Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

11 Agosto 2016 - 7 Av 5776
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Moshè ricorda al popolo che a causa della difficoltà di gestirlo, egli stesso aveva invitato il popolo a scegliere degli uomini di specchiate virtù da mettere a capo della gente, alleggerendo così il compito di Moshè. Nel testo, la frase di Moshè termina con le parole “wa-asimèm be-rashekhèm” (li porrò in testa a voi).
 
Leggi

Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Lo stato sempre più incerto degli affari locali, nazionali e internazionali contribuisce ad aumentare le tensioni nell’ambito della politica che peraltro è responsabile in non piccola parte della situazione attuale. Fra i problemi al centro dell’attenzione in questi giorni dominano il dilemma delle frontiere fra gli stati e delle differenze fra gruppi etnici, religiosi e culturali; e quello della violenza come strumento di routine per far prevalere il proprio campo su quello rivale, o come via legittima per contenere e controbattere tale percepita aggressione. In questo frangente, come è stato giustamente notato su questa pagina, si parla molto e male delle persone e delle cose, mai o ben poco delle idee. Per parlare delle idee ci sarebbero gli intellettuali, ma in questo ambito la polarizzazione non è meno preoccupante. Chiedendo venia ai lettori per la semplificazione estrema, nell’attuale conversazione fra i pensatori si possono distinguere quattro tipi ideali principali: gli ecumenici, che dicono no alle frontiere identitarie e no alla violenza; i comunitari (sì alle frontiere, no alla violenza); gli anarchici (no alle frontiere, sì alla violenza); e i settari (sì alle frontiere, sì alla violenza). Lo scrivente – va detto per trasparenza – si sente maggiormente vicino alla meta-teoria comunitaria ma negli ultimi mesi percepisce che quest’ultima è sotto attacco da parte delle altre tre. A chi è in grado di pensare spetta comunque il compito di continuare a esprimere le proprie idee, sperando in una qualche civile convergenza che senza rinunciare a un franco e onesto dibattito possa filtrare e insinuarsi nel tumultuoso mondo della politica. Poi, c’è la questione dell’integrità. Ma questo è un discorso a parte.
 
Leggi

Terrorismo e finanza
Le segnalazioni di operazioni sospette che possono essere collegate al finanziamento del terrorismo islamico aumentano. Quelle di Bankitalia, come quelle di commercialisti e notai. Le prime in particolare, generalmente le più interessanti dal punto di vista investigativo, scrive il Messaggero, sono passate da una media di 300 negli ultimi tre anni (348 nel 2015) a 463 nei soli primi sei mesi del 2016. Troppo poco, forse, per parlare di nuovo allarme finanziamenti al terrorismo, perché le segnalazioni possono crescere anche solo a causa della maggiore attenzione al tema. Ma abbastanza, si legge, “per richiamare l’attenzione della Guardia di finanza”.
Venerdì scorso il governo ha trasmesso una nota di poche righe al Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. Per la prima volta da quando è autorizzata a farlo, ovvero da febbraio scorso, scrive il Corriere, la presidenza del Consiglio ha messo nero su bianco la presenza, più volte ufficiosamente trapelata negli ultimi mesi, di piccoli nuclei di reparti militari speciali su territorio libico. Si tratterebbe del primo dispiegamento di soldati italiani rispetto al contingente di 600-900 unità previsto dal piano messo a punto dal governo e anticipato dal Corriere in aprile.
 
Leggi

  davar
IL MESSAGGIO AL SINDACO DE MAGISTRIS
"Cittadinanza al terrorista,

lesa l'immagine di Napoli"
La presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e la presidente della Comunità ebraica di Napoli Lydia Schapirer hanno inviato il seguente messaggio al sindaco della città partenopea Luigi De Magistris:

