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20 maggio 2016 - 12 Iyar 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Il Midrash Bereshit Raba, parafrasando le parole dell’Ecclesiaste 1, 5: “Un sole tramonta, un sole sorge, si affretta verso il luogo da dove risorgerà” spiega che il versetto va interpretato come un’attenzione di Dio per il mondo che Egli non lascia mai senza la luce di una persona giusta e per questo fa morire uno tzaddik, nello stesso giorno, nel quale ne fa nascere un altro.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
La cronaca dei giornali ci rilancia alcuni interessanti elementi che mettono in rapporto il tema dell’antisemitismo con la campagna elettorale per le elezioni amministrative. Non si tratta di una novità. L’antisemitismo come ideologia politica trasversale è stato usato in numerose occasioni come tema utile innanzitutto a raccogliere consensi elettorali. Lo usavano ad esempio nell’Ottocento alcune testate giornalistiche di area cattolica intransigente per contrastare i candidati ebrei, accusati di essere legati alla massoneria. Ma era strumento usato anche dai sindacalisti rivoluzionari, o dai nazionalisti. Dopo il fascismo, e dopo l’emanazione delle leggi razziali, che rappresentarono il culmine della politicizzazione dell’antisemitismo nel nostro paese (con le conseguenze che ben conosciamo), questo tema è sprofondato seguendo il percorso di un fiume carsico di cui tutti hanno sempre saputo, ma che per lungo tempo ci si è permessi di dimenticare. I ricorrenti report che negli ultimi decenni hanno a più riprese segnalato la costante presenza di diffusi sentimenti antiebraici nella popolazione della Penisola (percentuali che variano dal 10 al 20% si dichiarano in varia misura ostili agli ebrei) avrebbero dovuto imporre a chi di dovere di tenere alta la guardia, ma non sempre è stato così.
 
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Marco Pannella (1930-2016)
Ampio spazio sui quotidiani italiani al ricordo di Marco Pannella, scomparso ieri a Roma a 86 anni. “Un grande amico di Israele e del mondo ebraico”, le parole del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, riportate da Giulio Meotti sul Foglio, che ricorda l’impegno del leader radicale al fianco dello Stato ebraico: “l’avamposto della democrazia in Medio Oriente”, nella definizione dello stesso Pannella. Vicino a noi anche nei momenti più difficili, il ricordo dell’ambasciatore d’Israele a Roma Naor Gilon. E dalla Capitale arriva la proposta di intitolare una via a Pannella, di cui anche il presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello ha voluto ricordare l’amicizia con Israele (Corriere della Sera Roma). “La sua irruenza ha demolito muri di diffidenza”, scrive sul Corriere Pierluigi Battista mentre Eugenio Scalfari su Repubblica sottolinea come Pannella volesse “cambiare le istituzioni ma non distruggerle e spingere il più possibile il tema dei diritti”. “Sarà ricordato pure per le sue campagne transnazionali, come quella che, negli Anni 80, combatté in favore degli ebrei russi a cui i sovietici negavano la libertà di trasferirsi in Israele”, sottolinea Luigi La Spina su La Stampa, quotidiano che, attraverso le parole di Riccardo Pacifici, ricorda come “dopo l’attentato in sinagoga (1982) fu l’unico politico accolto bene”.

La Bibbia e la scoperta nel Neghev. Nel deserto del Negev, riporta il Venerdì di Repubblica, sono stati trovati da un equipe di archeologi israeliani cento cocci (ostrakon) con iscrizioni in alfabeto paleo-ebraico. E risalgono al VI secolo ev. “Secondo gli archeologi diTelAviv, questa scoperta potrebbe spostare indietro la genesi della Bibbia di alcuni secoli. ‘Le iscrizioni in alfabeto paleoebraico a disposizione della scienza sono pochissime e risalgono a non prima del IV-III secolo e.v.’”

