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 17 Maggio 2016 - 9 Iyar 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
L' esortazione a essere “kedoshìm”, santi (Vaykrà, 19; 24), è espressa al plurale e con una forma verbale futura/imperativa come se la kedushah dovesse costituire un processo sempre in fieri e mai un’entità statica acquisita una volta per sempre.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
E siamo arrivati finalmente alla meta. I governanti della Comunità di Roma, dopo aver di fatto affermato negli anni la loro supremazia rappresentativa e politica e il loro diritto a parlare per tutti gli ebrei italiani senza consultarli, dopo aver ripetutamente denigrato ai limiti della diffamazione, in più sedi e occasioni, il legittimo organo di rappresentanza dell’ebraismo italiano (in cui Roma stessa ha i suoi rappresentanti eletti) ritenendolo indegno e incapace, dopo aver ripetutamente minacciato di separarsi dall’Unione delle Comunità, ora chiedono anche, di diritto, un fondo di solidarietà per i propri buchi di bilancio. Bilancio sul quale naturalmente l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane non può indagare e che non può verificare, salvo apparire prevaricante. Sull’Ospedale Israelitico, sulle sue vicende e sulle sue responsabilità nulla è dato sapere che non si apprenda dalla stampa. E l’UCEI si piega a concedere il ‘fondo di solidarietà’, togliendolo magari ad altre iniziative benemerite di carattere nazionale o a sacrosante esigenze di altre comunità. Un fondo di solidarietà, come se il buco di bilancio fosse dovuto non a una certa gestione economico-finanziaria, bensì a cause naturali, un terremoto o uno tsunami. Quindi, se un’altra Comunità, da oggi in poi, si rivelerà un po’ trascurata nell’amministrazione della cosa pubblica avrà il diritto di ricorrere allo stesso mezzo: un fondo di solidarietà da sottrarre alle esigenze degli altri, magari impegnandosi a NON restituirlo.
Se poi l’UCEI, fatte le debite valutazioni, il fondo non te lo concede, o te ne concede solo una parte e dilazionata nel tempo, che c’è di meglio per chi governa Roma che sobillare sui social media i propri iscritti in direzione di una sollevazione popolare, specie sotto elezioni UCEI?
È lontano e ancora amaro in bocca il ricordo di quando, al momento di decidere sul nuovo statuto dell’Unione e in particolare sul peso da riconoscere alle singole comunità, l’allora presidente di Roma disse che il compito di difendere le piccole comunità se lo sarebbe assunto Roma stessa, e quindi ridurre a quindici voti la rappresentanza delle 19 comunità piccole e medie non avrebbe inciso sulla loro possibilità di farsi valere. Ora si vede chiaramente come si intendevano difendere i diritti dei più piccoli, che tuttavia, in un concetto di federazione di comunità, e non di ‘una testa un voto’, sono i più numerosi.
Quando scrivo che forse questo è ‘il mio ultimo intervento’ non è perché io pensi di ritirarmi a coltivare l’orticello, ma perché sono pienamente consapevole che quanto scrivo non a tutti risulta gradito. E qualcuno preferisce invitare i suoi seguaci a ‘bruciare’ Pagine Ebraiche piuttosto che confrontarsi, su queste stesse pagine, con lo strumento della penna, della ragione e della verità. Nel rispetto, cioè, della verità di ciascuno. Ma per tappare la bocca a chi ti si oppone non c’è mezzo più semplice che impedire l’espressione del pensiero invitando a bruciare il giornale. Che non è il rogo del Talmud, ma che vi prelude. Poi, dopo aver tacitato gli altri, è anche più facile ottenere un ‘fondo di solidarietà’. Proprio da quegli altri, naturalmente.
A suscitare sconforto e amarezza è, alla fine, il fatto che la politica di chi regge la più grande Comunità ebraica italiana sia ormai da tempo tutta tesa allo scontro, preoccupata di perpetuare il potere con la retorica del populismo e della faziosità, piuttosto che tesa a sensibilizzare la comunità allo spirito di correttezza e di unità che dovrebbe informare la comunità ebraica italiana, nell’interesse di tutti. 
 
