Roberto
Della Rocca,
rabbino
|
L'
esortazione a essere “kedoshìm”, santi (Vaykrà, 19; 24), è espressa al
plurale e con una forma verbale futura/imperativa come se la kedushah
dovesse costituire un processo sempre in fieri e mai un’entità statica
acquisita una volta per sempre.
|
|
Leggi
|
Dario
Calimani,
Università di Venezia
|
E
siamo arrivati finalmente alla meta. I governanti della Comunità di
Roma, dopo aver di fatto affermato negli anni la loro supremazia
rappresentativa e politica e il loro diritto a parlare per tutti gli
ebrei italiani senza consultarli, dopo aver ripetutamente denigrato ai
limiti della diffamazione, in più sedi e occasioni, il legittimo organo
di rappresentanza dell’ebraismo italiano (in cui Roma stessa ha i suoi
rappresentanti eletti) ritenendolo indegno e incapace, dopo aver
ripetutamente minacciato di separarsi dall’Unione delle Comunità, ora
chiedono anche, di diritto, un fondo di solidarietà per i propri buchi
di bilancio. Bilancio sul quale naturalmente l’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane non può indagare e che non può verificare, salvo
apparire prevaricante. Sull’Ospedale Israelitico, sulle sue vicende e
sulle sue responsabilità nulla è dato sapere che non si apprenda dalla
stampa. E l’UCEI si piega a concedere il ‘fondo di solidarietà’,
togliendolo magari ad altre iniziative benemerite di carattere
nazionale o a sacrosante esigenze di altre comunità. Un fondo di
solidarietà, come se il buco di bilancio fosse dovuto non a una certa
gestione economico-finanziaria, bensì a cause naturali, un terremoto o
uno tsunami. Quindi, se un’altra Comunità, da oggi in poi, si rivelerà
un po’ trascurata nell’amministrazione della cosa pubblica avrà il
diritto di ricorrere allo stesso mezzo: un fondo di solidarietà da
sottrarre alle esigenze degli altri, magari impegnandosi a NON
restituirlo.
Se poi l’UCEI, fatte le debite valutazioni, il fondo non te lo concede,
o te ne concede solo una parte e dilazionata nel tempo, che c’è di
meglio per chi governa Roma che sobillare sui social media i propri
iscritti in direzione di una sollevazione popolare, specie sotto
elezioni UCEI?
È lontano e ancora amaro in bocca il ricordo di quando, al momento di
decidere sul nuovo statuto dell’Unione e in particolare sul peso da
riconoscere alle singole comunità, l’allora presidente di Roma disse
che il compito di difendere le piccole comunità se lo sarebbe assunto
Roma stessa, e quindi ridurre a quindici voti la rappresentanza delle
19 comunità piccole e medie non avrebbe inciso sulla loro possibilità
di farsi valere. Ora si vede chiaramente come si intendevano difendere
i diritti dei più piccoli, che tuttavia, in un concetto di federazione
di comunità, e non di ‘una testa un voto’, sono i più numerosi.
Quando scrivo che forse questo è ‘il mio ultimo intervento’ non è
perché io pensi di ritirarmi a coltivare l’orticello, ma perché sono
pienamente consapevole che quanto scrivo non a tutti risulta gradito. E
qualcuno preferisce invitare i suoi seguaci a ‘bruciare’ Pagine
Ebraiche piuttosto che confrontarsi, su queste stesse pagine, con lo
strumento della penna, della ragione e della verità. Nel rispetto,
cioè, della verità di ciascuno. Ma per tappare la bocca a chi ti si
oppone non c’è mezzo più semplice che impedire l’espressione del
pensiero invitando a bruciare il giornale. Che non è il rogo del
Talmud, ma che vi prelude. Poi, dopo aver tacitato gli altri, è anche
più facile ottenere un ‘fondo di solidarietà’. Proprio da quegli altri,
naturalmente.
