Il terrorismo colpisce a Berlino
Camion sulla folla, 12 vittime

rassegnaÈ di almeno 12 morti e oltre 48 feriti il bilancio dell’attacco avvenuto la notte scorsa al mercato di Natale di Breitscheidplatz, a Berlino, dove un camion si è lanciato contro la folla. Nelle scorse ore la polizia ha definito quanto accaduto un “attacco terroristico”, seppur le indagini siano ancora in corso per capire dinamiche e responsabilità e non vi siano state ancora rivendicazioni. “Ai familiari delle vittime di Berlino tutto il nostro fraterno abbraccio – il messaggio di cordoglio della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni – Triste che quanto temuto si stia avverando ancora una volta, colpendo tutti i fedeli che in questi giorni si stanno preparando per le celebrazioni del Natale, e tutti noi che nei valori della libertà e della vita crediamo profondamente. Non sono tempi per un buonismo esteso ma di realismo e forte presa di coscienza”. “Il mondo è cambiato – sottolinea Di Segni – e per sognarne uno diverso ci dobbiamo adoperare da subito per reprimere con la forza della cultura e die valori condivisi, ogni movimento, ogni iniziativa che attenti alla nostra sicurezza e al nostro futuro”.
Secondo le ricostruzioni (Corriere, La Stampa e Repubblica), il tir targato Polonia intorno alle 20 di ieri sera è piombato tra le bancarelle del mercatino di Natale, investendo le persone presenti e senza accenno a fermarsi. Secondo le prime ricostruzioni le persone a bordo del camion erano due: una sedeva al posto dell’accompagnatore e sarebbe rimasto uccisa nello schianto. Secondo dichiarazioni del portavoce della polizia si tratterebbe di un cittadino polacco, forse l’autista titolare del tir sequestrato dal presunto attentatore. Quest’ultimo invece avrebbe tentato la fuga, per poi venire fermato dalla polizia.
I quotidiani rilevano come l’attentato potrebbe avere effetti sulle prossime elezioni in Germania e sulla candidatura dell’attuale cancelliera Angela Merkel. La paura del terrorismo islamista, racconta Leonardo Cohen sul Fatto Quotidiano, può infatti spingere anche gli elettori tedeschi nelle braccia dei partiti populisti e xenofobi. Sul fronte della sicurezza, il Messaggero invece intervista Alfredo Mantici, ex capo del dipartimento analisi del Sisde, sottolinea come “l’uso dei camion negli attentati lo hanno insegnato i terroristi palestinesi”.

L’uccisione dell’ambasciatore russo ad Ankara. “Se l’obiettivo di Mevlut Mert Altintas, il poliziotto di 22 anni che ieri ha ucciso a colpi di pistola l’ambasciatore russo in Turchia Andrej Karlov, era quello di minare le relazioni tra Mosca e Ankara, si può dire che è clamorosamente fallito”, scrive Corriere della Sera parlando dell’attentato in cui è stato ucciso ieri l’ambasciatore russo ad Ankara. Ad assassinarlo in diretta televisiva durante l’inaugurazione di una mostra, un poliziotto fuori servizio: “Non dimenticate la Siria, non dimenticate Aleppo. Allah è grande”, ha urlato il giovane mentre apriva il fuoco. Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che Russia e Turchia condurranno indagini congiunte sull’omicidio, “una mossa senza precedenti in un Paese in cui Mosca non è certo popolare”, sottolinea ancora Repubblica.

Berlino, Ankara, Mosca e il lavoro della Farnesina. “La strage di Berlino e l’uccisione dell’ambasciatore russo Karlov in Turchia ci rafforzano nella convinzione che occorre dare massima priorità alla lotta contro il terrorismo, in un quadro di intensa cooperazione con tutti i partner internazionali. A Germania e Russia tutta la nostra solidarietà”, il pensiero del ministro Angelino Alfano, passato di recente dal Viminale alla Farnesina. Intervistato dal Corriere, Alfano parla del suo nuovo incarico: “è evidente – afferma – che, data la mia origine di frontiera di uomo del Mediterraneo, e la mia provenienza dal Viminale, avrò un più di attenzione sui temi della gestione delle frontiere esterne d’Europa e del rapporto con i Paesi d’origine e transito dei migranti. Il terzo elemento sul quale intendo mettere l’accento ha a che fare con la mia appartenenza politica ed è la persecuzione dei cristiani”.

