Ephraim Mirvis ,
rabbino capo d'Inghilterra
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Compassione ed empatia. Due elementi centrali nella psiche ebraica.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee
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Le
parlate ebraiche saranno l’oggetto della Giornata Europea della Cultura
Ebraica. Nate spesso per mantenere un margine di autonomia dal
controllo dei sistemi politici o delle autocrazie in cui gli ebrei
erano sudditi, insomma nate per non farsi capire da tutti,
improvvisamente le parlate si riprendono la loro rivincita domenica
prossima e diventano un bene culturale, entrano nel patrimonio
immateriale. La cultura ogni tanto è più sovversiva di qualsiasi atto.
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Incubo autobomba
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Dilaga
in Francia l’incubo autobomba, nuova possibile frontiera del terrorismo
jihadista. Scrive il Messaggero: “Dopo la Peugeot piena di bombole di
gas e lattine di petrolio parcheggiata una settimana fa davanti a Notre
Dame, ieri gli allarmi si sono moltiplicati: a Marsiglia vicino a una
sinagoga, a Pau, nei Pirenei, vicino alla Prefettura, poi sotto un
cavalcavia sull’Autostrada nei pressi di Montpellier, in Bretagna, nel
paesino di Le Bono. Nessuna esplosione, per fortuna, ma il commando
femminile che avrebbe dovuto entrare in azione a Parigi, prima a Notre
Dame, poi in una stazione ferroviaria, conferma che la minaccia è
reale, che l’organizzazione resiste, che c’è una rete che va da Charlie
al Bataclan alla chiesetta di Saint Etienne du Rouvray a adesso”.
I giornali raccontano il difficile sabato di Virginia Raggi, prima
cittadina di Roma. Molti gli appuntamenti disertati ieri tra cui un
incontro in Vaticano con i giovani di Azione Cattolica e
l’inaugurazione in serata del Festival Internazionale di Letteratura e
Cultura Ebraica. “Un bisogno di famiglia – scrive La Stampa – che
nasconde anche il timore di affrontare il palcoscenico pubblico,
l’assalto delle telecamere, le domande dei giornalisti. E stata la
settimana più difficile della breve vita politica di Raggi”.
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INTENSA GIORNATA DI INCONTRI A BOLOGNA UCEI, Commissioni al lavoro
Confronto
aperto e lavoro a pieno ritmo, per quattro delle nuove Commissioni
deliberate dal Consiglio dell’Unione delle Comunità ebraiche Italiane,
che si trovano riunite in una intensa giornata di incontri a Bologna.
Le Commissioni Politiche Sociali, Culto e Casherut, Beni culturali e
Cultura, le prime quattro ad avviare i lavori dopo l’elezione del nuovo
Consiglio, hanno affrontato in questa occasione i primi passi per
impostare l’azione futura: la nomina del coordinatore, che dovrà essere
il primo interlocutore dell’assessore di Giunta competente per materia,
la ratifica del componente designato dalle organizzazioni giovanili e
dall’Unione giovani ebrei, che dovrà affiancare i lavori di ogni
Commissione e una prima panoramica dei problemi e aperti e dei progetti
futuri.
Accolti
dal rabbino capo di Bologna Alberto Sermoneta e dal Consigliere
designato dalla Comunità bolognese e componente di Giunta David
Menasci, i numerosi componenti dei quattro gruppi hanno trovato spazio
in ambienti separati della struttura comunitaria per condurre in
parallelo i propri lavori.
“Accogliendo la vostra presenza – ha affermato il rav Sermoneta in un
suo indirizzo di saluto – la realtà ebraica di Bologna si candida a
essere uno snodo fondamentale e un punto di incontro dell’ebraismo
italiano. E questo avviene non solo grazie alla sua centralità
geografica, ma anche all’energia e al coraggio di portare in città
nuovi progetti e una forte presenza giovanile”.