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Il manoscritto di Bassani
torna a Ferrara, al Meis
Il manoscritto di Bassani al Meis. È avvenuta ieri l’annunciata donazione dei manoscritti originali de Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani alla Biblioteca Ariostea di Ferrara in attesa di vederli esposti al Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah, a cui andranno una volta realizzato il grande museo a Ferrara. Come racconta il Corriere, la donazione è avvenuta “nella cornice ufficiale del ministero dei Beni culturali: presenti, oltre al ministro e al donatore Ferigo Foscari, il sindaco di Ferrara Tiziano Tajani, Dario Disegni, presidente del Meis e Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane”. I manoscritti erano stati regalati da Bassani all’amica Teresa Foscari Foscolo, nonna del donatore, con la dedica “Cara Teresa, senza il tuo aiuto Il giardino dei Finzi-Contini non sarebbe mai stato scritto. Desidero che questi quaderni restino per sempre con te”. “Gli studiosi avranno materiale per almeno dieci anni di lavoro”, ha sottolineato l’avvocato Foscari, tra cui capire – come ricorda Il Quotidiano Nazionale – quanto del temperamento di sua nonna si ritrovi nella Micol raccontata da Bassani.
 
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  davar
qui milano 
Cdec, è Gadi Luzzatto Voghera
il nuovo direttore del Centro 

Sarà lo storico Gadi Luzzatto Voghera a dirigere a partire dal prossimo Primo settembre il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec) di Milano. A dare notizia della nomina del nuovo direttore, il Consiglio di amministrazione della Fondazione del Cdec, riunitosi in queste ore a Milano. Luzzatto Voghera, docente di storia nella sede di Padova della Boston University ed editorialista di Pagine Ebraiche, raccoglierà dunque il testimone dallo storico Michele Sarfatti, attualmente alla guida dell’istituzione che svolge un ruolo fondamentale nella ricerca e nello studio della storia dell’ebraismo contemporaneo in Italia. “Il Cdec costituisce un centro propulsivo per la cultura ebraica del nostro Paese – le prime parole di Luzzatto Voghera dopo la nomina – È una realtà che ha molte competenze al suo interno, tutte da valorizzare, utili sia all’ebraismo italiano sia alla società in generale. Ad esempio una delle questioni cruciali su cui lavora il Cdec è l’antisemitismo, molto attuale perché si tratta di un fenomeno in grande trasformazione. Così come la Shoah, che è Memoria ma non solo”. Poi un ringraziamento all’attuale direttore: “Ci tengo a dire che molto devo imparare da Michele Sarfatti, che ha dato un grandissimo contributo a sviluppare questo centro. Tutte le persone che lavorano qui sono un valore aggiunto. Probabilmente cambieranno alcune cose perché è cambiato il modo di fare cultura e di comunicarla”. Punto su cui è d’accordo Sarfatti, che ha espresso la sua soddisfazione per la nomina di Luzzatto Voghera. “Sono convinto che saprà dirigere bene l’istituto e saprà portare nuove energie. In generale credo che sia giusto e opportuno che gli istituti culturali si rinnovino con una certa frequenza: soprattutto – spiega Sarfatti – realtà come il Cdec, che sono legate alla contemporaneità, all’ebraismo di oggi, devono corrispondere alla vita che si respira in quel dato momento, in quella data epoca. Il rinnovo dunque è vitale”.
Classe 1963, Luzzatto Voghera ha conseguito il dottorato in storia con una tesi sull’emancipazione degli ebrei in Italia, è autore di numerose pubblicazioni sull’ebraismo italiano e sull’antisemitismo, e attualmente è direttore scientifico della Biblioteca Archivio Renato Maestro della Comunità ebraica di Venezia. Con la sua nomina al Cdec, l’auspicio formulato dal Cda della Fondazione dell’ente milanese, si proseguirà nel potenziamento dell’istituzione “nell’attività di ricerca, nelle collaborazioni a livello nazionale e internazionale, nella digitalizzazione degli archivi e della documentazione, nella sua presenza attiva nelle iniziative didattiche, culturali, editoriali volte a diffondere la conoscenza delle vicende degli ebrei in Italia nell’età contemporanea”. Tematiche, queste ultime, di cui Luzzatto Voghera ha più volte scritto nei suoi seguiti e apprezzati contributi pubblicati sul Portale dell’ebraismo italiano e sul mensile Pagine Ebraiche. Tanti gli spunti di riflessione offerti in questi anni dallo storico. Tra questi, ad esempio, molto attuale – in virtù delle elezioni UCEI del prossimo giugno – la sua analisi sul ruolo della politica all’interno dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Daniel Reichel