La sparatoria di Zurigo. A questo preoccupante clima di violenza, si aggiunge la sparatoria avvenuta ieri nei pressi di un centro islamico a Zurigo, in cui tre persone sono rimaste ferite . Lo riferisce il giornale Blick. La notizia è stata confermata dalla polizia. Secondo i media locali, la persona che ha aperto il fuoco si è data alla fuga. Nella zona della sparatoria è in corso un’operazione di polizia, secondo il sito della Tribune de Geneve. Per il momento non ci sono indicazioni su chi siano gli aggressori, mentre delle persone ferite si sa solo che sono tre adulti. Un portavoce della polizia ha precisato che non si può affermare allo stato attuale che gli spari siano da mettere in relazione con il centro islamico.

La foreign fighter italiana condannata. Maria Giulia Sergio, 29 anni, conosciuta anche come Fatima, è stata condannata a 9 anni di reclusione per il reato di terrorismo internazionale. La pena per la donna, che lasciò Inzago, nell’hinterland di Milano, nel settembre del 2014 per raggiungere le milizie del Califfato in Siria, dove si troverebbe tuttora, è stata decisa dai giudici della prima sezione della Corte d’Assise di Milano. Con lei sono state condannate altre cinque persone, tra cui il padre, Sergio Sergio, a 4 annidi reclusione, e il marito, l’albanese Aldo Kobuzi, che dovrà scontare 10 anni (La Stampa).

Lumi di Chanukkah. Tra storia, arte e design. Sul Corriere della Sera Paolo Salom richiama la mostra alla Triennale di Milano – aperta fino a gennaio – che raccoglie 40 delle chanukkiot della collezione del museo ebraico di Casale Monferrato. “Quaranta opere realizzate interpretando la forma originaria (simile alla menorah), – sottolinea Salom – scomponendo e idealizzando l’archetipo per arrivare comunque alla stessa funzione: contenere le luci che si devono accendere, in progressione, a partire dal tramonto che introduce il 25 del mese di kislev (quest’anno la sera del 24 dicembre), aggiungendo un lume alla volta”.

Segnalibro: le leggende degli ebrei. Arriva nelle librerie il sesto volume delle Leggende degli ebrei – edito da Adelphi e a cura di Elena Loewenthal – nel quale, spiega il Corriere, “sono narrati gli episodi biblici che vanno dalla strabiliante conquista di Gerico per merito di Giosuè alla pura e bellissima Ester che, a Susa, salva gli ebrei dalle follie del re Assuero e dallo sterminio, si concludono Le leggende degli ebrei (Adelphi). Raccolte in circa trent’anni di lavoro (dal 1909 al 1938) dallo studioso lituano Louis Ginzberg, emigrato nel 1899 negli Stati Uniti, le Leggende attingono all’immaginario del popolo ebraico riflesso nell’Antico Testamento”.

Matilde Beniacar (1926-2016). È scomparsa ieri all’età di 90 anni l’ultima sopravvissuta della Shoah della Comunità ebraica livornese, Matilde Beniacar. “L’ultima rimasta in vita in questi anni per combattere, – riporta il Corriere Fiorentino – tra molte difficoltà anche fisiche, la battaglia della Memoria e della consapevolezza storica. Ampia e significativa la testimonianza rilasciata nel 1996 allo storico della Shoah Marcello Pezzetti per l’archivio digitale della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano”. “Nell’intervista allo studioso, Matilde ripercorre l’infanzia a Smirne, in Turchia; il ritorno in Italia dei Beniacar, che avviene nel 1933; le Leggi Razziali del ’38 che costrinsero la sua famiglia e gli altri ebrei italiani ai margini della società; l’incubo delle persecuzioni, l’arresto, la deportazione, i mesi trascorsi in condizioni estreme tra Auschwitz, Birkenau, Gusen, Bergen Belsen, Dachau, Buchenwald e infine Mauthausen”.

Daniel Reichel

(20 dicembre 2016)