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  5 dicembre 2016 - 5 Kislev 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach,
insegnante
"E mandò Giacobbe degli angeli davanti a sé": per placare la sua (di Esav) ira, come è detto: "lodiamo [anche] il nemico malvagio per via della pace". E per quale motivo Giacobbe ebbe grande timore? Disse Rav Shmuel bar Nachman: "vieni e guarda i Giusti, quanto sono timorosi del peccato, poiché anche dopo tutte le promesse fatte da D-o a Giacobbe, ancora egli temeva di sbagliare verso Esaù. disse Rabbi Yochannan: "chiunque debba affrontare un re o un governo e non conosce chi ha difronte, si legga questo brano e imparerà la pacificazione e la benevolenza.
 
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Anna
Foa,
storica
La notizia della sconfitta del nazionalista Hofer nelle elezioni austriache è l'unica buona notizia di questo periodo tanto travagliato. Speriamo che il vento cambi e che, d'ora in poi, gli elettori guardino in tutta Europa oltre il loro naso. Abbiamo bisogno dell'Europa, abbiamo una necessità assoluta di potenziarla, renderla un'unione davvero politica, aprire le nostre frontiere ai profughi da immani violenze genocidarie, cancellare nazionalismi e populismi. Ricostruire la fiducia nel mondo e nel futuro. Tanto più ne abbiamo bisogno in quanto il paese che finora ci ha, in maggiore o minor misura, garantito libertà e democrazia, gli Stati Uniti, possono abdicare a questo ruolo, stretti fra la paura, il razzismo, i rancori di strati sociali che si sentono degradati.
 
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Renzi, oggi le dimissioni
Grillo e Salvini esultano
La netta affermazione del NO al referendum costituzionale, seguita dall’annuncio delle proprie dimissioni del premier Matteo Renzi, apre scenari incerti e complessi per il futuro dell’Italia. Esultano Salvini e Grillo, con i Cinquestelle che si dicono pronti a governare il paese. “Ho perso, e quindi l’esperienza del mio governo finisce qui. Volevo tagliare le poltrone della politica e alla fine è saltata la mia: mi dimetto” ha dichiarato il primo ministro a Palazzo Chigi, quando le proiezioni del voto erano ormai quasi definitive. Nel pomeriggio odierno, dopo aver riunito un’ultima volta il Consiglio dei Ministri, Renzi andrà dal presidente Mattarella al Quirinale.

Il voto austriaco fa invece tirare un sospiro di sollievo all’Unione Europea, alle forze che in tutto il continente si oppongono alle spinte populiste e anche alla Comunità ebraica del paese, che chiaramente aveva preso posizione in questo senso. “Alexander Van Der Bellen, ‘Sasha’ per gli amici, il professore’ per i suoi fan, sarà presidente della Repubblica di un’Austria che si vuole ancora europeista, aperta, tollerante” sottolinea il Corriere. “Anche nel momento del trionfo, quello vero, chiaro e definitivo – si legge ancora – non è riuscito a scuotersi di dosso quell’aria da intellettuale stralunato. L’eroe capitato lì per caso, appunto. Come quei vecchi campioni, che si ritrovano in una competizione non più loro, chiedono timidamente di provare e alla fine sbaragliano il campo, lasciando tutti con un palmo di naso”.

Sul Corriere, un editoriale di Pierluigi Battista sulle risoluzioni adottate contro Israele nelle massime istituzioni internazionali e sui “silenzi” dell’Italia. Sostiene il giornalista: “Le giustificazioni molto pasticciate del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sul voto ‘allucinante’ di astensione dell’Italia alla famigerata mozione Unesco dimostrano una confusione di idee che non promette niente di buono. Forse non si vuole capire che l’Intifada diplomatica con cui si vuole cancellare il diritto di esistere della nazione ebraica (nell’ambito di una giusta politica incentrata su «due popoli, due Stati»), non è una somma di casi singoli, ma una strategia fondata sul presupposto che i regimi non democratici nemici di Israele sono maggioranza”.

È in programma oggi a Mantova l’incontro fra il sindaco Mattia Palazzi e gli assessori Giovanni Buvoli e Andrea Murari con gli esponenti di un comitato di rabbini ortodossi che sono venuti in città da Israele e dagli Stati Uniti d’America con l’obiettivo di ottenere l’area dell’antico cimitero ebraico del Gradaro (aperto nel 1442 e chiuso nel 1786). “La terra è stata pagata dagli ebrei e deve tornare agli ebrei” è la tesi del rabbino, editore e ricercatore rav Shmaya Levi, che del cimitero del Gradaro si è occupato per anni, recuperando a Budapest la mappa completa delle sepolture (Gazzetta di Mantova).
 
