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21 Settembre 2016 - 18 Elul 5776
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
Le buone azioni non muoiono mai. Esse restano nella memoria, generando a loro volta altre buone azioni
 
Davide
Assael,
ricercatore
Mentre in Israele si manifesta perché i mezzi pubblici circolino anche di Shabbàt, in Italia Gianni Morandi viene vituperato sul web per aver postato una foto mentre fa la spesa di domenica perché fare la spesa in un giorno festivo è un sostegno alle politiche di sfruttamento capitalista. Un episodio facilmente derubricabile a cronaca di costume, ma che può anche rivelare una tendenza inquietante.
 
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Operai italiani rapiti,
la Farnesina prudente
Criminali noti alle autorità locali per aver già effettuato imboscate e rapine, non terroristi. Questo il probabile identikit dei sequestratori dei due operai italiani in Libia. Una vicenda che tiene con il fiato sospeso istituzioni e opinione pubblica. “Mentre la Farnesina chiede cautela sostenendo che sia ancora troppo presto per giudicare la reale matrice di questi eventi – scrive Repubblica – è il portavoce della municipalità di Ghat a rendere noto che sarebbe stato individuato il gruppo che all’alba di lunedì ha sequestrato Bruno Cacace e Danilo Calonego”.
Fa intanto discutere il fatto che, come emerso dopo le prime indagini, a proteggere gli operai da eventuali attacchi non ci fosse una scorta ma soltanto l’autista (armato) del mezzo. “La procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per sequestro di persona con finalità di terrorismo – si legge – potrebbe interrogare proprio il conducente per approfondire il suo ruolo nella vicenda. Inoltre il pm Sergio Colaiocco ha delegato ai carabinieri del Ros una serie di accertamenti, anche sulle misure di sicurezza adottate dalla ditta”.
 
