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27 Dicembre 2016 - 27 Kislev 5777

 


alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Roberto Della Rocca e di Dario Calimani. Nella sezione pilpul una riflessione di Tobia Zevi e Mario Avagliano.
 
Reuven Rivlin ‏
@PresidentRuvi
26 dic
Visiting Beit El: As we remember the heroic Maccabees; the victory of the few over the many, we kindle the light in the face of the darkness
 
#PE24BreakingNews
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Israele, la rabbia di Netanyahu:
"Usa complici del voto Onu"
“Abbiamo raccolto le prove e siamo sicuri che l’amministrazione di Barack Obama abbia coordinato, definito le parole e sostenuto fino in fondo il testo approvato. Come ho detto al segretario di Stato John Kerry: gli amici non portano gli amici davanti al Consiglio di Sicurezza”.
È la dura presa di posizione del premier israeliano Benjamin Netanyahu sul voto Onu sugli insediamenti, segnato dalla storica astensione statunitense. Diversi gli approfondimenti, diverse le voci che intervengono su questo nuovo capitolo (l’ultimo?) della difficile relazione Netanyahu-Obama. Anche alla luce della decisione annunciata ieri dal governo di Gerusalemme di procedere con la costruzione di oltre 600 nuove abitazioni a Gerusalemme Est.
“Le critiche Onu potrebbero spingere il Tribunale Internazionale in Olanda a intentare processi contro i politici israeliani condannando le colonie come crimini di guerra. E ciò potrebbe portare anche acqua al mulino al movimento che vuole il boicottaggio” dice Nahum Barnea al Corriere.
Scrive Fiamma Nirenstein sul Giornale: “La scelta di Obama di gettare Israele in pasto all’Onu per quello che riguarda il processo di pace, anche se viene da un leader importante, non ha nessun futuro. Obama ha violato la democrazia e il buon senso ergendosi contro l’evidente parere del popolo americano”.
Sostiene l’ex direttore del Foglio Giuliano Ferrara in un editoriale: “La piccola frazione di un villaggio israeliano in Cisgiordania fa di più per la nostra libertà e sicurezza di tutti i predicozzi malvissuti di una ideologia irenista di fede che ha smarrito se stessa. Figuriamoci il cinismo dell’Onu”.

Chanukkah, la luce della festa. La significativa coincidenza temporale del periodo festivo cristiano e della festa ebraica di Chanukkah offre lo spunto per alcuni riflessioni. Sulla Stampa (Ariela Piattelli), sono diversi i rabbini italiani a illustrare il significato di questa ricorrenza. Numerose le accensioni pubbliche raccontate dal quotidiano torinese, dallo storico appuntamento di Casale Monferrato (le cui Chanukkiot sono protagoniste in questi giorni alla Triennale di Milano) alla più recente iniziativa palermitana a Palazzo Steri, un tempo sede dell’Inquisizione.
Quale il messaggio testimoniato da Chanukkah? Per Vittorio Robiati Bendaud, che ne scrive sul Corriere, è “assunzione responsabile del rischio, quando l’inazione significa abdicare a se stessi, facendola poi pagare alle generazioni future”.

La malevolenza dell'ambasciatore. Sul Corriere, nella sua rubrica quotidiana, Sergio Romano ricostruisce a modo suo e con la consueta malevolenza l’incontro tra il padre del sionismo Theodor Herzl e papa Pio X. Estrapolando ad arte quel che più gli comoda dagli studi del più profondo conoscitore della relazioni tra Israele e Santa Sede, Sergio Minerbi, afferma: “Sembra addirittura che Herzl abbia pensato per qualche tempo a una udienza durante la quale avrebbe fatto al Pontefice romano questa dichiarazione: “Aiutateci contro l’antisemitismo e io guiderò un grande movimento per la libera e onorevole conversione degli ebrei al Cristianesimo”. Al lettore resta così solo una impressione profondamente falsata della realtà storica.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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