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 27 Novembre 2016 - 26 Cheshvan 5777
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il grazie di rivlin ai pompieri che hanno domato gli incendi nel paese

Quando il terrorismo diventa incendiario
"Sono i vigili del fuoco il nostro modello"

img headerÈ durata una settimana la lotta d'Israele per spegnere le fiamme che la scorsa settimana sono divampate in molte parti del paese. Fiamme che hanno divorato 7400 acri di parco naturale, diventando uno dei disastri ambientali più gravi subiti dal paese. Haifa, una delle città più colpite, con oltre 500 abitazioni distrutte e migliaia di famiglie evacuate durante i giorni in cui soccorsi e vigili del fuoco erano all'opera. Molte sono rientrate nelle proprie case, a Haifa come in altre zone, ma ad altre le fiamme hanno portato via quasi tutto. “Non mi aspettavo di trovare qualcosa perché mi era stato detto che era bruciato tutto – ha raccontato Abigail Ben Nun, 78 anni, scampata alla Shoah in Europa – ma vedere una casa che è rimasta in piedi per 35 anni, completamente distrutti, è difficile da descrivere. Per riprendersi ci vorrà del tempo”. Secondo gli investigatori, la casa di Abigail, nell'insediamento di Halamish, in Cisgiordania, è stata incendiata e il movente parla di nazionalismo palestinese.
Come ad Halamish in altre zone, in Cisgiordania quanto in Israele (nell'immagine alcuni dei luoghi colpiti), ad appiccare le fiamme è stato la mano umana: secondo le prime ricostruzioni, circa la metà degli incendi era di natura dolosa. Una trentina di persone, per lo più palestinesi, sono state arrestate mentre ancora da img headerHaifa (città a nord d'Israele, la terza per numero di abitanti) a Gerusalemme vigili del fuoco, protezione civile ed esercito lavoravano per spegnere le fiamme. “Terrorismo incendiario”, l'ha definito il Primo ministro Benjamin Netanyahu: “Ogni incendio doloso, e ogni istigazione a compierlo, è terrorismo a tutti gli effetti. E lo tratteremo di conseguenza”, le sue parole mentre sempre più indizi portavano alla strada della responsabilità umana. “Questi terroristi hanno chiaramente cercato di colpirci. Non è divampato il fuoco qui ma il terrore a cui bisogna rispondere con la mano pesante”, l'arrabbiato appello di Abigail, intervistata dai giornalisti nei pressi di quella che fino a pochi giorni prima era casa sua.
“Avevo fotografie lì dentro, lettere che ho conservato per tanti tanti anni. Gli appunti lasciati da mia madre. Se ne è andato tutto”.
Secondo le prime stime i danni che gli incedi – in una sola giornata ne erano stati registrati 200 in tutto il paese – hanno causato ammontano a 2miliardi di shekel, quasi 490 milioni di euro.
Unica seppur poco consolatoria nota positiva, la grande mobilitazione internazionale a favore d'Israele con l'Italia tra i primi paesi a prestare aiuto davanti al disastro. Anche l'Autorità nazionale palestinese ha collaborato a spegnere le fiamme, con Netanyahu che ha direttamente ringraziato il presidente Mahmoud Abbas per essersi messo a disposizione. Il Primo ministro ha anche sottolineato l'apprezzamento per aver visto molte famiglie, ebraiche e arabe, aprire le proprie case per accogliere le vittime del fuoco.

Daniel Reichel  

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la raccolta fondi lanciata dall'ucei in favore delle zone colpite  

Israele in fiamme, l'appello dell'Unione
"È il momento di un sostegno concreto"

img header“Ogni palmo della terra di Israele è stato coltivato con amore e attenzione. Ogni centimetro conteso, ogni appezzamento minacciato dal pericolo. Esprimiamo la nostra vicinanza a tutta la popolazione di Israele e il sentimento di dolore dinanzi agli incendi che continuano a divampare con gravi danni per la popolazione civile e il duro lavoro compiuto in tanti anni di sacrifici”.
Lo ha dichiarato la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in riferimento agli incendi che in queste ore stanno divampando e avvolgono i centri residenziali e le foreste lungo tutto il Paese minacciando l’inestimabile patrimonio naturale, ma anche le abitazioni e le vite di molte persone.
“Denunciamo – prosegue Di Segni – prima di tutto una siccità di valori dimostrata da chi compie questi gesti e al contempo affermiamo di nuovo la rigogliosità delle nostre capacità e speranze. Ma diciamo anche grazie a chi si è mobilitato per evitare il peggio e per lenire le ferite e diciamo grazie in primo luogo all’Italia, uno dei pochi pochissimi paesi ad aver offerto prontamente supporto”.
“Non possiamo tacere – conclude Di Segni – che se oggi brucia la nostra terra, per mano di chi appicca le fiamme dell’odio e pensa di incendiare il nostro futuro, domani il rogo rischia di raggiungere tutte le sponde del Mediterraneo, anche quelle a noi vicine. Per questo è urgente intervenire con determinazione, non solo per domare le fiamme”.

L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane prosegue in queste ore in stretto contatto con le autorità israeliane e con l’Ambasciata di Israele in Italia il proprio impegno di mobilitazione e invita tutta la popolazione a offrire un contributo concreto per soccorrere i territori devastati dagli incendi, contribuendo alla raccolta di fondi da destinare alle famiglie colpite per la ricostruzione delle case e delle sinagoghe distrutte dalle fiamme.

È possibile utilizzare l’IBAN IT42B0200805205000103538743
indicando come causale “MEDITERRANEO IN FIAMME”

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le donne e la società drusa 

"E ora lasciateci lavorare"

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Che c’è di strano a lavorare? Niente. Oppure tutto, se si è donne e si fa parte della comunità drusa, una delle più antiche e impenetrabili del Medioriente, nata da una branca minoritaria dell’Islam sciita. Per secoli le donne druse, benché nessun dogma o precetto lo proibisce esplicitamente, hanno avuto divieto assoluto di studiare, uscire di casa e lasciare il loro villaggio senza essere accompagnate dal padre, dal fratello o dal marito. Poi, inevitabilmente, il mondo ha bussato anche alle loro porte e, dagli anni ’90 in poi le giovani druse hanno iniziato ad avere possibilità (e pretese) inconcepibili per le loro madri o le loro nonne: alcune hanno studiato, altre sono andate all’università, altre ancore hanno intrapreso una carriera lontano dal posto in cui erano nate. Un primato della generazione degli anni ’80 e ’90.
 

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il database con 850 titoli di film   

Tutto il cinema israeliano

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È online un nuovo sito che punta a diventare l'Imdb (Internet movie data base) per il cinema in lingua ebraica. Il sito cinemaofisreael.co.il nasce da una collaborazione tra il ministero della cultura e dello sport, la fondazione Rabinovich e la lotteria nazionale Mifal Hapayis. Il ministero lo definisce "la prima enciclopedia digitale del cinema israeliano". Il sito, in lingua ebraica, contiene le schede di 750 lungometraggi israeliani e di cento documentari. Proprio come Imdb permette la ricerca per titolo, per regista o per componente del cast. Rispetto a Imdb ha una caratteristica in più: recensioni o articoli, anche in forma cartacea, sono stati scansionati appositamente per il progetto e resi disponibili agli utenti. Il sito ha i suoi difetti: il motore di ricerca non è efficientissimo e spesso mostra interminabili liste di risultati. Inoltre le foto dei personaggi non sono scelte con particolare cura.

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