
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Tre
giorni di congresso rabbinico a Gerusalemme sono un'occasione per
pensare, ascoltare, riflettere e incontrare amici e colleghi: dal
rabbino capo di Atene, giovanissimo maestro dai grandi orizzonti, fino
agli amici e maestri italiani con i quali condivido lingua madre,
preoccupazioni, speranze e lavoro per la diaspora Italiana.
Ma un congresso mondiale è anche un’occasione per guardarsi intorno,
per percepire le realtà ebraiche lontane da me, per scoprire quanto e
se sono cambiati gli ebraismi del mondo.
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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Ci
sono società nelle quali si è sviluppata una forma di potere politico
che ha sotto varie forme interpretato in maniera più o meno perfetta il
concetto di totalitarismo. Si tratta dell’aspirazione a controllare
completamente tutti gli ambiti della società: l’amministrazione,
l’informazione, l’istruzione, la cultura, l’associazionismo, lo sport.
Tutto indirizzato verso una dimensione di verità unica, di
differenziazione netta con gli “altri”, con i “nemici”, che possono
essere esterni, ma anche e soprattutto interni. In quel caso assumono
la denominazione scomoda e inaccettabile di “traditori”. I
totalitarismi si sono sviluppati su base ideologica o religiosa. Il
fascismo mussoliniano (che ci riuscì solo in parte stando al dibattito
storiografico, ma fece scuola), il comunismo staliniano, il nazismo
hitleriano, ancora il comunismo nelle versioni cinese, albanese,
cambogiana, nord-coreana, cubana, e poi il fascismo franchista, cileno.
E le esperienze dittatoriali africane, più articolate nelle motivazioni
ideologiche, ma dagli esiti non molto differenti.
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Italia, web e carceri
scuole per la Jihad
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“Da
noi meno radicalizzazione che in altri Paesi”, ha spiegato il Primo
ministro italiano Paolo Gentiloni “ma questo non ci deve indurre a
sottovalutare” il fenomeno. Parole arrivate a margine dell'incontro con
il ministro dell'Interno Marco Minniti e con la commissione di studio
del fenomeno dell'estremismo jihadista nel nostro Paese. Secondo gli
esperti, non basta la sola repressione, pur efficace, ma bisogna
attivare processi di integrazione per evitare la radicalizzazione
islamista. “Bisogna lavorare alla deradicalizzazione incanalando queste
persone in un percorso di integrazione”, ha dichiarato Minniti. E uno
dei luoghi più a rischio, come in altri Paesi, anche in Italia sono le
carceri: “Le prigioni sono uno degli elementi di un discorso più ampio
di interazione tra lo Stato e le comunità islamiche”, ha spiegato il
ministro dell'Interno. Ma finora, sottolinea il Corriere della Sera, il
progetto di contrasto è andato a rilento: “il protocollo siglato a fine
2015 dal ministero della Giustizia con l'Ucoii per l'accesso degli imam
dietro le sbarre – spiega il quotidiano - si è arenato spesso davanti
alla difficoltà di selezionare adeguatamente le guide spirituali da
inviare tra i detenuti”.
Altro grande problema è la rete. “Negli ultimi anni si è assistito alla
crescita di una embrionale comunità jihadista italiana sul web, in
particolare su alcuni social network”, avverte la commissione.
L'attività si sta espandendo su sistemi di messaggistica come Telegram.
E preoccupa, spiega il Sole 24 Ore, anche per l'attrattività che
esercita su minori (pure 12-13enni) e donne. Contro il reclutamento
jihadista online, racconta il quotidiano economico, si sta muovendo il
governo francese che ha creato un sito dedicato
stop-djihadisme.gouv.fr, con anche “un call center per aiutare i
parenti a capire se i propri congiunti stanno per diventare terroristi
islamici”.
