Francia, un Islam senza memoria
si scorda degli attacchi agli ebrei

je suis “Noi, francesi e musulmani, siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità”. Titola così un testo firmato da una quarantina di personalità francesi musulmane, facenti parte sia della società civile che delle istituzioni, pubblicato domenica sul settimanale Journal du Dimanche. Una presa di coscienza e un riconoscimento della matrice islamica del terrorismo che nell’ultimo periodo ha tanto violentemente colpito il paese. I firmatari citano gli attentati più recenti, da Charlie Hebdo a Saint-Etienne-du-Rouvray, peccato però che non ci sia nessun riferimento all’Hypercacher o all’attacco alla scuola ebraica di Tolosa del 2012. Assenze pesanti, che non sono sfuggite al mondo ebraico, che ha dovuto rispondere duramente ai firmatari dell’appello. “Questa dimenticanza rappresenta un affronto alla memoria delle otto vittime dei due attentati, che sono stati presi di mira dal terrorismo in quanto ebrei”, ha fatto sapere il presidente del Conseil Représentatif des Intitution Juives Francis Khalifat. “Ma al di là di questo – ha proseguito – la memoria selettiva impedisce soprattutto di comprendere tutte le dimensioni del terrorismo islamista con quali la Francia deve confrontarsi oggi”.
Concorda il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia, il quale ha affermato di aver parlato direttamente con alcuni dei firmatari per “renderli partecipi della ferita mia e di tutta la comunità ebraica”.
Il testo del JDD inizia proprio con una enumerazione dei recenti attacchi jihadisti in Francia tra cui compaiono “l’assassinio di vignettisti, quello di giovani che ascoltano la musica, quello di una coppia di poliziotti, quello di bambini, di uomini e di donne che assistevano alla celebrazione di una festa nazionale, e ora di un prete che celebrava la messa”. Ma delle vittime ebree nessuna traccia. E “se questa mobilitazione è salutare e rappresenta una voce importante nella battaglia contro l’Islam radicale”, Khalifat non può fare a meno di provare “inquietudine” per la dimenticanza. Un sentimento condiviso anche dal presidente dell’Union des Étudiants Juifs de France, l’unione giovanile ebraica francese, Sacha Reingewirtz: “Non dubito delle buone intenzioni degli autori di questo appello, ma non mi spiego la loro indifferenza nei confronti dell’antisemitismo, che invece è una componente essenziale dell’Islam radicale”.
Tra i firmatari compaiono il filosofo Abdennour Bidar, il saggista Hakim El Karou, la senatrice del Partito Socialista Bariza Khiari e lo psichiatra Amine Benyamina, che si è difeso sottolineando che l’omissione non era premeditata. In seguito alla sua denuncia, Khiari ha inoltre avuto un colloquio personale con Khalifat, negando a sua volta le cattive intenzioni del gesto e tenendo a rassicurarlo di non fare nessuna differenza tra le vittime, “che si tratti degli studenti di Tolosa o dei clienti dell’Hypecacher, tutti uccisi perché ebrei, di un prete, di soldati o di poliziotti”. Khiari ha quindi aggiunto che, di fronte al terrorismo, “è la nazione nel suo insieme con tutte le sue componenti a doversi schierare contro l’avversità”. Un gesto apprezzato anche dal rav Korsia, il quale ha “accolto con favore le reazioni individuali di alcuni dei firmatari che hanno tenuto a chiarire i loro propositi, in particolare quella della senatrice Bariza Khiari”. Ciononostante, “che la dimenticanza sia stata voluta o no – ha concluso – l’assenza di una menzione dei drammi di Tolosa e dell’Hypercacher resta grave e dolorosa, e anche il fatto che più di quaranta persone possano aver riletto il testo senza notarla è inconcepibile”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(Nell’immagine, una delle manifestazioni svoltesi in Francia dopo gli attentati a alla redazione di Charlie Hebdo e all’Hypercacher di Porte de Vincennes)

(3 agosto 2016)