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 21 giugno 2016 - 15  Sivan 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Il rito della Sotah, la donna sospetta di adulterio, seppur ampiamente descritto nella Torah (Bemidbàr, 5; 11- 31) e molto approfondito in un trattato del Talmùd interamente dedicato, sembra non essere mai stato applicato. Si tratta comunque di una cerimonia molto umiliante provocata da un marito geloso, ma anche di un caso unico in cui una persona si trova nella presunzione di colpevolezza fintanto che non venga dimostrato il contrario mediante un miracolo divino. Quale è il senso di questo inquietante rituale? Alcuni commentatori, tra cui Ovadia Sforno, evidenziano come il sospetto e la circospezione, e non solo nel matrimonio, possano portare a situazioni degradanti e distruttive. In molti casi colui che sospetta non ne esce molto meglio di colui che è sospettato. Per prevenire situazioni così devastanti, come quella della Sotah, non resta che parlarsi per rompere il muro della diffidenza.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Ho letto con sorpreso interesse le considerazioni di Davide Romanin Jacur sulle piccole e medie comunità. Su un punto almeno sono in totale disaccordo con lui ed è quello in cui sostiene che, in Consiglio UCEI, “gli otto rappresentanti [delle piccole comunità costrette a esprimere nel loro insieme solo quattro voti] si sono comportati civilmente, sempre concordando come esprimersi”. La prospettiva mi sembra un po’ troppo angolata. La verità, quella vera, e nocciolo della questione è invece che chi ha proposto e chi ha favorito a suo tempo quella formula ha costretto le piccole comunità a rinunciare a quattro voti e a quattro rappresentanti, producendo uno squilibrio fondato sul peso della forza numerica anziché su quello degli istituti comunitari rappresentati. Come dire: il criterio dei muscoli contro quello delle idee. Ormai è andata così. Ma almeno non raccontiamo ai nostri iscritti favole consolatrici.
 
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La strage al telefono
Diffuse dalle autorità le trascrizioni parziali dei contatti intercorsi tra la polizia e il terrorista islamico autore della strage al locale gay di Orlando. La decisione ha innescato alcune polemiche. “Nel testo fornito ai media – spiega infatti Guido Olimpio (Corriere) – sono stati tolti i riferimenti allo Stato Islamico e al suo leader perché ‘non si voleva fare il gioco del terroristi’. Una scelta contestata da altri, compresi alcuni esponenti repubblicana, che l’hanno considerata una censura inutile e ‘politica’ visto che è evidente a cosa si riferisse l’assassino”.
“Sarò rappresentante di tutti i cittadini che mi hanno eletta e non solo dei musulmani. Mi dedicherò alla tutela di tutte le minoranze, con uno sguardo alla pluralità della città”. Così Sumaya Abdel Qader, 38 anni, neo consigliera comunale a Milano con il centrosinistra. Una scelta che continua a far discuter per le posizioni di odio anti-israeliano del Caim, il coordinamento islamico di cui fa parte. A proposito del ben noto dibattito sulla moschea, Sumaya racconta a Repubblica Milano: “Il tema dei luoghi di culto riguarda tutti i cittadini, non solo i musulmani, e io non rappresenterò solo loro. Quindi se ci sono minoranze religiose, a tutte dovremo garantire luoghi per la preghiera”.
 
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  davar
oggi la proclamazione ufficiale
Consiglio UCEI, gli eletti

