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6 gennaio 2017 - 8 Tevet 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Tre giorni di congresso rabbinico a Gerusalemme sono un'occasione per pensare, ascoltare, riflettere e incontrare amici e colleghi: dal rabbino capo di Atene, giovanissimo maestro dai grandi orizzonti, fino agli amici e maestri italiani con i quali condivido lingua madre, preoccupazioni, speranze e lavoro per la diaspora Italiana.
Ma un congresso mondiale è anche un’occasione per guardarsi intorno, per percepire le realtà ebraiche lontane da me, per scoprire quanto e se sono cambiati gli ebraismi del mondo.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Ci sono società nelle quali si è sviluppata una forma di potere politico che ha sotto varie forme interpretato in maniera più o meno perfetta il concetto di totalitarismo. Si tratta dell’aspirazione a controllare completamente tutti gli ambiti della società: l’amministrazione, l’informazione, l’istruzione, la cultura, l’associazionismo, lo sport. Tutto indirizzato verso una dimensione di verità unica, di differenziazione netta con gli “altri”, con i “nemici”, che possono essere esterni, ma anche e soprattutto interni. In quel caso assumono la denominazione scomoda e inaccettabile di “traditori”. I totalitarismi si sono sviluppati su base ideologica o religiosa. Il fascismo mussoliniano (che ci riuscì solo in parte stando al dibattito storiografico, ma fece scuola), il comunismo staliniano, il nazismo hitleriano, ancora il comunismo nelle versioni cinese, albanese, cambogiana, nord-coreana, cubana, e poi il fascismo franchista, cileno. E le esperienze dittatoriali africane, più articolate nelle motivazioni ideologiche, ma dagli esiti non molto differenti.
 
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Italia, web e carceri
scuole per la Jihad
“Da noi meno radicalizzazione che in altri Paesi”, ha spiegato il Primo ministro italiano Paolo Gentiloni “ma questo non ci deve indurre a sottovalutare” il fenomeno. Parole arrivate a margine dell'incontro con il ministro dell'Interno Marco Minniti e con la commissione di studio del fenomeno dell'estremismo jihadista nel nostro Paese. Secondo gli esperti, non basta la sola repressione, pur efficace, ma bisogna attivare processi di integrazione per evitare la radicalizzazione islamista. “Bisogna lavorare alla deradicalizzazione incanalando queste persone in un percorso di integrazione”, ha dichiarato Minniti. E uno dei luoghi più a rischio, come in altri Paesi, anche in Italia sono le carceri: “Le prigioni sono uno degli elementi di un discorso più ampio di interazione tra lo Stato e le comunità islamiche”, ha spiegato il ministro dell'Interno. Ma finora, sottolinea il Corriere della Sera, il progetto di contrasto è andato a rilento: “il protocollo siglato a fine 2015 dal ministero della Giustizia con l'Ucoii per l'accesso degli imam dietro le sbarre – spiega il quotidiano - si è arenato spesso davanti alla difficoltà di selezionare adeguatamente le guide spirituali da inviare tra i detenuti”.
Altro grande problema è la rete. “Negli ultimi anni si è assistito alla crescita di una embrionale comunità jihadista italiana sul web, in particolare su alcuni social network”, avverte la commissione. L'attività si sta espandendo su sistemi di messaggistica come Telegram. E preoccupa, spiega il Sole 24 Ore, anche per l'attrattività che esercita su minori (pure 12-13enni) e donne. Contro il reclutamento jihadista online, racconta il quotidiano economico, si sta muovendo il governo francese che ha creato un sito dedicato stop-djihadisme.gouv.fr, con anche “un call center per aiutare i parenti a capire se i propri congiunti stanno per diventare terroristi islamici”.

