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Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Il
Midrash Bereshit Raba, parafrasando le parole dell’Ecclesiaste 1, 5:
“Un sole tramonta, un sole sorge, si affretta verso il luogo da dove
risorgerà” spiega che il versetto va interpretato come un’attenzione di
Dio per il mondo che Egli non lascia mai senza la luce di una persona
giusta e per questo fa morire uno tzaddik, nello stesso giorno, nel
quale ne fa nascere un altro.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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La
cronaca dei giornali ci rilancia alcuni interessanti elementi che
mettono in rapporto il tema dell’antisemitismo con la campagna
elettorale per le elezioni amministrative. Non si tratta di una novità.
L’antisemitismo come ideologia politica trasversale è stato usato in
numerose occasioni come tema utile innanzitutto a raccogliere consensi
elettorali. Lo usavano ad esempio nell’Ottocento alcune testate
giornalistiche di area cattolica intransigente per contrastare i
candidati ebrei, accusati di essere legati alla massoneria. Ma era
strumento usato anche dai sindacalisti rivoluzionari, o dai
nazionalisti. Dopo il fascismo, e dopo l’emanazione delle leggi
razziali, che rappresentarono il culmine della politicizzazione
dell’antisemitismo nel nostro paese (con le conseguenze che ben
conosciamo), questo tema è sprofondato seguendo il percorso di un fiume
carsico di cui tutti hanno sempre saputo, ma che per lungo tempo ci si
è permessi di dimenticare. I ricorrenti report che negli ultimi decenni
hanno a più riprese segnalato la costante presenza di diffusi
sentimenti antiebraici nella popolazione della Penisola (percentuali
che variano dal 10 al 20% si dichiarano in varia misura ostili agli
ebrei) avrebbero dovuto imporre a chi di dovere di tenere alta la
guardia, ma non sempre è stato così.
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Marco Pannella (1930-2016)
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Ampio
spazio sui quotidiani italiani al ricordo di Marco Pannella, scomparso
ieri a Roma a 86 anni. “Un grande amico di Israele e del mondo
ebraico”, le parole del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna, riportate da Giulio Meotti sul Foglio, che
ricorda l’impegno del leader radicale al fianco dello Stato ebraico:
“l’avamposto della democrazia in Medio Oriente”, nella definizione
dello stesso Pannella. Vicino a noi anche nei momenti più difficili, il
ricordo dell’ambasciatore d’Israele a Roma Naor Gilon. E dalla Capitale
arriva la proposta di intitolare una via a Pannella, di cui anche il
presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello ha voluto
ricordare l’amicizia con Israele (Corriere della Sera Roma). “La sua
irruenza ha demolito muri di diffidenza”, scrive sul Corriere Pierluigi
Battista mentre Eugenio Scalfari su Repubblica sottolinea come Pannella
volesse “cambiare le istituzioni ma non distruggerle e spingere il più
possibile il tema dei diritti”. “Sarà ricordato pure per le sue
campagne transnazionali, come quella che, negli Anni 80, combatté in
favore degli ebrei russi a cui i sovietici negavano la libertà di
trasferirsi in Israele”, sottolinea Luigi La Spina su La Stampa,
quotidiano che, attraverso le parole di Riccardo Pacifici, ricorda come
“dopo l’attentato in sinagoga (1982) fu l’unico politico accolto bene”.
La Bibbia e la scoperta nel Neghev. Nel deserto del Negev, riporta il
Venerdì di Repubblica, sono stati trovati da un equipe di archeologi
israeliani cento cocci (ostrakon) con iscrizioni in alfabeto
paleo-ebraico. E risalgono al VI secolo ev. “Secondo gli archeologi
diTelAviv, questa scoperta potrebbe spostare indietro la genesi della
Bibbia di alcuni secoli. ‘Le iscrizioni in alfabeto paleoebraico a
disposizione della scienza sono pochissime e risalgono a non prima del
IV-III secolo e.v.’”