La Commissione elettorale centrale dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, composta dal segretario generale UCEI Gloria Arbib, dal segretario generale della Comunità di Roma Emanuele Di Porto e dal segretario generale della Comunità di Milano Alfonso Sassun, ha proclamato i nomi dei Consiglieri in carica per i prossimi quattro anni in seguito ai risultati determinati dalle designazioni dei Consigli comunitari e dalle consultazioni elettorali svoltesi nella giornata di domenica.
Venti i Consiglieri che spettano alla Comunità di Roma, dove gli elettori erano chiamati a scegliere tra quattro formazioni con voto su liste bloccate e dove l’affluenza è stata del 24,7 % degli aventi diritto (nel 2012, ultima consultazione UCEI; erano stati il 19,1%).
Otto i seggi assegnati alla lista Kol Israel (38,2% delle preferenze), cinque a testa invece per Menorah (27,5%) e Binah (23,2%), due per Israele siamo noi (11%).
Oltre alla capolista Ruth Dureghello, Kol Israel porta in Consiglio Gianni Ascarelli, Settimio Di Porto, Raffaele Sassun, Claudio Moscati, Franca Formiggini Anav, Gianluca Pontecorvo e Angelo Sed.
Oltre alla capolista Noemi Di Segni, Binah porta in Consiglio Sabrina Coen, Jacqueline Fellus, Davide Jona Falco e Saul Meghnagi.
Oltre alla capolista Livia Ottolenghi, Menorah porta in Consiglio Guido Coen, David Meghnagi, Hamos Guetta e Victor Magiar.
Israele siamo noi porta infine Marco Sed e Giacomo Moscati.
Dieci i Consiglieri attribuiti alla Comunità di Milano, dove gli elettori potevano scegliere liberamente i nomi dei candidati incrociando le preferenze anche fra candidati di liste diverse e dove l’affluenza è stata del 31,5%, in calo rispetto al dato del 2012 (33,6%).
Sei i seggi che sono andati alla lista Wellcommunity per Israele, due a testa invece per Comunità Aperta e Milano per l’Unione – l’Unione per Milano.
Wellcommunity per Israele, oltre che dal capolista Raffaele Besso, sarà rappresentata da Sara Modena, Dalia Gubbay, Guido Ascer Guetta, Raffaele Turiel e Guido Osimo.
Comunità aperta dal capolista Cobi Benatoff e da Joyce Bigio.
Milano per l’Unione – l’Unione per Milano da Milo Hasbani e Giorgio Mortara.
Le tre Comunità dove si andava al voto tra più candidati (Firenze, Livorno e Trieste) hanno espresso ciascuna il loro rappresentante. Nell’ordine, entrano in Consiglio Sara Cividalli, Vittorio Mosseri e Mauro Tabor.
Le 16 Comunità dove la designazione è stata decretata dal Consiglio locale hanno espresso i seguenti nominativi: Manfredo Coen (Ancona), David Menasci (Bologna), Elio Carmi (Casale Monferrato), Andrea Pesaro (Ferrara), Angiolo Chicco Veroli (Genova), Licia Vitali (Mantova), Elisabetta Rossi Innerhofer (Merano), Arturo Bemporad (Modena), Sandro Temin (Napoli), Davide Romanin Jacur (Padova), Giorgio Giavarini (Parma), Arsenio Veicsteinas (Pisa), Giulio Disegni (Torino), Sandra Levis (Venezia), Rossella Bottini Treves (Vercelli) e Roberto Israel (Verona).
Rav Alfonso Arbib, rav Ariel Di Porto, rav Giuseppe Momigliano, rav Elia Richetti, rav Alberto Somekh: questi i cinque nominativi scelti dall’Assemblea dei Rabbini d’Italia, tra i quali il Consiglio UCEI designerà i tre rappresentanti che faranno parte della Consulta Rabbinica.