Milano e Napoli, sproloqui contro Israele. Nelle liste del candidato sindaco Luigi De Magistris figurano due personaggi come Rosa Schiano ed Eleonora de Majo, le cui posizioni vanno dal sostegno ai terroristi di Hamas agli insulti contro Israele e il mondo ebraico, sottolinea Libero. Posizioni inaccettabili, condannate dal presidente UCEI Gattegna che ha chiesto che si intervenga “contro i candidati antisemiti” così come della presidente della Comunità ebraica di Napoli Lydia Schapirer. A Milano, invece, preoccupazione nella Comunità ebraica per l’imminente conferenza di Tariq Ramadan in città, personaggio espressosi in passato contro Israele e le cui, ricordano dalla Comunità, “sono state recentemente condannate dalla Conferenza degli imam di Francia” (Il Giornale).

Milano, corso di cucina ebraica. Il Corriere della Sera racconta i tre appuntamenti curati dalla cuoca Daniela Di Veroli durante il festival Jewish in the City dedicati alla cucina casher. “Il mio obiettivo – spiega Di Veroli – è sempre stato quello di realizzare una cucina “culturale”, in cui le regole alimentari ebraiche di origine biblica si unissero alla storia e alle tradizioni dei diversi Paesi”.
 
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  davar
qui gorizia - la redazione ucei protagonista
A èStoria con Pagine Ebraiche
I ghetti, un solco nella modernità

Pagine Ebraiche in una mano e il programma di èStoria nell'altra. Si è aperta così la seconda giornata del prestigioso festival di Gorizia, dedicato appunto ad approfondimenti di carattere storico ("Schiavi il titolo di quest'anno): ad essere protagonista, nella grande tenda dei giardini di via verdi, palcoscenico principale della rassegna con i suoi quattrocento posti, l'incontro dedicato a una riflessione sui 500 anni del Ghetto di Venezia organizzato dalla redazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in collaborazione con l'Associazione degli Studenti di Scienze Internazionali e Diplo
matiche di Gorizia. Primo appuntamento di giornata, con tanti giovani studenti presenti, il dibattito ha visto confrontarsi la storica dell’architettura Donatella Calabi e gli storici dell’ebraismo Anna Foa e Simon Levis Sullam, coordinati dal direttore della redazione UCEI Guido Vitale.
Un impegno a tutto campo che vede la convinta partecipazione delle istituzioni culturali del Friuli-Venezia Giulia e del Comune di Gorizia, come ha testimoniato salutando gli ospiti a nome della città l'assessore al Bilancio e all'Urbanistica Guido Germano Pettarin, ricordando come il retaggio ebraico costituisca per il centro isontino elemento identitario fondamentale. La redazione giornalistica dell'Unione, fra l'altro, è al lavoro in sintonia con la Fondazione Beni Culturali ebraici in Italia e congiuntamente con le amministrazioni comunali di Gorizia e della città slovena di Nova Gorica, per sviluppare un progetto transfrontaliero di recupero del cimitero ebraico di Valdirose, posto in territorio sloveno, subito al di là del confine che attraversa la città e che per lunghi anni ha segnato il polo meridionale della Cortina di ferro. 
Cosa ha significato l'istituzione dei ghetti per l'Italia e per l'Europa, quale impronta hanno lasciato nell'identità ebraica e nel suo rapporto con la società civile, cosa intendiamo oggi per ghetto, alcuni degli interrogativi posti da Vitale ai relatori durante l'incontro odierno.
 