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  davar
REFERENDUM - voci a confronto
"Populismo, un pericolo grave"
Inquietudine per il futuro. Un futuro che si annuncia particolarmente intricato e complesso. È una posizione comune agli opinionisti del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it che abbiamo contattato per una prima valutazione sugli esiti del referendum costituzionale.
La minaccia populista è all’orizzonte, avverte la storica Anna Foa. “Ci stiamo rotolando con compiacimento e incoscienza” scrive nella sua rubrica settimanale, invitando a guardare al caso austriaco come a uno dei pochi segnali di speranza arrivati in questi ultimi mesi dal Vecchio Continente. L’unico forse cui aggrapparsi per ripartire. C’è infatti un rischio concreto, aggiunge Foa. “Ed è quello di consegnare l’Italia ai Salvini e ai Grillo”.
“L’equazione tra ‘poteri forti’, e quindi ‘occulti’, e l’intollerabilità della presenza delle minoranze, che sarebbero dietro di essi, è purtroppo un classico della storia, recente e non. Non ci troveremmo, quindi, dinanzi ad un inedito. Ai mutamenti intervenuti negli anni Venti e Trenta del secolo trascorso, sappiamo bene cosa (e come) si è risposto. La storia non si ripete mai ma certi moventi di fondo, purtroppo, tendono a ripresentarsi” riflette lo storico Claudio Vercelli. “Sì, sono preoccupato. Soprattutto – aggiunge Vercelli – dinanzi al rischio di una saldatura tra quella parte di collettività che non si sente più rappresentata e una ‘offerta politica’ che recupera fantasmi mai del tutto scomparsi”.
L’Italia? Per David Bidussa, storico sociale delle idee, rischia di trasformarsi in un Paese sempre più “incerto e senza futuro”. Anche perché il voto di protesta, osserva, “non rappresenta un voto di governo, ma un fronte disunito di forze politiche incompatibili”.
Ma la paralisi non è una strada praticabile, aggiunge Bidussa, soprattutto in vista della scadenza del 31 dicembre come data ultima per l’approvazione della Legge di Bilancio. “Chi sarà ad occuparsene? Come si sbrigherà questa incombenza, la più importante per qualsivoglia governo? È forse la domanda più attuale oggi”.
“Corriamo un grande rischio, e questa campagna elettorale l’ha dimostrato. L’imbarbarimento digitale, una violenza verbale che è arrivata a livelli intollerabili e che viene sempre più spesso veicolata attraverso il web e i social network. Dobbiamo tenere alta la guardia” dice Mario Avagliano, storico e giornalista. Il nostro interlocutore si dice comunque fiducioso sul fatto che, malgrado l’intensità del pericolo, le istituzioni democratiche sapranno resistere all’urto del populismo e alle bufale in serie.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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referendum - l'analisi di sergio della pergola 
Italiani in Israele, il sì stravince
"Preoccupati per il dopo Renzi"

Una bassa percentuale di italiani in Israele è andata al voto: il 19,51 per cento nella circoscrizione denominata Israele, il 27,17 in quella “autonoma” di cui fa parte Gerusalemme. Sotto la media mondiale. Ma tra chi è andato a votare, il sì ha vinto in modo nettissimo (80 per cento nella circoscrizione Israele - nell'immagine i dati del ministero dell'Interno -, 70 in quella autonoma) e ora, con l'ampia sconfitta di Renzi e con le sue dimissioni, anche in Israele ci si interroga sul futuro del Bel Paese.

“Gli italiani d'Israele – spiega a Pagine Ebraiche da Gerusalemme Sergio Della Pergola, demografo, docente dell'Università Ebraica nonché autorevole rappresentante degli italkim (la Comunità degli italiani dello Stato ebraico) – sanno che le alternative a Renzi sono Grillo (Movimento Cinque Stelle) o Salvini (Lega Nord): il primo è chiaramente anti-israeliano e antisemita, il secondo a parole dice di essere un grande amico d'Israele ma dietro ha un movimento con pulsioni antisemite di cui non ci si può fidare”.
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qui roma - l'incontro nella sede ucei
La lezione di rav Adin Steinsaltz 
"Ecco come si diventa leader"

“Cosa è una leadership ebraica? Chi è un leader ebraico?”. Sono le domande che animeranno un intervento del grande rabbino e talmudista Adin Steinsaltz, ospite questo pomeriggio alle 17 del Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L’incontro, organizzato dall’UCEI, è rivolto a chi in campo ebraico detiene ruoli di guida, responsabilità, orientamento. Uno stimolante momento di confronto con una delle menti più acute e significative della contemporaneità.

qui trieste - l'incontro con la presidente ucei
Comunità e Unione, il futuro
si affronta facendo sistema 

