Cultura è speranza

Ho partecipato con grande piacere e con molta curiosità all’inaugurazione del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica, attraversato questo anno dal tema della scienza in occasione dei 100 anni dalla pubblicazione della Teoria della Relatività e del 30esimo anniversario del Nobel conferito a Rita Levi Montalcini.
Siamo stati, come in tante altre importanti cerimonie, nel Palazzo della Cultura. Un edificio – quattro mura, pavimento e soffitto – condizione necessaria ma non sufficiente. Infatti, come in molti altri aspetti dell’ebraismo, i luoghi sono fondamentali ma assumono la connotazione cultuale o culturale per quello che vi avviene dentro e per le persone che li popolano. E in particolare nel questo luogo – Il Palazzo della Cultura – concepito come spazio della scuola ospita persone e ragazzi. Ospita la cultura di un popolo. Un popolo che ha come punto di riferimento iniziale e imprescindibile un libro – la Torà. Un libro che ha come inizio la scienza con il fenomeno della creazione.
Ai grandi scienziati, come Einstein e Levi Montalcini che hanno contribuito a cambiare il mondo con la cultura della scienza e con il coraggio di portare avanti il loro essere, va rivolto il nostro agire.
Ha scritto Rita Levi Montalcini: “Molti ignorano che il nostro cervello è fatto di due cervelli. Uno arcaico, che non si è praticamente evoluto da tre milioni di anni a oggi, e che non differisce molto tra l’homo sapiens e i mammiferi inferiori, […] e ha salvato l’australopiteco quando è sceso dagli alberi, permettendogli di fare fronte alla ferocia dell’ambiente e degli aggressori. E l’altro cervello, quello cognitivo, molto più giovane, nato con il linguaggio e che in 150mila anni ha vissuto uno sviluppo straordinario, specialmente grazie alla cultura.”
Portare avanti la cultura della scienza e la scienza della cultura è oggi la nostra sfida. Non solo nostra ma di tutti i popoli che condividono il canto dell’hatikva e la speranza che vita e libertà siano fatti e non solo parole.
Un caloroso e profondo ringraziamento ai curatori del festival – Marco Panella, Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann per quanto hanno fatto, con passione ed entusiasmo e alla Comunità di Roma per l’incessante sostegno. Avete reso anche questa nona edizione un evento speciale, portando la nostra cultura a conoscenza dei molti italiani che hanno con curiosità ed entusiasmo riempito le vie del nostro spazio, chiuso per oltre tre secoli e oggi luogo aperto al confronto.
Certa di incontravi in molti nelle prossime giornate e in particolare alla Giornata Europea della Cultura Ebraica – dedicata questo anno al tema delle lingue ebraiche, quali espressione del particolare legame che unisce lo scritto e il parlato, il custodito e il tramandato.

Noemi Di Segni, presidente UCEI

(11 settembre 2016)