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15 luglio 2016 -  9 Tammuz 5776
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Ieri a Palermo in via Della Libertà angolo Tommaso Gargallo è stato posto un segno indelebile in ricordo dei cento anni della nascita di Natalia (Levi) Ginzburg, palermitana di nascita e crescita per tre anni.
Mi veniva in mente, mentre si scopriva la lapide, il versetto del Levitico, 19, 24: "Quando sarete entrati nel paese e vi avrete piantato ogni sorta d’alberi fruttiferi, ne considererete i frutti come non idonei, per tre anni: saranno per voi come incirconcisi; non si dovranno mangiare."
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Quattromila like, 661 condivisioni, oltre 854 mila mi piace sulla sua pagina facebook. Il cittadino Luigi di Maio potrà anche essere antipatico, e le sue tesi sul futuro politico del conflitto mediorientale saranno pure ingenue e utopistiche, se non azzardate e serenamente partigiane, ma di certo la sua visita a capo di una delegazione M5S in Israele e nella futura Palestina non può esser solo oggetto di scherno. La narrazione, forzatamente sobria, che accompagna la sua visita, è piuttosto interessante.
Segue i canali istituzionali incontrando in ambasciata italiana a Tel Aviv esponenti dell’imprenditoria (start-up) e delle associazioni NGO che combattono per i diritti umanitari in Israele. Si reca poi a Yad Vashem e al cimitero dove sono ricordate le vittime israeliane del terrorismo. Quindi va a Hebron a far visita al contingente italiano, poi a Bethlehem dove incontra la sindaca e apprezza il modello di “convivenza” fra le tre comunità religiose (musulmani, cristiani ed ebrei). Ignoro cosa gli è stato mostrato e di cosa parli il suo collega Manlio Di Stefano, ma parlare di “convivenza modello” da quelle parti è per lo meno problematico: è proprio sul nodo della convivenza che si gioca la trattativa politica interrotta. Comunque, prosegue la sua visita e incontra altri gruppi misti arabo-ebraici che manifestano legittimamente contro l’occupazione in maniera pacifica. Quindi va a incontrare lo scrittore Etgar Keret per sentire il polso degli intellettuali ebrei, e ne esce un godibile articolo di quest’ultimo sul Corriere del 10 luglio.
 
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Nizza, terrore jihadista
La Francia, l’Europa, il mondo libero e democratico colpiti ancora una volta dal terrorismo islamico. “La Francia è afflitta, colpita da questa nuova tragedia. Ma la Francia è più forte dei suoi nemici. Non ci fermeremo mai nella nostra volontà di combattere il terrorismo” dichiara il presidente Francois Hollande nella notte del terribile attentato jihadista a Nizza.
Sale di ora in ora il bilancio delle vittime. Alle 8 di mattina, 84 i morti e molte centinaia i feriti.
Tra i grandi quotidiani, il Corriere della sera realizza l’approfondimento più ampio: una decina di pagine con cronache, testimonianze, analisi.
Scrive il direttore de La Stampa Maurizio Molinari: “I jihadisti conoscono il calendario e l’identità del Paese che colpiscono e li usano come strumento per diffondere il terrore al fine di ‘farvi temere la morte anche quando dormite’ come aveva promesso Abu Bakr al-Baghdadi, il Califfo dello Stato Islamico (Isis). Lo strumento dell’assalto è un camion lanciato ad alta velocità contro la folla inerme: un metodo già testato più volte da singoli jihadisti in località minori della Francia nonché emulazione di una delle tattiche dei jihadisti della ‘Car Intifada’ contro Israele”.
Vertice sulla sicurezza nella notte a Parigi, cui ha partecipato anche il presidente Hollande. Nel suo consueto discorso del 14 luglio, lo stesso aveva accennato alla possibilità di revocare lo stato d’emergenza dichiarato dopo la strage di novembre. “Scadeva il prossimo 26 luglio – scrive il Corriere – e davvero sembrava che non ce ne fosse più bisogno”.
Di fronte alla recrudescenza della minaccia terroristica il Viminale ha intanto rafforzato le misure per la tutela degli obiettivi sensibili, intensificando lo scambio di informazioni con le altre forze di polizia europee. “La decisione – si legge sul Corriere – è stata presa nel corso di una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica con i vertici delle forze dell’ordine, i Servizi e lo Stato Maggiore della Difesa. Il vertice è stato presieduto dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, che per stamattina ha convocato il Comitato di analisi strategica antiterrorismo”. Nonostante non ci siano pericoli specifici per l’Italia, viene spiegato, i ‘warning’ sono continui. Il rischio maggiore è rappresentato dal rientro in questi giorni di foreign fighters dai teatri di guerra della Siria e dell’Iraq”.
“La Francia ora ha due possibilità: o rimette in moto con decisione il processo di integrazione delle seconde e terze generazioni di immigrati; oppure non resta che il modello Israele, un Paese democratico dove però popoli di diversa origine vivono in modo separato”. Così il politologo Ian Bremmer in una intervista.

La presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni dichiara:
“Ancora una volta terroristi islamici colpiscono il cuore della nostra Europa, le sue conquiste culturali, i suoi valori. Sono immagini terribili quelle che arrivano da Nizza, che è oggi la città di tutti i cittadini del mondo libero e democratico. Piangiamo le vittime di questa orrenda strage, avvenuta non a caso nel momento di massima celebrazione di quei valori universali per cui anche molte generazioni ebraiche hanno con dolore combattuto. Ma non rinunciamo a vivere la nostra quotidianità come qualsiasi altro giorno. Noi siamo più forti di chi semina qualsiasi forma di odio e di chi, quelle conquiste, le vorrebbe distruggere con la violenza, con la barbarie, con il lucido assassinio di vittime innocenti. Ancora una volta lo dimostreremo restando uniti e combattendo per un futuro migliore. È però fondamentale una reale presa di coscienza del pericolo. Una minaccia che da tempo colpisce Israele e che nelle stesse dinamiche viene oggi replicata in Europa. Governi, istituzioni, comuni cittadini: è il momento di reagire in modo lucido e compatto.
Alle vittime, ai loro familiari, ai feriti, il forte abbraccio di tutti gli ebrei italiani”

Oggi all’interno dell’Ambasciata d’Italia a Tunisi, sarà inaugurato il primo Giardino dei Giusti in un Paese arabo, grazie alla collaborazione tra Gariwo e il Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. “Un’iniziativa importante”, scrive Anna Foa sull’Osservatore Romano, perché “apre un solco, nel mondo musulmano, fra coloro che vogliono vivere in pace con i non musulmani e gli estremisti sostenitori della guerra contro gli infedeli, dei massacri, del califfato”.
 
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  davar
orrore a nizza - i presidenti ucei e ari
"Europa e terrorismo islamico,
è il momento di aprire gli occhi"

