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3 agosto 2016 - 28 Tammuz 5776
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
La saggezza è gratuita, ma nonostante ciò è quanto di più costoso ci sia, in quanto tendiamo ad acquisirla attraverso il fallimento o le delusioni o il dolore. Ecco perché dobbiamo condividere la nostra saggezza, in modo tale che gli altri non debbano pagare il prezzo che abbiamo pagato noi.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
L'Indipendentro riporta le condizioni di vita estreme in cui versano i migranti nei centri d'accoglienza britannici. Accuse di torture e stupri anche all'Australia. E tutto ciò permette ad un Erdogan qualunque di riscattarsi con parole degne di un padrino.
 
Infiltrati in luoghi sensibili
L’Italia contro il terrorismo
“Il servizio di controspionaggio tiene sotto controllo, attraverso infiltrati, 1.300 luoghi considerati sensibili (erano poco meno di 300 un anno fa) sul fronte della minaccia terroristica islamista. Questo, racconta Repubblica, quanto emerso nell’incontro tra i vertici della sicurezza italiana per fare il quadro sulle strategie antiterrorismo. Sotto controllo, “non più e non solo le moschee ufficiali, i luoghi di culto clandestino, i ritrovi tradizionali delle comunità islamiche. Ma le periferie delle grandi città, i mercati, la piccola criminalità, i trafficanti di clandestini, i cambiavalute, i money transfer, gli internet point”. E intanto dalle indagini emerge che il pachistano espulso nelle scorse ore dall’Italia perché considerato legato all’Isis, voleva colpire l’aeroporto di Orio Al Serio (Bergamo). Intercettato da diversi mesi, racconta il Corriere, l’uomo aveva dichiarato al telefono di voler colpire il terzo scalo italiano in cui transitano più di 10 milioni di persone.

L’intervento americano in Libia e l’Italia. Se i prossimi raid Usa partiranno da Sigonella o da Aviano”, crescerà il rischio terrorismo in Italia. A scriverlo, Franco Venturini (Corriere) analizzando il recente intervento in Libia degli Stati Uniti, che nelle scorse ore hanno iniziato a bombardare alcune postazioni dell’Isis nel Paese. Secondo Venturini, il rischio di questa azione (che dovrebbe durare un mese e ha il beneplacito di diverse potenze europee) è di spaccare ancora di più il paese. L’Italia intanto ha messo a disposizione le proprie basi militari, spiega Repubblica, ed è pronta ad intervenire. Ma su questo punto, sulla partecipazione italiana in azioni militari, Furio Colombo dalle colonne del Fatto Quotidiano chiede al governo maggiore chiarezza perché l’opinione pubblica possa capire l’entità dell’intervento.

Diari segreti di un feroce aguzzino. La tedesca Bild ha reso in parte pubbliche le agende del capo delle SS e organizzatore della Shoah, Heinrich Himmler, relative agli anni 1938, 1943 e 1944. Oltre mille pagine da cui emerge, riporta La Stampa, da cui emerge il profilo di un feroce e cinico aguzzino che nel corso del tempo aveva cercato di estendere la sua influenza all’interno della Germania nazista, incontrando più volte tra gli altri Mussolini. In questi scritti si fa riferimento anche a un’ispezione voluta da Himmler delle camere a gas del campo di sterminio di Sobibor, con 400 donne fatte arrivare apposta per la dimostrazione.

Il “perdonismo” italiano per le donne di Salò. Si intitola Fasciste d’Italia (Laterza) il libro della studiosa Cecilia Nubola, dedicato alle donne che dopo l’8 settembre 1943 aderirono alla Repubblica di Mussolini e che nel dopoguerra furono graziate dalla giustizia. Il volume infatti risponde all’interrogativo, scrive Corrado Stajano sul Corriere, su cosa sia “accaduto a quelle donne responsabili di efferati delitti, stragi, torture, saccheggi, ignobili cacciatrici di ebrei, spie dei compaesani della casa accanto, nei villaggi più che nelle città, ladre, avide di soldi e di beni? Diventarono, neppure dieci anni dopo, ma anche assai prima, vittime, perseguitate politiche e se la cavarono a buon mercato”.
 
