Roberto
Della Rocca,
rabbino
|
Il
rito della Sotah, la donna sospetta di adulterio, seppur ampiamente
descritto nella Torah (Bemidbàr, 5; 11- 31) e molto approfondito in un
trattato del Talmùd interamente dedicato, sembra non essere mai stato
applicato. Si tratta comunque di una cerimonia molto umiliante
provocata da un marito geloso, ma anche di un caso unico in cui una
persona si trova nella presunzione di colpevolezza fintanto che non
venga dimostrato il contrario mediante un miracolo divino. Quale è il
senso di questo inquietante rituale? Alcuni commentatori, tra cui
Ovadia Sforno, evidenziano come il sospetto e la circospezione, e non
solo nel matrimonio, possano portare a situazioni degradanti e
distruttive. In molti casi colui che sospetta non ne esce molto meglio
di colui che è sospettato. Per prevenire situazioni così devastanti,
come quella della Sotah, non resta che parlarsi per rompere il muro
della diffidenza.
|
|
Leggi
|
Dario
Calimani,
Università di Venezia
|
Ho
letto con sorpreso interesse le considerazioni di Davide Romanin Jacur
sulle piccole e medie comunità. Su un punto almeno sono in totale
disaccordo con lui ed è quello in cui sostiene che, in Consiglio UCEI,
“gli otto rappresentanti [delle piccole comunità costrette a esprimere
nel loro insieme solo quattro voti] si sono comportati civilmente,
sempre concordando come esprimersi”. La prospettiva mi sembra un po’
troppo angolata. La verità, quella vera, e nocciolo della questione è
invece che chi ha proposto e chi ha favorito a suo tempo quella formula
ha costretto le piccole comunità a rinunciare a quattro voti e a
quattro rappresentanti, producendo uno squilibrio fondato sul peso
della forza numerica anziché su quello degli istituti comunitari
rappresentati. Come dire: il criterio dei muscoli contro quello delle
idee. Ormai è andata così. Ma almeno non raccontiamo ai nostri iscritti
favole consolatrici.
|
|
Leggi
|
|
La strage al telefono
|
Diffuse
dalle autorità le trascrizioni parziali dei contatti intercorsi tra la
polizia e il terrorista islamico autore della strage al locale gay di
Orlando. La decisione ha innescato alcune polemiche. “Nel testo fornito
ai media – spiega infatti Guido Olimpio (Corriere) – sono stati tolti i
riferimenti allo Stato Islamico e al suo leader perché ‘non si voleva
fare il gioco del terroristi’. Una scelta contestata da altri, compresi
alcuni esponenti repubblicana, che l’hanno considerata una censura
inutile e ‘politica’ visto che è evidente a cosa si riferisse
l’assassino”.
“Sarò rappresentante di tutti i cittadini che mi hanno eletta e non
solo dei musulmani. Mi dedicherò alla tutela di tutte le minoranze, con
uno sguardo alla pluralità della città”. Così Sumaya Abdel Qader, 38
anni, neo consigliera comunale a Milano con il centrosinistra. Una
scelta che continua a far discuter per le posizioni di odio
anti-israeliano del Caim, il coordinamento islamico di cui fa parte. A
proposito del ben noto dibattito sulla moschea, Sumaya racconta a
Repubblica Milano: “Il tema dei luoghi di culto riguarda tutti i
cittadini, non solo i musulmani, e io non rappresenterò solo loro.
Quindi se ci sono minoranze religiose, a tutte dovremo garantire luoghi
per la preghiera”.
|
|
Leggi
|
|
|
oggi la proclamazione ufficiale Consiglio UCEI, gli eletti La
Commissione elettorale centrale dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, composta dal segretario generale UCEI Gloria Arbib, dal
segretario generale della Comunità di Roma Emanuele Di Porto e dal
segretario generale della Comunità di Milano Alfonso Sassun, ha
proclamato i nomi dei Consiglieri in carica per i prossimi quattro anni
in seguito ai risultati determinati dalle designazioni dei Consigli
comunitari e dalle consultazioni elettorali svoltesi nella giornata di
domenica.