"Ancora una volta terroristi islamici colpiscono il cuore della nostra Europa, le sue conquiste culturali, i suoi valori. Sono immagini terribili quelle che arrivano da Nizza, che è oggi la città di tutti i cittadini del mondo libero e democratico. Piangiamo le vittime di questa orrenda strage, avvenuta non a caso nel momento di massima celebrazione di quei valori universali per cui anche molte generazioni ebraiche hanno con dolore combattuto. Ma non rinunciamo a vivere la nostra quotidianità come qualsiasi altro giorno”.
Così in una nota la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
“Noi siamo più forti di chi semina qualsiasi forma di odio e di chi, quelle conquiste, le vorrebbe distruggere con la violenza, con la barbarie, con il lucido assassinio di vittime innocenti. Ancora una volta lo dimostreremo restando uniti e combattendo per un futuro migliore. È però fondamentale una reale presa di coscienza del pericolo. Una minaccia che da tempo colpisce Israele e che nelle stesse dinamiche viene oggi replicata in Europa. Governi, istituzioni, comuni cittadini – sottolinea Di Segni – è il momento di reagire in modo lucido e compatto.
Alle vittime, ai loro familiari, ai feriti, “il forte abbraccio di tutti gli ebrei italiani”
Interviene con una nota anche l’Assemblea rabbinica italiana. “L’Ari – si legge – esprime il suo dolore e il suo sgomento davanti al terribile attentato islamico che ha colpito Nizza. Purtroppo l’ultimo di una serie di attentati che hanno colpito l’Europa, gli Stati Uniti, Israele.
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orrore a nizza - livelli di guardia
Israele lo sa
Si parla molto in queste ore, e giustamente, del modello Israele. Avanguardia tecnologica, nervi saldi, investimenti, preparazione, raccolta professionale delle informazioni. Certo la sicurezza non è un gioco, e non può essere affidata ai dilettanti. Israele lo sa. E ora che appare sempre più chiaro come lo Stato ebraico non sia un altro pianeta, da guardare a distanza e magari talvolta con un imbarazzato fastidio, ma solo l’avamposto di tutto quello che ci è caro, il presidio dei valori di convivenza e di democrazia che accomunano tutti i cittadini di buona volontà, molte cose possono cambiare.
La logica mostruosa del massacro di Nizza è precisamente la stessa che troppe volte ha visto prendere di mira, con il coltello o con autoveicoli trasformati in strumenti di distruzione di massa, civili israeliani inermi che attendevano l’autobus per tornare a casa o che passavano per strada.
Israele lo sa. E ora, chi può ancora fingere di non saperlo? Perché le preoccupazioni e i valori degli ebrei in Israele e nel mondo sono precisamente le stesse e gli attacchi a Israele e al mondo ebraico sono gli stessi rivolti infine anche a tutta la popolazione civile del mondo progredito.
Ma non basta evocare il modello Israele. Bisogna anche conoscerlo, comprenderlo nel suo vero significato. Perché, al di là delle interpretazioni di comodo, Israele non è solo dolorosamente e necessariamente forte in sicurezza. È soprattutto forte in tutto quello che i terroristi, ora accaniti contro la Francia, ci vogliono rubare. L’amore per la vita, per la libera espressione e per la libera stampa, per la tolleranza nei confronti delle altrui opinioni, la gioia di stare insieme, il gusto di ridere, di fare due passi lungo la riva del mare, di portare all’aria aperta i nostri figli, di prendere un gelato, di stare bene assieme, di ammirare le pirotecniche scintille di luce nel buio, di cantare la Marsigliese e gli altri canti che significano fratellanza, pace e pari diritti.
Per questo, certo, “Allons enfants”. E per questo, certo, “Aux armes citoyens”.
E anche molta attenzione a non lasciarci suggestionare, perché chi semina morte lungo la sua folle strada non agisce a caso, lavora per conto di chi vorrebbe attuare un progetto ben definito. La predominanza dei movimenti xenofobi e populisti che manderebbe l’Europa in frantumi e ruberebbe ogni speranza di futuro alla nostra gioventù. L’evocazione di una nostra reazione di chiusura, della paura di essere, di esistere così come ci sentiamo di esistere, del piacere di stare assieme.
Se questi sentimenti dovessero retrocedere, se cedessimo alla paura, al pregiudizio e alla paranoia, allora nessuna tecnologia, nessun servizio di sicurezza potrebbe salvarci. E la nostra guerra alla barbarie che pretende di trasformarci, sarebbe già perduta.
Israele lo sa. È per questo che dopo sette decenni senza pace risplende ancora incessantemente fra le democrazie. Ora cerchiamo di non dimenticarcene neanche noi.

gv

(nell’immagine: Nizza 14 luglio 2016, il lungomare visto dal grande vignettista israeliano Michel Kichka)
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orrore a nizza - le reazioni del mondo ebraico
"Da Tel Aviv alla Francia, l'odio
non riuscirà a sconfiggerci. Mai"