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  davar
L'atteso vertice dopo le critiche DEGLI USA
Bibi-Obama, l'ultimo incontro
L’attesa non è tanto per il discorso all’Onu di domani, ma per l’imminente incontro vis-a-vis con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Il Primo ministro Benjamin Netanyahu è in arrivo a New York per l’Assemblea delle Nazioni Unite ma l’appuntamento più importante è il vertice, probabilmente l’ultimo, con l’inquilino della Casa Bianca. Il Premier immaginava, dicono i media israeliani, cosa avrebbe potuto dire Obama nel suo discorso al Palazzo di vetro dell’Onu e così quella frase pronunciata ieri – “Israele non può occupare permanentemente i territori palestinesi” – non è stata una sorpresa. Quello che preoccupa Netanyahu, spiegano gli analisti, è cosa farà Obama dopo le elezioni presidenziali di novembre e fino al 20 gennaio 2017, quando lascerà dopo dieci anni l’incarico al suo successore.
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L'INIZIATIVA PER LA PACE di sant'egidio
Assisi, il messaggio dei rabbini: "Pregare, studiare, intervenire"
Ci si raccoglie in un’ala del convento adibita a sala di preghiera con il rito ebraico. Pochi minuti ancora e tutte le delegazioni si ritroveranno sulla grande piazza, insieme a Bergoglio e ai tanti che partecipano tra il pubblico alla cerimonia conclusiva della tre giorni “Thirst for Peace” organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio ad Assisi. Prima del grande incontro (anche mediatico), un momento di raccoglimento più intenso e informale.
È rav Issak Haleva, gran rabbino capo di Turchia, ad officiare la preghiera privata cui partecipano numerosi rabbini e leader comunitari. Tra gli altri il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, quello di Firenze rav Joseph Levi e la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello (che ieri ha pranzato allo stesso tavolo del papa). Ci sono anche il rabbino argentino Abraham Skorka, amico fraterno del pontefice, e il vescovo Ambrogio Spreafico.
“In questo luogo del tutto particolare sentiamo vibrare qualcosa. Presenziando oggi a questo appuntamento, ci sentiamo parte di un’orchestra fatta di tanti strumenti differenti. Ciascuno fa vibrare qualcosa. Insieme cerchiamo di fare qualcosa di buono” afferma rav Di Segni al termine della preghiera. Il rav ricorda inoltre come, 30 anni fa, rav Elio Toaff volle scegliere una casa nel centro storico di Assisi e adibirla a temporaneo luogo di studio. “Quando preghiamo, noi parliamo a Dio. Ma quando studiamo, è D.O a parlare con noi. La nostra sfida – conclude rav Di Segni – è in questi tre verbi: pregare, studiare, fare”. Concetti che si riallacciano alla sua lezione, nella mattinata, sul tema della misericordia. “La misericordia fa la storia, senza la misericordia non c’è storia. La misericordia è rivoluzionaria, ma non può prescindere dalla giustizia” sottolineava il rav. “In eventi come questi – ha poi aggiunto – il rischio talvolta è di scivolare nel buonismo. Vorrei quindi citare i Maestri, le cui parole ci illuminano. Soprattutto di questi tempi. ‘Chi è misericordioso con i malvagi, rischia di essere malvagio con chi è buono’.
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QUI PALERMO - L'INCONTRO 
Mediterraneo, dalle antiche ferite a una nuova stagione di incontro
Il 18 settembre è stata una data significativa anche per l’ebraismo siciliano. Palermo, da tre anni inserita tra le città italiane che partecipano all’appuntamento annuale della Giornata Europea della Cultura Ebraica, ha contribuito come un tassello fondamentale a formare il grande e variegato mosaico delle lingue e dei dialetti ebraici. La conferenza, organizzata dall’Istituto siciliano di studi ebraici e dall’Officina degli studi medievali, si è svolta nell’Aula Damiani Almeyda dell’Archivio storico Comunale, luogo suggestivo perché sito all’interno dell’antica giudecca palermitana ed ex sinagoga, da cui Almeyda si è ispirato per costruire la sala contenente 7mila metri di scaffali. La sala espone il documento di espulsione degli ebrei da parte di Ferdinando il Cattolico. Il documento, scritto in spagnolo e in siciliano, per essere compreso da tutti, sembrava suggerire il tema da affrontare.


Claudia Lo Iacono

(Nell'immagine il rav Pierpaolo Pinhas Punturello e l'imam Ahmad Francesco Macaluso)
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qui torino - cinema 
La scelta di Leone Ginzburg
Anteprima nazionale al Cinema Massimo di Torino del film documentario La Scelta di Leone di Florence Mauro, prodotto da GraffitiDoc e Zadig per ARTE. Il cortometraggio ripercorre attraverso un collage di immagini e testimonianze la vita e l’impegno di un “gigante del Novecento”, così definito da Ernesto Ferrero a fine proiezione. A presentare il film, oltre alla regista, erano presenti Paola e Aldo Agosti, Giovanni De Luna e Carlo Ginzburg, figlio di Leone.
Leone Ginzburg nasce a Odessa ma la sua vera città natale sarà Torino, dove cresce e si forma come studente al Liceo Classico D’Azeglio prima e all’Università di Lettere poi, circondato da un gruppo di amici tra cui Giorgio Agosti, Vittorio Foa, Cesare Pavese, Norberto Bobbio. Altri giganti del XX secolo: ognuno ha portato avanti un ideale, intriso di cultura e impegno politico. Incorniciato dalla lotta antifascista.
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l'ambasciatore sachs alla serata di gala
"Creatività, ma anche solidarietà Questa la doppia sfida di Israele"
Quella di Israele è una storia di continuo progresso e sviluppo, permesso dalla capacità di guardare sempre al futuro e dall’impegno per renderlo continuamente migliore. Questo il messaggio della serata di gala del Keren Kayemeth LeIsrael Italia, svoltasi ieri sera a Roma, a Villa Miani, per raccogliere fondi da destinare al progetto “Kfar Saba, una casa per la vita”, con il quale si finanzierà la realizzazione di una nuova struttura per bambini con disturbo dello spettro acustico nella città del centro di Israele. Un messaggio messo in luce dal nuovo ambasciatore israeliano in Italia Ofer Sachs, in uno dei suoi primi incontri con la Comunità ebraica capitolina: “Grazie a questa capacità di rispondere alle nuove sfide di un paese che cambia rapdamente, oggi siamo fieri di chiamare Israele la start-up nation – ha sottolineato – ma pensiamo sempre a cosa possiamo fare ancora per migliorare”.