“Questa
chiamata a raccolta delle prime quattro Commissioni – ha valutato il
Consigliere coordinatore dell’insieme delle Commissioni dell’Unione
Guido Osimo – ha mobilitato circa la metà dei Consiglieri UCEI. Una
prova riuscita di partecipazione e di efficacia, ma anche l’occasione
di sviluppare ragionamenti e relazioni sulle scottanti problematiche
che il Consiglio si trova di fronte, conducendo il lavoro istituzionale
e gli incontri in parallelo. Il prossimo appuntamento, fissato a
Firenze per il 25 settembre, vedrà al lavoro per la prima riunione,
almeno altre tre Commissioni, Scuola e giovani, Bilancio e Supporto
alle Comunità. Resta da definire, sperabilmente in tempi molto brevi,
il calendario di lavoro delle restanti Commissioni, Statuto, Rapporti
internazionali e Israele, Memoria e lotta all’antisemitismo e del
Gruppo di lavoro dedicato all’Identità ebraica”.
La
Commissione Politiche sociali, che ha svolto i propri lavori nella
mattinata alla presenza del vicepresidente dell’Unione e assessore
Giorgio Mortara, ha nominato come coordinatore il Consigliere Guido
Coen e come rappresentante giovanile Fabiana Pontecorvo.
La Commissione Culto, Casherut e formazione rabbinica, cui erano
presenti il componente di Giunta rav Giuseppe Momigliano e la
Consigliera delegata alla Casherut Jacqueline Fellus, ha nominato
coordinatore Claudio Moscati e rappresentante dei giovani Shemuel
Lampronti.
La Commissione Beni culturali, che ha svolto i propri lavori alla
presenza dell’assessore Gianni Ascarelli, ha assegnato l’incarico di
coordinatore a Davide Romanin Jacur e vedrà presente ai suoi lavori
anche la giovane Debora Spizzichino.
La Commissione Cultura e rapporti con le altre minoranze prosegue con i
suoi lavori, alla presenza del Consigliere delegato alla Cultura David
Meghnagi, nel corso del pomeriggio di questa intensa giornata. Alla
riunione partecipano, oltre ai componenti effettivi, anche alcuni altri
Consiglieri appartenenti a diverse Commissioni che hanno deciso di
soffermarsi a Bologna dopo aver concluso i propri impegni della
mattinata.
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terremoto - la solidarietà ebraica
Amatrice, iniziative concrete
per aiutare chi è in difficoltà
"Un
primo gesto di solidarietà". Così l'assessore al personale dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane, Franca Formiggini Anav, riassume il
senso della missione dei rappresentanti dell'ebraismo italiano e della
Comunità romana nei luoghi del terremoto. E in particolare a Scai,
frazione del Comune di Amatrice, dove una delegazione ha portato nella
giornata di venerdì solidarietà concreta alle popolazioni colpite dal
sisma.
La delegazione, composta anche dalla presidente della Comunità
capitolina Ruth Dureghello e dal segretario Emanuele Di Porto, ha
donato ai terremotati un televisore 55 pollici, montato nella tenda
adibita a mensa del campo base. E si è inoltre lungamente confrontata
con i rappresentanti delle istituzioni, degli uomini della ong
israeliana IsraAid (presenti sul territorio da molti giorni) e con
quelli della Protezione Civile per individuare nuove iniziative di
supporto. Anche nel solco del progetto lanciato nelle scorse ore,
proprio assieme ad IsraAid, che porterà alla formazione di piccoli
nuclei di volontariato (gruppi di cinque persone per volta) in grado di
fornire assistenza.
“Vedere case distrutte e famiglie che piangono i propri cari è
difficile da accettare – ha affermato Dureghello – ma noi abbiamo
imparato dalla nostra storia cosa voglia dire ripartire dalle macerie,
è difficile, ma possibile. Per questo vogliamo dare il nostro aiuto
affinché queste persone possano tornare a vivere sicure e con il
sorriso come meritano”.
"Con il capo campo della Protezione Civile - spiega Formiggini Anav -
abbiamo cercato di individuare le esigenze primarie. Sono così emerse
diverse necessità, tra cui quelle di lampade alogene di ricambio per
l'illuminazione notturna del campo; di frigoriferi per la conservazione
di frutta e verdura; di una casetta di legno per creazione di uno
spazio bimbi protetto e riscaldato; di un paio di computer per gli
adolescenti; di container per le famiglie che effettivamente
trascorreranno l'inverno nel campo".
