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19 giugno 2016 - 13  Sivan 5776
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in città mezzi pubblici di sabato mentre yaalon si candida a premier

A Herzliya c'è chi sfida Bibi e chi lo Shabbat

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Per diversi motivi Herzliya, cittadina di 80mila abitanti parte del distretto di Tel Aviv, è stata protagonista delle cronache israeliane più recenti. Qui si è tenuta la tradizionale conferenza annuale dell'Herzliya Interdisciplinary Center a cui hanno partecipato diverse personalità politiche e militari di primo piano. Tra loro, oltre al capo dell'intelligence militare Herzl Halevi - che, ricordando l'anniversario del primo conflitto in Libano, ha sottolineato la debolezza attuale di Hezbollah e come un'altra guerra trasformerebbe il Paese a nord di Israele in uno “Stato di rifugiati” -, c'era Moshe Yaalon (nell'immagine), che circa un mese fa è stato sostituito dal Premier Benjamin Netanyahu nel suo ruolo di ministro della Difesa (il nuovo ministro è Avigdor Lieberman). Un cambio vissuto da Yaalon come un tradimento, tanto da portarlo a rassegnare le dimissioni dalla Knesset (il parlamento israeliano) e annunciare il suo momentaneo ritiro dalla scena politica. I giornali avevano subito rilanciato una sua possibile candidatura alle prossime elezioni politiche e le proiezioni davano una coalizione guidata da Yaalon avanti rispetto a una guidata da Netanyahu. Forse forte anche di questo, l'ex ministro della Difesa dal palco di Herzliya ha deciso di lanciare ufficialmente la sfida al leader del suo partito, il Likud, nonché capo di governo, Netanyahu.
Più o meno nelle stesse ore un'altra, seppur di carattere decisamente diverso, sfida verso il cambiamento è stata lanciata dalla municipalità di Herzliya, che ha infatti deciso di cominciare ad offrire servizi pubblici di bus durante lo Shabbat (il riposo ebraico) e le feste. La cittadina sarà così la prima a maggioranza ebraica a garantire un trasporto pubblico.


Daniel Reichel

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l'attentato a sarona - il villaggio dei due terroristi palestinesi

Se "Maometto si è fermato a Yatta"

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Conoscevo molto bene Michael Feige (nell'immagine), uno dei quattro uccisi nell’attentato di Sarona, il dinamico quartiere pieno di ristoranti proprio di fronte al ministero della Difesa israeliano a Tel Aviv. Era un sociologo molto noto che dopo aver studiato a Gerusalemme lavorava all’università di Beer Sheva, dove dirigeva il centro di studi israeliani, e alla Midreshet Sdé Boker, il college sorto in onore di Ben Gurion nel deserto, a pochi passi dalla baracca frugale dove si era ritirato il grande vecchio. Michael era uno specialista dei movimenti fondamentalisti religiosi ebraici e aveva scritto molti lavori sulla crescita degli insediamenti in Cisgiordania, la loro ideologia, il loro significato politico. Era un profondo ed equanime conoscitore dei fenomeni di cui scriveva, e allo stesso tempo non esitava a esprimere le sue critiche nei confronti di quella che lui riteneva una tendenza che ostacolava la pace e la normalizzazione in Israele. Con amaro cinismo si può ipotizzare che se i terroristi prima di uccidere chiedessero alla prossima vittima: “Scusi, lei come la pensa politicamente?”, forse in questo caso avrebbero concluso: “Questo qui no”. Ma i terroristi non pensano e non agiscono così.