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  davar
l'ex presidente nella treccani
EnciclopediaItaliana entra l'UCEI Una voce per Renzo Gattegna
Tra le voci della celebre
enciclopedia italiana Treccani è stato di recente introdotto anche il nome dell'ex Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Primo leader dell'ebraismo contemporaneo ad entrare nell'enciclopedia universale pubblicata per la prima volta nel 1929 e curata da Giovanni Gentile, nella voce a lui dedicata si sottolinea come all'interno dell'UCEI abbia “strenuamente propugnato il rispetto dei princìpi di laicità dello Stato e di libertà e eguaglianza delle minoranze, combattendo ogni forma di isolamento delle comunità ebraiche all’interno delle società nazionali e rifuggendo estremismi e ideologizzazioni dei valori religiosi”. Avvocato civilista classe 1939, spiega la voce dell'enciclopedia italiana, Gattegna “ha ricoperto per molti anni il ruolo di consigliere della Comunità ebraica di Roma, occupandosi in particolare della formazione dei giovani, per poi essere nominato nel 2002 consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI, l’organismo che rappresenta gli ebrei presso istituzioni e autorità italiane ed estere), carica che ha rivestito fino al 2006, anno in cui ne è divenuto presidente, riconfermato nel 2012”. La Treccani, che nel corso di quasi un secolo di storia ha annoverato tra i suoi collaboratori figure come Norberto Bobbio, Arnaldo Momigliano, Bruno Zevi e Rita Levi-Montalcini, pubblica nella sua versione online il testo integrale dell'ultima relazione dell'ex Presidente Gattegna in sottolineava come “una netta distinzione tra leggi civili e regole religiose, storicamente, si è sempre rivelata la più forte garanzia per il rispetto dei principi di libertà ed eguaglianza, soprattutto per le minoranze, in quanto nessuna ideologia o religione può essere privilegiata o sfavorita”.
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gece 2016 - le parole della presidente ucei 
"Una Giornata per conoscere
tutte le lingue dell'Ebraismo"

"Siamo convinti che in un periodo storico estremamente complesso e difficile quale è quello che stiamo vivendo, sia importante continuare a proporre iniziative positive, che stimolino la costruzione di legami e ponti all’interno di una società inclusiva e attenta ai diritti di tutti, nel segno del rispetto di ogni componente del caleidoscopio culturale del nostro tempo". Così la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni spiega l'importanza della Giornata europea della Cultura Ebraica, che in Italia si terrà il prossimo 18 settembre e vedrà Milano come città capofila. In tutto sono 74 le località italiane che hanno aderito all'initizativa mentre 35 i paesi europei che partecipano. Di seguito, il testo integrale dell'intervento della presidente dell'Unione di presentazione dell'attesa Giornata.

La Giornata Europea della Cultura Ebraica è nata diciassette anni fa per favorire una conoscenza diretta della cultura e delle tradizioni ebraiche, aprendo le porte di sinagoghe, musei e altri siti ebraici sparsi ai quattro angoli del continente.
Tra appuntamenti artistici, musicali, enogastronomici e di approfondimento, un’iniziativa che nasce nella convinzione che il primo passo per abbattere il pregiudizio, qualsiasi pregiudizio, sia proprio favorire cultura e conoscenza.
L’edizione 2016 coinvolgerà in Italia ben settantaquattro località, da nord a sud alle isole, a testimoniare la capillare presenza degli ebrei nella storia del nostro Paese, da oltre due millenni minoranza viva, in grado di portare un positivo contributo alla società in termini di valori e di contenuti.
Coordinate dall’Ucei, comunità ebraiche, enti locali, pro-loco e associazioni del territorio, che ringraziamo per l’impegno profuso nell’organizzazione di tante iniziative di qualità, daranno vita tutte insieme, domenica 18 settembre, a un appuntamento di carattere nazionale. Che vede partecipare ogni anno diverse decine di migliaia di visitatori, e la presenza di rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, cui va il nostro sentito apprezzamento per l’attenzione che ogni anno riservano all’iniziativa.
Quest’anno, il tema scelto dall’Aepj (l’Associazione europea per la preservazione e la promozione del patrimonio culturale ebraico), che coordina l’evento a livello europeo, è di grande interesse: “Le lingue ebraiche”. Un titolo che sembrerebbe una contraddizione in termini, ma solo apparente.
Se gli ebrei hanno fondato la propria esistenza sulla Torah, fonte di vita e sapere per l’ebraismo e riferimento per la cultura mondiale, scritta nella lingua sacra, l’ebraico, gli ebrei sparsi nel mondo a seguito delle diaspore hanno sviluppato una quantità di altre parlate e dialetti, che hanno contribuito alla trasmissione della nostra cultura di generazione in generazione. 
Dallo Yiddish degli ebrei dell’est Europa al Judeo Espanol degli abitanti e degli esuli da “Sefarad”, la Spagna, ai linguaggi delle comunità ebraiche dei Paesi arabi, per continuare, in Italia, con gli antichi e coloriti dialetti: il giudaico-romanesco, il “bagitto” livornese, il giudaico-veneziano e il giudaico-piemontese, solo per citare quelli ancora in uso. Ma lo stesso ebraico, come noto, è protagonista, caso unico nella storia, di una vera e propria rinascita, lingua antica che diventa idioma nazionale di uno Stato moderno, Israele, grazie all’opera di Eliezer Ben Yehuda e dei primi pionieri che ebbero l’intuizione di far rivivere lo spirito della Nazione anche attraverso la lingua utilizzata dai propri abitanti.
Temi e spunti di riflessione e approfondimento, che daranno il “la” a un gran numero di iniziative e proposte interessanti, che ci auguriamo potranno essere seguite come tutti gli anni da un folto pubblico.
La Giornata si inaugurerà quest’anno a Milano, designata quale “capofila” dell’iniziativa, nell’anno in cui si celebrano i centocinquant’anni anni della Comunità e anche un altro importante anniversario: i sessant’anni del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, punto di riferimento per tutti gli studiosi di storia ebraica in Italia, il cui apporto culturale è stato e continua a essere di grande rilievo.
Siamo convinti che in un periodo storico estremamente complesso e difficile quale è quello che stiamo vivendo, sia importante continuare a proporre iniziative positive, che stimolino la costruzione di legami e ponti all’interno di una società inclusiva e attenta ai diritti di tutti, nel segno del rispetto di ogni componente del caleidoscopio culturale del nostro tempo.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica è una occasione per condividere tale idea di mondo, in cui si possa convivere serenamente nelle pur indispensabili e anzi feconde diversità, portatrici di un valore aggiunto per tutti.