Per poter partecipare e ricevere informazioni sull'iniziativa lanciata
con IsraAid è possibile inviare una mail a segreteria@ucei.it (oggetto:
Terremoto con UCEI e IsrAID), inserendo nel testo le proprie generalità
e una breve nota biografica se si ritiene di avere competenze utili a
riguardo.
Per le donazioni è possibile versare un’offerta su un conto corrente speciale, intestato all’UCEI
IBAN – IT42B0200805205000103538743
CAUSALE: offerta per emergenza terremoto 240816
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QUI MILANO - CONFERENZA STAMPA La Giornata delle lingue
Si
svolgerà martedì 13 settembre alle 11, presso la Sala del Grechetto
della Biblioteca Comunale Centrale di Milano, la conferenza stampa di
presentazione delle iniziative della diciassettesima edizione della
Giornata Europea della Cultura Ebraica, che avrà il capoluogo lombardo
come città capofila.
“Lingue e dialetti ebraici” il tema di questa edizione, che coinvolge
74 località in tutto il paese con il coordinamento dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane e il patrocinio dal Ministero dei Beni e
delle Attività Culturali e del Turismo, dal Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca, dal Dipartimento per le Politiche
Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dall’ANCI –
Associazione Nazionale Comuni Italiani. Interverranno alla conferenza
stampa
Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano;
Giorgio Mortara, vicepresidente UCEI; rav Roberto Della Rocca, direttore dell’Area Cultura e Formazione UCEI;
Davide Romano, assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Milano; il vice-assessore della stessa
Gadi Schoenheit. In sala anche i copresidenti della Comunità ebraica Raffaele Besso e Milo Hasbani. Leggi
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qui roma - il festival di letteratura ebraica "Curiosità, il nostro motore"
“La
Torah spiega che il rapporto fra scienza e religione passa anche
attraverso la curiosità, la volontà di capire quello che ci sta
intorno, siano essi fenomeni materiali o spirituali. Un legame
fondamentale”. Lo ha spiegato ieri sera il rabbino capo di Roma
Riccardo Di Segni inaugurando il Festival Internazionale di Letteratura
e Cultura Ebraica, alla sua nona edizione, quest'anno tutto dedicato al
tema della relazione tra ebraismo e scienza. Per quattro giorni – sotto
il coordinamento di Raffaella Spizzichino, Ariela Piattelli, Shulim
Vogelmann e Marco Panella – il Portico d'Ottavia si riempie dunque di
eventi, letteratura, arte, danza e teatro. Anche quest'anno a dare il
via alla kermesse è stata la Notte della Cabalà, in occasione della
quale un folto pubblico ha avuto modo di scoprire l'affascinante
mistica e la millenaria cultura ebraica, anche grazie al Museo ebraico
e al Tempio maggiore a porte aperte fino a tarda sera. Ad avviare la
lunga nottata e la rassegna sono state simbolicamente due personalità
emblematiche del contributo ebraico all'universo scientifico, con
l'inaugurazione della mostra “Rita Levi Montalcini. Immagini Private”,
dedicata alla grande scienziata vincitrice di un Nobel, e l'incontro
intitolato “RelativaMente. 1916-2016, la modernità di Albert Einstein”,
in cui Gilad Perez, del Weizmann Institute of Science e Maurizio
Molinari, direttore de La Stampa, hanno raccontato le straordinarie
scoperte e l'altrettanto eccezionale figura di Albert Einstein. Leggi
qui roma - il festival di letteratura ebraica Cultura per costruire speranza Ho
partecipato con grande piacere e con molta curiosità all’inaugurazione
del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica,
attraversato questo anno dal tema della scienza in occasione dei 100
anni dalla pubblicazione della Teoria della Relatività e del 30esimo
anniversario del Nobel conferito a Rita Levi Montalcini.