Sergio Della Pergola

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l'attentato a sarona - come È stato catturato il secondo terrorista

"L'abbiamo accolto in casa. Era l'attentatore"

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“Con la famiglia eravamo seduti sulla panchina di fronte alla Cinematheque quando abbiamo sentito degli spari. Dopo pochi secondi abbiamo visto gente che correva nella nostra direzione. Quando abbiamo capito che cosa stava accadendo, siamo corsi verso il nostro appartamento dall'altra parte della strada. Siamo entrati e con noi è c'era un altro uomo. È semplicemente corso dietro a noi. Gli ho chiesto chi fosse. Ma non ha risposto. Tremava. Ha chiesto solo dell'acqua. Acqua, acqua, è l'unica parola che ha pronunciato”. Così Ofri Hefetz-Grady (nell'immagine a sinistra con una giornalista del canale Arutz 10), moglie di un agente di polizia israeliano, ha raccontato alla televisione come è stato catturato uno dei due terroristi palestinesi che martedì, assieme al complice, ha sparato sulla folla nel cuore di Tel Aviv, uccidendo quattro persone e ferendone altre sedici. L'uomo è stato inavvertitamente ospitato dall'ignara famiglia dell'agente.

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a revivim si investe sulle start up

Il kibbutz delle idee

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Se un osservatore poco attento finisse per sbaglio alla stazione dei pullman di Be’er Sheva, nel sud di Israele, potrebbe pensare che in città è pieno di meccanici o aspiranti tali: la stazione – un piccolo edificio con l’aria condizionata a mille e con dentro vari fast food, una libreria e qualche negozio di aggeggi tecnologici – è piena di uomini e donne vestiti di stoffa talmente scura e uniforme da sembrare una tuta da lavoro, di quelle che si usano appunto in officina. Se l’osservatore poco attento fosse in compagnia di un amico appena più sveglio, quest’ultimo gli farebbe notare che la maggior parte di questi “meccanici” ha sicuramente meno di 25 anni e che almeno la metà tiene un mitra a tracolla. I ragazzi in questione stanno facendo la leva nell’esercito israeliano, obbligatoria per quasi tutti: frequentano Be’er Sheva perché sono diretti o stanno tornando dalle molte basi militari israeliane sparse nel deserto del Negev, che si estende a sud della città ed è considerato la zona più inospitale di Israele. L’esercito la utilizza a vari scopi – fra cui quello dell’addestramento di nuove reclute – proprio perché è quasi disabitato.


Luca Misculin, Il Post

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l'esempio israeliano sui format tv

La creatività da imitare

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Nei primi mesi del 2013 la municipalità di Tel Aviv Israele hanno creato In Treatment (che in ivrit si chiama BeTipul), hanno creato quel capolavoro assoluto di Homeland (Hatufim), hanno creato molti altri format di interesse internazionale. Basta andare una volta a Tel Aviv per capire quanta gioventù e quanto fermento creativo rendano unica quella terra. II Paese conta poco più di 8 milioni di abitanti, eppure è riuscito a imporsi come modello produttivo internazionale. Israele si è consolidato come uno dei Paesi più avanzati nell'esportazione di format televisivi, sia in termini di titoli realizzati che di nazioni straniere raggiunte. iò è dovuto in particolare a un sistema di collaborazione tra pubblico e privato che stimola la nascita di case di produzione (anche di piccole dimensioni) e la creatività soprattutto in generi ampiamente "formattizzabili" e commercializzabili come i game-show, i talent, i reality, oltre che naturalmente il mondo del drama e della serialità in genere. Sul nuovo sito della rivista Link. Idee perla tv è uscito uno speciale molto interessante dedicato ai distretti produttivi emergenti e il primo Paese preso in considerazione è stato proprio Israele.

Aldo Grasso, Corriere della Sera,
18 giugno 2016


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l'uomo di hamas che si È consegnato all'esercito israeliano

Il disertore che svela i tunnel del terrore 

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Israele mette a segno un altro colpo nella battaglia contro i tunnel di Hamas. Un alto ufficiale delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam, l’unità di élite di Hamas, ha disertato e si è consegnato all’esercito israeliano. E ha portato con sé un computer con le mappe delle gallerie che attraversano tutta la Striscia e sbucano in territorio nemico.
La notizia è stata fatta filtrare da siti Web vicini ad Al-Fatah, il partito rivale palestinese cacciato da Gaza dal colpo di mano di Hamas nel 2007. Israele non ha commentato né smentito. Secondo la tv israeliana Channel 2, Baraka era incaricato dell’addestramento dei commandos che in caso di guerra dovrebbero colpire attraverso i tunnel.

Giordano Stabile, La Stampa, 16 giugno 2016


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