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23 gennaio 2017 - 25 Tevet 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
l cardinale Scola ha sollevato nel corso della sua visita alla sinagoga centrale di Milano alcuni punti che meritano, in questa sede, una brevissima e ridottissima analisi. Egli ha sostanzialmente ribadito che:
Il dialogo con l’ebraismo occupa per i cristiani un posto unico. Essendo la religione ebraica intrinseca alla religione cristiana.
Ha proposto quindi una interpretazione del rapporto fra le due religioni basata sullo scisma originario del popolo di D-o, provocato da Cristo stesso.
 
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Anna
Foa,
storica
Fra tutti i termini che si stanno sdoganando, che diventano di nuovo utilizzabili e “rispettabili”, c’è populismo. È un termine che per molto tempo, dopo la guerra e dopo Hitler, era stato cancellato dal vocabolario: implicava un rapporto diretto tra il popolo e il potere, masse fanatizzate pronte a bruciare i libri, e i nemici. Ci ricordava le adunate di Mussolini e quelle, ancor più terribili, di Hitler. Le Guardie Rosse e Pol Pot. Comportava il rifiuto di ogni mediazione politica.
Ora è tornato alla grande. Il potere è tornato nelle mani del popolo, minaccia il presidente degli Stati Uniti. È l’era dei populismi, concorda la destra europea antieuropeista e nazionalista alla Le Pen. Eppure dovremmo ricordarci che è proprio in quel legame diretto tra un potere, dittatoriale o meno che sia, e il “popolo”, inteso come massa, che sono nati i totalitarismi del Novecento.
 
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Run for Mem, il successo
della prima edizione
Il filo diretto con Sky Sport, media partner dell’iniziativa, che ha curato vari collegamenti dal Portico d’Ottavia e che con la collaborazione della redazione giornalistica dell’Unione sta preparando in queste ore un ampio speciale che andrà in onda venerdì 27 gennaio alle 12. Molteplici programmi di approfondimento e telegiornali sulle reti Rai e Mediaset. Agenzie stampa, carta stampata, siti web, radio.
Molti milioni gli italiani che hanno seguito nella giornata di ieri Run For Mem, la corsa tra Storia e Memoria organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con il supporto di Maratona di Roma e Maccabi Italia e sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Oltre un migliaio di podisti al via. “Tutti hanno vinto, chi correndo i 10 km del percorso lungo, e chi a passo libero sul tracciato breve di 3,5 km” scrive tra gli altri Repubblica.

I primi passi per lo spostamento dell’ambasciata americana a Gerusalemme “sono stati avviati”. Lo ha annunciato Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca.
Un’espressione, primi passi, “che è molto meno dell’annuncio della decisione che i media israeliani prevedevano ieri pomeriggio” (La Stampa).
“Ci vorranno settimane, mesi. Forse il neopresidente americano ha frenato. O forse sono stati gli israeliani. I leader palestinesi, a cominciare da Abu Mazen, e anche il Gran Mufti di Gerusalemme, hanno promesso una dura risposta a quello che considerano un attacco mortale al progetto di costruire uno Stato indipendente. Lo spostamento ha un significato soprattutto simbolico ma l’impatto politico – scrive ancora il quotidiano torinese – è imprevedibile”.

“I grandi ebrei illegali”. Si intitola così l’ampio approfondimento che il Foglio dedica oggi agli insediamenti israeliani in Cisgiordania, dove l’inviato Giulio Meotti ha trascorso una settimana. Il quotidiano presenta così il reportage: “Una settimana con i coloni d’Israele, i fantastici ‘illegali’ che oggi il mondo vuole cancellare. Poggiano l’anima sul sedile dell’auto, la riprendono al checkpoint”.

Riemergono dagli archivi della Camera di Commercio di Milano gli elenchi delle imprese ebraiche prese di mira dal fascismo. Centinaia di schede e di nomi che, dopo la promulgazione delle Leggi Razziste, segnalavano 251 aziende di proprietà di cittadini italiani di razza ebraica e dipendenti non di razza ariana. Alla compilazione degli elenchi, spiega il Corriere Milano, “seguirono confische e deportazioni”.
 