A suscitare sconforto e amarezza è, alla fine, il fatto che la politica
di chi regge la più grande Comunità ebraica italiana sia ormai da tempo
tutta tesa allo scontro, preoccupata di perpetuare il potere con la
retorica del populismo e della faziosità, piuttosto che tesa a
sensibilizzare la comunità allo spirito di correttezza e di unità che
dovrebbe informare la comunità ebraica italiana, nell’interesse di
tutti.
|
|
Leggi
|
 |
Il manoscritto di Bassani
torna a Ferrara, al Meis
|
Il
manoscritto di Bassani al Meis. È avvenuta ieri l’annunciata donazione
dei manoscritti originali de Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio
Bassani alla Biblioteca Ariostea di Ferrara in attesa di vederli
esposti al Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah, a cui
andranno una volta realizzato il grande museo a Ferrara. Come racconta
il Corriere, la donazione è avvenuta “nella cornice ufficiale del
ministero dei Beni culturali: presenti, oltre al ministro e al donatore
Ferigo Foscari, il sindaco di Ferrara Tiziano Tajani, Dario Disegni,
presidente del Meis e Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle
comunità ebraiche italiane”. I manoscritti erano stati regalati da
Bassani all’amica Teresa Foscari Foscolo, nonna del donatore, con la
dedica “Cara Teresa, senza il tuo aiuto Il giardino dei Finzi-Contini
non sarebbe mai stato scritto. Desidero che questi quaderni restino per
sempre con te”. “Gli studiosi avranno materiale per almeno dieci anni
di lavoro”, ha sottolineato l’avvocato Foscari, tra cui capire – come
ricorda Il Quotidiano Nazionale – quanto del temperamento di sua nonna
si ritrovi nella Micol raccontata da Bassani.
|
|
Leggi
|
|
|
qui milano
Cdec, è Gadi Luzzatto Voghera il nuovo direttore del Centro
Sarà
lo storico Gadi Luzzatto Voghera a dirigere a partire dal prossimo
Primo settembre il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea
(Cdec) di Milano. A dare notizia della nomina del nuovo direttore, il
Consiglio di amministrazione della Fondazione del Cdec, riunitosi in
queste ore a Milano. Luzzatto Voghera, docente di storia nella sede di
Padova della Boston University ed editorialista di Pagine Ebraiche,
raccoglierà dunque il testimone dallo storico Michele Sarfatti,
attualmente alla guida dell’istituzione che svolge un ruolo
fondamentale nella ricerca e nello studio della storia dell’ebraismo
contemporaneo in Italia. “Il Cdec costituisce un centro propulsivo per
la cultura ebraica del nostro Paese – le prime parole di Luzzatto
Voghera dopo la nomina – È una realtà che ha molte competenze al suo
interno, tutte da valorizzare, utili sia all’ebraismo italiano sia alla
società in generale. Ad esempio una delle questioni cruciali su cui
lavora il Cdec è l’antisemitismo, molto attuale perché si tratta di un
fenomeno in grande trasformazione. Così come la Shoah, che è Memoria ma
non solo”. Poi un ringraziamento all’attuale direttore: “Ci tengo a
dire che molto devo imparare da Michele Sarfatti, che ha dato un
grandissimo contributo a sviluppare questo centro. Tutte le persone che
lavorano qui sono un valore aggiunto. Probabilmente cambieranno alcune
cose perché è cambiato il modo di fare cultura e di comunicarla”. Punto
su cui è d’accordo Sarfatti, che ha espresso la sua soddisfazione per
la nomina di Luzzatto Voghera. “Sono convinto che saprà dirigere bene
l’istituto e saprà portare nuove energie. In generale credo che sia
giusto e opportuno che gli istituti culturali si rinnovino con una
certa frequenza: soprattutto – spiega Sarfatti – realtà come il Cdec,
che sono legate alla contemporaneità, all’ebraismo di oggi, devono
corrispondere alla vita che si respira in quel dato momento, in quella
data epoca. Il rinnovo dunque è vitale”.
Classe
1963, Luzzatto Voghera ha conseguito il dottorato in storia con una
tesi sull’emancipazione degli ebrei in Italia, è autore di numerose
pubblicazioni sull’ebraismo italiano e sull’antisemitismo, e
attualmente è direttore scientifico della Biblioteca Archivio Renato
Maestro della Comunità ebraica di Venezia. Con la sua nomina al Cdec,
l’auspicio formulato dal Cda della Fondazione dell’ente milanese, si
proseguirà nel potenziamento dell’istituzione “nell’attività di
ricerca, nelle collaborazioni a livello nazionale e internazionale,
nella digitalizzazione degli archivi e della documentazione, nella sua
presenza attiva nelle iniziative didattiche, culturali, editoriali
volte a diffondere la conoscenza delle vicende degli ebrei in Italia
nell’età contemporanea”. Tematiche, queste ultime, di cui Luzzatto
Voghera ha più volte scritto nei suoi seguiti e apprezzati contributi
pubblicati sul Portale dell’ebraismo italiano e sul mensile Pagine
Ebraiche. Tanti gli spunti di riflessione offerti in questi anni dallo
storico. Tra questi, ad esempio, molto attuale – in virtù delle
elezioni UCEI del prossimo giugno – la sua analisi sul ruolo della
politica all’interno dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Daniel Reichel
 Leggi
|
l'ampio servizio sul quotidiano vaticano
Il Presidente Ucei all'Osservatore
"Noi, un modello d'integrazione"
Il
quotidiano della Santa Sede Osservatore Romano dedica un’intera pagina
– il servizio è anche richiamato con evidenza sulla prima pagina del
quotidiano – alla conclusione del mandato del Presidente dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che per dieci anni ha
tenuto il timone della massima istituzione dell’ebraismo italiano.
