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Elia Richetti,
rabbino
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A
fianco della ben nota mitzvah di amare il prossimo come se stessi (con
tutte le implicazioni ed i distinguo che in realtà la mitzvah
comporta), esiste nella Parashà di questa settimana anche la mitvah di
richiamare chi si comporta in maniera scorretta; e personalmente credo
che sia una di quelle mitzvot fra le più difficili da mettere in
pratica in maniera corretta.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
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Oggi
si festeggia in Israele Yom HaAzmaut, il sessantottesimo anniversario
dell'Indipendenza dello Stato degli ebrei. Indipendenza. Da che cosa?
Innanzitutto da tutte le brutte e tragiche cicatrici e incrostazioni
che si sono accumulate su di noi durante una lunga esperienza di popolo
disperso attraverso il mondo. Indipendenza dalla schiavitù, dalla
dittatura e dall'oppressione che ci hanno decimati fisicamente e
moralmente. Indipendenza dalla subordinazione della diaspora ebraica
non solo sotto despoti stranieri, ma anche di fronte a leggi e a
convenzioni stabilite da altri per i loro motivi, non necessariamente
per i nostri. Indipendenza dalla mancanza di autonomia sovrana e del
potere decisionale di essere attori protagonisti e responsabili della
nostra propria storia. Indipendenza dalla prevaricazione, dal
pregiudizio, dai due pesi e dalle due misure attuati verso di noi
dall'altro. E poi indipendenza da tutte le storture e devianze che si
sono formate all'interno di noi stessi nel corso di quella stessa lunga
esperienza di esilio. Indipendenza dalla fatale spirale sempre in
agguato tra violenza subita e spirito di vendetta. Indipendenza dalle
rozze manifestazioni di arroganza, di egocentrismo e di fanatismo che
ci sono anche fra di noi. Indipendenza dalle grandi e piccole diatribe
e lotte fratricide. Indipendenza dalla prevaricazione e dal pregiudizio
da parte nostra verso l'altro, ora che siamo noi a esercitare il
potere. È sufficiente un Giorno di Indipendenza per liberarci da tutte
queste piaghe? Forse no, ma è utile e necessario per una riflessione.
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Italia, il sì alle unioni civili
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Le
unioni civili sono legge. Ieri sera è arrivato il sì definitivo della
Camera con 372 voti a favore e 51 contrari. “Questa è una battaglia
giusta, anche a rischio di perdere consensi”, ha affermato il Primo
ministro Matteo Renzi. “Grazie alle norme transitorie – spiega il
Corriere della Sera – le coppie gay potranno unirsi civilmente e vedere
riconosciuti i loro diritti in poco più di un mese”. Sempre il Corriere
analizza le novità portate dalla legge con diversi approfondimenti dal
titolo Quale svolta per le coppie?: “La (non) scelta sui bimbi di fatto
lascia al giudice ogni responsabilità”; “Niente obbligo di fedeltà”,
“L’obiettivo è evitare le ‘guerre’ in tribunale”; “Nuove tutele solo
per chi è escluso dal matrimoni”, “Così il cognome diventa
un’affermazione di libertà” i titoli delle sei analisi.
Torino, appuntamento al Salone del Libro. Si apre oggi la rassegna
torinese dedicata ai libri che vedrà tra i suoi protagonisti, come
oramai da tradizione, anche il giornale dell’ebraismo italiano Pagine
Ebraiche, che sarà distribuito alle migliaia di visitatori del Salone.
Come sottolinea Avvenire, oggi alle 13.00 l’incontro “Lingue e
linguaggi. Dal Talmud al grande romanzo ebraico e yiddish”, “che si
tiene a Babel – Spazio Internazionale, con Andrea Bozzi, Veronika
Brecelj, Anna Linda Callow, Ada Treves, Ada Vigliani”. Tra gli
appuntamenti, La Stampa ricorda inoltre la presentazione della
traduzione del Talmud in italiano (pubblicato da Giuntina) domenica
alle 15, in Sala Blu: ne parleranno rav Gianfranco Di Segni, Armando
Massarenti, Alberto Melloni e Clelia Piperno.
