Jonathan Sacks, rabbino
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La
saggezza è gratuita, ma nonostante ciò è quanto di più costoso ci sia,
in quanto tendiamo ad acquisirla attraverso il fallimento o le
delusioni o il dolore. Ecco perché dobbiamo condividere la nostra
saggezza, in modo tale che gli altri non debbano pagare il prezzo che
abbiamo pagato noi.
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Davide
Assael,
ricercatore
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L'Indipendentro
riporta le condizioni di vita estreme in cui versano i migranti nei
centri d'accoglienza britannici. Accuse di torture e stupri anche
all'Australia. E tutto ciò permette ad un Erdogan qualunque di
riscattarsi con parole degne di un padrino.
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Infiltrati in luoghi sensibili
L’Italia contro il terrorismo
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“Il
servizio di controspionaggio tiene sotto controllo, attraverso
infiltrati, 1.300 luoghi considerati sensibili (erano poco meno di 300
un anno fa) sul fronte della minaccia terroristica islamista. Questo,
racconta Repubblica, quanto emerso nell’incontro tra i vertici della
sicurezza italiana per fare il quadro sulle strategie antiterrorismo.
Sotto controllo, “non più e non solo le moschee ufficiali, i luoghi di
culto clandestino, i ritrovi tradizionali delle comunità islamiche. Ma
le periferie delle grandi città, i mercati, la piccola criminalità, i
trafficanti di clandestini, i cambiavalute, i money transfer, gli
internet point”. E intanto dalle indagini emerge che il pachistano
espulso nelle scorse ore dall’Italia perché considerato legato
all’Isis, voleva colpire l’aeroporto di Orio Al Serio (Bergamo).
Intercettato da diversi mesi, racconta il Corriere, l’uomo aveva
dichiarato al telefono di voler colpire il terzo scalo italiano in cui
transitano più di 10 milioni di persone.
L’intervento americano in Libia e l’Italia. Se i prossimi raid Usa
partiranno da Sigonella o da Aviano”, crescerà il rischio terrorismo in
Italia. A scriverlo, Franco Venturini (Corriere) analizzando il recente
intervento in Libia degli Stati Uniti, che nelle scorse ore hanno
iniziato a bombardare alcune postazioni dell’Isis nel Paese. Secondo
Venturini, il rischio di questa azione (che dovrebbe durare un mese e
ha il beneplacito di diverse potenze europee) è di spaccare ancora di
più il paese. L’Italia intanto ha messo a disposizione le proprie basi
militari, spiega Repubblica, ed è pronta ad intervenire. Ma su questo
punto, sulla partecipazione italiana in azioni militari, Furio Colombo
dalle colonne del Fatto Quotidiano chiede al governo maggiore chiarezza
perché l’opinione pubblica possa capire l’entità dell’intervento.
Diari segreti di un feroce aguzzino. La tedesca Bild ha reso in parte
pubbliche le agende del capo delle SS e organizzatore della Shoah,
Heinrich Himmler, relative agli anni 1938, 1943 e 1944. Oltre mille
pagine da cui emerge, riporta La Stampa, da cui emerge il profilo di un
feroce e cinico aguzzino che nel corso del tempo aveva cercato di
estendere la sua influenza all’interno della Germania nazista,
incontrando più volte tra gli altri Mussolini. In questi scritti si fa
riferimento anche a un’ispezione voluta da Himmler delle camere a gas
del campo di sterminio di Sobibor, con 400 donne fatte arrivare apposta
per la dimostrazione.
Il “perdonismo” italiano per le donne di Salò. Si intitola Fasciste
d’Italia (Laterza) il libro della studiosa Cecilia Nubola, dedicato
alle donne che dopo l’8 settembre 1943 aderirono alla Repubblica di
Mussolini e che nel dopoguerra furono graziate dalla giustizia. Il
volume infatti risponde all’interrogativo, scrive Corrado Stajano sul
Corriere, su cosa sia “accaduto a quelle donne responsabili di efferati
delitti, stragi, torture, saccheggi, ignobili cacciatrici di ebrei,
spie dei compaesani della casa accanto, nei villaggi più che nelle
città, ladre, avide di soldi e di beni? Diventarono, neppure dieci anni
dopo, ma anche assai prima, vittime, perseguitate politiche e se la
cavarono a buon mercato”.