Israele, dibattito aperto sul caso di Hebron. Il primo ministro
Benjamin Netanyahu ha chiesto nelle scorse ore la grazia per il soldato
condannato da un tribunale militare israeliano per aver ucciso un
terrorista palestinese ferito e disarmato. Una questione che sta
dividendo l'opinione pubblica israeliana e che è arrivata anche in
Italia. I quotidiani nostrani però spesso dimenticano di ricordare che
il palestinese ucciso era un terrorista che aveva attaccato i soldati
come nell'articolo intervista pubblicato oggi da La Stampa con
protagonista lo scrittore David Grossman. Si parla infatti di
“palestinese ferito e inerme”, senza però spiegare perché fosse stato
ferito. Rispetto al pensiero di Grossman, secondo lo scrittore, “La
richiesta di perdono di Netanyahu è oltraggiosa perché giunge nel mezzo
di un procedimento giudiziario non ancora chiuso, è una violazione
della legge, non se ne sarebbe dovuto neppure discutere prima
dell'appello, della Corte Suprema, prima di un pentimento del soldato”.
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il presidente israeliano a governo e knesset
Rivlin: "Partiti xenofobi europei,
Israele non può averci a che fare"
Chi
rappresenta Israele deve tenersi lontano dall'estrema destra, da tutti
quei movimenti e partiti che sono “contaminati da una storia di
antisemitismo, negazionismo, che hanno promosso restrizioni contro
pratiche religiose così come odio razziale e intolleranza”. A scriverlo
in una lettera indirizzata alla Comunità ebraica austriaca, il
Presidente d'Israele Reuven Rivlin. Nella missiva, datata 20 dicembre
ma resa pubblica nelle scorse ore, Rivlin accoglie le preoccupazioni
dell'ebraismo austriaco che aveva contestato la disponibilità
dimostrata da alcuni politici israeliani nell'incontrare rappresentanti
di partiti dell'estrema destra europea. A protestare nello specifico
erano stati il vicepresidente del Congresso mondiale ebraico Ariel
Muzicant e il presidente della Comunità ebraica di Vienna Oskar Deutch.
Scrivendo al Presidente israeliano, i due avevano chiesto a tutti i
rappresentanti dello Stato ebraico di “marcare una chiara linea rossa
tra noi e coloro che rappresentano l'odio, il nazismo e
l'antisemitismo”. Un loro in cui Muzicant e Deutch avevano inserito
anche il Partito della Libertà austriaco, fondato nel dopoguerra da ex
ufficiali nazisti. Leggi
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il corriere riprende il sito di pagine ebraiche
Di Canio e le scuse sul fascismo Moked continua a fare opinione
Continua
a fare opinione il Portale dell’ebraismo italiano www.moked.it, cui il
Corriere della sera dedica un ampio pezzo di approfondimento in cui si
analizza come il mezzo di informazione dell’Unione ha trattato la
recente intervista all’ex calciatore Paolo Di Canio sul fascismo e
sulla sua denuncia del razzismo.
Un messaggio, scrive il Corriere, “che non è caduto nel vuoto”.
Come viene ricordato, è stato il portale UCEI a denunciare in autunno
la partecipazione dell’ex calciatore a un programma sul calcio di
inglese, in onda su Sky Sport, dopo che sui social era circolata una
sua foto con un vistoso tatuaggio Dux sul braccio destro. Denuncia cui
aveva fatto seguito il tempestivo intervento dei vertici di Sky, che
avevano deciso la sospensione del contratto con l’opinionista.
Dopo un’iniziale silenzio, Di Canio ha poi inviato alla Presidente UCEI
Noemi Di Segni una lettera di scuse che da www.moked.it è stata ripresa
in pochi minuti da tutta la stampa italiana e dalle principali testate
internazionali. Concetti, quelli affermati nella lettera, che ha voluto
ribadire nell’intervista al Corriere. I tatuaggi sul corpo, la
dimostrazione dei suoi errori. Il saluto romano sotto la curva della
Lazio, la cosa “di cui mi pento di più”.
