10 Marzo 2017 - 12 Adar 5777 |



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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Pierpaolo Pinhas
Punturello e di Gadi Luzzatto Voghera. Nella sezione pilpul una
riflessione di Anna Segre, Francesco Moises Bassano e Ilana Bahbout.
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The Economist @TheEconomist
9 marzo
Many Middle Eastern airlines tinker with their online route maps to exclude Israel, a study finds http://econ.st/2nasSX4
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#PE24BreakingNews
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Aggiornamenti regolari e notizie provenienti dal mondo ebraico, sulla homepage del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it oppure seguendo il link diretto http://bit.ly/1uQoBHo
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Germania, attentato alla stazione
La polizia: "Non è terrorismo"
Ieri
un uomo ha attaccato, armato d'ascia, i viaggiatori nella stazione di
Düsseldorf, in Germania. L'assalitore è stato arrestato ed è stato a
sua volta ferito, mentre eventuali complici sarebbero ricercati. Sette
persone sono rimaste ferite nell'attacco. Una in modo grave, ma non
sarebbe in pericolo di vita, riporta il Corriere. Secondo le ultime
ricostruzioni, l'attacco non è riconducibile al terrorismo islamista.
Per il quotidiano locale Rheinische Post l'attentatore sarebbe un
36enne originario dell'ex Jugoslavia, con problemi psichici, e
residente a Wuppertal. Secondo una testimonianza raccolta da Bild,
un treno della S-Bah, è entrato alla stazione centrale di Düsseldorf e
“un tizio è saltato fuori e ha cominciato a buttarsi con un'ascia sulla
gente. C'era sangue dappertutto. Ho vissuto tante cose in vita mia, ma
mai una scena del genere”.
Come è cambiata Gerusalemme.
Sul Corriere Sette ampio reportage a firma di Micaela De Medici sulla
Capitale israeliana, che, si legge nell'articolo ”a partire dal 2010 è
stata protagonista di una vera e propria rinascita, tutt'ora in corso.
Una rinascita che passa attraverso musei, festival, spazi creativi, hub
destinati all'innovazione, senza dimenticare la riqualificazione di
aree fino a pochi anni fa dismesse o degradate, trasformate oggi in
vivaci luoghi di shopping e di ritrovo, animati dalla mattina fino a
tarda notte”.
L'Ungheria antisemita.
Alcune settimane fa il partito di estrema destra ungherese Jobbik ha
chiesto di rimuovere a Budapest la statua dedicata al filosofo
György Lukács (1885-1971) perché “ebreo e marxista”. “L'Ungheria
è un Paese piccolo, ma spesso tragicamente anticipatore. - racconta
Enrico Deaglio sul Venerdì di Repubblica - Qui nacquero il fascismo, le
prime leggi antiebraiche e l'idea di pulizia etnica. Dopo trent'anni di
democrazia, da dieci anni è al potere un uomo forte antisemita che
costruisce muri, espelle immigrati, reprime zingari e, ora, fa sparire
anche delle piccole statue in un piccolo parco: il filosofo ebreo e
marxista — così antimagiaro — sarà sostituito da una statua di Santo
Stefano, il fondatore dell'Ungheria. Non ci sono state particolari
proteste, a livello internazionale; evidentemente Orbán sente il vento
spirare dalla sua parte”.
Gutgeld e il taglio taglio della tasse.
Il governo italiano vuole tagliare il famoso cuneo fiscale e per Yoram
Gutgeld, commissario alla spending review e da anni consigliere
economico di Matteo Renzi, si tratta di un provvedimento giusto. Ma,
spiega al Corriere il parlamentare, “è preferibile che la riduzione
vada tutta a favore dei lavoratori. Correggerebbe il problema della
tassazione troppo alta che continuiamo ad avere sul lavoro. Avrebbe
senso sia come intervento di sostegno sociale, sia per la crescita
attraverso i consumi”.
Il canto dei muezzin. “In
Israele la Knesset ha adottato, in via preliminare, due nuovi progetti
di legge che regolamentano il canto del muezzin: un disegno di legge
vuole impedire le chiamate alla preghiera dai minareti durante la
notte, l'altro vuole vietarle del tutto nelle zone urbane”, riporta
Libero. Sul tema c'è un forte dibattito in corso nell'opinione pubblica
israeliana. Tra chi si era espresso contro l'iniziativa legislativa, il
presidente d'Israele Reuven Rivlin.
Il convegno dei biblisti.
A Venezia l'Associazione biblica italiana ha organizzato un convegno
con studiosi italiani ed europei dall'inquietante e pericoloso titolo
"Israele popolo di un Dio geloso: coerenze e ambiguità di una religione
elitaria". Come riportano i media oggi, diversi rabbini hanno preso
posizione contro l'iniziativa. In particolare, dall'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane e dall'Assemblea rabbinica italiana è stato
chiesto, tra le altre cose, di ridefinire i temi del convegno perché
non vi siano richiami a temi legati al pregiudizio antiebraico.
L'obiettivo delle riflessioni, spiegano, deve essere sempre in
un'ottica di apertura e dialogo e mai il contrario.
Il nazismo e i malati psichici.
I dorsi romani del Corriere della Sera e del Messaggero raccontano
della mostra dal titolo “Schedati, perseguitati, sterminati” dedicata
allo sterminio dei malati psichici da parte dei nazisti. L'esposizione
prende oggi il via al Vittoriano ed è stata portata in Italia dal
Network Europeo per la psichiatria psicodinamica, in collaborazione con
la Società Italiana di Psichiatria (SIP), con il Polo Museale del Lazio
e con il patrocinio dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane.
“Questa mostra era necessaria. Per le tante persone uccise che la
legislazione tedesca non riconosce ancora oggi come vittime delle
persecuzioni. E perché il dibattito sui rifugiati visti solo come un
peso o quello sull'eutanasia mostrano a tutti noi i rischi passati”,
dice Frank Schneider, presidente della Società tedesca di psichiatria,
che ha realizzato il progetto che nei prossimi mesi andrà poi a
Bolzano, Venezia, Genova e Milano.
Rispetto per chi si converte.
Dal Marocco è arrivata la notizia dell'abolizione della norma
sull'apostasia, che prevedeva la pena di morte per chi abbandona la
religione musulmana. Un'iniziativa portata avanti dal Consiglio
superiore degli ulema, massima autorità religiosa del Paese, di cui
scrive la storica Anna Foa sul settimanale dell'Osservatore Romano,
analizzando anche le differenze tra cristianesimo, ebraismo e islam in
materia di conversioni.
Sayed Kashua in America.
“Un israeliano musulmano negli Usa dell'era Trump” così titola il
Venerdì di Repubblica l'intervista rilasciata da Kashua, giornalista
del quotidiano israeliano Haaretz, che ha deciso di trasferirsi negli
Stati Uniti da Israele “perché non ce la faceva più. Non solo perché
gli arabi gli davano del traditore al soldo degli ebrei, e gli ultrà
israeliani dell'arabo amico dei terroristi. Per un motivo più profondo:
perché gli era venuta meno la speranza".
Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
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