Noemi Di Segni,
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

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gece 2016 - il sito con le località e le iniziative
La Giornata della Cultura ebraica
e i programmi tutti da scoprire 

Torna il 18 settembre per la sua diciassettesima edizione la Giornata Europea della Cultura Ebraica, con Milano Come città capofila, nell'anno del centocinquantesimo anniversario dalla sua fondazione. Saranno settantaquattro le località italiane che apriranno le loro porte per far conoscere al pubblico storia, cultura, luoghi e tradizioni dell'ebraismo. Centinaia gli eventi aperti e gratuiti previsti tra visite guidate a sinagoghe, musei e quartieri ebraici, spettacoli, mostre, concerti, spettacoli teatrali, degustazioni kasher e altri appuntamenti culturali, con il tema comune di "Lingue e dialetti ebraici". Sul sito www.giornatadellaculturaebraica.it è già possibile consultare tutti i programmi (clicca qui) completi e aggiornati, e in particolare della città capofila, Milano (clicca qui). A coordinare l'evento in Italia è l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, parte del network internazionale della  European Association for the Preservation and Promotion of Jewish Culture and Heritage (AEPJ), al quale aderiscono quest’anno trentacinque Paesi europei.
 

l'appello criticato dall'ebraismo d'oltralpe
Francia, un Islam senza memoria
si scorda degli attacchi agli ebrei

"Noi, francesi e musulmani, siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità”. Titola così un testo firmato da una quarantina di personalità francesi musulmane, facenti parte sia della società civile che delle istituzioni, pubblicato domenica sul settimanale Journal du Dimanche. Una presa di coscienza e un riconoscimento della matrice islamica del terrorismo che nell’ultimo periodo ha tanto violentemente colpito il paese. I firmatari citano gli attentati più recenti, da Charlie Hebdo a Saint-Etienne-du-Rouvray, peccato però che non ci sia nessun riferimento all’Hypercacher o all’attacco alla scuola ebraica di Tolosa del 2012. Assenze pesanti, che non sono sfuggite al mondo ebraico, che ha dovuto rispondere duramente ai firmatari dell’appello. “Questa dimenticanza rappresenta un affronto alla memoria delle otto vittime dei due attentati, che sono stati presi di mira dal terrorismo in quanto ebrei”, ha fatto sapere il presidente del Conseil Représentatif des Intitution Juives Francis Khalifat. “Ma al di là di questo – ha proseguito – la memoria selettiva impedisce soprattutto di comprendere tutte le dimensioni del terrorismo islamista con quali la Francia deve confrontarsi oggi”.
Concorda il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia, il quale ha affermato di aver parlato direttamente con alcuni dei firmatari per “renderli partecipi della ferita mia e di tutta la comunità ebraica”.

