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19 Giugno 2016 - 13 Sivan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
"Il Signore volga il Suo volto verso di te...". La benedizione, così come compare nella parashà letta ieri, consiste nell'essere sotto lo sguardo vigile ed attento di Dio. Gli chiediamo semplicemente di non voltare la faccia dall'altra parte di fronte alle vicende umane.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Qualcuno, che non ha mai perso l’occasione di dichiararsi amico, ha pensato che fosse una buona lettura per il fine settimana, comunque da avere sempre a portata di mano, il libro che propone l’annichilimento e la scomparsa, senza lasciare traccia, delle figure erette a proprio nemico. Vatti a fidare degli amici!
L'ombra dei cani sciolti
C’è ancora l’ombra dei “lupi solitari” sugli Europei di calcio in svolgimento in Francia. Una minaccia percepita come incombente anche nella giornata ieri, dopo la serie di arresti tesi a sventare un possibile attacco terroristico in occasione dell’incontro Belgio-Irlanda. Oltre alla minaccia del terrorismo di matrice islamica, i giornali mettono in evidenza il pericolo per l’ordine pubblico rappresentato da quei gruppi di tifosi appartenenti all’estrema destra che stanno facendo apertamente sfoggio della loro ideologia.
“Svastiche, a grappoli, sul petto degli ultrà estremisti ucraini nella partita contro l’Irlanda del Nord. Svastiche sulle braccia degli infiltrati nella campagna per Brexit, svastiche sulle bandiere recuperate nell’armamentario degli hooligan. La violenza organizzata si fa più spavalda – si legge sulla Stampa (Giulia Zonca) – e sgomita per diventare il centro del torneo che si ribella all’idea.
Ergastolo all’ex presidente Mohammed Morsi e pena di morte per altri sei imputati, compresi due giornalisti della tivù qatarina AI-Jazeera. Si è concluso ieri il processo al Cairo contro politici, attivisti e reporter legati ai Fratelli musulmani, tutti accusati di spionaggio a favore del Qatar e alto tradimento (Giordano Stabile, La Stampa).
Giornata elettorale anche interna al mondo ebraico. Gli iscritti delle Comunità di Roma, Milano, Trieste, Firenze e Livorno eleggeranno infatti i loro rappresentanti nel nuovo Consiglio UCEI, mentre nelle altre 16 Comunità territoriali saranno i Consigli a delegare un proprio delegato. A Firenze e Livorno si vota anche per il rinnovo degli incarichi di governo locali. “Oggi la scelta tra identità e aperture” titola in modo piuttosto azzardato Repubblica Firenze.
 