Milano e Napoli, sproloqui contro Israele. Nelle liste del candidato
sindaco Luigi De Magistris figurano due personaggi come Rosa Schiano ed
Eleonora de Majo, le cui posizioni vanno dal sostegno ai terroristi di
Hamas agli insulti contro Israele e il mondo ebraico, sottolinea
Libero. Posizioni inaccettabili, condannate dal presidente UCEI
Gattegna che ha chiesto che si intervenga “contro i candidati
antisemiti” così come della presidente della Comunità ebraica di Napoli
Lydia Schapirer. A Milano, invece, preoccupazione nella Comunità
ebraica per l’imminente conferenza di Tariq Ramadan in città,
personaggio espressosi in passato contro Israele e le cui, ricordano
dalla Comunità, “sono state recentemente condannate dalla Conferenza
degli imam di Francia” (Il Giornale).
Milano, corso di cucina ebraica. Il Corriere della Sera racconta i tre
appuntamenti curati dalla cuoca Daniela Di Veroli durante il festival
Jewish in the City dedicati alla cucina casher. “Il mio obiettivo –
spiega Di Veroli – è sempre stato quello di realizzare una cucina
“culturale”, in cui le regole alimentari ebraiche di origine biblica si
unissero alla storia e alle tradizioni dei diversi Paesi”.
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qui gorizia - la redazione ucei protagonista
A èStoria con Pagine Ebraiche I ghetti, un solco nella modernità
Pagine
Ebraiche in una mano e il programma di èStoria nell'altra. Si è aperta
così la seconda giornata del prestigioso festival di Gorizia, dedicato
appunto ad approfondimenti di carattere storico ("Schiavi il titolo di
quest'anno): ad essere protagonista, nella grande tenda dei giardini di
via verdi, palcoscenico principale della rassegna con i suoi
quattrocento posti, l'incontro dedicato a una riflessione sui 500 anni
del Ghetto di Venezia organizzato dalla redazione dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane, in collaborazione con l'Associazione degli
Studenti di Scienze Internazionali e Diplo matiche di Gorizia. Primo
appuntamento di giornata, con tanti giovani studenti presenti, il
dibattito ha visto confrontarsi la storica dell’architettura Donatella
Calabi e gli storici dell’ebraismo Anna Foa e Simon Levis Sullam, coordinati dal direttore della redazione UCEI Guido Vitale.
Un impegno a tutto campo che vede la convinta partecipazione delle
istituzioni culturali del Friuli-Venezia Giulia e del Comune di
Gorizia, come ha testimoniato salutando gli ospiti a nome della città
l'assessore al Bilancio e all'Urbanistica Guido Germano Pettarin,
ricordando come il retaggio ebraico costituisca per il centro isontino
elemento identitario fondamentale. La redazione giornalistica
dell'Unione, fra l'altro, è al lavoro in sintonia con la Fondazione
Beni Culturali ebraici in Italia e congiuntamente con le
amministrazioni comunali di Gorizia e della città slovena di Nova
Gorica, per sviluppare un progetto transfrontaliero di recupero del
cimitero ebraico di Valdirose, posto in territorio sloveno, subito al
di là del confine che attraversa la città e che per lunghi anni ha
segnato il polo meridionale della Cortina di ferro.
Cosa ha
significato l'istituzione dei ghetti per l'Italia e per l'Europa, quale
impronta hanno lasciato nell'identità ebraica e nel suo rapporto con la
società civile, cosa intendiamo oggi per ghetto, alcuni degli
interrogativi posti da Vitale ai relatori durante l'incontro odierno.
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gattegna con boldrini alla camera ardente
"Pannella, maestro di libertà"
La
presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna si sono incontrati
stamane a Roma per rivolgere un ultimo omaggio al leader radicale Marco
Pannella, scomparso nelle scorse ore. “Pannella – ha ribadito Gattegna –
è stato un grande amico d'Israele e del mondo ebraico. Ma soprattutto
un uomo straordinario, una persona la cui forza di volontà ha permesso
di smuovere le montagne per condurre battaglie che si sono rivelate
fondamentali per la crescita e il progresso democratico del paese
intero".