Rivolgendo alla realtà ebraica italiana un’attenzione senza precedenti
la prestigiosa testata vaticana riporta integralmente il testo della
relazione conclusiva (clicca qui per leggere l'intervento)
che Gattegna ha rivolto all’ultimo Consiglio, svoltosi a Roma la scorsa
domenica, ma pubblica anche il testo di un colloquio fra lo stesso
Gattegna e il direttore del quotidiano Giovanni Maria Vian.
Convivenza e solidarietà sono possibili
L’incontro è cordialissimo, come d’istinto già la prima volta, diversi
anni fa brevissimamente. Ma stavolta è diverso, per una conversazione
senza fretta, mentre le ombre e il silenzio della sera progressivamente
avvolgono lo studio in un vecchio palazzo di Prati. Romano,
settantaseienne, sposato da oltre quarant’anni, due figli già grandi,
due nipotine, Renzo Gattegna è dal 2006 presidente dell’Ucei, l’Unione
delle comunità ebraiche italiane; in altre parole, il rappresentante
dell’ebraismo di fronte allo Stato.
Avvocato civilista, rievoca innanzitutto con passione il suo itinerario
all’interno della comunità romana, quando nella prima metà degli anni
Cinquanta diversi suoi amici fondarono un circolo giovanile ebraico.
Vive nella memoria di Gattegna restano la figura di Augusto Segre, capo
del dipartimento culturale dell’Ucei, e la sua visione molto aperta
dell’ebraismo: era un uomo “portato a dialogare”, che insisteva sempre
sui diritti civili e sulla libertà di tutti.
Nel 1967 dalla Libia arrivò un’ondata di “tripolini” e si pose il
problema di accogliere una intera comunità “per farla sentire
integrata”: non fu facile, certo, ma ci siamo riusciti, dice. Il
ricordo dell’episodio è sintomatico dell’atteggiamento di Gattegna,
pacato e fiducioso.
Nei rapporti non semplici all’interno del variegato ebraismo italiano,
con le istituzioni civili, con la maggioranza cattolica. E qui, insieme
alla memoria di Elio Toaff, si staglia quella di Papa Giovanni e dei
suoi successori, ma soprattutto del concilio e della Nostra aetate, la
dichiarazione sui rapporti con le religioni non cristiane. Tanto breve
quanto fondamentale, il documento ha segnato una svolta e, per quanto
riguarda l’ebraismo, le celebrazioni cinquantenarie sono state una
conferma dell’alleanza divina originaria, mai revocata e irrevocabile,
con Israele: e ora questa conferma è “un segno inequivocabile, un vero
segno dei tempi” commenta il presidente dell’Ucei.
Il colloquio si allarga: nei paesi occidentali, secondo Gattegna, siamo
stati molto fortunati per questi “settant’anni di pace, libertà,
benessere”. Oggi però siamo di fronte a nuovi pericoli: dalla crisi
economica mondiale al terrorismo, che infierisce soprattutto sui
moderati e perseguita le minoranze, in particolare i cristiani. Fino al
deterioramento dell’ambiente, che è tra le cause delle migrazioni
forzate. Ma si può e si deve collaborare, ripete con convinzione il
presidente dell’Ucei: bisogna “arrivare a una pacifica convivenza”
perché, se è vero che il passato ha lasciato segni profondi, “è
importante far prevalere la fraternità e consolidare questo momento,
forse irripetibile”. In questo processo di collaborazione tra fedi
diverse un ruolo importante ha la laicità, dice con convinzione
Gattegna, e precisa: “la laicità, non il laicismo, che è un’ideologia
antireligiosa; in questo sono d’accordo con il Papa”. Ha coraggio il
Pontefice, chiosa il presidente dell’Ucei, e “sa esprimersi in modo che
tutti lo capiscano”. Con secolarizzazione e politica in crisi, c’è una
riscoperta religiosa. Ma è forte il pericolo degli integralismi e dei
fondamentalismi, ai quali Gattegna si è sempre opposto, non solo come
rappresentante dell’ebraismo italiano.