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l'ampio servizio sul quotidiano vaticano
Il Presidente Ucei all'Osservatore
"Noi, un modello d'integrazione"

Il quotidiano della Santa Sede Osservatore Romano dedica un’intera pagina – il servizio è anche richiamato con evidenza sulla prima pagina del quotidiano – alla conclusione del mandato del Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che per dieci anni ha tenuto il timone della massima istituzione dell’ebraismo italiano.
Rivolgendo alla realtà ebraica italiana un’attenzione senza precedenti la prestigiosa testata vaticana riporta integralmente il testo della relazione conclusiva
(clicca qui per leggere l'intervento) che Gattegna ha rivolto all’ultimo Consiglio, svoltosi a Roma la scorsa domenica, ma pubblica anche il testo di un colloquio fra lo stesso Gattegna e il direttore del quotidiano Giovanni Maria Vian.
Convivenza e solidarietà sono possibili

L’incontro è cordialissimo, come d’istinto già la prima volta, diversi anni fa brevissimamente. Ma stavolta è diverso, per una conversazione senza fretta, mentre le ombre e il silenzio della sera progressivamente avvolgono lo studio in un vecchio palazzo di Prati. Romano, settantaseienne, sposato da oltre quarant’anni, due figli già grandi, due nipotine, Renzo Gattegna è dal 2006 presidente dell’Ucei, l’Unione delle comunità ebraiche italiane; in altre parole, il rappresentante dell’ebraismo di fronte allo Stato.
Avvocato civilista, rievoca innanzitutto con passione il suo itinerario all’interno della comunità romana, quando nella prima metà degli anni Cinquanta diversi suoi amici fondarono un circolo giovanile ebraico. Vive nella memoria di Gattegna restano la figura di Augusto Segre, capo del dipartimento culturale dell’Ucei, e la sua visione molto aperta dell’ebraismo: era un uomo “portato a dialogare”, che insisteva sempre sui diritti civili e sulla libertà di tutti.
Nel 1967 dalla Libia arrivò un’ondata di “tripolini” e si pose il problema di accogliere una intera comunità “per farla sentire integrata”: non fu facile, certo, ma ci siamo riusciti, dice. Il ricordo dell’episodio è sintomatico dell’atteggiamento di Gattegna, pacato e fiducioso.
Nei rapporti non semplici all’interno del variegato ebraismo italiano, con le istituzioni civili, con la maggioranza cattolica. E qui, insieme alla memoria di Elio Toaff, si staglia quella di Papa Giovanni e dei suoi successori, ma soprattutto del concilio e della Nostra aetate, la dichiarazione sui rapporti con le religioni non cristiane. Tanto breve quanto fondamentale, il documento ha segnato una svolta e, per quanto riguarda l’ebraismo, le celebrazioni cinquantenarie sono state una conferma dell’alleanza divina originaria, mai revocata e irrevocabile, con Israele: e ora questa conferma è “un segno inequivocabile, un vero segno dei tempi” commenta il presidente dell’Ucei.
Il colloquio si allarga: nei paesi occidentali, secondo Gattegna, siamo stati molto fortunati per questi “settant’anni di pace, libertà, benessere”. Oggi però siamo di fronte a nuovi pericoli: dalla crisi economica mondiale al terrorismo, che infierisce soprattutto sui moderati e perseguita le minoranze, in particolare i cristiani. Fino al deterioramento dell’ambiente, che è tra le cause delle migrazioni forzate. Ma si può e si deve collaborare, ripete con convinzione il presidente dell’Ucei: bisogna “arrivare a una pacifica convivenza” perché, se è vero che il passato ha lasciato segni profondi, “è importante far prevalere la fraternità e consolidare questo momento, forse irripetibile”. In questo processo di collaborazione tra fedi diverse un ruolo importante ha la laicità, dice con convinzione Gattegna, e precisa: “la laicità, non il laicismo, che è un’ideologia antireligiosa; in questo sono d’accordo con il Papa”. Ha coraggio il Pontefice, chiosa il presidente dell’Ucei, e “sa esprimersi in modo che tutti lo capiscano”. Con secolarizzazione e politica in crisi, c’è una riscoperta religiosa. Ma è forte il pericolo degli integralismi e dei fondamentalismi, ai quali Gattegna si è sempre opposto, non solo come rappresentante dell’ebraismo italiano.
Il presidente dell’Ucei ne è convinto: il pregiudizio è “basato sulla non conoscenza”. Certo, in Italia l’interesse per l’ebraismo e la sua cultura è cresciuto molto, ma non altrettanto “la reciproca conoscenza tra ebrei e cattolici” perché “i cambiamenti sono rimasti finora nelle élite”. Oggi, continua Gattegna, “gli ebrei possono essere per tutti un esempio di una minoranza capace d’integrarsi”, e ripete che più in generale l’attuale rapporto tra cattolici ed ebrei «è un segno che la convivenza e la solidarietà sono possibili». Si è fatto tardi ed è sceso il buio, ma la conclusione del colloquio guarda con ottimismo al futuro, accompagnata dall’aria primaverile che si avverte appena scesi in strada, tra gli alberi.