Gentile Sindaco, lei più volte ha manifestato l’intenzione di fare della città che amministra un laboratorio di pace e di convivenza tra i popoli e le religioni del mondo. Un’ambizione che è nelle corde di Napoli, porta di accesso e tra le grandi capitali del Mediterraneo.
Ci chiediamo però come possa coerentemente raggiungere questo obiettivo se, al tempo stesso, la sua amministrazione continuerà a promuovere iniziative di segno diametralmente opposto.
L’ultima delle quali il conferimento della cittadinanza onoraria al palestinese Bilal Kayed, che tutto è fuorché un uomo di pace.
Si tratta infatti di un pericoloso estremista, che ha trascorso 14 anni nelle carceri israeliane per le sue azioni violente e gode del sostegno di un’organizzazione terroristica quale è Hamas, che non esita a uccidere civili innocenti, compresi donne, anziani e bambini, pur di alimentare un conflitto permanente nella regione mediorientale.
Siamo pertanto attonite e preoccupate da questa iniziativa, ultima di una serie, quando oggi tutte le Istituzioni italiane sono chiamate a collaborare per la garanzia dei fondamentali valori costituzionali e a una rigorosa verifica di chi risiede e dimora nelle nostre città.
Al fine di salvaguardare la storia e l’immagine di Napoli, quale città sempre attenta ai valori della vera democrazia, La preghiamo di intervenire al più presto per revocare tale iniziativa. Ben venga il suo impegno per un dialogo costruttivo, di conoscenza e di pace tra i due popoli, ma per conseguire tale fine occorre dare voce e spazio a chi si dedica a dare senso e valore alle nostre vite, da entrambe le parti.
Un cordiale saluto

Noemi Di Segni,

presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Lydia Schapirer,

presidente Comunità ebraica di Napoli
parla IL RABBINO CAPO DI ROMA
Conversioni, un po' di chiarezza
Complice forse la scarsezza di notizie di questa settimana prima del 9 di Av e di Ferragosto (ma ci si puo’ consolare con il no news good news), lunedì scorso il primo titolo di questo giornale è stato dedicato alla notizia della manifestazione contro il Chief Rabbinate di Israele, in cui è sceso in piazza a dimostrare anche Natan Sharansky, per la sua decisione di non riconoscere una conversione fatta negli Stati Uniti da un rabbino ortodosso, Haskal Lockstein, salito all’onore delle cronache recenti per un’altra e più celebre conversione, quella di Ivanka Trump, figlia del candidato repubblicano alla presidenza USA. La notizia della manifestazione è un po’ vecchia, l’articolo è stato ripreso da Pagine Ebraiche. Certo che è che se la notizia non è fresca il problema è sempre attuale. E l’indice è puntato contro la apparente durezza del Chief Rabbinate. Ora, senza alcuna intenzione di fare l’avvocato di difesa di questa istituzione, e delle sue decisioni e indecisioni, credo sia necessario completare il quadro dell’informazione con un altro tassello fondamentale mancante. Ormai dieci anni fa, nell’Aprile del 2006, l’organizzazione principale dei rabbini ortodossi americani (RCA) insieme al Beth Din of America (BDA) e in accordo con il Chief Rabbinate israeliano ha preso una storica decisione, intitolata GPS (Geirus Policies and Standard, da non confondere con il sistema di navigazione dei nostri telefonini). La decisione è stata presa per regolare la proliferazione di conversioni spesso incontrollate e arbitrarie, fatte dal rabbino di una qualsiasi congregation insieme al suo assistant (che può essere licenziato in qualsiasi momento) e da un rabbino consultant (spesso non gratuito).
Con il risultato di non garantire nulla al di fuori di quella congregation al malcapitato aspirante, che spesso paga non poco per il servizio richiesto. Il GPS decide che le conversioni americane accettabili d’ufficio negli Stati Uniti e in Israele saranno solo quelle fatte da tribunali rabbinici ordinari e riconosciuti, ai quali il rabbino della congregation potrà rivolgersi presentando e preparando i suoi candidati, ma non facendo parte della corte.

Il testo dell’accordo è consultabile qua.
I singoli rabbini potranno continuare a fare le loro conversioni “do it yourself” ma senza nessuna garanzia per loro, chiunque essi siano, e per i loro candidati, che dovranno bene essere informati di tutto questo. Non sappiamo bene cosa ci sia stato dietro ai rifiuti israeliani nel caso specifico, ma si parla del mancato rispetto della procedura GPS, a differenza del caso della figlia di Trump, nel quale è stata invece rispettata. Insomma una realtà molto più complessa.


Rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma

qui firenze - 72 anni di libertà
L'intervento del rabbino capo:

"Resistenza, valore di tutti"
“I leader religiosi hanno il compito di ribadire l’infinito rispetto per l’umanità, la potenzialità infinita di cui ciascun essere è portatore, che permette a noi come singoli individui ma anche alla nostra società di crescere e di svilupparsi”.
Lo ha ricordato oggi in Palazzo Vecchio, in un denso intervento in cui costanti sono stati richiami ai valori della Resistenza e a quelli del Risorgimento, il rabbino capo di Firenze Joseph Levi, invitato dal sindaco Dario Nardella a stimolare una riflessione, nel giorno più importante per la città, sulla sfida della convivenza civile e religiosa.
L’occasione il 72esimo anniversario dalla Liberazione dal nazifascismo del capoluogo toscano, celebrato in queste ore con il tradizionale corteo che da Piazza dell’Unità ha portato centinaia di cittadini a sfilare, tra due ali di folla, fino a Piazza della Signoria.

Tra i vessilli che hanno guidato il corteo anche quello della Comunità ebraica fiorentina, presente alla cerimonia con una significativa delegazione guidata dal presidente Dario Bedarida (al suo fianco, tra gli altri, anche la Consigliera UCEI Sara Cividalli).
Dedicata al partigiano Giorgio Pacini, scomparso lo scorso maggio, la cerimonia ha visto anche gli interventi dell’imam Izzedin Elzir e di monsignor Andrea Bellandi.

“Oggi - ha affermato il sindaco - non potevamo pensare al valore e al significato della liberazione per Firenze e per l’umanità in generale senza interrogarci su cosa stia succedendo nel mondo. La strage di Nizza del 14 luglio con 85 morti, l’uccisione di padre Jacques Hamel a Saint-Étienne-du-Rouvray del 26 luglio, l’attentato a Kabul del 22 luglio con più di 80 morti sono solo gli ultimissimi attacchi terroristici più vicini a noi. Attacchi che ormai quasi settimanalmente siamo chiamati a commentare e a proposito dei quali ogni volta ribadiamo, credendoci, che non vogliamo abituarci a questa spirale di terrore e morte, alla ineluttabilità di una condizione di paura e di soppressione”.

(Foto di Sergio Servi)
Leggi

 
RI0 2016
Phelps, il segreto del campione

in un antico proverbio yiddish
Sì, Michael Phelps a Rio ha già vinto tre ori olimpici, che si aggiungono alle innumerevoli medaglie già vinte in qualunque piscina abbia mai nuotato. Ma non è questo il motivo principale per cui in questi giorni di Giochi olimpici si parla di lui. Ad attirare maggiore attenzione sono stati quei cerchi rossi sulla sua pelle, che come ha efficacemente sintetizzato il suo allenatore Keenan Robinson, "lo fanno sembrare un dalmata, o uno con dei tatuaggi davvero mal riusciti". Invece hanno subito svelato che si tratta semplicemente dei segni della cupping therapy, un'antica tecnica di medicina alternativa cinese per sciogliere i dolori muscolari attraverso delle coppette che risucchiano la pelle come ventose, sicuramente dal grande fascino, meno sicuramente dall'efficacia scientificamente comprovata. E in realtà nemmeno tanto sicuramente cinese. Lo ha scritto sulla Jewish Telegraphic Agency Andrew Silow-Carroll, che ha ricordato un antico proverbio yiddish in cui si nominano delle "bankes", traducibili proprio come le famose "coppette". Si tratta proprio di una cura popolare consistente nell'applicazione di alcuni bicchierini di vetro riscaldati sulla pelle, formando un vuoto che i guaritori degli shtetl credevano aspirasse via spiriti maligni, umori cattivi e qualunque altra cosa era ritenuta causa di malattie.
Leggi