(Nell’immagine un momento dei lavori della commissione)
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DI FRONTE AL voto delle amministrative
L'Italia ebraica e i nuovi sindaci Progetti, certezze, incognite
Roma, Milano, Torino, Napoli, Trieste, Bologna. I risultati delle elezioni amministrative nella grandi città fanno discutere e suscitano molte reazioni anche nel mondo ebraico. Ciascuna Comunità ebraica ha scelto la propria strada per il primo confronto con la notizia dell’elezione dei sindaci delle rispettive città: c’è chi ha affidato il proprio messaggio ai social network già in nottata e una volta chiaro il risultato, chi ha inviato la mattina successiva un telegramma ufficiale ai neosindaci.
“Complimenti a Virginio Raggi. Da parte degli ebrei romani le auguro buon lavoro e buona fortuna per il lavoro che l’aspetta”. Il messaggio che la presidente della Comunità capitolina Ruth Dureghello ha inviato alla esponente grillina, prima donna sindaco di Roma. Un augurio affidato ai social network e diffuso la notte stessa degli scrutini, a pochi minuti dall’apertura delle urne, quando già appariva chiara la scelta dei romani per il Campidoglio.
A Milano il messaggio al neosindaco di centrosinistra Giuseppe Sala è stato invece inviato in queste ore a firma dei due presidenti della Comunità ebraica Raffaele Besso e Milo Hasbani. Un testo fatto recapitare direttamente a Palazzo Marino in cui si augura all’amministrazione guidata da Sala buon lavoro, sottolineando l’ottimo rapporto coltivato in questi anni con il Comune. “Non è un caso allora che il Comune di Milano sia stato il patrocinatore del recente festival Jewish in The City, che si è tenuto alla fine di maggio per festeggiare i 150 anni della Comunità ebraica di Milano. Siamo certi che questa relazione continuerà – si legge nel testo del messaggio firmato da Besso e Hasbani – e, in questo spirito, ecco il primo invito ufficiale che ci fa piacere portare alla Sua attenzione”. Ovvero la partecipazione all’evento di apertura, alla Sinagoga Centrale, della Giornata europea della cultura ebraica, che si terrà domenica 18 settembre e di cui Milano sarà città capofila per l’Italia.
I due presidente, parlando con Pagine Ebraiche, hanno auspicato che si crei una fruttuosa collaborazione con Palazzo Marino, esprimendo però anche la propria perplessità e preoccupazione in merito all’elezione di Sumaya Abdel Qader, definita da alcuni quotidiani come vicina ai Fratelli musulmani e i cui famigliari in passato hanno attaccato in modo violento Israele attraverso i social network. “Abbiamo incontrato Sumaya prima del voto di domenica – hanno spiegato i presidenti Besso e Hasbani – e lei ha espresso la sua amicizia per la Comunità ebraica e ha dichiarato di essere lontana da ogni fondamentalismo. Noi auspichiamo sia vero ma non bastano le parole, servono i fatti. Sala inoltre, incontrando la Comunità, ha promesso di vigilare sui comportamenti del consigliere Abdel Qader e auspichiamo sia così”.
A Torino, nella mattinata successiva alle elezioni, a risultato acquisito, la Comunità ebraica e il suo presidente Dario Disegni hanno inviato due messaggi istituzionali, uno diretto al nuovo sindaco della città Chiara Appendino, del Movimento Cinque Stelle, e uno al sindaco uscente Piero Fassino, del centrosinistra. “A nome della Comunità ebraica di Torino e mio personale Le invio vivissime congratulazioni per la Sua elezione e i‎ migliori auguri di buon lavoro per il bene della nostra Città”, il testo del telegramma mandato a Palazzo di Città in via ufficiale dalla segreteria della Comunità torinese a nome del presidente Disegni. Gratitudine per il lavoro svolto “con grande lungimiranza, passione civile e competenza nei cinque anni del suo mandato” il cuore del messaggio invece inviato a Fassino dal presidente a nome della Comunità.
“Come da prassi, abbiamo inviato un telegramma sintetico in cui mandiamo al sindaco Luigi De Magistris i nostri auguri di buon lavoro”, spiega la presidente della Comunità ebraica di Napoli Lydia Schapirer, parlando del messaggio inviato all’indomani del voto a De Magistris, confermato sindaco della città partenopea. I rapporti con il primo cittadino, noto tra le altre cose le sue posizioni filopalestinesi, “sono molto molto formali”, sottolinea Lydia Schapirer mentre ottimi sono stati i rapporti con altri rappresentati delle istituzioni cittadine, in particolare con Nino Daniele, assessore alla Cultura e Turismo nella precedente amministrazione De Magistris. “Daniele si è sempre dimostrato vicino alla Comunità e quando gli era possibile era presente ai nostri eventi”, sottolinea Schapirer .
“I rapporti con il nuovo sindaco di Trieste saranno certamente ottimi, non vedo nessuna preclusione. Nei prossimi giorni gli invieremo il nostro messaggio in termini di saluto e di augurio di buon lavoro”, spiega il presidente della Comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonichio in merito alla rielezione domenica di Roberto Di Piazza, al suo terzo mandato alla guida della città. Di Piazza, centrodestra, ha battuto il sindaco uscente di centrosinistra Roberto Cosolini. “Con la giunta di Cosolini e con le istituzioni cittadine abbiamo sempre avuto un buon rapporto, di rispetto reciproco. Organizzeremo un incontro più avanti con Di Piazza, per ora non è ancora il momento visto che si è appena insediato. Su queste questioni preferiamo mantenere un profilo riservato”, sottolinea Salonichio. Un atteggiamento tenuto anche rispetto al messaggio di augurio di buon lavoro: “Non l’abbiamo inviato subito perché ieri per il nuovo sindaco era ancora un giorno di festeggiamenti, come è normale che sia. Noi abbiamo ritenuto opportuno aspettare, anche perché non accavallarci agli altri messaggi che gli sono stati inviati”.
Si dice “soddisfatto, molto felice” il presidente della Comunità ebraica bolognese Daniele De Paz per l’esito del voto nella città delle due torri, dove è stato confermato sindaco l’esponente del centrosinistra Virginio Merola, opposto al ballottaggio alla candidata leghista Lucia Borgonzoni. “Il lavoro svolto assieme nel passato è stato decisamente positivo, con tanti progetti e tante iniziative sinergiche tra Comunità e amministrazione cittadina. Altre ancora verranno, è importante quindi che ci sia una continuità” conclude De Paz.


Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
qui firenze - 1966/2016
L'alluvione e i volti di chi aiutò
L’incontro annuale dell’Opera del Tempio Ebraico di Firenze, svoltosi domenica, si è rivelata un’occasione emozionante per rivedere i volti di chi, 50 anni fa, soccorse la Comunità colpita dall’alluvione.
Aperta sia ai soci che ad esterni, tra cui molti storici, docenti e cultori dei beni ebraici, la riunione ha aperto una prospettiva sul ricco programma di attività che si svolgerà in città in autunno, nei giorni dell’anniversario.
È stata un’emozione vedere e rivivere, per gli oltre cento presenti in sala, le ore drammatiche del ’66. I telegiornali, le cronache della Rai, un bel film documentario della città sommersa, presentati da Paolo Fantacci. Per arrivare alla sinagoga, alle fotografie del Tempio e dei libri danneggiati dal fango. I nostri rabbini Toaff, Belgrado e Sciunnach in soccorso ai fratelli fiorentini assieme a tanti ebrei romani.
E ancora, i rotoli della legge stesi ad asciugare nel Tempio della Capitale e gli ebrei romani riuniti con il rav Toaff per organizzare gli aiuti.
Ma anche i giovani fiorentini e israeliani impegnati nel salvataggio della biblioteca, dei documenti, dei contratti matrimoniali.
Una giornata davvero intensa quella di domenica, seguita dall’assemblea degli associati all’Opera e dall’approvazione del bilancio, del programma per l’Italia e per l’estero sino a un piano di finanziamenti per la tutela dei beni culturali ebraici di Firenze, Siena e Monte San Savino e del loro patrimonio storico e librario.

Renzo Funaro, Opera del Tempio Ebraico di Firenze
qui roma - OSPEDALE FATEBENEFRATELLI
Aprì le porte nei giorni bui

Da oggi è "una casa di vita"
Da oggi l’ospedale Fatebenefratelli di Roma è una “casa di vita”. Questo il titolo conferito dalla Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg in memoria del salvataggio di ebrei durante le persecuzioni naziste che fu compiuto al suo interno. A patrocinare l’evento, svoltosi questa mattina alla Sala Assunta dell’ospedale, la Comunità ebraica di Roma e la Fondazione Museo della Shoah. I cui presidenti Ruth Dureghello e Mario Venezia hanno portato i loro saluti insieme alla vicepresidente della Fondazione Wallenberg per l’Europa Silvia Costantini e il suo rappresentante Jesùs Colina, il vicepresidente Operativo dell’ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina Fra Giampietro Luzzato, il direttore generale Marco Longo, il direttore allo Sviluppo Paolo Verdicchio e il ministro consigliere dell’ambasciata israeliana a Roma Rafael Erdreich. Presenti anche due delle persone sopravvissute grazie al rifugio offerto presso l’ospedale, Gabriele Sonnino e Luciana Tedesco, che hanno svelato la targa in un cortile dell’ospedale insieme a Luzzatto.
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pilpul
Dipende da noi
E poi, qualcuno lo fa veramente. Prende pistola e coltello e ammazza Jo Cox, una donna, una madre, una dirigente politica. Una persona da sempre impegnata – in Gran Bretagna – per la causa degli esseri umani più deboli e indifesi. Chi afferra la pistola è sempre l’anello debole della catena, quello più disposto a spezzarsi. Eppure, non è inesorabile che l’anello ceda: dipende anche da noi, da quella frase pronunciata senza pensarci, dal post su Facebook pieno di rabbia, da quando per strada ci siamo voltati dall’altra parte, dal politico che incita all’odio per raggranellare qualche voto…

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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