Venti i Consiglieri che spettano alla Comunità di Roma, dove gli
elettori erano chiamati a scegliere tra quattro formazioni con voto su
liste bloccate e dove l’affluenza è stata del 24,7 % degli aventi
diritto (nel 2012, ultima consultazione UCEI; erano stati il 19,1%).
Otto i seggi assegnati alla lista Kol Israel (38,2% delle preferenze),
cinque a testa invece per Menorah (27,5%) e Binah (23,2%), due per
Israele siamo noi (11%).
Oltre alla capolista Ruth Dureghello, Kol Israel porta in Consiglio
Gianni Ascarelli, Settimio Di Porto, Raffaele Sassun, Claudio Moscati,
Franca Formiggini Anav, Gianluca Pontecorvo e Angelo Sed.
Oltre alla capolista Noemi Di Segni, Binah porta in Consiglio Sabrina
Coen, Jacqueline Fellus, Davide Jona Falco e Saul Meghnagi.
Oltre alla capolista Livia Ottolenghi, Menorah porta in Consiglio Guido Coen, David Meghnagi, Hamos Guetta e Victor Magiar.
Israele siamo noi porta infine Marco Sed e Giacomo Moscati.
Dieci i Consiglieri attribuiti alla Comunità di Milano, dove gli
elettori potevano scegliere liberamente i nomi dei candidati
incrociando le preferenze anche fra candidati di liste diverse e dove
l’affluenza è stata del 31,5%, in calo rispetto al dato del 2012
(33,6%).
Sei i seggi che sono andati alla lista Wellcommunity per Israele, due a
testa invece per Comunità Aperta e Milano per l’Unione – l’Unione per
Milano.
Wellcommunity per Israele, oltre che dal capolista Raffaele Besso, sarà
rappresentata da Sara Modena, Dalia Gubbay, Guido Ascer Guetta,
Raffaele Turiel e Guido Osimo.
Comunità aperta dal capolista Cobi Benatoff e da Joyce Bigio.
Milano per l’Unione – l’Unione per Milano da Milo Hasbani e Giorgio Mortara.
Le tre Comunità dove si andava al voto tra più candidati (Firenze,
Livorno e Trieste) hanno espresso ciascuna il loro rappresentante.
Nell’ordine, entrano in Consiglio Sara Cividalli, Vittorio Mosseri e
Mauro Tabor.
Le 16 Comunità dove la designazione è stata decretata dal Consiglio
locale hanno espresso i seguenti nominativi: Manfredo Coen (Ancona),
David Menasci (Bologna), Elio Carmi (Casale Monferrato), Andrea Pesaro
(Ferrara), Angiolo Chicco Veroli (Genova), Licia Vitali (Mantova),
Elisabetta Rossi Innerhofer (Merano), Arturo Bemporad (Modena), Sandro
Temin (Napoli), Davide Romanin Jacur (Padova), Giorgio Giavarini
(Parma), Arsenio Veicsteinas (Pisa), Giulio Disegni (Torino), Sandra
Levis (Venezia), Rossella Bottini Treves (Vercelli) e Roberto Israel
(Verona).
Rav Alfonso Arbib, rav Ariel Di Porto, rav Giuseppe Momigliano, rav
Elia Richetti, rav Alberto Somekh: questi i cinque nominativi scelti
dall’Assemblea dei Rabbini d’Italia, tra i quali il Consiglio UCEI
designerà i tre rappresentanti che faranno parte della Consulta
Rabbinica.
(Nell’immagine un momento dei lavori della commissione) Leggi
|
DI FRONTE AL voto delle amministrative L'Italia ebraica e i nuovi sindaci Progetti, certezze, incognite Roma,
Milano, Torino, Napoli, Trieste, Bologna. I risultati delle elezioni
amministrative nella grandi città fanno discutere e suscitano molte
reazioni anche nel mondo ebraico. Ciascuna Comunità ebraica ha scelto
la propria strada per il primo confronto con la notizia dell’elezione
dei sindaci delle rispettive città: c’è chi ha affidato il proprio
messaggio ai social network già in nottata e una volta chiaro il
risultato, chi ha inviato la mattina successiva un telegramma ufficiale
ai neosindaci.