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yom hatzmaut 5776
“Con noi lo spirito dei padri”
"Ero
solo un bambino di nove anni quando è nato lo Stato d’Israele. Mi
ricorderò per sempre la vista della bandiera di Israele sventolare per
la prima volta come vessillo di un paese libero e sovrano. Oggi ogni
volta che vedo la bandiera issata riempie il mio cuore di orgoglio e di
gioia“. Inizia così il messaggio diffuso in un video dal presidente
israeliano Reuven Rivlin in occasione di Yom Haatzmaut, la festa
dell’indipendenza. “Mentre Israele compie 68 anni – continua Rivlin –
possiamo guardare con orgoglio al nostro passato e dobbiamo guardare al
futuro con speranza. Il nostro Stato è nato dalla speranza di duemila
anni, grazie al coraggio di sognatori che hanno lavorato per
trasformare i loro sogni in realtà. Il loro spirito è con noi oggi”.
Numerose le iniziative che in queste ore celebrano in tutta Italia
l’appuntamento. Ieri affollato evento con parole, musica, sapori e
solidarietà al Portico d’Ottavia, il cuore della Roma ebraica. A Milano
attesa per domenica, quando si svolgerà un open day dedicato alla
scienza con concerti, conferenze e presentazione di libri.
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QUI TORINO – al salone con PAGINE EBRAICHE
Tradurre le lingue e linguaggi
Una sfida che passa dal Talmud
Tradurre
è un lavoro, tradurre è un’assunzione di responsabilità, tradurre è una
sfida di ricerca. È stato un confronto ricco di prospettive diverse, e
solo apparentemente distanti fra loro, quello organizzato dalla
redazione di Pagine Ebraiche nella giornata inaugurale del Salone del
Libro di Torino. Condotto dalla giornalista Ada Treves, che ha curato
anche il dossier Lingue e linguaggi
in distribuzione con questo numero di maggio del giornale dell’ebraismo
italiano, il colloquio ha visto il confronto fra traduttrici
dall’ebraico, dall’yiddish e dal tedesco, come Anna Linda Callow e Ada
Vigliani, che hanno maturato un’esperienza prestigiosa sul fronte della
grande letteratura europea, americana e israeliana. Di Andrea Bozzi, il
massimo esperto italiano di linguistica computazionale, l’uomo che ha
condotto la realizzazione del software utilizzato dal gruppo di
traduttori dell’edizione italiana del Talmud. Ma anche delle
studentesse della Scuola superiore traduttori e Interpreti di Trieste,
la più prestigiosa d’Italia, impegnate a svolgere nella redazione di
Pagine Ebraiche il loro tirocinio professionale. Assieme ai redattori
del giornale dell’ebraismo italiano le studentesse Ilaria Modena,
Letizia Anelli, Isabella Favero e Giulia Castelnovo. Leggi
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qui torino - al salone con pagine ebraiche
Lingue, linguaggi e identità
Traghettare culture e parole
Quattro
traduttrici a rappresentare i tanti, e soprattutto le tante a dire la
verità, che quotidianamente si accostano a pagine in altre lingue in un
lavoro paziente e tenace che Elena Loewenthal, che da decenni si
confronta con i grandi della letteratura israeliana, descrive come “Un
corpo a corpo col testo”. Negli anni in cui si sono impegnate come vere
e proprie mediatrici di culture, che non si limitano a trasporre testi
da una lingua all’altra ma che traghettano storie, sensibilità, vissuti
e suggestioni hanno permesso ai lettori italiani di scoprire e poi
amare mondi. Molto differenti tra loro per autori, lingue, formazione e
anche percorsi personali, hanno in comune una visione del proprio
mestiere che si radica profondamente nell’amore per la propria lingua.