Siamo stati, come in tante altre importanti cerimonie, nel Palazzo
della Cultura. Un edificio – quattro mura, pavimento e soffitto –
condizione necessaria ma non sufficiente. Infatti, come in molti altri
aspetti dell’ebraismo, i luoghi sono fondamentali ma assumono la
connotazione cultuale o culturale per quello che vi avviene dentro e
per le persone che li popolano. E in particolare nel questo luogo – Il
Palazzo della Cultura – concepito come spazio della scuola ospita
persone e ragazzi. Ospita la cultura di un popolo. Un popolo che ha
come punto di riferimento iniziale e imprescindibile un libro – la
Torà. Un libro che ha come inizio la scienza con il fenomeno della
creazione.
Ai grandi scienziati, come Einstein e Levi Montalcini che hanno
contribuito a cambiare il mondo con la cultura della scienza e con il
coraggio di portare avanti il loro essere, va rivolto il nostro agire.
Ha scritto Rita Levi Montalcini: “Molti ignorano che il nostro cervello
è fatto di due cervelli. Uno arcaico, che non si è praticamente evoluto
da tre milioni di anni a oggi, e che non differisce molto tra l’homo
sapiens e i mammiferi inferiori, […] e ha salvato l’australopiteco
quando è sceso dagli alberi, permettendogli di fare fronte alla ferocia
dell’ambiente e degli aggressori. E l’altro cervello, quello cognitivo,
molto più giovane, nato con il linguaggio e che in 150mila anni ha
vissuto uno sviluppo straordinario, specialmente grazie alla cultura.”
Portare avanti la cultura della scienza e la scienza della cultura è
oggi la nostra sfida. Non solo nostra ma di tutti i popoli che
condividono il canto dell’hatikva e la speranza che vita e libertà
siano fatti e non solo parole.
Un caloroso e profondo ringraziamento ai curatori del festival – Marco
Panella, Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann per
quanto hanno fatto, con passione ed entusiasmo e alla Comunità di Roma
per l’incessante sostegno. Avete reso anche questa nona edizione un
evento speciale, portando la nostra cultura a conoscenza dei molti
italiani che hanno con curiosità ed entusiasmo riempito le vie del
nostro spazio, chiuso per oltre tre secoli e oggi luogo aperto al
confronto.
Certa di incontravi in molti nelle prossime giornate e in particolare
alla Giornata Europea della Cultura Ebraica – dedicata questo anno al
tema delle lingue ebraiche, quali espressione del particolare legame
che unisce lo scritto e il parlato, il custodito e il tramandato.
Noemi Di Segni, presidente UCEI
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al festivaletteratura con pagine ebraiche Cosa ci insegna il Talmud
“Il
Talmud è come una siepe attorno alla Torah, che altrimenti brucerebbe
tutto con la sua potenza” trovo scritto in un libro aperto a caso su
uno dei tanti banchetti che affollano allegramente Mantova, in questi
giorni di Festivaletteratura. Del concetto di Talmud come tramite umano
fra le nostre vite quotidiane e la Torah hanno parlato venerdì
nell’Aula Magna dell’Università di Mantova Giulio Busi, ebraista, e
Stefano Levi Della Torre, scrittore e pittore. I due hanno compiuto, in
poco meno di un’ora, un piccolo miracolo: spiegare alle più di duecento
persone attente ed estremamente reattive che avevano davanti la
complicata nozione di “Torah che è sulla bocca” (traduzione letterale e
suggestiva, probabilmente opera di Baharier, poiché la ritrovo in tutti
i suoi allievi, di Torah-she-beal-pe).
Il Talmud è il libro più perseguitato, confiscato e bruciato della
Storia europea, ma anche il più ignorato, nell’unico modo in cui si può
ignorare un libro: non leggendolo. Così esordisce Busi, sostenendo che
la recente pubblicazione di Rosh Hashanà, il primo trattato tradotto in
italiano, così come la lavorazione dei prossimi volumi diretta da Rav
Riccardo Di Segni e presieduta da Clelia Piperno, è una sorta di
riparazione, correzione di un torto subito negli ultimi 800 anni, da
quando cioè, all’inizio del XIII secolo, copie del Talmud, manoscritte
prima, a stampa poi, furono bruciate su quasi tutte le piazze d’Europa.