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  davar
da trieste a roma, AL VOTO IN CINQUE CITTà
Unione, gli elettori alle urne
È in corso la consultazione elettorale che porterà alla formazione del nuovo Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Questo lo scenario: quattro liste in lizza a Roma, tre a Milano. Scelta tra più candidati a Trieste, Firenze e Livorno. Espressione diretta di un proprio rappresentante da parte dei Consigli di molte altre Comunità.
Venti i Consiglieri che saranno eletti a Roma, dove si presentano le formazioni Menorah, Benè Binah, Kol Israel e Israele siamo noi. “Menorah” schiera Livia Ottolenghi, Livio Anticoli, Alan David Baumann, Guido Coen, Claudio Della Seta, Ugo Di Nola, Alessandro Di Veroli, Letizia Franchetti, Hamos Guetta, Victor Magiar, Fabrizio Manasse, David Meghnagi, Emanuele Pace, Piero Piperno, Daniele Massimo Regard, Fiammetta Segrè, Giovanni Sermoneta, Dalia Sestieri, Sarah Taieb e Joel romaTerracina. “Benè Binah” schiera Noemi Di Segni, Fabrizio Benigno, Sabrina Coen, Fabiana Di Porto, Ivan Fellus, Jacqueline Fellus, Davide Jona Falco, Lawrence Kay, Roberto Lehmann, Ariela Massarek, Saul Meghnagi, Silvia Mosseri, Simona Nacamulli, Eva Ruth Palmieri, Daniela Pavoncello, Sandro Sermoneta, Giuditta Servi, Gioia Spizzichino, Claudia Tedeschi e Manuela Terracina. “Kol Israel” schiera Ruth Dureghello, Giovanni Ascarelli, Settimio Di Porto, Michele Di Veroli, Roberto Di Veroli, Franca Formiggini Anav, Diletta Funaro, Rafi Korn, Martina Mieli, Claudio Moscati, Gino Moscati, Yoram Orvieto, Gianluca Pontecorvo, Ruggero Raccah, Raffaele Sassun, Robert Sassun e Angelo Sed. “Israele siamo noi” schiera Marco Sed (Yotvata), Giorgia Calò, Alberto Ouazana, Alberto Piazza O Sed, Raffaele Pace, Giacomo Moscati, Aldo Astrologo, Angelo Liscia, Barbara Vivanti ed Eliana Pavoncello.
Dieci i Consiglieri che spettano alla Comunità di Milano, dove si presentano Comunità aperta, Wellcommunity per Israele e Milano per l’Unione – L’Unione per Milano. “Comunità aperta” si schiera con capolista Cobi Benatoff, e a seguire Joyce Bigio e Alberto Arnaldo Levi. “Wellcommunity per Israele” con Raffaele Besso e a seguire Dalia Gubbay, Guido Ascer Guetta, Sara Modena, Guido Osimo, Davide Riccardo Romano e Raffaele Michele Turiel; infine Milano per l’Unione – L’Unione per Milano” candida Milo Hasbani Kermanchahi capolista insieme a Betti Guetta, Avram Hason, Alberto Jona Falco, Giorgio Mortara e Giorgio Sacerdoti.
Un Consigliere a testa per le altre 19 Comunità: a Trieste la scelta sarà tra Mauro Tabor e Joram Bassan; a Firenze tra Dario Bedarida, Sara Cividalli e Ugo Caffaz; a Livorno tra Vittorio Mosseri, Daniela Sarfatti e Daniel Polacco.
A Firenze e Livorno si andrà al voto anche per rinnovare i Consigli comunitari. A Firenze, dodici i candidati in lizza per nove poltrone: Dario Bedarida, Silvia Servi Bemporad, Laura Forti, Rachel Camerini, Milca Caro, Vieri Da Fano, Enrico Gabbai, Barbara Servi Giannozzi, David Liscia, Daniela Gualfetti Misul, David Palterer e Guidobaldo Passigli.
A Livorno, dove i posti sono cinque, si sono candidati Arnoldo Cassuto, Gianfranco Giachetti, Guido Guastalla, Franco Levi, Roberto Menasci, Vittorio Mosseri, Silvia Ottolenghi, Gadiel Polacco e Guido Servi.

(Nelle immagini, dall'alto in basso, elettori e scrutatori ai seggi di Trieste, Roma, Milano, Firenze e Livorno)
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centinaia di visitatori al palazzo ducale
Venezia, gli ebrei, l'Europa

Inaugurata la grande mostra
Inaugurata in queste ore, nel Palazzo Ducale della città lagunare, la grande mostra “Venezia, gli ebrei, l’Europa 1516-2016″ curata dalla professoressa Donatella Calabi.
Organizzata in occasione del cinquecentenario dell’istituzione del Ghetto, con il coordinamento scientifico di Gabriella Belli e il contributo di un nutrito pool di studiosi, la mostra intende descrivere i processi che sono alla base della nascita, della realizzazione e delle trasformazioni del primo “recinto” al mondo destinato agli ebrei.
Allo stesso tempo, come è stato spiegato, lo sguardo si allarga, abbracciando le relazioni stabilite con il resto della città e con altri quartieri ebraici (e non solo) italiani ed europei, a sottolineare la ricchezza dei rapporti tra gli venebrei e Venezia e tra gli ebrei la società civile, nei diversi periodi della loro lunga permanenza in laguna, in area veneta e in area europea e mediterranea.
Di grande significato le parole pronunciate oggi a Palazzo Ducale, davanti a una foltissima platea. Ad intervenire tra gli altri, oltre alla professoressa Calabi, il presidente della Comunità ebraica Paolo Gnignati, il rabbino capo Scialom Bahbout, il Consigliere UCEI e presidente della Comunità ebraica di Padova Davide Romanin Jacur, la direttrice dei Musei Civici Gabriella Belli, la presidente della fondazione Musei Civici Mariacristina Gribaudi.
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la app segnalata sul nostro notiziario
Se Auschwitz diventa un gioco Indignazione diffusa sul web
La macabra app di Google Play “Campo di Auschwitz Online”, portata all’attenzione dell’opinione pubblica sul nostro notiziario quotidiano di venerdì, è al centro di un approfondimento di Repubblica online. Ad essere registrate, oltre al nostro intervento, anche le reazioni del parlamentare PD Emanuele Fiano (“Non smetterò mai di battermi, perché la banalizzazione della storia, che sia mossa da un disegno politico o da ignoranza, venga battuta con ogni mezzo lecito, magari per esempio vietando in Italia questa app”) e del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano che si dice preoccupato per l’antisemitismo in rete (“dove è più facile origliare quel che si muove nella pancia del Paese, dove sempre più evidenti sono i rigurgiti antisemiti e antisionisti, con il ritorno di pregiudizi e stereotipi pesanti, caricature di profili ebraici simili a quelli che circolavano nella Germania nazista”).