Israele, dibattito aperto sul caso di Hebron. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha chiesto nelle scorse ore la grazia per il soldato condannato da un tribunale militare israeliano per aver ucciso un terrorista palestinese ferito e disarmato. Una questione che sta dividendo l'opinione pubblica israeliana e che è arrivata anche in Italia. I quotidiani nostrani però spesso dimenticano di ricordare che il palestinese ucciso era un terrorista che aveva attaccato i soldati come nell'articolo intervista pubblicato oggi da La Stampa con protagonista lo scrittore David Grossman. Si parla infatti di “palestinese ferito e inerme”, senza però spiegare perché fosse stato ferito. Rispetto al pensiero di Grossman, secondo lo scrittore, “La richiesta di perdono di Netanyahu è oltraggiosa perché giunge nel mezzo di un procedimento giudiziario non ancora chiuso, è una violazione della legge, non se ne sarebbe dovuto neppure discutere prima dell'appello, della Corte Suprema, prima di un pentimento del soldato”.
 
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  davar
il presidente israeliano a governo e knesset 
Rivlin: "Partiti xenofobi europei,
Israele non può averci a che fare"

Chi rappresenta Israele deve tenersi lontano dall'estrema destra, da tutti quei movimenti e partiti che sono “contaminati da una storia di antisemitismo, negazionismo, che hanno promosso restrizioni contro pratiche religiose così come odio razziale e intolleranza”. A scriverlo in una lettera indirizzata alla Comunità ebraica austriaca, il Presidente d'Israele Reuven Rivlin. Nella missiva, datata 20 dicembre ma resa pubblica nelle scorse ore, Rivlin accoglie le preoccupazioni dell'ebraismo austriaco che aveva contestato la disponibilità dimostrata da alcuni politici israeliani nell'incontrare rappresentanti di partiti dell'estrema destra europea. A protestare nello specifico erano stati il vicepresidente del Congresso mondiale ebraico Ariel Muzicant e il presidente della Comunità ebraica di Vienna Oskar Deutch. Scrivendo al Presidente israeliano, i due avevano chiesto a tutti i rappresentanti dello Stato ebraico di “marcare una chiara linea rossa tra noi e coloro che rappresentano l'odio, il nazismo e l'antisemitismo”. Un loro in cui Muzicant e Deutch avevano inserito anche il Partito della Libertà austriaco, fondato nel dopoguerra da ex ufficiali nazisti.
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il corriere riprende il sito di pagine ebraiche 
Di Canio e le scuse sul fascismo Moked continua a fare opinione
Continua a fare opinione il Portale dell’ebraismo italiano www.moked.it, cui il Corriere della sera dedica un ampio pezzo di approfondimento in cui si analizza come il mezzo di informazione dell’Unione ha trattato la recente intervista all’ex calciatore Paolo Di Canio sul fascismo e sulla sua denuncia del razzismo.
Un messaggio, scrive il Corriere, “che non è caduto nel vuoto”.
Come viene ricordato, è stato il portale UCEI a denunciare in autunno la partecipazione dell’ex calciatore a un programma sul calcio di inglese, in onda su Sky Sport, dopo che sui social era circolata una sua foto con un vistoso tatuaggio Dux sul braccio destro. Denuncia cui aveva fatto seguito il tempestivo intervento dei vertici di Sky, che avevano deciso la sospensione del contratto con l’opinionista.
Dopo un’iniziale silenzio, Di Canio ha poi inviato alla Presidente UCEI Noemi Di Segni una lettera di scuse che da www.moked.it è stata ripresa in pochi minuti da tutta la stampa italiana e dalle principali testate internazionali. Concetti, quelli affermati nella lettera, che ha voluto ribadire nell’intervista al Corriere. I tatuaggi sul corpo, la dimostrazione dei suoi errori. Il saluto romano sotto la curva della Lazio, la cosa “di cui mi pento di più”.
Parole importanti che, come è stato scritto su queste pagine e come rileva anche il Corriere, confermano un cambiamento pubblico di rotta di cui tener conto.
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i due attentati a parigi del gennaio 2015 
Charlie Hebdo e Hyper Casher
in silenzio ricordando le stragi