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  davar
Memoria - La quarta ricerca Swg  
Valori minacciati e da difendere

La Memoria della Shoah costituisce un patrimonio inestimabile a presidio della società democratica, aperta e progredita in cui vogliamo vivere. Non si tratta di un valore caro solo agli ebrei italiani. Si tratta di un valore che potrà sopravvivere e dispiegare tutta la sua forza solo se condiviso dall’intera società italiana.
E la società italiana risponde, partecipa, condivide, si impegna a volte lasciando testimonianze di enorme significato. Basti pensare all’enorme interesse e all’entusiastica partecipazione che ha suscitato la prima edizione della maratona Run for Mem, che ha portato moltissimi cittadini a correre insieme, a prescindere dalle origini culturali, etniche e religiose, verso il futuro della Memoria e verso una Memoria partecipata e condivisa, una Memoria viva.
Ma non tutta la società italiana si muove coerentemente in questo senso, e i dati contenuti nel quarto rilievo sulla percezione degli italiani nei confronti della Memoria curato dal prestigioso istituto di ricerche SWG con il contributo della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, mettono in luce e confermano evoluzioni preoccupanti su cui sarebbe bene tenere desta l’attenzione.
In una prima anticipazione del rapporto appena concluso, che fa riferimento al sentimento degli italiani nel gennaio 2017, e che sarà illustrato nei dettagli sul prossimo numero del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, si trova la conferma che il valore della Memoria è ben consolidato nella società italiana, ma anche, al tempo stesso, che si tratta di un valore minacciato da inquietanti nuovi orientamenti.
L’indagine fa riferimento ai dati raccolti dall’Istituto di ricerca nel quadriennio 2014-2017 su campioni rappresentativi attraverso rivelazioni realizzate mediante collegamento telematico (metodologia Cawi) effettuate fra il 12 e il 22 gennaio di ogni anno. La stagionalità dei rilievi è determinata dall’intento di ascoltare i segnali che provengono dall’opinione pubblica nei giorni in cui si ritiene sia maggiormente esposta alla produzione culturale, educativa e informativa riguardo al Giorno della Memoria. I campioni sono stati composti di anno in anno da un numero variabile dai 1000 ai 1200 soggetti rappresentativi della popolazione italiana. Le domande sono state inserite all’interno di indagini più ampie che comprendevano anche altre tematiche di tipo sociale, politico e di costume.
“Obiettivo generale dell’iniziativa – specifica SWG – è produrre un monitoraggio annuale della percezione che gli italiani hanno del fenomeno, verificandone la conoscenza spontanea e sollecitata, la percezione di rilevanza e il grado di coinvolgimento”.
Il dato maggiormente inquietante, fra i tanti che la ricerca comprende, è il raddoppio in quattro anni degli italiani manifestamente ostili al lavoro sulla Memoria stabilito dalla legge dello Stato. Ad affermare che “Il Giorno della Memoria “non serve più a nulla” era l’11 per cento della popolazione nel 2014 e sarebbe il 23 per cento nel 2017. Si tratta di un fenomeno inquietante e purtroppo da prendere molto sul serio, costantemente in crescita e costantemente confermato da quattro anni di rilievi. Un’espressione che va ben al di là dello scetticismo generico, ma che rappresenta una forma di ostilità alla cultura e alla coscienza della Storia e della Giustizia capace di coinvolgere quasi un quarto della pubblica opinione.
Certo, resta una larga maggioranza di cittadini che non condivide affermazioni del genere, ma accontentarsi di un tanto sarebbe molto pericoloso. La velocità e l’ampiezza della progressione, infatti, parlano chiaro e non sono rassicuranti.
Un segnale che deve essere preso in carico dalle istituzioni, ebraiche e non ebraiche, deve essere tenuto costantemente presente da chi lavora sul fronte dell’educazione, della ricerca storica e della Memoria. E un segnale che pone tutti i cittadini consapevoli di fronte alla scelta chiara riguardo alla società futura in cui vogliamo vivere.
Oggi più che mai combattere per affermare ogni giorno la Memoria viva, per lanciare la Memoria verso il futuro con lo stesso slancio con cui un gruppo di bambini ha aperto nelle scorse ore a Roma la grande marcia Run for Mem, è una sfida che, ebrei o non ebrei non fa differenza, accomuna tutti i cittadini di buona volontà. Correre uniti verso il futuro e riaffermare ogni giorno la Memoria viva è la sfida ineludibile che questi tempi hanno marcato su ogni pagina della nostra agenda.