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l'ex presidente nella treccani
EnciclopediaItaliana entra l'UCEI Una voce per Renzo Gattegna
Tra le voci della celebre enciclopedia italiana Treccani
è stato di recente introdotto anche il nome dell'ex Presidente
dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Primo
leader dell'ebraismo contemporaneo ad entrare nell'enciclopedia
universale pubblicata per la prima volta nel 1929 e curata da Giovanni
Gentile, nella voce a lui dedicata si sottolinea come all'interno
dell'UCEI abbia “strenuamente propugnato il rispetto dei princìpi di
laicità dello Stato e di libertà e eguaglianza delle minoranze,
combattendo ogni forma di isolamento delle comunità ebraiche
all’interno delle società nazionali e rifuggendo estremismi e
ideologizzazioni dei valori religiosi”. Avvocato civilista classe 1939,
spiega la voce dell'enciclopedia italiana, Gattegna “ha ricoperto per
molti anni il ruolo di consigliere della Comunità ebraica di Roma,
occupandosi in particolare della formazione dei giovani, per poi essere
nominato nel 2002 consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane (UCEI, l’organismo che rappresenta gli ebrei presso
istituzioni e autorità italiane ed estere), carica che ha rivestito
fino al 2006, anno in cui ne è divenuto presidente, riconfermato nel
2012”. La Treccani, che nel corso di quasi un secolo di storia ha
annoverato tra i suoi collaboratori figure come Norberto Bobbio,
Arnaldo Momigliano, Bruno Zevi e Rita Levi-Montalcini, pubblica nella
sua versione online il testo integrale dell'ultima relazione dell'ex
Presidente Gattegna in sottolineava come “una netta distinzione tra
leggi civili e regole religiose, storicamente, si è sempre rivelata la
più forte garanzia per il rispetto dei principi di libertà ed
eguaglianza, soprattutto per le minoranze, in quanto nessuna ideologia
o religione può essere privilegiata o sfavorita”. Leggi
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gece 2016 - le parole della presidente ucei
"Una Giornata per conoscere
tutte le lingue dell'Ebraismo"
"Siamo
convinti che in un periodo storico estremamente complesso e difficile
quale è quello che stiamo vivendo, sia importante continuare a proporre
iniziative positive, che stimolino la costruzione di legami e ponti
all’interno di una società inclusiva e attenta ai diritti di tutti, nel
segno del rispetto di ogni componente del caleidoscopio culturale del
nostro tempo". Così la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Noemi Di Segni spiega l'importanza della Giornata europea
della Cultura Ebraica, che in Italia si terrà il prossimo 18 settembre
e vedrà Milano come città capofila. In tutto sono 74 le località
italiane che hanno aderito all'initizativa mentre 35 i paesi europei
che partecipano. Di seguito, il testo integrale dell'intervento della
presidente dell'Unione di presentazione dell'attesa Giornata.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica è nata diciassette anni fa
per favorire una conoscenza diretta della cultura e delle tradizioni
ebraiche, aprendo le porte di sinagoghe, musei e altri siti ebraici
sparsi ai quattro angoli del continente.
Tra appuntamenti artistici, musicali, enogastronomici e di
approfondimento, un’iniziativa che nasce nella convinzione che il primo
passo per abbattere il pregiudizio, qualsiasi pregiudizio, sia proprio
favorire cultura e conoscenza.
L’edizione 2016 coinvolgerà in Italia ben settantaquattro località, da
nord a sud alle isole, a testimoniare la capillare presenza degli ebrei
nella storia del nostro Paese, da oltre due millenni minoranza viva, in
grado di portare un positivo contributo alla società in termini di
valori e di contenuti.
Coordinate dall’Ucei, comunità ebraiche, enti locali, pro-loco e
associazioni del territorio, che ringraziamo per l’impegno profuso
nell’organizzazione di tante iniziative di qualità, daranno vita tutte
insieme, domenica 18 settembre, a un appuntamento di carattere
nazionale. Che vede partecipare ogni anno diverse decine di migliaia di
visitatori, e la presenza di rappresentanti delle istituzioni nazionali
e locali, cui va il nostro sentito apprezzamento per l’attenzione che
ogni anno riservano all’iniziativa.
Quest’anno, il tema scelto dall’Aepj (l’Associazione europea per la
preservazione e la promozione del patrimonio culturale ebraico), che
coordina l’evento a livello europeo, è di grande interesse: “Le lingue
ebraiche”. Un titolo che sembrerebbe una contraddizione in termini, ma
solo apparente.
Se gli ebrei hanno fondato la propria esistenza sulla Torah, fonte di
vita e sapere per l’ebraismo e riferimento per la cultura mondiale,
scritta nella lingua sacra, l’ebraico, gli ebrei sparsi nel mondo a
seguito delle diaspore hanno sviluppato una quantità di altre parlate e
dialetti, che hanno contribuito alla trasmissione della nostra cultura
di generazione in generazione.