(Nell’immagine, una delle manifestazioni svoltesi in Francia dopo gli attentati a alla redazione di Charlie Hebdo e all'Hypercacher di Porte de Vincennes)
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verso rio 2016
Sognando la maratona, Lonah
e la sua nuova vita israeliana

Quando Lonah Chemtai è arrivata a Tel Aviv nel 2009 come ragazza au pair dell’ambasciatore del suo paese, il Kenya, non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe rappresentato Israele ai Giochi olimpici. E invece in queste ore sta facendo la valigia per Rio, dove parteciperà a una delle più nobili delle gare, la maratona. Ma se il suo fisico atletico e l’assistenza del suo allenatore nonché marito hanno reso la preparazione per la gara un sogno che si è realizzato, meno in discesa è stata la strada per la qualificazione da un punto di vista burocratico. Perché anche se Lonah vive in Israele da vari anni ed è sposata con un israeliano, non ha ottenuto la cittadinanza fino quasi alla scadenza della presentazione della domanda di qualificazione quest’estate. Il momento decisivo è stata la vittoria della maratona di Tel Aviv e la sua apparizione in televisione, dopo le quali la sua storia ha fatto il giro del paese attirando anche l’attenzione del ministro dell’Interno Aryeh Deri, il quale ha fatto sì che le pratiche fossero accelerate e approvate all’ultimo minuto, facendola naturalizzare giusto in tempo per Rio.
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pilpul
Ticketless - L'altro Mayflower
Nell’epistolario di Augusto Monti, appena pubblicato da ArabaFenice (Continuare per cominciare. Lettere 1910-1966) sono comprese parecchie missive indirizzate a Maria Vittoria e, soprattutto, Paola Malvano. Non si sono conservate, ed è un peccato, quelle di Paola al suo “profe”, che sarebbero state di estrema utilità per far luce sugli albori del sionismo italiano. Insieme al marito, Paola farà la sua aliyah nel 1939, rimanendo sempre in affettuosa corrispondenza con il professore del Liceo D’Azeglio. Uomo dell’Ottocento, Monti guardava al sionismo con distacco affettuoso, senza pregiudizi, ma lo stile è inconfondibile: “Dai Normanni ai Piemontesi, dal mille al mille novecento, i migliori italiani sono sempre stati dei forestieri: se ora anche voi”, scrive a Paola l’11 agosto 1932, “ve ne tornate, sia pure in ispirito, donde siete venuti, chi ci resterà in questa povera Italia? Gli Italiani? Ahi! Ahi!”.

Alberto Cavaglion
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RiMEIScolando - In Puglia
È proprio vero che sulle coste pugliesi si ritrova la stessa luce che illumina la Terra di Israele. Gli ebrei che vi arrivavano da Sud dovevano sentirci qualcosa di famigliare. Anche per questo il nostro Sud, e in particolare questo Sud, è stata meta di passaggio, ma anche di vera e propria vita ebraica.
Quando ci si affaccia improvvisamente sul lungomare di Trani si prova una suggestione inconfondibile. Quella di essere a casa. La pietra chiara che divide il blu del mare dal blu del cielo. La forza del sole. La limpidezza dell’aria.
Qui è impossibile non sentire forte, anche solo per la presenza aperta del mare, una tensione verso mondi nuovi. E sempre qui questa tensione si mescola al concetto ebraico di cambiare il mondo, elevandolo, migliorandolo. Da questo lido mite è possibile immaginare un orizzonte diverso. 


Simonetta Della Seta,
direttore Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah

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Periscopio - La tragicomica Anp
Come è già stato notato da diversi osservatori, la recente sortita dell'Autorità palestinese, volta a chiedere alla Lega Araba di citare in giudizio il Regno Unito, per i danni derivati alla Palestina dalla Dichiarazione Balfour (di cui l'anno prossimo ricorre il centesimo anniversario: com'è noto, è la lettera con cui il Governo di Sua Maestà dichiarava il suo favore a un insediamento ebraico in quella parte del mondo), è qualcosa di profondamente comico, e ci sarebbe da fare i complimenti alla mente fantasiosa che ha partorito un'idea tanto geniale. Ma è una comicità che ha il profumo dei soldi, e i soldi, si sa, possono rendere seria qualsiasi cosa. Già immaginiamo i migliori studi legali del mondo - non soltanto arabi - che si stanno agitando, sperando di riuscire ad avere un mandato per questo processo del secolo, la cui posta in gioco appare incommensurabile, così come le relative parcelle. Il cliente è molto facoltoso, e saprà certamente dimostrarsi adeguatamente generoso. 

Francesco Lucrezi, storico
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