Di Segni,
la professoressa Clelia Piperno e Rav Gianfranco Di Segni, che in ruoli
diversi sono stati motori dell’iniziativa. Un concerto di traduttori,
redattori, revisori ed esperti che lavora con impegno da circa cinque
anni e che, dopo aver dato la luce al primo dei quaranta trattati,
conta di sfornarne un’altra decina nei prossimi mesi. Un impegno
davvero straordinario reso possibile dalla lungimiranza delle
istituzioni italiane, che hanno stanziato cinque milioni di euro e
confermato il finanziamento tra un governo e l’altro, della visione di
Clelia Piperno che per prima ha creduto nel progetto, e infine da una
rete di rabbini e studiosi di tradizione italiana dislocati tra Italia,
Stati Uniti e Israele.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Le spiagge razziste |
Nella
calda estate del 1940, segnata dall’entrata in guerra dell’Italia, il
regime fascista impose un nuovo giro di vite agli ebrei, vietando loro
perfino di recarsi in vacanza. "25 luglio ’40. Gli ebrei allontanati
dalla spiaggia adriatica", annotava Maurizio Pincherle nel suo diario.
Si riferiva a Palombina sulla costa marchigiana, dove era solito
ritrovarsi con i parenti durante le vacanze. Ma il provvedimento
riguardava tutte le località turistiche.
Considerati "nemici della Nazione", nonché "razza inferiore", gli ebrei
oltre ad essere esclusi dalle scuole e dai posti di lavoro pubblici,
non ebbero più diritto neppure a recarsi nei luoghi di villeggiatura
"di lusso".
Mario Avagliano
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