jciak
Jodo, un giusto riconoscimento
Un omaggio alla poesia, alla visionarietà, alla libertà d’espressione. Con queste motivazioni il festival di Locarno premia domani Alejandro Jodorowsky, cineasta, teatrante, scrittore, poeta e guru spirituale. Lo stesso Jodorowsky (Jodo per i fan di tutto il mondo) 87enne e più impegnato che mai, parteciperà a una conversazione aperta con il pubblico. In parallelo saranno proiettati La danza de la realidad (2013) ispirato alla sua difficile infanzia come figlio di ebrei ucraini emigrati in Cile e il suo seguito ideale, Poesìa sin fin, che ha debuttato pochi mesi fa a Cannes; La montaña sagrada (1973), vicenda surreale ambientata nel magico mondo degli alchimisti e Santa sangre (1989) che illumina con sanguinosa ferocia lo strano legame tra madre e figlio.
Adorato dalla critica e dal pubblico, Jodorowsky è uno di quei rari artisti capace, fin da giovane, di spaziare fra i diversi generi mescolando arte e vita in una creatività felice e torrenziale. Chi non digerisce i suoi film, sempre in bilico fra simboli e surrealismo, simbolismo, può infatti rifarsi con il suo magnifico romanzo Quando Teresa si arrabbiò con Dio, i suoi tarocchi o la psicomagia.

Daniela Gross
Leggi

  pilpul
Setirot - Propaganda
Nella polemica che in questi giorni sta arroventando Milano e dintorni riguardo al rapporto tra mondo islamico e istituzioni, tra musulmani e coalizioni politiche, emerge, a mio avviso, un rischio. Ovvero che la lotta alla radicalizzazione, la prevenzione contro la propaganda e la diffusione dello jihadismo, la ricerca di un interlocutore rappresentativo, unitario e leale con cui parlare di moschee, imam eccetera venga ridotto a brutale, meschina, imbelle propaganda politica fine a se stessa. Ciò che emerge e mi preoccupa è che sotto scacco siano proprio coloro che “fanno” o cercano di “fare” qualcosa – vedi, ad esempio, a livello nazionale Lele Fiano e locale il sindaco Beppe Sala. Chi sta all’opposizione insulta, aggredisce, protesta, e lì si ferma.
P.S. Per evitare fraintendimenti: chi fa a volte sbaglia, è successo alla precedente giunta milanese con il bando sulle moschee; l’importante è imparare la lezione e andare avanti.


Stefano Jesurum, giornalista
Leggi

In ascolto - Hava Nagila 
In questi giorni Pagine Ebraiche ha dedicato spazio ad Aly Raisman, capitana della squadra statunitense di ginnastica artistica ai Giochi Olimpici di Rio, che nel 2012 a Londra aveva vinto un oro sulle note di Hava Nagila. “Sono ebrea, ecco perché volevo quell’accompagnamento, volevo qualcosa in cui il pubblico potesse battere le mani”, così aveva giustificato la sua scelta musicale. In effetti Hava Nagila fa battere le mani, ma anche i piedi, è forse uno dei brani della tradizione ebraica più conosciuti e più ballati in ogni dove. Semplice, orecchiabile, ma dalla storia niente affatto banale, come racconta il documentario di Roberta Grossman, frutto di una ricerca di quattro anni.

Maria Teresa Milano
Leggi

Chi è Rocco? 
Come è morta e perché, chi ha ucciso Marina – la moglie con la quale il vice questore Schiavone dialoga come fosse ancora viva? Chi avesse letto le precedenti avventure di questo poliziotto border line, ultimo riuscito esempio del duro-romantico all’italiana, se lo sarà già chiesto. 7-7-2007, come sempre pubblicato da Sellerio (Euro 14) fornisce tutte le risposte in merito, e non solo. Dopo le prime prove, infatti, Antonio Manzini si era un poco smarrito; libri bene costruiti, ma privi del tocco che distingue l’ennesimo ‘giallo all’italiana’ da qualcosa che valga prezzo e tempo.

Valerio Fiandra
Leggi

Dolore e pazienza
Davanti al dolore abbiamo due possibilità. Respingerlo con tutte le nostre forze, fare della sua rimozione la nostra ragione, negarne l’esistenza stessa.
Ma, a mio avviso, questo ci lascia maggiormente inermi quando siamo meno vigili, e il dolore carsicamente riemerge da un’altra parte o sotto forma diversa, e non sappiamo bene quali eserciti nuovi riorganizzare in tutta velocità contro il nemico.


Sara Valentina Di Palma
Leggi



moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.