g.m.v, Osservatore Romano 17 maggio 2016

(Foto di Giovanni Montenero)
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il moderatore della tavola valdese
“Ebrei e valdesi, sfida comune”
In occasione della conclusione del suo mandato di presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche in italia, desidero esprimerle i ringraziamenti e i sentimenti di amicizia della comunità dei valdesi e dei metodisti italiani. Grazie alla sua attenzione, in questi anni abbiamo potuto tenere vivi i rapporti tra due storiche minoranze religiose, da sempre unite nella difesa dei principi di laicità, pluralismo e dialogo”. Così il Moderatore della Tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini (nell’immagine), si rivolge in un messaggio al presidente UCEI Renzo Gattegna.
“Negli anni della sua presidenza – prosegue Bernardini – ha mostrato competenza, equilibrio e saggezza in tempi non sempre facili, aggravati da fatti di violenza e dalle ombre cupe dell’antisemitismo che, talora intrecciato a xenofobia e nazionalismo, riemerge inquietante in vari paesi europei. In questo contesto, l’Unione che lei ha così efficacemente presieduto è stata una sentinella morale, spirituale e civile sempre vigile, alla quale anche noi valdesi e metodisti abbiamo guardato con rispetto, amicizia e fraternità”.
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qui torino 
Israele, raccontare il Paese reale
Offrire una panoramica su cosa si muova davvero nell'unica democrazia del Medio Oriente. Parlare di informazione al di là dei pregiudizi e delle posizioni ideologiche. Dipingere i tratti di una realtà viva, ricca, e in continua evoluzione. Questo l'obiettivo di Pagine Ebraiche e dell'incontro, organizzato dal giornale dell'ebraismo italiano, che si terrà questa sera al centro sociale della Comunità ebraica di Torino. “Non solo conflitto. Israele società viva”, il titolo dell'evento che vedrà gli interventi dei redattori Daniel Reichel e Ada Treves assieme a Daniela Fubini, collaboratrice di Pagine Ebraiche. Un'occasione per presentare il settimanale Sheva Eretz, il nuovo notiziario  realizzato dalla redazione, che nasce con l'obiettivo di raccontare un Israele reale, lontano dagli schemi dell’ideologia e della propaganda.
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la nota dell'assemblea rabbinica italiana
"Sulle conversioni, il rabbinato rivendica assoluta autonomia”
Il Presidente dell’Assemblea rabbinica italiana ha reso noto il documento che segue:
“Il Consiglio dell’Assemblea rabbinica italiana ha deciso di rendere pubblica la seguente nota riguardo alle conversioni all’ebraismo – ghiyurim.
Ci vediamo costretti a intervenire per chiarire una questione estremamente delicata, quella delle conversioni all’ebraismo.
È un intervento non programmato, avremmo voluto intervenire su questioni più generali e con un intervento più propositivo e di principi – ci riserviamo comunque di farlo in futuro – ma il tema è stato portato all’attenzione di tutti nei programmi per le elezioni Ucei.
Riteniamo quindi necessario chiarire la nostra posizione e precisare quanto segue: La questione è di esclusiva competenza dei Battè Din (Tribunali rabbinici); qualunque interferenza politica sulla questione è assolutamente inaccettabile e viola la divisione dei ruoli prevista dallo Statuto Ucei.
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IL PROGETTO DI K.IT 
Kosher Italian Guide, la lista
dovrà essere approvata dall’Ari 