Dallo Yiddish degli ebrei dell’est Europa al Judeo Espanol degli
abitanti e degli esuli da “Sefarad”, la Spagna, ai linguaggi delle
comunità ebraiche dei Paesi arabi, per continuare, in Italia, con gli
antichi e coloriti dialetti: il giudaico-romanesco, il “bagitto”
livornese, il giudaico-veneziano e il giudaico-piemontese, solo per
citare quelli ancora in uso. Ma lo stesso ebraico, come noto, è
protagonista, caso unico nella storia, di una vera e propria rinascita,
lingua antica che diventa idioma nazionale di uno Stato moderno,
Israele, grazie all’opera di Eliezer Ben Yehuda e dei primi pionieri
che ebbero l’intuizione di far rivivere lo spirito della Nazione anche
attraverso la lingua utilizzata dai propri abitanti.
Temi e spunti di riflessione e approfondimento, che daranno il “la” a
un gran numero di iniziative e proposte interessanti, che ci auguriamo
potranno essere seguite come tutti gli anni da un folto pubblico.
La Giornata si inaugurerà quest’anno a Milano, designata quale
“capofila” dell’iniziativa, nell’anno in cui si celebrano i
centocinquant’anni anni della Comunità e anche un altro importante
anniversario: i sessant’anni del Centro di Documentazione Ebraica
Contemporanea, punto di riferimento per tutti gli studiosi di storia
ebraica in Italia, il cui apporto culturale è stato e continua a essere
di grande rilievo.
Siamo convinti che in un periodo storico estremamente complesso e
difficile quale è quello che stiamo vivendo, sia importante continuare
a proporre iniziative positive, che stimolino la costruzione di legami
e ponti all’interno di una società inclusiva e attenta ai diritti di
tutti, nel segno del rispetto di ogni componente del caleidoscopio
culturale del nostro tempo.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica è una occasione per
condividere tale idea di mondo, in cui si possa convivere serenamente
nelle pur indispensabili e anzi feconde diversità, portatrici di un
valore aggiunto per tutti.
Noemi Di Segni,
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Leggi
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gece 2016 - il sito con le località e le iniziative
La Giornata della Cultura ebraica
e i programmi tutti da scoprire
Torna
il 18 settembre per la sua diciassettesima edizione la Giornata Europea
della Cultura Ebraica, con Milano Come città capofila, nell'anno del
centocinquantesimo anniversario dalla sua fondazione. Saranno
settantaquattro le località italiane che apriranno le loro porte per
far conoscere al pubblico storia, cultura, luoghi e tradizioni
dell'ebraismo. Centinaia gli eventi aperti e gratuiti previsti tra
visite guidate a sinagoghe, musei e quartieri ebraici, spettacoli,
mostre, concerti, spettacoli teatrali, degustazioni kasher e altri
appuntamenti culturali, con il tema comune di "Lingue e dialetti
ebraici". Sul sito www.giornatadellaculturaebraica.it è già possibile consultare tutti i programmi (clicca qui) completi e aggiornati, e in particolare della città capofila, Milano (clicca qui).
A coordinare l'evento in Italia è l’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, parte del network internazionale della European
Association for the Preservation and Promotion of Jewish Culture and
Heritage (AEPJ), al quale aderiscono quest’anno trentacinque Paesi
europei.
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l'appello criticato dall'ebraismo d'oltralpe
Francia, un Islam senza memoria
si scorda degli attacchi agli ebrei
"Noi,
francesi e musulmani, siamo pronti ad assumerci le nostre
responsabilità”. Titola così un testo firmato da una quarantina di
personalità francesi musulmane, facenti parte sia della società civile
che delle istituzioni, pubblicato domenica sul settimanale Journal du
Dimanche. Una presa di coscienza e un riconoscimento della matrice
islamica del terrorismo che nell’ultimo periodo ha tanto violentemente
colpito il paese. I firmatari citano gli attentati più recenti, da
Charlie Hebdo a Saint-Etienne-du-Rouvray, peccato però che non ci sia
nessun riferimento all’Hypercacher o all’attacco alla scuola ebraica di
Tolosa del 2012. Assenze pesanti, che non sono sfuggite al mondo
ebraico, che ha dovuto rispondere duramente ai firmatari dell’appello.
“Questa dimenticanza rappresenta un affronto alla memoria delle otto
vittime dei due attentati, che sono stati presi di mira dal terrorismo
in quanto ebrei”, ha fatto sapere il presidente del Conseil
Représentatif des Intitution Juives Francis Khalifat. “Ma al di là di
questo – ha proseguito – la memoria selettiva impedisce soprattutto di
comprendere tutte le dimensioni del terrorismo islamista con quali la
Francia deve confrontarsi oggi”.
Concorda il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia, il quale ha affermato
di aver parlato direttamente con alcuni dei firmatari per “renderli
partecipi della ferita mia e di tutta la comunità ebraica”.
