“L’abbiamo accolto in casa. Era l’attentatore”

Schermata 2016-06-19 alle 10.30.18“Con la famiglia eravamo seduti sulla panchina di fronte alla Cinematheque quando abbiamo sentito spari. Dopo pochi secondi abbiamo visto gente che correva nella nostra direzione. Quando abbiamo capito che cosa stava accadendo, siamo corsi verso il nostro appartamento dall’altra parte della strada. Siamo entrati e con noi è c’era un altro uomo. È semplicemente corso dietro a noi. Gli ho chiesto chi fosse. Ma non ha risposto. Tremava. Ha chiesto solo dell’acqua. Acqua, acqua, è l’unica parola che ha pronunciato”. Così Ofri Hefetz-Grady, moglie di un agente di polizia israeliano, ha raccontato alla televisione come è stato catturato uno dei due terroristi palestinesi che martedì, assieme al complice, ha sparato sulla folla nel cuore di Tel Aviv, uccidendo quattro persone e ferendone altre sedici. L’uomo è stato inavvertitamente ospitato dall’ignara famiglia dell’agente. “Pensavamo fosse come noi, che avesse assistito all’attentato e fosse sotto shock”, ha raccontato la donna, ricostruendo quei momenti. “Mio marito è entrato in casa con noi, ha preso la sua arma d’ordinanza ed è subito sceso in strada per prestare aiuto”, ha spiegato la moglie dell’agente, rimasta in quegli attimi con la famiglia assieme al terrorista, seduto sul pavimento, muto. Arrivato sul luogo della sparatoria, il marito ha visto l’altro terrorista, quello neutralizzato dai colleghi. Era vestito con un abito scuro, giacca e cravatta. Esattamente come l’uomo che pochi minuti prima aveva ospitato dentro casa sua e che ora era con la sua famiglia. “Sono passati pochi minuti e mio marito è rientrato di corsa a casa puntando la pistola contro l’uomo che ci aveva seguito”, ha ricordato la moglie, spiegando come tutti fossero rimasti confusi dal comportamento dell’agente, che intanto aveva arrestato il silenzioso ospite. “Quest’uomo è vestito esattamente come l’altro terrorista”, la spiegazione del marito. “Siamo stati fortunati che fosse in quello stato di shock e che fosse disarmato – ha spiegato la donna – “La più grande fortuna però è stata che mio marito si è reso conto subito di chi fosse la persone dentro casa nostra, tornando immediatamente. La sua paura era di tornare e trovare tutti morti”.