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gattegna con boldrini alla camera ardente
"Pannella, maestro di libertà"
La presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna si sono incontrati stamane a Roma per rivolgere un ultimo omaggio al leader radicale Marco Pannella, scomparso nelle scorse ore. “Pannella – ha ribadito Gattegna – è stato un grande amico d'Israele e del mondo ebraico. Ma soprattutto un uomo straordinario, una persona la cui forza di volontà ha permesso di smuovere le montagne per condurre battaglie che si sono rivelate fondamentali per la crescita e il progresso democratico del paese intero".
Presente alla cerimonia anche una delegazione della Comunità ebraica romana guidata dal rabbino capo Riccardo Di Segni e dalla presidente Ruth Dureghello.

qui roma - sami modiano incontra gli studenti 
Medicina e Shoah, dall’orrore
alla nuova stagione etica 

Al centro la storia delle dottrine eugeniche e razziali che hanno costituito la base della politica governativa nazista e il ruolo che i medici ebbero nel dare base scientifica alle Leggi di Norimberga per la sterilizzazione forzata dei disabili, all’Aktion T4 per la loro uccisione, e nel genocidio di ebrei, sinti e rom. Un itinerario approfondito all’interno dell’esposizione in trenta pannelli “Medicina e Shoah. Dalle sperimentazioni naziste alla bioetica” in mostra presso il Museo di Storia della Medicina, dell’Università La Sapienza di Roma.
Realizzata con il contributo dell’Otto per Mille all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, l’esposizione sarà aperta al pubblico domani sera in occasione della Notte dei Musei (alle 21.30 l’intervento del Testimone Piero Terracina).
“Ero uno scheletro quando i russi mi hanno raccolto da terra. Ventiquattro chili” ha raccontato oggi Sami Modiano, ripercorrendo davanti ad alcuni studenti dell’ateneo l’inferno di Auschwitz, la separazione dai suoi cari, l’annientamento della comunità di Rodi. “Nessuno deve vedere più quello che hanno visto i miei occhi. La mia missione è fare di tutto perché quello che è successo non debba essere vissuto dalle nuove generazioni” ha affermato Modiano, emozionando la sala.
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qui roma
La quieta rivoluzione di Regina
Fu davvero una quieta rivoluzione quella di Regina Jonas, la prima donna a ricevere un'ordinazione rabbinica riformata, vissuta a Berlino ai primi del Novecento. L'ha spiegato l'ebraista Maria Teresa Milano, autrice di un libro su Jonas (Effatà) che ieri ha partecipato a un convegno promosso e organizzato presso l'Istituto Italiano di Studi Germanici a Roma, in collaborazione con Beth Hillel Roma, Amicizia Ebraico Cristiana di Roma e Progetto Lea Sestieri, intitolato proprio “La quieta rivoluzione di Regina Jonas: donne ebraismo e religione”. “Di lei mi ha sempre colpito il fatto che è tutto molto chiaro, ma lei non lo esplicita mai – le parole di Milano – e così non fa mai riferimento alle correnti dell'ebraismo di quegli anni eppure era profondamente ortodossa, non parla mai dei movimenti culturali e politici della Germania del suo tempo eppure le battaglie femministe emergono con forza”. Esiste in lei, ha sintetizzato la storica anna Foa, “un mondo complesso di intrecci fra tradizione e modernità che Regina elaborerà a suo modo e che già si vede nei suoi studi”, legati allo shtetl e all'yiddish, ma anche alla fede e all'educazione alla Torah ricevuta dal padre, e alla borghesia ebraica berlinese e all'illuminismo. Nonotante questo, la sua è una figura di cui si parla poco, perché “oggi può essere chiamata una pioniera, ma forse al suo tempo non fu capita nella sua modernità”, cone ha osservato Sarah Kaminski, docente di ebraico all'Università di Torino. Nel corso del pomeriggio di studi, moderato dalla direttrice dell'Istituto Roberta Ascarelli e Massimo Giuliani, ebraista dell'Università di Trento, sono intervenuti anche Renate Jost, professoressa di teologia femminista presso l' Augustana College di Neuendettelsau e lei stessa pastora protestante, Marinella Perroni, teologa del Pontificio Ateneo S. Anselmo, Hartmut Bomhoff, ricercatore presso la Facoltà di teologia ebraica dell'Università di Potsdam, Irene Kajon, filosofa morale dell'Università La Sapienza di Roma, e l'assegnista dell'Istituto Italiano di Studi Germanici Giuliano Lozzi.
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qui firenze 
Dodici candidati per il Consiglio,
la Comunità verso il rinnovo