(Nell’immagine, una delle manifestazioni svoltesi in Francia dopo gli
attentati a alla redazione di Charlie Hebdo e all'Hypercacher di Porte
de Vincennes) Leggi
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verso rio 2016
Sognando la maratona, Lonah
e la sua nuova vita israeliana
Quando
Lonah Chemtai è arrivata a Tel Aviv nel 2009 come ragazza au pair
dell’ambasciatore del suo paese, il Kenya, non avrebbe mai immaginato
che un giorno avrebbe rappresentato Israele ai Giochi olimpici. E
invece in queste ore sta facendo la valigia per Rio, dove parteciperà a
una delle più nobili delle gare, la maratona. Ma se il suo fisico
atletico e l’assistenza del suo allenatore nonché marito hanno reso la
preparazione per la gara un sogno che si è realizzato, meno in discesa
è stata la strada per la qualificazione da un punto di vista
burocratico. Perché anche se Lonah vive in Israele da vari anni ed è
sposata con un israeliano, non ha ottenuto la cittadinanza fino quasi
alla scadenza della presentazione della domanda di qualificazione
quest’estate. Il momento decisivo è stata la vittoria della maratona di
Tel Aviv e la sua apparizione in televisione, dopo le quali la sua
storia ha fatto il giro del paese attirando anche l’attenzione del
ministro dell’Interno Aryeh Deri, il quale ha fatto sì che le pratiche
fossero accelerate e approvate all’ultimo minuto, facendola
naturalizzare giusto in tempo per Rio. Leggi
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Ticketless - L'altro Mayflower
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Nell’epistolario
di Augusto Monti, appena pubblicato da ArabaFenice (Continuare per
cominciare. Lettere 1910-1966) sono comprese parecchie missive
indirizzate a Maria Vittoria e, soprattutto, Paola Malvano. Non si sono
conservate, ed è un peccato, quelle di Paola al suo “profe”, che
sarebbero state di estrema utilità per far luce sugli albori del
sionismo italiano. Insieme al marito, Paola farà la sua aliyah nel
1939, rimanendo sempre in affettuosa corrispondenza con il professore
del Liceo D’Azeglio. Uomo dell’Ottocento, Monti guardava al sionismo
con distacco affettuoso, senza pregiudizi, ma lo stile è
inconfondibile: “Dai Normanni ai Piemontesi, dal mille al mille
novecento, i migliori italiani sono sempre stati dei forestieri: se ora
anche voi”, scrive a Paola l’11 agosto 1932, “ve ne tornate, sia pure
in ispirito, donde siete venuti, chi ci resterà in questa povera
Italia? Gli Italiani? Ahi! Ahi!”.
Alberto Cavaglion
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RiMEIScolando - In Puglia
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È
proprio vero che sulle coste pugliesi si ritrova la stessa luce che
illumina la Terra di Israele. Gli ebrei che vi arrivavano da Sud
dovevano sentirci qualcosa di famigliare. Anche per questo il nostro
Sud, e in particolare questo Sud, è stata meta di passaggio, ma anche
di vera e propria vita ebraica. Quando ci si affaccia
improvvisamente sul lungomare di Trani si prova una suggestione
inconfondibile. Quella di essere a casa. La pietra chiara che divide il
blu del mare dal blu del cielo. La forza del sole. La limpidezza
dell’aria. Qui è impossibile non sentire forte, anche solo per la
presenza aperta del mare, una tensione verso mondi nuovi. E sempre qui
questa tensione si mescola al concetto ebraico di cambiare il mondo,
elevandolo, migliorandolo. Da questo lido mite è possibile immaginare
un orizzonte diverso.
Simonetta Della Seta, direttore Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah
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Periscopio - La tragicomica Anp
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Come
è già stato notato da diversi osservatori, la recente sortita
dell'Autorità palestinese, volta a chiedere alla Lega Araba di citare
in giudizio il Regno Unito, per i danni derivati alla Palestina dalla
Dichiarazione Balfour (di cui l'anno prossimo ricorre il centesimo
anniversario: com'è noto, è la lettera con cui il Governo di Sua Maestà
dichiarava il suo favore a un insediamento ebraico in quella parte del
mondo), è qualcosa di profondamente comico, e ci sarebbe da fare i
complimenti alla mente fantasiosa che ha partorito un'idea tanto
geniale. Ma è una comicità che ha il profumo dei soldi, e i soldi, si
sa, possono rendere seria qualsiasi cosa. Già immaginiamo i migliori
studi legali del mondo - non soltanto arabi - che si stanno agitando,
sperando di riuscire ad avere un mandato per questo processo del
secolo, la cui posta in gioco appare incommensurabile, così come le
relative parcelle. Il cliente è molto facoltoso, e saprà certamente
dimostrarsi adeguatamente generoso.
Francesco Lucrezi, storico
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