“La lingua di partenza, in fondo, è la cosa meno importante” ha
affermato Ada Vigliani, fra le più note traduttrici dal tedesco, fresca
vincitrice del prestigioso Premio italo tedesco per la traduzione
letteraria, che accosta la traduzione a una danza di coppia, con
l’autore a fare da cavaliere e da guida, che però bisogna saper capire
e seguire. Bisogna conoscere tutti i segreti della lingua di partenza,
ovviamente, ma senza la conoscenza profonda e la sensibilità che
permettono di accostarsi alla cultura di cui è espressione la
traduzione è impossibile. Leggi
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qui torino - Ronny someck ospite al salone
Il poeta delle tante identità
Tra
i protagonisti di questa edizione del Salone del libro di Torino Ronny
Someck, uno dei più apprezzati poeti israeliani. Nato a Baghdad nel
1952 ed emigrato da piccolo in Israele, Someck rappresenta, come scrive
Ariel Rathaus, lo "spirito di Tel Aviv” e a Pagine Ebraiche (di seguito
l'intervista) ha raccontato la sua visione della cultura e della realtà
israeliana. Tre gli appuntamenti organizzati a Torino con il poeta:
oggi alle 16 a Palazzo Nuovo presso l'Università degli Studi, alle 20
nella Sala Babel del Salone con Francesco Dejana e Maria Teresa Milano
e domani alle 17.30 alla biblioteca Geisser, nell’ambito di Salone OFF
per un'iniziativa a cui interverrà Sarah Kaminski, docente di ebraico
moderno all'Università di Torino e traduttrice (che di Someck, ha tradotto Il bambino balbuziente Mesogea - clicca qui), e curata dal Gruppo di Studi Ebraici in
collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi, con il patrocinio
dell’Ambasciata di Israele. Leggi
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Un intervento controverso
e la libertà d'espressione |
“Un
recente scritto apparso la scorsa domenica su questo notiziario
quotidiano e firmato dal neuroscienziato Alessandro Treves ha suscitato
in alcuni lettori reazioni contrastanti e anche un misto di perplessità
e fastidio. Nel notiziario di oggi gli interventi del collaboratore
Daniel Funaro, del gruppo Benè Binah, del Consigliere UCEI Victor
Magiar e alcune considerazioni del direttore della redazione
giornalistica dell'Unione, ma anche la documentazione completa evocata
da Treves nel suo controverso intervento.
Leggi
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Setirot - Buonisti
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L’elezione
di Sadiq Khan a sindaco di Londra – o meglio, le reazioni all’elezione
di Sadiq Khan a sindaco di Londra – è stata un test per verificare lo
stato di razionalità/irrazionalità del mondo ebraico (e non solo) che
si affaccia ai social media e li affolla. Un test che avrei preferito
non vedere. Faccio mie le parole che Anna Foa ha scritto proprio su
Moked: "Chi lo definisce in base alla sua origine e alla sua religione
fa la stessa operazione degli antisemiti nei confronti degli ebrei. Chi
lo giudica non in base alle sue posizioni politiche, cioè per quello
che fa, ma per quello che è, cioè musulmano, è un razzista. Non c’è
altra parola per definirlo".
Stefano Jesurum
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In ascolto - Note per Freud
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160
anni fa, a maggio, nasceva Sigismund Shlomo Freud, il padre della
psicanalisi che, a quanto si dice, non amava affatto la musica. Secondo
il nipote Edward Bernays, celebre spin doctor e autore del controverso
testo “My uncle Sigmund”, provava un vero e proprio disprezzo, mentre a
detta di altri si trattava semplicemente di indifferenza. Forse ci ha
visto giusto Oliver Sacks, autore di quel capolavoro che è
“Musicophilia”, secondo cui “indifferenza non è proprio la parola
giusta e sarebbe più centrato il termine freudiano resistenza, ovvero
resistenza al potere seduttivo ed enigmatico della musica”.
Maria Teresa Milano
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A scuola di scrittura |
“Tanti
anni fa, in una galassia vicina vicina..., ho creduto di essere uno
scrittore. Mi sono allora comportato come credevo si comportassero gli
scrittori, e - a margine - ho scritto e spedito ai pochi editori che
reputavo degni le inoppugnabili prove del mio genio. Pochi minuti dopo
(il tempo è un inganno) alcune lettere prestampate mi misero seri dubbi
sul mio assunto.
Fortuna che ero un ragazzo sveglio: capii quella che il grande Paolo
Conte avrebbe chiamato “la distanza fra l’assicurato e l’assicuratore”,
e - senza farmelo sapere - decisi che la mia brillante carriera era
finita.
Valerio Fiandra
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Robinson
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Il
nuovo mondo era finalmente arrivato ed io non riuscivo a capire se ero
pronto o no”, confessa a se stesso il pappagallo Mac, alias Martedì,
dopo aver agognato a lungo la conoscenza di un mondo più vasto, che
sospettava esistesse oltre la sua piccola isola del Pacifico. Questa la
sorpresa di inizio settimana e di inizio mese, al cinema con i bambini
in una decisione dell’ultimo momento. Il nuovo mondo infatti,
rappresentato dall’arrivo di Robinson Crusoe nell’omonimo film di
animazione uscito da pochi giorni nelle sale, il quale offre un
ribaltamento di prospettiva in cui gli animali sono la voce narrante e
protagonista, sconvolta dall’arrivo del naufrago in cui vedono un
temibile mostro marino, incute paura.
Sara Valentina Di Palma
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