Dodici candidature a far parte del nuovo Consiglio della Comunità ebraica di Firenze, sarà eletto domenica 19 giugno.
In lizza per le nove poltrone nel Consiglio, nell’ordine diffuso dalla segreteria comunitaria, Dario Bedarida, Silvia Servi Bemporad, Laura Forti, Rachel Camerini, Milca Caro, Vieri Da Fano, Enrico Gabbai, Barbara Servi Giannozzi, David Liscia, Daniela Gualfetti Misul, David Palterer e Guidobaldo Passigli.
 

qui torino
Una storia d'amore e di aliyah
Am Groner Freibad 5. Questo il titolo all’apparenza criptico dell’ultimo libro di Michael Sfaradi, giornalista freelance. A dialogare con l’autore il professor Enrico Fubini, musicologo, e Ugo Volli, docente di semiotica all’Università degli Studi di Torino che ha curato la prefazione del romanzo. Una serata organizzata dal Keren Kayemeth.

Alice Fubini
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pilpul
Israele tra due libri
Credo che la presentazione quasi contemporanea domenica pomeriggio al Salone del Libro di Torino di Israele. Diario di un assedio di Ugo Volli e Borderlife di Dorit Rabinyan sia stata una pura coincidenza. Non voglio pensare che qualcuno abbia appositamente cercato di realizzare una sorta par condicio tra un evento “a favore” e uno “contro” Israele. Ma se così fosse, a mio parere avrebbe sbagliato i conti. Prima di tutto perché la presentazione di Borderlife è stata sostanzialmente quello che doveva essere, un discorso sul libro in sé, e non su Israele o sulla politica mediorientale. 

Anna Segre, insegnante
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Domande e risposte
Più saggio che dare delle risposte, è porre delle domande. La letteratura dovrebbe portare soprattutto a questo. Wlodek Goldkorn con il suo ultimo libro di mémoires “il bambino nella neve” (Feltrinelli, 2016), tenta di spingere il lettore a riflettere su alcuni interrogativi che oggi sono più che mai attuali. Per esempio, se è possibile continuare a vivere in Europa, nonostante la Shoah e l’antisemitismo ancora vivo – nel libro viene ricordato il pogrom di Kielce del 1946 o i numerosi assassinii di sopravvissuti perpetrati da polacchi, spesso appartenenti all’estrema destra, sempre nel post-Shoah.

Francesco Moises Bassano
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Diario del soldato - Amici
Facciamo parte dello stesso battaglione.
Io da Milano, lui da Holon: in comune solamente un’incolta barba nera.
Dal primo istante creiamo un amicizia intensa e profonda, tanta solidarietà in un posto così ostile non si era mai vista prima d’ora.
Ridiamo e scherziamo, ci perdiamo ogni tanto in qualche discorso vagamente intellettuale, giusto appena sopra la media.
Mi vede con la kippa in testa, discutiamo animatamente sull’esistenza di Dio e sui precetti cardine della religione ebraica.
Mi racconta, a sua volta, del suo nuovo tatuaggio sull’avambraccio. Provo inutilmente a capire il motivo per il quale abbia deciso di arrivare a centovent’anni con un macchia tanto indefinita sulla pelle; un nobile tentativo da parte mia, ma del tutto fallito.


David Zebuloni
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Essere padri
"Gli uomini hanno imparato a fare anche da mamma, le donne continuano a esserlo ... e il papà non lo vuole fare più nessuno!". Così, durante l'incontro a Roma sulla famiglia e l'utero in affitto organizzato dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Simona Argentieri tocca ironicamente un tasto dolente della nostra società. Non sarebbe ora di affiancare ai numerosi e ripetuti incontri sul tema della donna e la figura femminile anche quelli sulla figura maschile? Cosa può comportare l'idea che forse, spesso e volentieri "gli uomini non sono più quelli di una volta"?

Ilana Bahbout
 



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