Presente alla cerimonia anche una delegazione della Comunità ebraica
romana guidata dal rabbino capo Riccardo Di Segni e dalla presidente
Ruth Dureghello.
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qui roma - sami modiano incontra gli studenti
Medicina e Shoah, dall’orrore
alla nuova stagione etica
Al
centro la storia delle dottrine eugeniche e razziali che hanno
costituito la base della politica governativa nazista e il ruolo che i
medici ebbero nel dare base scientifica alle Leggi di Norimberga per la
sterilizzazione forzata dei disabili, all’Aktion T4 per la loro
uccisione, e nel genocidio di ebrei, sinti e rom. Un itinerario
approfondito all’interno dell’esposizione in trenta pannelli “Medicina
e Shoah. Dalle sperimentazioni naziste alla bioetica” in mostra presso
il Museo di Storia della Medicina, dell’Università La Sapienza di Roma.
Realizzata con il contributo dell’Otto per Mille all’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane, l’esposizione sarà aperta al pubblico
domani sera in occasione della Notte dei Musei (alle 21.30 l’intervento
del Testimone Piero Terracina).
“Ero uno scheletro quando i russi mi hanno raccolto da terra.
Ventiquattro chili” ha raccontato oggi Sami Modiano, ripercorrendo
davanti ad alcuni studenti dell’ateneo l’inferno di Auschwitz, la
separazione dai suoi cari, l’annientamento della comunità di Rodi.
“Nessuno deve vedere più quello che hanno visto i miei occhi. La mia
missione è fare di tutto perché quello che è successo non debba essere
vissuto dalle nuove generazioni” ha affermato Modiano, emozionando la
sala. Leggi
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qui roma
La quieta rivoluzione di Regina
Fu
davvero una quieta rivoluzione quella di Regina Jonas, la prima donna a
ricevere un'ordinazione rabbinica riformata, vissuta a Berlino ai primi
del Novecento. L'ha spiegato l'ebraista Maria Teresa Milano, autrice di
un libro su Jonas (Effatà) che ieri ha partecipato a un convegno
promosso e organizzato presso l'Istituto Italiano di Studi Germanici a
Roma, in collaborazione con Beth Hillel Roma, Amicizia Ebraico
Cristiana di Roma e Progetto Lea Sestieri, intitolato proprio “La
quieta rivoluzione di Regina Jonas: donne ebraismo e religione”. “Di
lei mi ha sempre colpito il fatto che è tutto molto chiaro, ma lei non
lo esplicita mai – le parole di Milano – e così non fa mai riferimento
alle correnti dell'ebraismo di quegli anni eppure era profondamente
ortodossa, non parla mai dei movimenti culturali e politici della
Germania del suo tempo eppure le battaglie femministe emergono con
forza”. Esiste in lei, ha sintetizzato la storica anna Foa, “un mondo
complesso di intrecci fra tradizione e modernità che Regina elaborerà a
suo modo e che già si vede nei suoi studi”, legati allo shtetl e
all'yiddish, ma anche alla fede e all'educazione alla Torah ricevuta
dal padre, e alla borghesia ebraica berlinese e all'illuminismo.
Nonotante questo, la sua è una figura di cui si parla poco, perché
“oggi può essere chiamata una pioniera, ma forse al suo tempo non fu
capita nella sua modernità”, cone ha osservato Sarah Kaminski, docente
di ebraico all'Università di Torino. Nel corso del pomeriggio di studi,
moderato dalla direttrice dell'Istituto Roberta Ascarelli e Massimo
Giuliani, ebraista dell'Università di Trento, sono intervenuti anche
Renate Jost, professoressa di teologia femminista presso l' Augustana
College di Neuendettelsau e lei stessa pastora protestante, Marinella
Perroni, teologa del Pontificio Ateneo S. Anselmo, Hartmut Bomhoff,
ricercatore presso la Facoltà di teologia ebraica dell'Università di
Potsdam, Irene Kajon, filosofa morale dell'Università La Sapienza di
Roma, e l'assegnista dell'Istituto Italiano di Studi Germanici Giuliano
Lozzi. Leggi
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qui firenze
Dodici candidati per il Consiglio,
la Comunità verso il rinnovo
Dodici candidature a far parte del nuovo Consiglio della Comunità ebraica di Firenze, sarà eletto domenica 19 giugno.