l'iniziativa degli amici del cdec
Pedalando per la Milano ebraica
Arrivano pedalando sotto il sole estivo, invadendo la stretta via Eupili, che costeggia i binari della ferrovia, dove ha sede il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Sono i ciclisti del giro turistico-artistico per la Milano ebraica organizzata dall’Associazione Amici del CDEC, giunti alla loro ultima tappa. “Sono molto contento che sia stata proposta un’iniziativa gioiosa, per variare un po’ dalle proposte sempre di carattere serioso”, le parole del presidente del CDEC Giorgio Sacerdoti, arrivato ad accogliere i partecipanti naturalmente a bordo della sua bicicletta.
Il giro è partito questa mattina dai giardini di via della Guastalla, di fronte alla Sinagoga centrale, e ha condotto i ciclisti in luoghi noti e meno noti della Milano ebraica, accompagnati da Rony Hamaui, autore del libro Ebrei a Milano (Il Mulino, 2016), sorprendendoli qua e là da performance teatrali e musicali. Muniti di maglietta e mappa del percorso, il gruppo ha dunque pedalato passando dai chiostri della Società Umanitaria, l’istituto filantropico fondato a Milano nel 1893 da Prospero Moisè Loria, salutato il busto di Luigi Luzzatto alla Banca Popolare di Milano di piazza Meda, ammirato i ritratti di Federico Weil, Otto Joel e Giuseppe Toepliz a Palazzo Marino e raggiunto largo Claudio Treves, dedicato al politico, giornalista e antifascista, che sfidò a duello Benito Mussolini.
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pilpul

Negare e proibire
Dunque il “negazionismo”, per meglio dire ciò che verrà definito come tale dalle sentenze che nei tempi futuri saranno sollecitate da eventuali procedimenti giudiziari posti in essere, diventa un reato nell’ordinamento penale italiano. Grazie a 237 sì, 5 no e 102 astenuti la Camera dei deputati, dopo una lunga navetta con il Senato, ha deliberato in terza lettura, in tale senso. Più precisamente, nel codice penale viene introdotto il comma 3 all’articolo 3 della legge numero 654 (e successive modifiche, come di prassi si ricorda nel linguaggio giuridico) del 13 ottobre 1975. Il comma dispone testualmente che si applichi la pena “da due a sei anni se la propaganda, ovvero l’istigazione e l’incitamento commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah, o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale”, ratificati ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232. In altre parole, la negazione dell’evidenza di fatto, quando questo stesso fatto rimanda a quelle violenze efferate, sistematiche, continuative e intenzionali per come sono identificate e definite dalla carta fondamentale della Corte penale internazionale, diventa un’aggravante di pena delle fattispecie, già esistenti, della discriminazione razziale e della discriminazione a stampo xenofobo (ossia, la diffusione di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale, l’istigazione e l’incitamento alla discriminazione e alla violenza su base razziale, etnica, nazionale e religiosa), già configurate dalla legge Mancino.

Claudio Vercelli Leggi

Il settimanAle - Madagascar
Chissà se chi ha inventato la storiella del naufrago che aveva eretto sulla sua isoletta due sinagoghe, una per pregarci e l’altra dove non mettere mai piede, non sia stato ispirato da una visita in Madagascar. Secondo il bel reportage di Deborah Josefson sul Times of Israel del 6 giugno, in Madagascar ci sono adesso 121 ebrei, che il mese scorso hanno avuto il loro percorso pluriennale di avvicinamento all’ebraismo riconosciuto da una conversione ortodossa. Sono stati aiutati da Kullanu, un’organizzazione di New York che si occupa di ebrei e comunità dispersi in località remote. L’iniziativa, però, è partita dai neo-ebrei malgasci.

Alessandro Treves, neuroscienziato
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