Dovrà essere analizzata e approvata dall’Assemblea Rabbinica Italiana la lista di prodotti casher stilata per la app Kosher Italian Guide da K.it, progetto sviluppato dall’Unione delle Comunità Ebraiche insieme al Ministero dello Sviluppo Economico. A renderlo noto Jacqueline Fellus, assessore UCEI alla casherut e responsabile di K.it.
Realizzata con la collaborazione di Federalimentare e presto disponibile sia in italiano che in inglese, la Kosher Italian Guide è stata presentata negli scorsi giorni a Cibus, la grande Fiera dell’alimentazione che si svolge a Parma ogni due anni.
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al salone del libro con pagine ebraiche
Torino, la cultura vince la sfida
"Ce l’abbiamo fatta. È la cosa che speravamo ma non eravamo sicuri di riuscire ad ottenere”. È con queste parole che Giovanna Milella, presidente del Salone Internazionale del Libro di Torino, ha aperto la conferenza stampa di chiusura della XXIX edizione. Un ringraziamento a editori, lettori e alle istituzioni che prima hanno fondato e poi sono arrivate a mettere in sicurezza la grande kermesse dopo un anno che sarebbe riduttivo definire travagliato. Ma il Salone è stato all’altezza della sua storia e delle aspettative di tutti nonostante le mille difficoltà, con più editori, più lettori, più libri venduti, e anche più incontri, presentazioni, conferenze. “Un Salone di grande civiltà e partecipazione”, per Milella, che ha voluto ringraziare particolarmente i giovani, “un esercito che ha collaborato alla riuscita di questa edizione”; notevole anche la partecipazione a distanza, grazie ai collegamenti e allo streaming che ha permesso di seguire una buona parte degli incontri, scelti non solo fra quelli più di richiamo. Il sindaco, Piero Fassino, ha voluto sottolineare come sia stato eccellente il lavoro di squadra, “che ha visto protagonisti soprattutto Giovanna Milella ed Ernesto Ferrero, Presidente e Direttore del Salone”e tutti coloro che hanno accettato una sfida difficile ma appassionante.