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pilpul
Ticketless - Ciampi a Boves
Nella dimensione del piccolo si misura la statura del grande. Vorrei questa settimana portare una testimonianza in ricordo di Carlo Azeglio Ciampi. Come tutti i suoi predecessori, in prossimità di un 25 aprile, per la precisione quello del 2001, si recò in visita ufficiale a Boves, per ricordare l’eccidio nazista, ma a differenza di tutti i suoi predecessori, Pertini incluso, non volle fermarsi a commemorare soltanto le vittime dell’efferato gesto perpetrato il 12 settembre 1943 dal colonnello Joachim Peiper, che bruciò civili e sterminò anziani. In passato, quando non esisteva un Giorno della Memoria e la parola Shoah era ignota ai più, tutti i Presidenti si erano fermati a Boves come se la Storia, da quelle parti, si fosse arrestata lì. Per la prima volta nella storia repubblicana Ciampi percorse i pochi chilometri che separano Boves da Borgo S. Dalmazzo, dove in una ex caserma alpina, per volontà quasi sicuramente dello stesso Peiper, 350 ebrei “stranieri” vennero internati e poi deportati ad Auschwitz, di gran lunga il paragrafo più drammatico della Shoah in Piemonte (incredibilmente rimosso dalle istituzioni e non soltanto da loro). Due luoghi della memoria fino a quel giorno del 2001 evidentemente ritenuti di diverso peso specifico. A ripensarci oggi quel ritardo e quel silenzio durato circa mezzo secolo fanno soffrire. Per una singolare coincidenza, che qui mi fa piacere segnalare, proprio nei giorni del cordoglio per la scomparsa del Presidente, vede la luce una ricerca importante. Si tratta di un bel libro curato da Adriana Muncinelli ed Elena Fallo, Oltre il nome. Storia degli ebrei stranieri deportati dal campo di Borgo S. Dalmazzo (Editore Le Château, Aosta).

Alberto Cavaglion
Periscopio - Pagine Ebraiche
David Bidussa, sul numero di settembre del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, ha degnamente sottolineato la grande importanza della riedizione, per i tipi delle Edizioni Storia e Letteratura, a cura di Silvia Berti, di un’opera storiografica di straordinaria importanza, ossia la raccolta di saggi storici di Arnaldo Momigliano, pubblicati una prima volta, trent’anni fa, da Einaudi, e intitolata, anch’essa, Pagine Ebraiche: lo stesso titolo, semplice e suggestivo, del nostro giornale (al quale, mi viene da dire, ha certamente portato fortuna, come una sorta di “timbro” di serietà e coerenza).
I saggi del grande storico rappresentano un contributo di eccezionale valore alla ricostruzione della variegata realtà dell’arcipelago delle comunità ebraiche disseminate nel mondo antico (in Giudea, nell’impero romano, nelle città ellenistiche di Oriente e Occidente), la cui realtà viene esaminata, nei suoi vari aspetti (linguistici, economici, giuridici, culturali), in una ricerca di ampio fascino e di grande profondità, fondata su uno studio diretto e accurato delle fonti, che lo sudioso mostra di sapere interpretare con impareggiabile padronanza.


Francesco Lucrezi, storico
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