Fare sistema per affrontare al meglio le diverse sfide di gestione. Ma anche coordinarsi su temi come la lotta all'antisemitismo e all'antisionismo, la valorizzazione della scuola ebraica, il lavoro di catalogazione dei beni culturali e degli archivi della Keillah. Sono alcuni dei temi al centro del confronto tenutosi ieri a Trieste tra la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e la Comunità locale, guidata dal presidente Alessandro Salonichio e rappresentata all'UCEI dal Consigliere Mauro Tabor. Un incontro che rientra nell'impegno dell'Unione di implementare il lavoro di coordinamento con le singole Comunità, e che a Trieste a visto protagonisti, assieme a Salonichio e Tabor, i consiglieri della Keillah Ariel Camerini, Davide Belleli e Livio Vasieri (nell'immagine assieme alla Presidente Di Segni). Oltre ai temi citati, spazio anche a una collaborazione per la promozione di eventi e iniziative sul territorio per far conoscere il grande contributo dell'ebraismo triestino allo sviluppo della città e dell'intero Paese.
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la ricostituzione del consiglio della keillah
Verona, Carmi torna presidente
Nel corso di una riunione tenutasi ieri, il Consiglio della Comunità ebraica di Verona ha decretato il ritorno alla presidenza di Bruno Carmi, dimessosi dall’incarico nelle scorse settimane. Carmi riottiene l’incarico con tre voti a favore e due astensioni (tra cui la sua).
Ringraziando per la fiducia e accettando la nomina, Carmi si è detto fiducioso in una più costruttiva collaborazione di tutti i consiglieri e del rabbino con l’obiettivo di portare avanti progetti concreti e utili per la vita comunitaria, in particolare su temi quali la sicurezza, il sociale, il culto e la cultura ebraica.
Il ritorno alla presidenza di Carmi arriva poche ore dopo un incontro tra gli iscritti della Comunità con la presidente UCEI Noemi Di Segni, i vicepresidenti Giorgio Mortara e Giulio Disegni e l’assessore David Menasci.
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qui torino 
"Lior, buon ritorno in Israele"
Non c’è stato spazio per la tristezza del commiato, a Torino, durante il pomeriggio che la famiglia di Lior Cohen, per una ventina d’anni responsabile della sicurezza in Comunità, ha organizzato in vista del rientro in Israele. Per tutta la durata della festa il centro sociale ha ospitato un flusso ininterrotto di persone, accorse a salutare un personaggio che ha saputo farsi amare e apprezzare da tutti, a riprova di come con i giovani israeliani nelle comunità si possano instaurare dei rapporti di collaborazione proficua, in perfetta sintonia.
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Informazione - International edition 
Storia di un rifugiato dimenticato
"Sono un ebreo dimenticato. Le mie radici percorrono quasi 2600 anni, i miei antenati hanno portato enormi contributi alla civiltà, e la mia presenza era sentita dal Nord Africa alla Mezzaluna fertile, ma oggi esisto a malapena. Vedete, sono un ebreo proveniente dal mondo arabo. No, non è completamente accurato. Sono caduto in una trappola linguistica. La mia presenza precede la conquista araba in tutte le terre in cui vivevo. Per esempio, quando gli arabi hanno conquistato il Nord Africa, ero lì da almeno sei secoli. E oggi, non troverete alcuna traccia di me nella grande maggioranza dell’intera area”. Il direttore dell’American Jewish Committee David Harris ricorda così la cacciata degli ebrei dai paesi arabi e dall’Iran, evento che il mondo trascura e a cui è stata dedicata dalla Knesset la Giornata del Ricordo del 30 novembre. La “Lettera di un ebreo dimenticato” pubblicata sull’Huffington Post negli Stati Uniti, è ripresa dall’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition. Alle storie dei profughi dal mondo musulmano, molti dei quali raggiunsero l’Italia, Pagine Ebraiche ha dedicato il dossier del numero di dicembre, presentato per i lettori dell’edizione internazionale.
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pilpul
Oltremare - Vendetta
La sera della fine di Yom Kippur a casa mia usa piantare i semi di grano che erano per tutto Kippur sparpagliati sul tavolo bardato a festa, insieme a melograno e pannocchie. Quest'anno il grano è cresciuto talmente folto e forte fin da subito, che per la prima volta da che mi ricordi l'ho trasferito dopo pochi giorni in un vaso vero con terra fresca e l'ho messo in un punto assolato, proprio davanti ai miei occhi sopra al lavandino della cucina. Nei primi giorni, con il caffè del mattino guardavo il grano ogni mattina vari millimetri più alto. Poi i fili d'erba verdi scuri sono diventati così alti da appoggiarsi al muro che inquadra la finestra per sostenersi. Per oltre un mese ho continuato a curare e annaffiare il grano di Kippur, domandandomi quanto ancora avrebbe potuto continuare a crescere. Apparentemente ignaro di due ondate di chamsin.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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