Ada Treves
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qui roma - la festa all'ambasciata israeliana 
"Italia e Israele, legame forte"
Oltre 1500 invitati alla festa per i 68 anni dello Stato ebraico organizzata dall’ambasciata israeliana a Roma. Accolti uno ad uno dall’ambasciatore Naor Gilon, gli ospiti hanno gremito le sale di un prestigioso hotel della Capitale per un’occasione di grande convivialità e per salutare il diplomatico (di cui scadrà presto il mandato).
“Arrivando ho trovato ottimi rapporti tra il mio Paese e il vostro e spero di aver contribuito a lasciarli altrettanto buoni. I nostri due popoli sono amici. Viva l’Italia, viva Israele” ha affermato Gilon nel suo intervento.
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qui palermo  
L'omaggio a Piero Terracina
Ieri ha emozionato oltre 500 studenti del territorio con la profondità del suo messaggio e della sua testimonianza. Oggi, al termine di una commovente cerimonia svoltasi a Villa Niscemi, si è potuto rivolgere loro da concittadino.
Piero Terracina, uno degli ultimi Testimoni italiani della Shoah ancora in vita, è da questa mattina un palermitano “ad honorem”. Così ha voluto la Giunta presieduta dal sindaco Leoluca Orlando, che gli ha conferito il riconoscimento in ragione dello straordinario impegno di Memoria profuso al servizio della collettività.
Grande l’emozione di Terracina, che aveva al suo fianco anche l’assessore dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Jacqueline Fellus, il Consigliere della Comunità ebraica di Napoli Ciro Moses D’Avino, la presidente dell’Istituto Siciliano di Studi ebraici Eveline Aouate.
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qui torino
Dieci precetti, molte domande
Partecipato incontro con rav Roberto Colombo organizzato dall’Associazione ex Allievi e Amici delle Scuola Ebraica di Torino per la presentazione del suo libro Io e l’altro. Raccolta di fonti rabbiniche sulle norme sociali tradotte e commentate. Il volume raccoglie una serie di brani che analizzano dieci precetti inerenti ai rapporti umani: l’amore per il prossimo, la rettitudine e la bontà, le opere di misericordia, il prestito, l’elemosina, la maldicenza, non odiare, il rimprovero, la vendetta e il rancore, l’ingiuria e la mortificazione.
Rav Colombo, ricorda Giulio Disegni, presidente dell’Asset e vicepresidente dell’UCEI, è stato rabbino capo a Torino dal 1987 al 1992. La presentazione è in realtà un susseguirsi di domande poste in apertura dall’attuale rabbino capo, rav Ariel Di Porto, seguite da quelle di due giovani della Comunità, che pongono al rav Colombo spunti di riflessione e richieste di chiarimento.
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qui firenze
Yoav e le ferite di Parigi 
Una serata per riflettere

Folto pubblico nei locali della Comunità ebraica fiorentina per la proiezione di “Io sono Yoav” di Sabina Fedeli, Stefania Miretti e Amalia Visitino, documentario dedicato a Yoav Hattab, una delle vittime dell’attentato al supermercato casher di Porte de Vincennes, dove era entrato per acquistare una bottiglia di vino da portare agli amici che l’avevano invitato per Shabbat, andato recentemente in onda sui Rai Tre. Presente in sala Fedeli, in collegamento Gadiel Liscia, che vive e lavora a Parigi e in veste di chirurgo ha avuto esperienze importanti in questi ultimi attentati.
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pilpul
La vita dei viventi
"La storia dell'uomo e del creato ha un doppio insegnamento: ci educa a rispettare la vita dei viventi, dovunque e comunque sia; e a non porre mai la nostra identità a livello di quella divina."
(Paolo De Benedetti, teologo e animalista, a proposito di Papa Francesco e gli animali). 


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas

Storie - Il De Felice giornalista
Esce in libreria il primo dei tre volumi degli “Scritti giornalistici” di Renzo De Felice, in occasione del ventesimo anniversario della scomparsa dello storico reatino, morto il 25 maggio 1996. Una raccolta curata da uno storico allievo dello stesso De Felice, Giuseppe Parlato, ordinario di Storia Contemporanea a Roma e Presidente della Fondazione “Ugo Spirito – Renzo De Felice”, per i tipi della casa editrice Luni di Milano, che comprende circa 300 tra articoli e saggi, tutti dedicati ad aspetti scientifici o di attualità storica.

Mario Avagliano
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Un intervento controverso
e la libertà d'espressione
Un recente scritto apparso su questo notiziario quotidiano e firmato dal neuroscienziato Alessandro Treves ha suscitato in alcuni lettori reazioni contrastanti e anche un misto di perplessità e fastidio. Nel notiziario appaiono gli interventi di Daniel Funaro, del gruppo Benè Binah, dei Consiglieri UCEI Victor Magiar e Raffaele Turiel, di Daniele Massimo Regard, della presidente della Comunità ebraica di Firenze Sara Cividalli e di Emilia Perroni, oltre ad alcune considerazioni del direttore della redazione giornalistica dell’Unione, ma anche la documentazione completa evocata da Treves nel suo controverso intervento.
 
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