Nonostante la vostra violenza e il vostro fanatismo, non riuscirete a minare i valori su cui si fonda la nostra democrazia. A ribadirlo, ognuno con le proprie parole, i diversi esponenti del mondo ebraico francese e internazionale intervenuti in queste ore per esprime il proprio cordoglio per l'attentato terroristico di matrice islamista che ha colpito Nizza. Alle vittime dell'attentatore – che a bordo di un camion si è lanciato ieri notte contro la folla sulla Promenade des Anglais, uccidendo 84 persone e ferendone un centinaio – si è rivolto il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia: “Condoglianze alle famiglie e ai parenti delle vittime colpite dal terrorismo a Nizza nella giornata di festa nazionale (il 14 luglio, data della presa della Bastiglia), colpite proprio mentre celebriamo i valori di uguaglianza, libertà e fraternità che ci stanno a cuore e che alcuni cercano di minare con la violenza e il fanatismo”. “Le mie preghiere e i miei pensieri sono con voi”, ha ribadito rav Korsia. Siamo inorriditi dal nuovo sanguinoso attentato che ha colpito Nizza, la dichiarazione del Conseil Représentatif des Institutions Juives de France (Crif), l'ente che rappresenta l'ebraismo francese. “Oggi più che mai la comunità nazionale deve essere unita e forte. La lotta al terrorismo – il messaggio del Crif – deve essere globale. I terroristi hanno gli stessi obiettivi a Parigi, Nizza, Bruxelles, Istanbul, Gerusalemme, Tel Aviv, e in tutto il mondo”.

(Nell'immagine, l'illustrazione del disegnatore di Le Monde Plantu dopo l'attentato terroristico a Nizza)
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orrore a nizza - le reazioni da gerusalemme
"Israele al fianco della Francia,
difendiamo insieme la libertà"

Da Gerusalemme mani tese verso la Francia, per un aiuto concreto contro il terrorismo. Appena saputo dell'attentato di matrice islamista a Nizza, il presidente d'Israele Reuven Rivlin ha inviato un messaggio di solidarietà al presidente francese Francois Hollande. “È con dolore e tristezza che devo ancora una volta scrivere ed esprimere le mie più sentite condoglianze e quelle di tutto il popolo di Israele, dopo l'orribile attacco terroristico a Nizza", il messaggio di Rivlin, che ha ribadito come “Israele sta con la Francia e il popolo israeliano è al fianco del popolo francese, spalla a spalla di fronte a questo terribile male, come dovrebbe accadere  per tutto il mondo libero. Dobbiamo lavorare uniti per prendere i terroristi, i loro sostenitori e finanziatori, ovunque si nascondano. Noi non  molleremo mai. Come ha detto lei, - le parole di Rivlin a Hollande - noi siamo più forti dei fanatici che cercano di farci del male”. Condanna per l'attentato e solidarietà anche nel messaggio del Primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha affermato che “Israele è pronta ad aiutare il governo francese a combattere questo male fino a che non verrà sconfitto”. Riguardo alla strage di Nizza (il bilancio delle vittime parla di 84 persone uccise e circa cento feriti, di cui la metà sarebbero gravi), Netanyahu ha sottolineato come “ci ricordi come il terrorismo possa colpire ovunque e quindi ovunque deve essere combattuto”.

(Nell'immagine la manifestazione di solidarietà per la Francia svoltasi a Tel Aviv dopo gli attentati a Parigi del novembre scorso)
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Nizza - la targa sulla PROMENADE DES ANGLAIS 
Angelo Donati, eroe di Francia
Nuovi nemici, gli stessi ideali

Celebre in tutto il mondo per essere una capitale della mondanità e del divertimento, la Promenade des Anglais è anche luogo di memoria e di consapevolezza storica. Fu in questa strada infatti che operò Angelo Donati, diplomatico modenese che si distinse per il salvataggio di molti correligionari ebrei nella parte di Francia occupata dagli italiani tra il 1942 e il 1943. Dallo scorso febbraio, davanti al civico 42 in cui visse nella mitica Promenade, una targa ne ricorda il fondamentale contributo in quell’epoca buia. “Angelo Donati fu un modello di coraggio, dignità e forza” ha affermato il sindaco di Nizza Christian Estrosi intervenendo in quelle ore nella sinagoga cittadina. Tre caratteristiche di cui l’Europa intera non potrà fare a meno se vorrà vincere la sua lotta contro nuovi terribili nemici.
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l'ambasciata italiana al fianco di gariwo
Il Giardino dei Giusti a Tunisi,
una risposta contro il terrore