In lizza per le nove poltrone nel Consiglio, nell’ordine diffuso dalla
segreteria comunitaria, Dario Bedarida, Silvia Servi Bemporad, Laura
Forti, Rachel Camerini, Milca Caro, Vieri Da Fano, Enrico Gabbai,
Barbara Servi Giannozzi, David Liscia, Daniela Gualfetti Misul, David
Palterer e Guidobaldo Passigli.
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Israele tra due libri |
Credo che la presentazione quasi contemporanea domenica pomeriggio al Salone del Libro di Torino di Israele. Diario di un assedio di Ugo Volli e Borderlife
di Dorit Rabinyan sia stata una pura coincidenza. Non voglio pensare
che qualcuno abbia appositamente cercato di realizzare una sorta par
condicio tra un evento “a favore” e uno “contro” Israele. Ma se così
fosse, a mio parere avrebbe sbagliato i conti. Prima di tutto perché la
presentazione di Borderlife è stata sostanzialmente quello che doveva
essere, un discorso sul libro in sé, e non su Israele o sulla politica
mediorientale.
Anna Segre, insegnante
Leggi
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Domande e risposte |
Più
saggio che dare delle risposte, è porre delle domande. La letteratura
dovrebbe portare soprattutto a questo. Wlodek Goldkorn con il suo
ultimo libro di mémoires “il bambino nella neve” (Feltrinelli, 2016),
tenta di spingere il lettore a riflettere su alcuni interrogativi che
oggi sono più che mai attuali. Per esempio, se è possibile continuare a
vivere in Europa, nonostante la Shoah e l’antisemitismo ancora vivo –
nel libro viene ricordato il pogrom di Kielce del 1946 o i numerosi
assassinii di sopravvissuti perpetrati da polacchi, spesso appartenenti
all’estrema destra, sempre nel post-Shoah.
Francesco Moises Bassano
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Diario del soldato - Amici |
Facciamo parte dello stesso battaglione.
Io da Milano, lui da Holon: in comune solamente un’incolta barba nera.
Dal primo istante creiamo un amicizia intensa e profonda, tanta
solidarietà in un posto così ostile non si era mai vista prima d’ora.
Ridiamo e scherziamo, ci perdiamo ogni tanto in qualche discorso vagamente intellettuale, giusto appena sopra la media.
Mi vede con la kippa in testa, discutiamo animatamente sull’esistenza di Dio e sui precetti cardine della religione ebraica.
Mi racconta, a sua volta, del suo nuovo tatuaggio sull’avambraccio.
Provo inutilmente a capire il motivo per il quale abbia deciso di
arrivare a centovent’anni con un macchia tanto indefinita sulla pelle;
un nobile tentativo da parte mia, ma del tutto fallito.
David Zebuloni
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Essere padri |
"Gli
uomini hanno imparato a fare anche da mamma, le donne continuano a
esserlo ... e il papà non lo vuole fare più nessuno!". Così, durante
l'incontro a Roma sulla famiglia e l'utero in affitto organizzato
dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Simona Argentieri tocca
ironicamente un tasto dolente della nostra società. Non sarebbe ora di
affiancare ai numerosi e ripetuti incontri sul tema della donna e la
figura femminile anche quelli sulla figura maschile? Cosa può
comportare l'idea che forse, spesso e volentieri "gli uomini non sono
più quelli di una volta"?
Ilana Bahbout
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