Il presidente dell’Ucei ne è convinto: il pregiudizio è “basato sulla
non conoscenza”. Certo, in Italia l’interesse per l’ebraismo e la sua
cultura è cresciuto molto, ma non altrettanto “la reciproca conoscenza
tra ebrei e cattolici” perché “i cambiamenti sono rimasti finora nelle
élite”. Oggi, continua Gattegna, “gli ebrei possono essere per tutti un
esempio di una minoranza capace d’integrarsi”, e ripete che più in
generale l’attuale rapporto tra cattolici ed ebrei «è un segno che la
convivenza e la solidarietà sono possibili». Si è fatto tardi ed è
sceso il buio, ma la conclusione del colloquio guarda con ottimismo al
futuro, accompagnata dall’aria primaverile che si avverte appena scesi
in strada, tra gli alberi.
g.m.v, Osservatore Romano 17 maggio 2016
(Foto di Giovanni Montenero) Leggi
|
il moderatore della tavola valdese
“Ebrei e valdesi, sfida comune”
In
occasione della conclusione del suo mandato di presidente dell’Unione
delle Comunità ebraiche in italia, desidero esprimerle i ringraziamenti
e i sentimenti di amicizia della comunità dei valdesi e dei metodisti
italiani. Grazie alla sua attenzione, in questi anni abbiamo potuto
tenere vivi i rapporti tra due storiche minoranze religiose, da sempre
unite nella difesa dei principi di laicità, pluralismo e dialogo”. Così
il Moderatore della Tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini
(nell’immagine), si rivolge in un messaggio al presidente UCEI Renzo
Gattegna.
“Negli anni della sua presidenza – prosegue Bernardini – ha mostrato
competenza, equilibrio e saggezza in tempi non sempre facili, aggravati
da fatti di violenza e dalle ombre cupe dell’antisemitismo che, talora
intrecciato a xenofobia e nazionalismo, riemerge inquietante in vari
paesi europei. In questo contesto, l’Unione che lei ha così
efficacemente presieduto è stata una sentinella morale, spirituale e
civile sempre vigile, alla quale anche noi valdesi e metodisti abbiamo
guardato con rispetto, amicizia e fraternità”. Leggi
|
qui torino
Israele, raccontare il Paese reale
Offrire
una panoramica su cosa si muova davvero nell'unica democrazia del Medio
Oriente. Parlare di informazione al di là dei pregiudizi e delle
posizioni ideologiche. Dipingere i tratti di una realtà viva, ricca, e
in continua evoluzione. Questo l'obiettivo di Pagine Ebraiche e
dell'incontro, organizzato dal giornale dell'ebraismo italiano, che si
terrà questa sera al centro sociale della Comunità ebraica di Torino.
“Non solo conflitto. Israele società viva”, il titolo dell'evento che
vedrà gli interventi dei redattori Daniel Reichel e Ada Treves assieme
a Daniela Fubini, collaboratrice di Pagine Ebraiche. Un'occasione per
presentare il settimanale Sheva Eretz, il nuovo notiziario
realizzato dalla redazione, che nasce con l'obiettivo di raccontare un
Israele reale, lontano dagli schemi dell’ideologia e della propaganda. Leggi
|
la nota dell'assemblea rabbinica italiana
"Sulle conversioni, il rabbinato rivendica assoluta autonomia”
Il Presidente dell’Assemblea rabbinica italiana ha reso noto il documento che segue: “Il
Consiglio dell’Assemblea rabbinica italiana ha deciso di rendere
pubblica la seguente nota riguardo alle conversioni all’ebraismo –
ghiyurim. Ci vediamo costretti a intervenire per chiarire una questione estremamente delicata, quella delle conversioni all’ebraismo. È
un intervento non programmato, avremmo voluto intervenire su questioni
più generali e con un intervento più propositivo e di principi – ci
riserviamo comunque di farlo in futuro – ma il tema è stato portato
all’attenzione di tutti nei programmi per le elezioni Ucei. Riteniamo
quindi necessario chiarire la nostra posizione e precisare quanto
segue: La questione è di esclusiva competenza dei Battè Din (Tribunali
rabbinici); qualunque interferenza politica sulla questione è
assolutamente inaccettabile e viola la divisione dei ruoli prevista
dallo Statuto Ucei. Leggi
al salone del libro con pagine ebraiche
Torino, la cultura vince la sfida