"Dopo i fatti di Nizza l'inaugurazione a #Tunisi del primo Giardino dei Giusti contro il terrorismo è di grande significato", il messaggio affidato ai social network da Gabriele Nissim, presidente di Gariwo che in queste ore inaugura all’interno dell’Ambasciata d’Italia a Tunisi, il primo Giardino dei Giusti in un Paese arabo, grazie alla collaborazione tra Gariwo e il Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. A fianco di Nissim, l’ambasciatore Raimondo De Cardona e il presidente della Lega tunisina per i diritti umani e Nobel per la Pace 2015 Abdessatar ben Moussa. Insieme per ricordare cinque Giusti arabi e musulmani del passato e del nostro tempo che, a rischio della vita, hanno lottato contro la persecuzione, il terrorismo e per la difesa dei diritti umani.
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QUI ROMA - L'INIZIATIVa alla camera
"Dal 1946 fino ai giorni nostri,
ridiamo centralità alla donna”

Anche la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni tra le partecipanti all’inaugurazione della “Stanza delle donne” tenutasi nelle scorse ore all’interno della Camera dei deputati.
“Ogni donna deve adoperarsi a rimuovere gli ostacoli che ha incontrato nel proprio percorso in quanto donna. A noi istituzioni la responsabilità di tradurre il nostro impegno in azioni concrete a vantaggio delle donne” ha sottolineato la presidente della Camera Laura Boldrini inaugurando questo nuovo spazio, carico di molti significati simbolici.
Nella sala i ritratti delle 21 costituenti; delle prime dieci sindache elette nel corso delle elezioni amministrative del ’46; della prima presidente della Camera, Nilde Iotti; della prima ministra, Tina Anselmi; della prima presidente di Regione, Anna Nenna D’Antonio. Su una quarta parete tre specchi che indicano le tre cariche ancora mai ricoperte da una donna nel nostro Paese: presidente della Repubblica, presidente del Senato, presidente del Consiglio dei ministri.
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pilpul
Intolleranze alimentari
Non avrei mai immaginato di sentire la commessa di un banco di gastronomia premurarsi di avvertire che nella frittata ci sono le uova. Non mi ha sorpreso tanto la confusione, più che comprensibile, tra vegetariano e vegano, quanto lo scrupolo di chi non pretende di dare per scontato neppure che i clienti concordino sulla definizione comunemente accettata di “frittata”. In Italia fino a tempi relativamente recenti si faceva una fatica terribile a far accettare l’idea che qualcuno potesse essere vegetariano. Poi, come spesso accade nel nostro paese, si è passati abbastanza repentinamente da un estremo all’altro: oggi nessuno si sorprende se qualcuno chiede il pane senza grano o la frittata senza uova. Qualunque tipo di vincolo, restrizione, abitudine, ossessione, viene generalmente accettato e rispettato, che si tratti di ragioni etiche o di salute, di equilibrio psicofisico o di chili da perdere. Tutte le diete più bizzarre e le mode alimentari più strampalate hanno libera cittadinanza. Davvero tutte? 

Anna Segre, insegnante
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Scambi, rischi
"È assurdo pensare, come si fa in Occidente, che qui si possa mantenere a lungo un ghetto per i ricchi. Che i muri intorno all’Europa possano fermare gli affamati. La fame distrugge ogni muro. E gli affamati dell’Africa arriveranno da voi, nessuna legge che limiti l’immigrazione vi proteggerà. Qui sorgerà una nuova cultura, un po' europea, un po' asiatica, un po' araba e africana, frutto dell’immigrazione, che nessun cannone né confine fermerà. Nessuno ha mai vinto contro la gente affamata”. Con tali parole profetiche – riportate già su queste pagine - si espresse Marek Edelman, uno dei comandanti dell'insurrezione del ghetto di Varsavia del 1943, nel libro Il Guardiano. Egli è stata una delle personalità più significative del XX secolo, socialista democratico non subì mai l'illusione del comunismo sovietico, nel dopoguerra divenne uno strenuo oppositore del regime polacco, vicino alle posizioni di Solidarność, più volte giustificò la scelta di rimanere in Polonia “per sorvegliare le tombe del popolo ebraico”.

Francesco Moises Bassano
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Essere puri
Essere puri non significa essere immuni da colpe, errori o mancanze, ma vuol dire essere vicini alla vita, lontano dalla morte e dalle sue logiche contagiose. 



Ilana Bahbout

 



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