gv


(In blu i dati raccolti dall'Istituto SWG nel 2014, in rosso nel 2015, in verde nel 2016 e in viola in questo mese di gennaio 2017)

i media raccontano la corsa per la memoria 
Televisioni, radio, giornali
Run For Mem, un successo

Il filo diretto con Sky Sport, media partner dell’iniziativa, che ha curato vari collegamenti dal Portico d’Ottavia e che con la collaborazione della redazione giornalistica dell’Unione sta preparando in queste ore un ampio speciale che andrà in onda venerdì 27 gennaio alle 12. Molteplici programmi di approfondimento e telegiornali sulle reti Rai e Mediaset. Agenzie stampa, carta stampata, siti web, radio.
Molti milioni gli italiani che hanno seguito nella giornata di ieri Run For Mem, la corsa tra Storia e Memoria organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con il supporto di Maratona di Roma e Maccabi Italia e sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del World Jewish Congress e dell'European Jewish Congress.
Un fiume di persone entusiaste hanno raccolto l’invito a indossare tuta e scarpini e ad attraversare i luoghi della Memoria capitolina. Da Largo 16 Ottobre a Via Tasso, da Via Urbana a San Bartolomeo all’Isola: un colpo d’occhio imponente, nelle strade della città ferita (ma non sconfitta) dal nazifascismo.
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l’ambasciatore Orlowski ospite dell’UCEI
L'Europa guarda alla Polonia
per la Memoria e per il futuro 

La Polonia di oggi, tra passato e futuro europeo. È un’occasione davvero speciale quella in programma lunedì 6 febbraio al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dove dalle 17 alle 19 sarà ospite l’ambasciatore di Polonia in Italia Tomasz Orlowski (nell’immagine).
Per partecipare all’evento è necessario comunicare la propria adesione all’indirizzo segreteria@ucei.it.
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il treno della memoria partito dalla toscana
Firenze, cinquecento studenti
in viaggio con le Testimoni

È partito alla volta di Auschwitz-Birkenau il decimo Treno della Memoria organizzato dalla Regione Toscana nei luoghi dell’orrore. Cinquecentouno gli studenti a bordo, in rappresentanza di 59 scuole superiori di tutte e dieci le province della Toscana. Al loro fianco anche 60 studenti universitari dei tre atenei di Firenze, Pisa e Siena oltre a diversi rappresentanti istituzionali e di associazioni. In tutto, compreso il personale di supporto, 750 persone in viaggio. Sul treno con i ragazzi, come Testimoni della Shoah e dei lager, le sorelle fiumane Andra e Tatiana Bucci. Con loro anche Gilberto Salmoni, deportato a Buchenwald a sedici anni, nuovo all’iniziativa della Regione. Cicerone del gruppo Ugo Caffaz, storico ideatore dell’iniziativa. Per la Regione guida la delegazione la vicepresidente Monica Barni.
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qui bologna - la mostra al museo ebraico
La matita di Kichka e la Shoah
Segno della seconda generazione

Inaugurata con una giornata ricca di incontri, la mostra "Michel Kichka. La seconda generazione" apre al Museo Ebraico di Bologna il fitto programma di incontri, lezioni, tavole rotonde ed eventi culturali di ogni tipo organizzati in occasione della Giornata della Memoria. Curata dalla direttrice del Meb Vincenza Maugeri e da Caterina Quareni, responsabile della biblioteca e del bookshop del museo, la mostra espone per la prima volta in Italia le tavole del graphic novel in cui Kichka, uno dei maggiori rappresentanti della scena della satira e dell'illustrazione israeliana, racconta una storia molto personale, quella del suo rapporto con la Memoria e con il padre, sopravvissuto alla Shoah. Il trauma della seconda generazione, un fenomeno oramai studiato e oggetto anche di numerose pubblicazioni, condiziona la vita dei figli e ora anche dei nipoti di chi è sopravvissuto al nazifascismo e ai campi di sterminio, e dopo l'apertura istituzionale della giornata - con gli interventi di Guido Ottolenghi, presidente della Fondazione Museo Ebraico di Bologna e Daniele De Paz, presidente della locale Comunità ebraica, una lezione dello storico Claudio Vercelli è stata dedicata proprio a questo tema.
Nel pomeriggio, dopo l'apertura della mostra, è stato Vittorio Giardino, il grande disegnatore bolognese - in dialogo con i giornalisti Guido Vitale e Ada Treves di Pagine Ebraiche - a intervenire in una tavola rotonda intitolata come il graphic novel, ossia "Michel Kichka, quello che non ho detto a mio padre".
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
Uno sguardo all’Età dei Segreti 
Si intitola “The Age of Secrecy: Jews, Christians and the Economy of Secrets, 1400-1800” (L’Età dei Segreti: ebrei, cristiani e l’economia dei segreti, 1400-1800) l’opera da cui prende spunto il professor Daniel Leisawitz per la sua rubrica Altrove/Elsewhere nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition. Al centro libro scritto dallo storico Daniel Jütte e pubblicato dalla Yale University Press, l’alto riguardo che nei secoli presi in considerazione veniva nutrito per le informazioni riservate, che tra l’altro a volte offriva a ebrei e cristiani opportunità di incontro, spesso clandestine, per scambiarsi conoscenze reciproche. Tra le figure paradigmatiche citate, l’ebreo mantovano Abramo Colorni, vissuto nella seconda metà del Cinquecento.
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qui venezia
Armeni ed ebrei, i genocidi
e la memoria condivisa