“Complimenti a Virginio Raggi. Da parte degli ebrei romani le auguro
buon lavoro e buona fortuna per il lavoro che l’aspetta”. Il messaggio
che la presidente della Comunità capitolina Ruth Dureghello ha inviato
alla esponente grillina, prima donna sindaco di Roma. Un augurio
affidato ai social network e diffuso la notte stessa degli scrutini, a
pochi minuti dall’apertura delle urne, quando già appariva chiara la
scelta dei romani per il Campidoglio.
A Milano il messaggio al neosindaco di centrosinistra Giuseppe Sala è
stato invece inviato in queste ore a firma dei due presidenti della
Comunità ebraica Raffaele Besso e Milo Hasbani. Un testo fatto
recapitare direttamente a Palazzo Marino in cui si augura
all’amministrazione guidata da Sala buon lavoro, sottolineando l’ottimo
rapporto coltivato in questi anni con il Comune. “Non è un caso allora
che il Comune di Milano sia stato il patrocinatore del recente festival
Jewish in The City, che si è tenuto alla fine di maggio per festeggiare
i 150 anni della Comunità ebraica di Milano. Siamo certi che questa
relazione continuerà – si legge nel testo del messaggio firmato da
Besso e Hasbani – e, in questo spirito, ecco il primo invito ufficiale
che ci fa piacere portare alla Sua attenzione”. Ovvero la
partecipazione all’evento di apertura, alla Sinagoga Centrale, della
Giornata europea della cultura ebraica, che si terrà domenica 18
settembre e di cui Milano sarà città capofila per l’Italia.
I due presidente, parlando con Pagine Ebraiche, hanno auspicato che si
crei una fruttuosa collaborazione con Palazzo Marino, esprimendo però
anche la propria perplessità e preoccupazione in merito all’elezione di
Sumaya Abdel Qader, definita da alcuni quotidiani come vicina ai
Fratelli musulmani e i cui famigliari in passato hanno attaccato in
modo violento Israele attraverso i social network. “Abbiamo incontrato
Sumaya prima del voto di domenica – hanno spiegato i presidenti Besso e
Hasbani – e lei ha espresso la sua amicizia per la Comunità ebraica e
ha dichiarato di essere lontana da ogni fondamentalismo. Noi
auspichiamo sia vero ma non bastano le parole, servono i fatti. Sala
inoltre, incontrando la Comunità, ha promesso di vigilare sui
comportamenti del consigliere Abdel Qader e auspichiamo sia così”.
A Torino, nella mattinata successiva alle elezioni, a risultato
acquisito, la Comunità ebraica e il suo presidente Dario Disegni hanno
inviato due messaggi istituzionali, uno diretto al nuovo sindaco della
città Chiara Appendino, del Movimento Cinque Stelle, e uno al sindaco
uscente Piero Fassino, del centrosinistra. “A nome della Comunità
ebraica di Torino e mio personale Le invio vivissime congratulazioni
per la Sua elezione e i migliori auguri di buon lavoro per il bene
della nostra Città”, il testo del telegramma mandato a Palazzo di Città
in via ufficiale dalla segreteria della Comunità torinese a nome del
presidente Disegni. Gratitudine per il lavoro svolto “con grande
lungimiranza, passione civile e competenza nei cinque anni del suo
mandato” il cuore del messaggio invece inviato a Fassino dal presidente
a nome della Comunità.
“Come da prassi, abbiamo inviato un telegramma sintetico in cui
mandiamo al sindaco Luigi De Magistris i nostri auguri di buon lavoro”,
spiega la presidente della Comunità ebraica di Napoli Lydia Schapirer,
parlando del messaggio inviato all’indomani del voto a De Magistris,
confermato sindaco della città partenopea. I rapporti con il primo
cittadino, noto tra le altre cose le sue posizioni filopalestinesi,
“sono molto molto formali”, sottolinea Lydia Schapirer mentre ottimi
sono stati i rapporti con altri rappresentati delle istituzioni
cittadine, in particolare con Nino Daniele, assessore alla Cultura e
Turismo nella precedente amministrazione De Magistris. “Daniele si è
sempre dimostrato vicino alla Comunità e quando gli era possibile era
presente ai nostri eventi”, sottolinea Schapirer .