"Ce
l’abbiamo fatta. È la cosa che speravamo ma non eravamo sicuri di
riuscire ad ottenere”. È con queste parole che Giovanna Milella,
presidente del Salone Internazionale del Libro di Torino, ha aperto la
conferenza stampa di chiusura della XXIX edizione. Un ringraziamento a
editori, lettori e alle istituzioni che prima hanno fondato e poi sono
arrivate a mettere in sicurezza la grande kermesse dopo un anno che
sarebbe riduttivo definire travagliato. Ma il Salone è stato
all’altezza della sua storia e delle aspettative di tutti nonostante le
mille difficoltà, con più editori, più lettori, più libri venduti, e
anche più incontri, presentazioni, conferenze. “Un Salone di grande
civiltà e partecipazione”, per Milella, che ha voluto ringraziare
particolarmente i giovani, “un esercito che ha collaborato alla
riuscita di questa edizione”; notevole anche la partecipazione a
distanza, grazie ai collegamenti e allo streaming che ha permesso di
seguire una buona parte degli incontri, scelti non solo fra quelli più
di richiamo. Il sindaco, Piero Fassino, ha voluto sottolineare come sia
stato eccellente il lavoro di squadra, “che ha visto protagonisti
soprattutto Giovanna Milella ed Ernesto Ferrero, Presidente e Direttore
del Salone”e tutti coloro che hanno accettato una sfida difficile ma
appassionante.
Ada Treves Leggi
|
|
qui torino
Dieci precetti, molte domande
Partecipato
incontro con rav Roberto Colombo organizzato dall’Associazione ex
Allievi e Amici delle Scuola Ebraica di Torino per la presentazione del
suo libro Io e l’altro. Raccolta di fonti rabbiniche sulle norme sociali tradotte e commentate.
Il volume raccoglie una serie di brani che analizzano dieci precetti
inerenti ai rapporti umani: l’amore per il prossimo, la rettitudine e
la bontà, le opere di misericordia, il prestito, l’elemosina, la
maldicenza, non odiare, il rimprovero, la vendetta e il rancore,
l’ingiuria e la mortificazione.
Rav Colombo, ricorda Giulio Disegni, presidente dell’Asset e
vicepresidente dell’UCEI, è stato rabbino capo a Torino dal 1987 al
1992. La presentazione è in realtà un susseguirsi di domande poste in
apertura dall’attuale rabbino capo, rav Ariel Di Porto, seguite da
quelle di due giovani della Comunità, che pongono al rav Colombo spunti
di riflessione e richieste di chiarimento. Leggi
|
La vita dei viventi |
"La
storia dell'uomo e del creato ha un doppio insegnamento: ci educa a
rispettare la vita dei viventi, dovunque e comunque sia; e a non porre
mai la nostra identità a livello di quella divina."
(Paolo De Benedetti, teologo e animalista, a proposito di Papa Francesco e gli animali).
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
|
|
Storie - Il De Felice giornalista |
Esce
in libreria il primo dei tre volumi degli “Scritti giornalistici” di
Renzo De Felice, in occasione del ventesimo anniversario della
scomparsa dello storico reatino, morto il 25 maggio 1996. Una raccolta
curata da uno storico allievo dello stesso De Felice, Giuseppe Parlato,
ordinario di Storia Contemporanea a Roma e Presidente della Fondazione
“Ugo Spirito – Renzo De Felice”, per i tipi della casa editrice Luni di
Milano, che comprende circa 300 tra articoli e saggi, tutti dedicati ad
aspetti scientifici o di attualità storica.
Mario Avagliano
Leggi
|
Un intervento controverso
e la libertà d'espressione |
Un
recente scritto apparso su questo notiziario quotidiano e firmato dal
neuroscienziato Alessandro Treves ha suscitato in alcuni lettori
reazioni contrastanti e anche un misto di perplessità e fastidio. Nel
notiziario appaiono gli interventi di Daniel Funaro, del gruppo Benè
Binah, dei Consiglieri UCEI Victor Magiar e Raffaele Turiel, di Daniele
Massimo Regard, della presidente della Comunità ebraica di Firenze Sara
Cividalli e di Emilia Perroni, oltre ad alcune considerazioni del
direttore della redazione giornalistica dell’Unione, ma anche la
documentazione completa evocata da Treves nel suo controverso
intervento.
Leggi
|
|
|