Le voci di Gabriele Nissim, giornalista, saggista e storico, presidente di Gariwo – La foresta dei giusti, autore del saggio “La lettera a Hitler” per la parte ebraica, e di Antonia Arslan, scrittrice e saggista, autrice del bestseller “La Masseria delle Allodole”, per quella armena, nell’evento “La memoria condivisa. Voci dal mondo ebraico e armeno” svoltosi ieri sera all’Auditorium del Conservatorio di Musica Benedetto Marcello di Venezia alla presenza di Ermelinda Damiano, presidente del consiglio comunale di Venezia, Luca Volpato del consiglio D’Europa e Franco rossi, direttore del conservatorio.
Un incontro tra culture, moderato da Paolo Navarro Dina, giornalista del Gazzettino, esponente della Comunità ebraica di Venezia e Nadia Pasqual, comunicatrice esperta di cultura armena, accompagnato dalle musiche della tradizione klezmer e armena con Rouben Vitali al clarinetto e Claudio Fanton al duduk.
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pilpul
Oltremare - La Wizo al lavoro
I congressi annuali internazionali delle organizzazioni ebraiche sono sempre delle gran belle occasioni per incontrare buoni ebrei di ogni parte del mondo e passare il tempo a lamentarsi all’unisono di qualunque cosa: dalla penuria di formaggi casher in un paese alla crisi nella formazione dei nuovi rabbini in un altro, allo scandalo di una donazione promessa e non mantenuta in un altro ancora. Da ieri sera si tiene a Tel Aviv il congresso mondiale WIZO, ma a giudicare dall’ordine del giorno le partecipanti per quasi una settimana sono arruolate dalle otto del mattino alle nove di sera. Non avranno tempo neanche per fare dei sani capannelli di chiacchiere, fra aggiornamenti dalle sezioni, visite a istituti educativi, seminari, lezioni e trasferimenti in bus fra i diversi luoghi.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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L’analisi scorretta - Anni ’30…
L’editorialista francese Bernard Guetta e venerdì lo storico dell’economia Giuseppe Berta su “Il Mattino” di Napoli, accennano ad un’alleanza economica USA/Russia/UK contro la Cina e l’Europa “Tedesca”. Scambiate la Cina, potenza egemone dell’Estremo Oriente col Giappone, che lo era negli anni ’30 e’40 e avrete lo stesso scenario della Seconda guerra mondiale.
Come allora la Russia flirta coi tedeschi, ma alla fine questi sono gli schieramenti con Francia e Italia come comparse dietro l’attore principale tedesco. 70 anni di pace e voilà si ricomincia…


Anselmo Calò 
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La risposta migliore
Lo ammetto, ieri, come per altri eventi che si sono susseguiti negli ultimi anni, ero profondamente scettica sulla “Corsa per la memoria”.
La retorica annuale della commemorazioni mi irrita, mi infastidisce, mi sembra che ogni evento e rievocazione non sia mai realmente sentita e vissuta nel profondo, mai sufficiente.
Queste commemorazioni non le vivo mai nell’intimo, non le sento mie. Mi sembrano più un omaggio dovuto per assolvere le coscienze altrui. Ho la certezza che servano poco o a nulla, che non siano mai sufficienti
.

Claudia Sermoneta 
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