Non ci sono state parole di rito, nessun discorso ufficiale. Solo minuti di silenzio, il canto della marsigliese e la preghiera che gli ebrei di Francia recitano per la Repubblica. Sono questi i momenti che hanno scandito le commemorazioni ufficiale avvenute ieri a Parigi in memoria degli anniversari degli attentati alla redazione di Charlie Hebdo e all'Hyper Casher. Due anni fa, il 7 gennaio, due terroristi al grido di Allāhu Akbar (Allah è grande in arabo) entrarono nella redazione del giornale satirico francese e assassinarono 12 persone. Due giorni dopo un altro terrorista, votato alla causa islamista, entrò nell'Hyper Casher di Porte de Vincennes, uccidendo quattro persone. In ricordo di quella strage antisemita il sindaco di Parigi  Anne Hidalgo, assieme al ministro dell'Interno Bruno Le Roux, al Gran Rabbino di Francia Haim Korsia e al presidente del Conseil représentatif des institutions juives de France Francis Kalifat hanno deposto una corona di fiori davanti al supermaket casher così come è stato fatto davanti alla redazione di Charlie Hebdo. E dopo il canto della marsigliese, il rav ha intonato anche la preghiera per la Repubblica, simbolo del legame tra l'ebraismo e la Francia.
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pagine ebraiche - dossier golem
Una storia, mille versioni
Da Frankenstein alle avventure di Topolino ne L’apprendista stregone fino al computer di 2001 Odissea nello spazio, sono mille le varianti di una storia che ai bambini risulta inevitabilmente irresistibile. Un guscio senz’anima diventa una creatura viva, una storia mitologica che affonda le proprie radici nella storia delle storie, quella della creazione. Adamo, fatto di polvere, riceve il dono più grande, quello della vita. Il Golem, creatura d’argilla, grazie al potere della parola, diventa in qualche modo un essere vivente. E non solo: ad aggiungere fascino e suspence, si comporta in maniera imprevedibile e sfugge al controllo del suo creatore, lo attacca per poi spesso perdere il controllo della sua stessa violenza e finire per autodistruggersi. Non sono storie sempre serene, anzi: la leggenda del Golem di Praga ha ispirato mille racconti, nei secoli, a partire da quello che narra di Rabbi Loew, il Maharal, che nel sedicesimo secolo aveva creato una “creatura informe” – questo il significato del termine ebraico da cui deriva la parola golem – per difendere il ghetto dai pogrom.

Ada Treves

(Illustrazione tratta da Golem, scritto e illustrato da David Wisniewski)
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pilpul
Allucinazioni
L’abitudine a sentire i telegiornali con la coda dell’orecchio e sbirciare i titoli con la coda dell’occhio mentre cucino o lavo i piatti a volte gioca brutti scherzi: di tanto in tanto capitano quei momenti in cui mi sembra di aver letto o sentito cose così assurde che mi ritrovo a domandarmi se le ho lette e sentite davvero. È mai possibile, per esempio, che chi riferisce il discorso del papa (che cita Geremia 31, 14, “Una voce si ode da Ramà, lamento e pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, rifiuta di essere consolata”) sembri non avere la più pallida idea di chi fosse Rachele? Che non abbia capito che Geremia parla proprio della Rachele moglie di Giacobbe che per di più è anche la vicina di posto di Beatrice nel paradiso dantesco?

Anna Segre, insegnante
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Le masse pilotate
"Questi piloti snob e arroganti non sanno più riconoscere i bisogni dei passeggeri normali come noi. Chi pensa che dovrei guidare io l’aereo?", questa domanda viene rivolta ai passeggeri di un aereo da un uomo con i baffi, protagonista di una recente vignetta pubblicata sul New Yorker dal disegnatore Will McPhail. Impossibile non pensare al populismo, e ai vari leader che hanno animato la scena politica del 2016. Proprio in questi giorni, uno di questi leader ha proposto sul proprio blog “una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media” nella quale a dei cittadini scelti a sorte verranno “sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali. Se una notizia verrà dichiarata falsa il direttore della testata, a capo chino, deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta”. Viene rasentato il ridicolo.

Francesco Moises Bassano
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