“I rapporti con il nuovo sindaco di Trieste saranno certamente ottimi,
non vedo nessuna preclusione. Nei prossimi giorni gli invieremo il
nostro messaggio in termini di saluto e di augurio di buon lavoro”,
spiega il presidente della Comunità ebraica di Trieste Alessandro
Salonichio in merito alla rielezione domenica di Roberto Di Piazza, al
suo terzo mandato alla guida della città. Di Piazza, centrodestra, ha
battuto il sindaco uscente di centrosinistra Roberto Cosolini. “Con la
giunta di Cosolini e con le istituzioni cittadine abbiamo sempre avuto
un buon rapporto, di rispetto reciproco. Organizzeremo un incontro più
avanti con Di Piazza, per ora non è ancora il momento visto che si è
appena insediato. Su queste questioni preferiamo mantenere un profilo
riservato”, sottolinea Salonichio. Un atteggiamento tenuto anche
rispetto al messaggio di augurio di buon lavoro: “Non l’abbiamo inviato
subito perché ieri per il nuovo sindaco era ancora un giorno di
festeggiamenti, come è normale che sia. Noi abbiamo ritenuto opportuno
aspettare, anche perché non accavallarci agli altri messaggi che gli
sono stati inviati”.
Si dice “soddisfatto, molto felice” il presidente della Comunità
ebraica bolognese Daniele De Paz per l’esito del voto nella città delle
due torri, dove è stato confermato sindaco l’esponente del
centrosinistra Virginio Merola, opposto al ballottaggio alla candidata
leghista Lucia Borgonzoni. “Il lavoro svolto assieme nel passato è
stato decisamente positivo, con tanti progetti e tante iniziative
sinergiche tra Comunità e amministrazione cittadina. Altre ancora
verranno, è importante quindi che ci sia una continuità” conclude De
Paz.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
|
qui firenze - 1966/2016 L'alluvione e i volti di chi aiutò
L’incontro
annuale dell’Opera del Tempio Ebraico di Firenze, svoltosi domenica, si
è rivelata un’occasione emozionante per rivedere i volti di chi, 50
anni fa, soccorse la Comunità colpita dall’alluvione.
Aperta sia ai soci che ad esterni, tra cui molti storici, docenti e
cultori dei beni ebraici, la riunione ha aperto una prospettiva sul
ricco programma di attività che si svolgerà in città in autunno, nei
giorni dell’anniversario.
È
stata un’emozione vedere e rivivere, per gli oltre cento presenti in
sala, le ore drammatiche del ’66. I telegiornali, le cronache della
Rai, un bel film documentario della città sommersa, presentati da Paolo
Fantacci. Per arrivare alla sinagoga, alle fotografie del Tempio e dei
libri danneggiati dal fango. I nostri rabbini Toaff, Belgrado e
Sciunnach in soccorso ai fratelli fiorentini assieme a tanti ebrei
romani.
E
ancora, i rotoli della legge stesi ad asciugare nel Tempio della
Capitale e gli ebrei romani riuniti con il rav Toaff per organizzare
gli aiuti.
Ma anche i giovani fiorentini e israeliani impegnati nel salvataggio
della biblioteca, dei documenti, dei contratti matrimoniali.
Una giornata davvero intensa quella di domenica, seguita dall’assemblea
degli associati all’Opera e dall’approvazione del bilancio, del
programma per l’Italia e per l’estero sino a un piano di finanziamenti
per la tutela dei beni culturali ebraici di Firenze, Siena e Monte San
Savino e del loro patrimonio storico e librario.
Renzo Funaro, Opera del Tempio Ebraico di Firenze
|
Dipende da noi
|
E
poi, qualcuno lo fa veramente. Prende pistola e coltello e ammazza Jo
Cox, una donna, una madre, una dirigente politica. Una persona da
sempre impegnata – in Gran Bretagna – per la causa degli esseri umani
più deboli e indifesi. Chi afferra la pistola è sempre l’anello debole
della catena, quello più disposto a spezzarsi. Eppure, non è
inesorabile che l’anello ceda: dipende anche da noi, da quella frase
pronunciata senza pensarci, dal post su Facebook pieno di rabbia, da
quando per strada ci siamo voltati dall’altra parte, dal politico che
incita all’odio per raggranellare qualche voto…
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
Leggi
|
|
|