Miriam Camerini Leggi
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qui firenze - a 50 ANNI DaLL'ALLUVIONE Il grande ritorno dei libri ebraici
Sull’Osservatore
Romano, il quotidiano della Santa Sede, un’intera pagina è oggi
dedicata al ritorno dei libri ebraici alluvionati a Firenze a 50 anni
dall’esondazione dell’Arno. Antiche e suggestive testimonianze
protagoniste di una grande mostra organizzata dalla Fondazione Beni
Culturali Ebraici in Italia alla Biblioteca Nazionale.
Le
acque tumultuose dell’Arno colpirono con la loro violenza un po’
ovunque: il centro storico devastato in ogni sua strada e in ogni sua
piazza; l’immenso patrimonio artistico e museale mai così vulnerabile;
decine di vite innocenti spezzate. Ma anche una prova collettiva di
solidarietà e di rinascita che, sotto la guida del sindaco Piero
Bargellini, capace di unire tutti oltre ogni appartenenza e differenza,
avrebbe emozionato il mondo intero.
Una lezione quanto mai viva in una realtà, Firenze, che si dimostra
ancora una volta laboratorio di un dialogo vivo. Un dialogo in cui
l’esperienza dell’incontro riesce spesso a traghettare verso uno stadio
successivo, trasformandosi in slancio e concretezza progettuale.
Ne è una conferma lo sforzo propedeutico a una delle iniziative più
attese nel vasto calendario di eventi legati al Cinquantenario
dell’alluvione che vedrà, ancora una volta, il capoluogo toscano al
centro della scena: il ritorno in città della grande biblioteca ebraica
danneggiata dall’Arno nel novembre del ’66, protagonista all’interno di
una mostra che sarà ospitata nei locali della Biblioteca Nazionale
Centrale (“E le acque si calmarono”, il titolo, con citazione della
Genesi). Un’iniziativa con un doppio messaggio simbolico.
Adam Smulevich, l'Osservatore Romano Leggi
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Le parole per non dirlo
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Scriveva
Karl Kraus, uno dei maggiori letterati in lingua tedesca del primo
Novecento, morto nel 1936, evitandosi in tale modo lo scempio
dell’arrivo dei nazisti due anni dopo, tra le ali di festanti folle
viennesi: “Su Hitler non mi viene in mente niente. Sono consapevole di
essere rimasto con questo risultato, frutto di tanto pensare e di tanti
tentativi di comprendere gli eventi e la loro forza motrice, molto al
di sotto delle aspettative. Perché queste erano forse eccessive nei
confronti dello scrittore polemico al quale per un equivoco grossolano
si richiede quella prestazione solitamente chiamata “presa di
posizione” e che, ogni qualvolta un male ha urtato anche solo
relativamente la sua sensibilità, ha fatto quel che si definisce
“tenere testa”. Ma ci sono mali di fronte ai quali questa cessa di
essere una metafora e il cervello, che è dentro la testa e che ha la
sua parte in tali azioni, si considera incapace di qualsiasi pensiero”.
Si tratta di una citazione tratta da “La terza notte di Valpurga”, un
libro di Kraus, fine satirico e grande pubblicista, scritto tra il
maggio e il settembre del 1933. Rimanda alla presa del potere da parte
di Hitler e del nazismo in Germania. Chissà perché quelle parole
tornano in mente. Certo non per stabilire improbabili analogie tra il
passato, soprattutto quel passato, e il presente che ci chiama in
causa, bensì per osservare come lo stile politico dell’intolleranza si
faccia sostanza che rinvia comunque ad aspetti del tempo trascorso.
Claudio Vercelli
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Il veleno del Bds
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“Don’t
dance with Israel”, non danzare con Israele, stai lontano da Israele,
altrimenti ti contamini con il suo governo.
Tiziana Della Rocca
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