Parole importanti che, come è stato scritto su queste pagine e come
rileva anche il Corriere, confermano un cambiamento pubblico di rotta
di cui tener conto. Leggi
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i due attentati a parigi del gennaio 2015
Charlie Hebdo e Hyper Casher
in silenzio ricordando le stragi
Non
ci sono state parole di rito, nessun discorso ufficiale. Solo minuti di
silenzio, il canto della marsigliese e la preghiera che gli ebrei di
Francia recitano per la Repubblica. Sono questi i momenti che hanno
scandito le commemorazioni ufficiale avvenute ieri a Parigi in memoria
degli anniversari degli attentati alla redazione di Charlie Hebdo e
all'Hyper Casher. Due anni fa, il 7 gennaio, due terroristi al grido di
Allāhu Akbar (Allah è grande in arabo) entrarono nella redazione del
giornale satirico francese e assassinarono 12 persone. Due giorni dopo
un altro terrorista, votato alla causa islamista, entrò nell'Hyper
Casher di Porte de Vincennes, uccidendo quattro persone. In ricordo di
quella strage antisemita il sindaco di Parigi Anne Hidalgo,
assieme al ministro dell'Interno Bruno Le Roux, al Gran Rabbino di
Francia Haim Korsia e al presidente del Conseil représentatif des
institutions juives de France Francis Kalifat hanno deposto una corona
di fiori davanti al supermaket casher così come è stato fatto davanti
alla redazione di Charlie Hebdo. E dopo il canto della marsigliese, il
rav ha intonato anche la preghiera per la Repubblica, simbolo del
legame tra l'ebraismo e la Francia. Leggi
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pagine ebraiche - dossier golem
Una storia, mille versioni
Da Frankenstein alle avventure di Topolino ne L’apprendista stregone fino al computer di 2001 Odissea nello spazio,
sono mille le varianti di una storia che ai bambini risulta
inevitabilmente irresistibile. Un guscio senz’anima diventa una
creatura viva, una storia mitologica che affonda le proprie radici
nella storia delle storie, quella della creazione. Adamo, fatto di
polvere, riceve il dono più grande, quello della vita. Il Golem,
creatura d’argilla, grazie al potere della parola, diventa in qualche
modo un essere vivente. E non solo: ad aggiungere fascino e suspence,
si comporta in maniera imprevedibile e sfugge al controllo del suo
creatore, lo attacca per poi spesso perdere il controllo della sua
stessa violenza e finire per autodistruggersi. Non sono storie sempre
serene, anzi: la leggenda del Golem di Praga ha ispirato mille
racconti, nei secoli, a partire da quello che narra di Rabbi Loew, il
Maharal, che nel sedicesimo secolo aveva creato una “creatura informe”
– questo il significato del termine ebraico da cui deriva la parola
golem – per difendere il ghetto dai pogrom.
Ada Treves
(Illustrazione tratta da Golem, scritto e illustrato da David Wisniewski) Leggi
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Allucinazioni |
L’abitudine
a sentire i telegiornali con la coda dell’orecchio e sbirciare i titoli
con la coda dell’occhio mentre cucino o lavo i piatti a volte gioca
brutti scherzi: di tanto in tanto capitano quei momenti in cui mi
sembra di aver letto o sentito cose così assurde che mi ritrovo a
domandarmi se le ho lette e sentite davvero. È mai possibile, per
esempio, che chi riferisce il discorso del papa (che cita Geremia 31,
14, “Una voce si ode da Ramà, lamento e pianto amaro: Rachele piange i
suoi figli, rifiuta di essere consolata”) sembri non avere la più
pallida idea di chi fosse Rachele? Che non abbia capito che Geremia
parla proprio della Rachele moglie di Giacobbe che per di più è anche
la vicina di posto di Beatrice nel paradiso dantesco?
Anna Segre, insegnante
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Le masse pilotate |
"Questi
piloti snob e arroganti non sanno più riconoscere i bisogni dei
passeggeri normali come noi. Chi pensa che dovrei guidare io l’aereo?",
questa domanda viene rivolta ai passeggeri di un aereo da un uomo con i
baffi, protagonista di una recente vignetta pubblicata sul New Yorker
dal disegnatore Will McPhail. Impossibile non pensare al populismo, e
ai vari leader che hanno animato la scena politica del 2016. Proprio in
questi giorni, uno di questi leader ha proposto sul proprio blog “una
giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate
dai media” nella quale a dei cittadini scelti a sorte verranno
“sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali. Se
una notizia verrà dichiarata falsa il direttore della testata, a capo
chino, deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta”.
Viene rasentato il ridicolo.
Francesco Moises Bassano
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